In un certo senso, la mountain bike è come qualsiasi altro hobby o sport che coinvolge uno strumento necessario come intermediario tra l’appassionato e l’attività svolta. Tale strumento viene costantemente e incessantemente perfezionato da una fitta struttura di ingegneri, atleti, acquirenti e consumatori di tutti i giorni. In superficie può sembrare un lento processo di perfezionamento di piccoli componenti e lievi modifiche geometriche, come inserti per pneumatici e angoli del tubo sella più verticali. Ma ogni tanto ci sono scoperte che ci costringono a rivalutare interamente le cose, fino a riconsiderare come effettivamente guidiamo una mountain bike. La storia relativamente recente ci ricorda dei freni a disco, dell’aumento delle dimensioni delle ruote e dei reggisella telescopici che rappresentano alcuni tra i principali catalizzatori del cambiamento.
Non molto tempo fa, Trust Performance ha presentato la prima forcella a leveraggi moderna che merita veramente un approfondimento. Soprannominata “The Message”, mette da parte il concetto di forcella telescopica con il percorso-ruota puramente rettilineo dei “tubi nei tubi” a favore di un design “multi-link” che consente alla ruota anteriore di muoversi su un percorso-ruota curvo, proprio come la sospensione posteriore. Il fondatore di Trust, Dave Weagle, ha intrapreso questa iniziativa con l’obiettivo iniziale più ampio di “migliorare la stabilità dinamica in curva e le prestazioni di assorbimento”, ma la realizzazione di questa sua forcella a leveraggi ha offerto una serie di ulteriori vantaggi. È bastato un solo urto ad alta velocità su di un marciapiede per capire il potenziale della Trust e dopo solo 30 secondi sui trail abbiamo iniziato a meditare se le forcelle a leveraggi potessero davvero diventare la nuova norma. Rispetto ad altre idee rivoluzionare nel mondo della MTB, spesso molto grezze al principio, la Message è straordinariamente rifinita. C’è molto di cui dire qui, ma proverò a restare conciso.
Dettagli
• 130mm di escursione la forcella in test
• 1.980g (1.927g verificati con cannotto tagliato)
• Telaio, cannotto e link interamente in fibra di carbonio
• Regolabile su tre posizioni: Firm, Medium, Open
• Cartuccia twin-tube e thru shaft
• Per trail bike da 29 o 27.5+ con escursione da 110 a 140mm
• Per trail bike da 27.5 con escursione da 130 a 140mm
• Larghezza massima del copertone di 29×2.6″ o 27.5×2.8″
• Facilità di setup: pressione dell’aria uguale al peso del rider
• Lunghezza di 535mm axle-to-crown
• Cannotto conico
• Boost 110x15mm (o con Torque caps)
• Attacco disco diretto PM180 (fino a 203mm)
• 250 ore di utilizzo tra ogni revisione
• Prezzo di $1.975
L’intera struttura esoscheletro della Message è in fibra di carbonio, dal pezzo unico che comprende le gambe, la testa e il cannotto, fino a tutti i leveraggi. Distaccandosi dal design tradizionale e alloggiando molle e cartucce idrauliche tra i leveraggi, Trust è stata in grado di isolare il funzionamento della sospensione dalla flessione della struttura della forcella, eliminando i problemi di scorrevolezza delle forcelle tradizionali dovuti a flessioni e torsioni.
Destra, dall’alto verso il basso: la Message offre una regolazione a 3 vie con le modalità Open, Medium e Firm. Le valvole delle camere dell’aria sono accessibili tramite apposite porte sulle gambe. I tappi delle valvole richiedono una chiave a brugola da 4mm. Si può regolare la compressione in modalità Open e Medium tramite chiave a brugola da 3mm.
In senso orario da in alto a sinistra: il pomello di regolazione del ritorno non necessita di attrezzi e si trova sul lato della trasmissione dove risiede la cartuccia idraulica twin tube thru shaft. Il sistema ammortizzante è fissato nella parte inferiore su cuscinetti sigillati mentre nella parte superiore, dove è previsto un angolo di rotazione minore, è fissato su boccole. Trust fornisce un kit di distanziali, separatori di cavi e altro. Questi inserti vengono utilizzati per fissare la tubazione del freno alla forcella. Infine troviamo un comodo indicatore di sag sul lato disco.
La Message dispone di un attacco pinza PM 180mm e di un perno ruota con testa a brugola da 6mm. Di questi tempi tutti utilizzano un multi tool e se non ne porti uno con te, commetti un errore.
La viteria degli snodi è in alluminio e ciò consente di risparmiare un po’ di peso. Troviamo anche dei pin di fissaggio che fungono da sicurezza in caso dovesse allentarsi uno dei perni dei leveraggi.
In senso orario da in alto a sinistra: visuale laterale del sistema di leveraggi. Un adesivo di plastica robusta protegge la testa dal basso, nel passaggio ruota. Fini dettagli estetici e la sede di uno dei pin di fissaggio. Infine, si notano gli occhielli dei sistemi ammortizzanti fissati nell’asola del linkage.
Alcuni dettagli interessanti degli interni, in senso orario da in alto a sinistra: QR code ovunque! Uno sguardo da vicino ai registri della compressione, posti nel mezzo tra la cartuccia idraulica e la molla pneumatica. Infine un’asta di plastica connessa a una serie di ingranaggi di plastica che serve a comandare le 3 modalità di compressione.
Sì, è proprio massiccia e, anche se non si vede in foto, si può montare un parafango.
Setup
Sebbene l’indicatore di sag sia pratico, impostare il sag e la regolazione della compressione è leggermente più complesso rispetto alla forcella media. Per il sag è necessario gonfiare equamente la cartuccia ad aria sia a destra che a sinistra mentre per regolare la compressione serve una chiave a brugola. Se invece si vuole personalizzare la curva di compressione della forcella, occorre inviarla a un centro assistenza.
Ho iniziato esattamente con le impostazioni consigliate e, a parte i riduttori di volume, tutto era adeguato. Il fatto che la pressione di base sia il peso corporeo in PSI è pratico e facile da ricordare. Il manuale di setup suggerisce 2 riduttori di volume per parte per il riding aggressivo. Dopo un secco fine corsa durante il primo giro di prova, ho optato per 4 riduttori per parte (su un massimo possibile di 6) e ho trovato la progressività che stavo cercando.
Decifrare “il Messaggio”
Ci sono una serie di caratteristiche distintive ma mi concentrerò su cinque fattori chiave. Iniziando dalla rigidezza della struttura, il gigantesco monoblocco in carbonio che integra sterzo, testa e gambe migliora la rigidezza sia anteriore e posteriore (leggi: durante la frenata) che torsionale (leggi: sotto carichi torcenti come curve, sponde e contropendenze). I grandi leveraggi, i cuscinetti oversize e i perni massicci aiutano la forcella a muoversi liberamente lungo la sua corsa anche sotto carico, senza perdite di prestazioni dovute alla flessione come succede alle forcelle tradizionali.
Un fattore che inizialmente si fatica a credere possa migliorare la maneggevolezza è il percorso ruota curvo. Un elemento cruciale nella dinamicità della Message che riguarda la sua precisione di guida eccezionale. Il vantaggio è dato dal fatto che il percorso ruota della Message consente alla quota di trail di essere ottimizzata durante la corsa, migliorando così la stabilità. Al contrario, sulle forcelle tradizionali il trail si riduce costantemente durante l’affondamento e ciò riduce la stabilità. Questo porta a un vantaggio nella maneggevolezza che nessuna forcella telescopica potrà mai raggiungere.
Un’altra caratteristica unica che rende la Message diverso da qualsiasi altra cosa sul mercato (e probabilmente migliore) è la sua vocazione all’assorbimento degli urti. Il sistema di link libera la forcella dal percorso ruota convenzionale che è intrinsecamente relegato a muoversi parallelamente all’angolo di sterzo. Come accennato in precedenza, ciò ha consentito al designer Dave Weagle di mettere a punto con precisione un percorso ruota curvo che consente alla ruota di spostarsi leggermente indietro e allontanarsi dagli impatti mentre la forcella affonda. Parliamo di soli pochi millimetri, ma su pista ciò equivale a una notevole abilità nel mantenere velocità sullo sconnesso, soprattutto con urti in rapida in successione. Inoltre c’è da considerare che i leveraggi hanno permesso a Weagle di mettere a punto anche la curva di compressione, proprio come si fa sui sistemi di sospensione sui quali lui lavora abitualmente.
Gli ultimi due fattori che vengono migliorati grazie ai leveraggi sono l’affondamento in frenata e l’affondamento in pedalata. Questi inizialmente erano fattori non prioritari sulla lista di cose a cui Trust cercava di porre rimedio, ma l’utilizzo di un sistema di leveraggi ha aperto la strada alla possibilità di mitigare questi fattori rispetto alle forcelle tradizionali. Bene, ora vediamo come tutto questo si è tradotto in pista.
Sul campo
Andando al sodo, non ho mai provato nulla come la Message. In primo luogo, rigidezza e maneggevolezza surclassano qualsiasi forcella telescopica e questo non è nemmeno da mettere in discussione. Le parti dei trail più critiche per assorbimento e precisione di sterzo sono le curve sconnesse con braking bumps, radici o rocce, ed è soprattutto qui che la Message brilla. La struttura ultrarigida rende la forcella chiaroveggente: prima ancora che tu riesca a pensarlo, lo ha già fatto.
La forcella di Trust resiste vigorosamente all’affondamento involontario dovuto al trasferimento di carico, resta sempre alta nell’escursione e salva escursione preziosa per assorbire gli urti. La sensazione più surreale è il modo in cui resta stabile nelle curve sconnesse. Come si dice “le gare si vincono e si perdono nelle curve” ed è proprio lì che si percepiscono i vantaggi del percorso ruota curvo. Hai presente quei tratti tanto sconnessi che ti picchiano nei polsi e che smorzano tutta la velocità? Con la Message svaniscono. Va provato per credere… da qui il nome “Trust”.
Ci sono due effetti collaterali del comportamento in curva della Message. Innanzitutto, dato che la forcella non affonda più in frenata prima delle curve, ho abbassato il manubrio di 5/10mm rispetto al solito. Secondo, ho dovuto riconsiderare il mio approccio alle curve. In genere quando entro in curva ne punto l’apice cercando un appoggio. Invece, dato che l’anteriore non affonda, si può guidare più rilassati e leggeri, fidarsi a frenare meno e risparmiare energie.
https://youtu.be/f03We2-EoKo
Inoltre la forcella resta più stabile sulle lunghe salite scorrevoli rispetto a una forcella telescopica. Interessante la regolazione a 3 vie con i registri di regolazione della compressione a basse velocità per le modalità Open e Medium. Prevalentemente ho lasciato la forcella in posizione Open ma a volte sui terreni molto scorrevoli ho optato per la posizione Firm. A proposito, la forcella in posizione Firm è dotata di una saracinesca che sblocca l’idraulica in caso di urti ad alte velocità, in caso vi dimentichiate di sbloccarla in discesa. La Message è una sorpresa anche nelle salite tecniche dove si superano agevolmente gli ostacoli mantenendo lo slancio.
Allo stesso modo anche nelle discese molto sconnesse mi ha lasciato basito. La forcella mantiene la traiettoria conservando lo slancio meglio di qualsiasi altra forcella della sua categoria e l’assorbimento è ben oltre quanto ti aspetteresti da soli 130mm di escursione.
Con tutti questi elogi, qualche aspetto negativo è inevitabile, giusto? Infatti ci sono alcuni aspetti ovvi: la forcella è piuttosto pesante, costosa e purtroppo va inviata a un centro di assistenza per poter regolare la curva di compressione. A parte questo ci sono un altro paio di potenziali complicazioni che più che altro dipendono dalle preferenze individuali e dal livello di riding del biker.
Con la forcella impostata in modo da evitare fondo corsa violenti sui grossi impatti, trasmette una certa quantità di feedback alle mani. Non è facile descrivere questo aspetto ma non sarebbe corretto definirla una “forcella dura” perché farebbe pensare a una forcella troppo rigida dal comportamento ruvido e saltellante… e non è questo il caso. Anzi è il contrario dato che non ho mai avuto l’avantreno così stabile e piantato a terra. Parte del motivo è dovuto al livello veramente basso di isteresi della Message che crea un comportamento differente della sospensione in assorbimento rispetto a quello che realmente si prova alla guida.
Il mio parere è che oltre alla bassa isteresi, la struttura massiccia e il fatto che stessi spingendo la bici fondamentalmente più forte di quanto facessi normalmente, sono altri fattori che giocano un ruolo in queste sensazioni. In ogni caso, metterei la Message sulla mia bici senza esitazioni.
Conclusioni
Quindi, a chi può servire e come ne può trarre vantaggio? Rider che volete scatenarvi alla guida e non siete alla ricerca della massima precisione dello sterzo, grammomaniaci e tirchi, questa non è la forcella per voi. Se sei un rider piuttosto esperto e poni la maneggevolezza della bici come elemento al di sopra di ogni cosa, allora la Message potrebbe benissimo essere ciò che ti serve per raggiungere il tuo obiettivo.
Gli elementi ammortizzanti protetti all’interno del massiccio esoscheletro hanno bisogno di minore manutenzione e con 250 ore di intervallo tra ciascuna revisione va considerato che si risparmia del denaro durante il periodo di utilizzo del prodotto.
Un’ultima cosa da considerare: non riesco a fare a meno di pensare a come questo concetto possa essere riportato a maggiori escursioni. Se 130mm risultano così performanti, posso solo immaginare cosa succederebbe con una versione da enduro o, andando oltre, con una doppio piastra per la DH World Cup. Penso al dominio di Amaury Pierron la scorsa stagione con la sua Commençal con fulcro alto: portare gli stessi vantaggi di superamento degli ostacoli e mantenimento della velocità alla ruota anteriore potrebbe portare risultati davvero interessanti in futuro. Questo potrebbe essere solo l’inizio…
Il prezzo potrebbe scendere molto se questa tecnologia diventasse uno standard di ampia diffusione, ma prima si avranno i riscontri su durata, resistenza dei materiali, affidabilità su tempi piu lunghi di utilizzo.
Al momento in un contesto di mtb trail dove si ricerca molto la riduzione di peso partire da circa 2 kg con massiccio utilizzo di carbonio sembrebbe un limite, diverso sarebbe il ragionamento in ambito am enduro dove il peso è meno "stringente" come esigenza...
:il-saggi:PS ho rimosso il ragionamento della manutenzione perchè avevo fatto un ragionamento folle, pensando 250 km (che sono il "primo tagliando" di riferimento per un bici) anzichè 250 ore che sono un infinità di km, e sicruamente hai molti piu elementi da manutere prima di mettere mano alla forca, che poi possa essere un itnervneto costoso o meno sarebbe sempre da verificare:::medita::medita:
Già mi figuro col fango e l'acqua quando sono da cambiare perchè arrugginiscono o prendono gioco...un bagno di sangue.
Si, il concetto di semplicità è totalmente avulso da soluzioni come queste.