Quest’anno, alla Sea Otter abbiamo incontrato Öhlins, che ci ha lasciato la nuova RXF 36 a molla per un test. Dato che al momento non avevamo una bici da 29″ a lunga escursione su cui provarla, abbiamo deciso di settare l’escursione della forcella a 140mm per montarla su di una Trek Fuel EX. Se nell’ambito enduro lo sospensioni a molla sono particolarmente di moda in questi giorni, non capita spesso di vederle su bici da trail, ma questo non ha frenato la nostra curiosità di vedere come si sarebbe comportata la forcella svedese su di una bici come questa.
La versione di preproduzione che abbiamo provato aveva un bellissimo blocco unico testa/cannotto. È più costoso da produrre, sicuramente più rigido e meno incline a far rumore, dato che non ha tubi che si fissano per interferenza nella testa. Inoltre, non è necessario utilizzare una calotta inferiore della serie sterzo. In breve, meno interfacce significa meno rumore e meno problemi.
Uno sguardo più attento mostra il cannotto conico, arrotondato dove prende forma la testa. Si vede una sottile linea argentata dove il nostro cuscinetto inferiore della serie sterzo era alloggiato, direttamente sulla testa. Questo concetto di testa e cannotto in un solo pezzo è veramente affascinante, ma limita un po’ nella scelga della serie sterzo. Il nostro contatto in Öhlins ci ha detto che l’azienda sta lavorando per permettere a chi usa Chris King (o molte altre serie sterzo) di usare questa forcella e che in futuro uscirà un blocco testa/cannotto in due pezzi.
Le regolazioni: a sinistra la frenatura in compressione alle basse velocità, su 25 click, più 5 click per la frenatura in compressione alle alte velocità, con una sesta posizione riservata alla modalità pedal. A destra, il pomello del precarico, per cucirsi addosso il comportamento della molla, oltre alla possibilità di selezionare la più adatta tra le 7 durezze a disposizione.
La RXF 36 è pensata per ruote 27.5 Plus o 29″. Noi l’abbiamo usata solo con ruote da 29″. Nella foto sopra, una gomma Michelin 29×2.35″ e un parafango Marsh Guard. Ci piacerebbe che ci fosse maggiore spazio tra l’archetto e il copertone: con una gomma da 2.5″ e un parafango, il fango potrebbe creare un po’ di difficoltà. Effettivamente non sarebbe una gomma da scegliere col brutto tempo, ma valeva la pena sottolineare questo aspetto.
A proposito di questo, sull’archetto si trovano 3 fori filettati per un parafango. Öhlins non ha ancora finito di svilupparne uno, ma dovrebbe essere pronto fra poco e a quanto ne sappiamo dovrebbe lasciare maggiore spazio al copertone.
Frenatura in ritorno con 15 click, attacco freno Post Mount e perno passante a brugola per il quale è previsto l’utilizzo di una chiave da 5mm su entrambi il lati.
La forcella ci è stata consegnata con la molla da 9.7N/mm, perfetta per noi. Non abbiamo quindi dovuto giocare molto col precarico. A ogni modo, agendo sul pomello si può cambiare parecchio il comportamento della molla senza sconvolgere quello delle frenature. Se si vuole, è possibile sostituire la molla con un elemento ad aria. Ovviamente bisogna comprare tutte le parti necessarie a una trasformazione del genere.
Per quanto riguarda la durezza delle molle, tanto di cappello a Öhlins che ne fornisce ben 7 con durezze diverse, mentre molti altri costruttori ne fanno 3, lasciando parecchi biker a metà strada tra una e l’altra. Il nostro tester da 84kg si è trovato circa a metà range, con una disponibilità di 2 molle più dure e 4 più morbide rispetto a quella montata.
La forcella ci è stata consegnata con escursione di 130mm, dato che inizialmente pensavamo di montarla su una bici diversa. Dopo averla aperta usando l’attrezzo nella foto qui sopra, abbiamo regolato l’escursione a 140 mm. È un lavoro tutto sommato semplice che richiede 5-10 minuti. Non sono molte le forcelle che permettono di essere regolate su escursioni tra i 110 e i 160mm senza comprare pezzi aggiuntivi.
Per quanto riguarda le frenature, abbiamo regolato la frenatura alla basse velocità a 14 click dal tutto chiuso, tenendo quella alle alte velocità quasi sempre a 4 click dal tutto chiuso. Durante il set up, già prima di provare la forcella sui trail, ci ha stupito quanto fosse progressiva per essere una forcella a molla, ma su questo torneremo più avanti.
La prima cosa che abbiamo notato è la sensibilità della RXF 36. Già con la RXF 34 che abbiamo provato in passato, eravamo rimasti sorpresi dal poco attrito che avesse, per essere una forcella ad aria. Con meno guarnizioni, non c’è da sorprendersi che la versione a molla sia ancora più scorrevole. Ciò che invece non ci aspettavamo era che una forcella a molla desse un tale supporto e un feeling così progressivo. Tipicamente la molla è sinonimo di linearità. Dopo aver sentito Öhlins, abbiamo capito meglio cosa permettesse un comportamento simile.
Così spiega Alex Boyle, che si occupa del reparto MTB in Öhlins: “Abbiamo ottenuto una progressione tale da un lato tramite la frenatura, dall’altro sfruttando l’aria intrappolata negli steli. La cartuccia idraulica è sigillata e l’aria ha quindi un determinato volume. Non può spostarsi nello stelo” In poche parole, è come se ci fosse una camera d’aria nella cartuccia idraulica. Va inoltre sottolineato che la molla è fissata sia ai due estremi che a metà, risultando così estremamente silenziosa.
La forcella ci è parsa estremamente rigida, com’era da aspettarsi per una forcella di alta gamma con destinazioni d’uso orientate al gravity. Anche se è difficile stimare la rigidità laterale e torsionale senza accurati test di laboratorio, collocheremmo la RXF 36 da qualche parte tra la RockShox Lyrik e la Fox 36 in quanto a rigidità. Precisiamo che consideriamo ottima la rigidità di entrambe queste concorrenti. Come su altri prodotti Öhlins, i pomelli danno un buon feeling, con click ben avvertibili e forniscono un range di regolazioni adeguato. La frenatura è costante anche su lunghe discese, anche tenendo parecchia frenatura in compressione alle basse velocità per tenere la forcella sostenuta nella sua prima parte di escursione. L’ultimo click della frenatura ad alta velocità è la modalità pedal, vale a dire un setting piuttosto frenato adeguato alla salita. Non è il bloccaggio totale di una RockShox Lyrik o di una Fox 36 ma assomiglia più alla modalità trail di queste due forcelle. Detto questo, secondo noi è quello che serve veramente per combattere il bobbing nella maggior parte dei casi. Con le due forcelle sopra citate infatti, usiamo la modalità trail per il 95% delle salite.
Quindi per chi è questa forcella a molla e di lusso? Secondo noi è per i biker più pesanti e aggressivi che danno poca importanza al peso in più rispetto a una forcella ad aria. Questo è vero soprattutto se ricordiamo che biker come questi, con forcelle ad aria, hanno solitamente bisogno di usare pressioni più alte, che compromettono in parte il funzionamento e il feeling della forcella. I 250 g in più dati dalla molla non sono un dramma, ma alcuni dei biker più attenti al peso potrebbero storcere il naso. Ciò che è certo è che le prestazioni sono ottime. Va inoltre ricordato che le forcelle a molla richiedono minor manutenzione.
Anche se non ci sembra in caso di limitare il pubblico della RXF 36 a chi fa gare di enduro o ai frequentatori di bike park, questi sono i biker che trarrebbero maggior beneficio dalle caratteristiche di questa forcella. Detto questo, ricordiamo che Öhlins sta lavorando ad una versione 27.5″ della RXF 36, che dovrebbe essere presentata a inizio 2018. Per ricapitolare possiamo dire che Öhlins ha risolto due dei maggiori problemi delle forcelle a molla: innanzitutto offre una gran varietà di molle con durezze diverse, e in secondo luogo è riuscita a superare lo stereotipo delle forcelle a molla con curva lineare.
Detto questo, sulla questione peso non c’è molto da fare, dovete essere voi a decidere se sia adatta alle vostre esigenze. Semplicemente, tenete a mente che esiste una versione a molla della stessa forcella e che può essere presa in considerazione. In due parole, la RXF 36 a molla è un altro ottimo prodotto dalla casa svedese, ed è bello vedere come Öhlins riesca a scuotere il mercato MTB con alcune delle originali innovazioni che ha introdotto.
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