Ieri vi abbiamo presentato la nuova forcella Formula Selva S nella sua edizione limitata dedicata a Josh Bryceland, che ha partecipato allo sviluppo di questa sospensione in particolare per trovare il giusto set up con un Compression Tuning System (CTS) apposito e il giusto numero di Neopos. La valvola CTS rossa era quella che più piaceva al rider britannico, ma insieme a Formula ne ha creata una custom che va ad aumentare la progressività a fine corsa, lasciando però invariata la sensibilità ai piccoli urti. Qui sotto trovate il grafico riguardante tutti i CTS offerti da Formula e facilmente intercambiabili dal cliente finale.
Questa Selva ad aria ha una camera positiva più grande per fornire una curva della molla meno progressiva, rendendo più facile utilizzare tutta la corsa.
Qualche settimana fa ho montato la Selva S Bryceland sulla nuova Canyon Spectral, che però ha solo 150mm di escursione all’anteriore. Potete vedere che l’ammortizzatore è il nuovo Formula Nebbia. Mi è arrivata la Selva S con 170mm di travel, ma nella confezione ho trovato i distanziali per ridurre la corsa, oltre che dell’olio per poter fare il lavoro e la chiave per aprire il tappo della camera d’aria. Va infatti sottolineato che non c’è bisogno di comprare nessuna nuova asta per ridurre o aumentare la corsa, ed il tutto è fattibile in un garage mediamente ben attrezzato. Il video tutorial è vecchio, perché gli interni sono ora diversi, ma Formula mi ha detto che lo aggiorneranno a breve.
I distanziali sono da 10 o 20mm, quindi ne ho inserito uno da 20 per arrivare al travel da me desiderato. Il CTS rosso che vedete in foto mi è stato mandato nel caso avessi trovato il CTS di Bryceland troppo duro. Il resto del setup è semplice ed immediato: ho inserito i PSI necessari ad avere un sag del 20% circa, ho regolato il ritorno e la compressione secondo le mie preferenze, ed la forcella era pronta per il primo giro. La parte negativa dell’idraulica è gestita da una tripla molla a stadi differenziati, quindi non c’è stato bisogno di equalizzare niente. Ho usato solo 1 Neopos (Bryceland ne mette 3, se non sbaglio).
Il peso con il cannotto tagliato è di circa 2 chilogrammi, insomma il peso classico per una forcella ad aria con steli da 35mm.
La prima cosa che si nota è come la Selva scorra bene, cioé il suo punto di stacco è veramente basso, anche a bici ferma. La seconda è di come sia deciso il blocco dell’idraulica quando si gira la leva dorata in senso orario, molto comodo in combinazione con il blocco dell’ammortizzatore Nebbia quando si percorrono salite asfaltate.
Quando ho puntato la bici verso il basso ho notato quando la Selva sia sostenuta nel travel. I sentieri che percorro di solito sono alpini, con tratti ripidi, curve strette e gradoni, perciò avere una forcella alta nel travel è fondamentale per non avere una posizione in sella troppo sbilanciata verso l’anteriore. So che vi state chiedendo se sia riuscito ad usare tutti i 150mm di escursione, con la curva di progressività di un Josh Bryceland, e vi posso tranquillamente dire di no, non ce l’ho fatta, neanche quando ho cercato qualche compressione assassina dove altre forcelle arrivano facilmente al fine corsa.
Questo non mi ha dato fastidio, anche perché non ho trovato una forcella che murava intorno all’80% di corsa, bensì la rampa di progressione diventa più ripida ma non di marmo. Come detto sopra, ho inserito solo 1 Neopos. Penso che sia un bene avere un po’ di riserva se si prende un impatto inaspettato, è un margine di sicurezza da non sottovalutare. Certo, la valvola rossa, o quella dorata (la più usata da chi ha una Selva) mi avrebbero permesso di usare meglio quei 1-2 centimetri rimanenti, ma il comportamento della Selva ad inizio e metà corsa mi ha convinto così tanto da non voler cambiare la valvola CTS. Anche perché i centimetri in cui una forcella lavora meglio sono quelli iniziali e di mezzo, non certo gli ultimi 2-3.
Preferisco quindi una forcella sostenuta, che lavori alta nel travel, ad una che mi permetta di sfruttare tutta la corsa ma su cui poi io mi trovi perennemente nella seconda metà del travel in frenata o sul ripido. A livello di comfort questo permette di non avere gli avambracci gonfi o le mani indolenzite a fine discesa, fattore per me essenziale per il divertimento di guida.
Quello che mi sorprende un po’ è il fatto che uno Josh Bryceland si “accontenti” di una forcella con steli da 35mm, quando lo vedrei meglio sulla nuova doppia piastra da enduro della stessa Formula, la Belva, anche se il peso aumenterebbe di circa 300 grammi. Inoltre mi sarei aspettato delle valvole di sfiato, ormai standard sulla concorrenza americana.
Se uno crede che Josh Bryceland giri con una forcella dura come un sasso, sbaglia di grosso. Anche un pro, ex campione del mondo di DH, vuole avere la maggior sensibilità possibile ad inizio corsa, e la sua Selva S lo fa benissimo, garantendo grip e assorbimento di quelle piccole asperità che sono la causa di tanti dolori alle mani. Il piglio del pro lo si nota verso fine corsa, dove la forcella diventa molto progressiva sugli impatti violenti, fin troppo per un weekend warrior. La cosa bella è che basta cambiare la valvola CTS per adattare la Selva alle proprie esigenze ma, ripeto, questa configurazione è l’ideale su percorsi alpini ripidi e lenti.
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