Fox Live Valve Neo DHX è l’ammortizzatore a molla elettronico del marchio americano che ho montato circa due mesi fa sulla nuova Santa Cruz Bronson 5. È stato tarato da Fox appositamente per questa bici. Il montaggio del sistema wireless, che oltre all’ammo comprende un sensore da fissare ad una vite della pinza del freno anteriore ed un altro da fissare ad una vite della pinza del freno posteriore, è molto semplice, venendo a mancare tutti i cavi che complicavano il Live Valve di prima generazione.
L’app che comanda le impostazioni è fatta molto bene ed il pairing è veloce ed intuitivo. È la stessa app che ho usato per il reggisella telescopico Fox Transfer Neo, anch’esso montato sulla Bronson. Com’era prevedibile le batterie ricaricabili del DHX e del Transfer sono identiche, facendo parte dello stesso ecosistema.
Il peso del DHX Neo è di 962 grammi, contro i 573 del Float X montato di serie, entrambi senza l’hardware di Santa Cruz. Il sistema Neo fa due cose: apre e chiude la sospensione, senza cambiare i parametri come compressione o ritorno.
Visto che il DHX è un ammortizzatore a molla, la cosa più importante sta nell’azzeccare la durezza della molla a seconda del proprio peso e della cinematica della bici. Nel mio caso, questo compito è stato svolto da Fox, ma è una procedura piuttosto semplice anche per il cliente. L’unico registro presente sul DHX Neo è quello della compressione alle basse velocità (pomello blu), accompagnato dal mio pomello preferito: il Firm Mode Adjust, di colore nero.
Questo permette di regolare la durezza dell’ammortizzatore quando è chiuso tramite 5 click. È importante perché, se posizionato al massimo in direzione “Firm”, abbiamo un carro praticamente rigido, una cosa piuttosto rara per una sospensione a molla.
Il set up della parte elettronica, cioé quando il DHX Neo si apre e si chiude, va fatto tramite l’app di Fox. Non solo, inizialmente va fatta una calibrazione dei sensori per determinare l’orientamento in verticale della bici, di modo che il sistema prenda in considerazione anche la variabile data dalla pendenza.
Pur lavorando solo sulla chiusura e l’apertura dell’ammortizzatore, il sistema Fox Neo offre una serie di impostazioni fra cui scegliere. Ogni tanto ce ne sono di nuove che è possibile scaricare dall’app.
Si sceglie poi quella con cui si vuole girare..
E volendo la si può anche modificare. Come detto, l’app è molto veloce a trovare i componenti, dunque è facile usarla anche sul campo quando si vuole provare un’impostazione diversa.
Il protocollo wireless Neo è velocissimo, tanto da non far rimpiangere la versione cablata del Live Valve. Per farvi un esempio, se sono su un sentiero liscio con la sospensione chiusa e la ruota anteriore colpisce un ostacolo a velocità sostenuta, l’ammortizzatore si apre prima dell’impatto. Ottima l’idea di mettere i due sensori su due punti del telaio che non sono masse sospese, una grande differenza rispetto al Flight Attendant di Rock Shox dove il cuore dei sensori si trova nel movimento centrale. Un’altra differenza sostanziale è la silenziosità di attuazione del meccanismo di apertura/chiusura: non si sente proprio. Quello che si nota, quando si pedala da seduti, è l’apertura della valvola idraulica, un po’ come faceva il Brain di Specialized. A me la cosa non dà particolarmente fastidio, magari su una bici da XC (se uscirà questo prodotto anche per le bici con poca escursione) sì.
Visto che quello che fa il Live Valve è “semplicemente” aprire e chiudere il DHX, la vera differenza nel sistema sta nel “quando” aprire e chiudere, come mostrato nelle schermate dei diversi tune dell’app che vedete qui sopra. Ed è una differenza sostanziale, perché permette di adattare la sospensione al proprio stile di riding ma soprattutto agli itinerari che si percorrono abitualmente. Il tutto viene pilotato dalla forza necessaria per aprire l’ammortizzatore, a seconda che questa colpisca la ruota anteriore o quella posteriore. Ognuno di questi parametri può venire anche personalizzato dal rider.
Ho trovato il mio tune ideale nel tune Standard, alzando la sensitività ai piccoli impatti di una tacca. Non mi è dispiaciuto neanche il tune Traction, sempre considerando che stiamo parlando di una trail bike con cui non disdegno percorrere salite tecniche in salita dove voglio avere tutta la trazione che un ammortizzatore a molla può dare. E qui veniamo ad uno dei plus del DHX Neo, e cioé la regolazione della durezza della chiusura. Più che mettere mano all’app, durante i miei giri, mi sono trovato a regolare questo pomello: se percorro una lunga salita facile, scelgo la chiusura totale. Se la salita è tecnica, o il sentiero è tutto un su e giù come la traversata del San Lucio, lo metto in posizione 3.
Proprio durante un giro del genere apprezzo il Live Valve al meglio, perché noto nettamente la differenza fra un ammortizzatore del tutto aperto ad uno che si apre e si chiude quando serve. Per fare un confronto ho percorso questo itinerario con diverse bici, oltre alla Bronson, e ogni volta mi mancava il Live Valve a cui mi sono piacevolmente abituato. Non facendo gare vi starete chiedendo in cosa possa consistere la differenza: questa è data dalla maggior efficienza di pedalata e alla minore dispersione di energie. Notare che sto parlando della Bronson 5, una mountain bike già di suo ottima dal punto di vista della sospensione posteriore in pedalata. Mi immagino che su una bici con giunto Horst la differenza sia ancora più netta ed apprezzabile. Se siete interessati al risparmio di tempo sullo stesso segmento, avevo fatto la prova con il Live Valve cablato qui.
In discesa offroad la sospensione è praticamente sempre aperta, ammesso che non scendiate per un sentiero così pettinato da non avere neanche un’asperità. Ammettendo che lo troviate, nel momento in cui affrontate un salto o fate un bunnyhop vi ritroverete con l’ammortizzatore aperto in fase di atterraggio. Non ho mai sperimentato una situazione simile, ma posso immaginarmi che su certe piste lisce da bike park l’ammortizzatore chiuso possa dare un che in più alla vostra bici a livello di reattività e facilità nel pomparla.
Il rovescio della medaglia è il maggior peso, il doversi occupare di Tune e setting vari con un’app, e della fame di energia del motorino che apre e chiude il DHX. Considerate che dopo aver caricato completamente la batteria ed aver percorso la traversata, sono tornato alla base con il 62% di carica residua. Purtroppo l’app non indica quante volte ha aperto/chiuso la sospensione, sarebbe un dato molto interessante per quantificare l’energia richiesta, ma io credo che siamo nell’ordine delle centinaia di volte. Il dato che si può leggere è quando manchi al servizio annuale.
Le sospensioni elettroniche servono davvero? “Servire” è una parola di cui si abusa nel nostro mondo, perché in fondo anche andare in mountain bike non serve a niente. Serve a farci sentire bene, a farci divertire, a migliorarci. In fondo è quello che fa anche il Fox Live Valve Neo DHX. Può non piacervi l’elettronica, ma sono convinto che se lo provaste diventerebbe di prepotenza il vostro componente preferito.
Era da anni che sognavo di fare un piccola avventura in Sardegna con la mia…
Se considerassimo le Ebike come un furgone per la risalita, si placherebbero gli animi che…
Gee Atherton è andato fino in Kazakhstan per trovare una cresta degna della sua serie…
Brage Vestavik ci porta a casa sua in Norvegia, dove è nata la sua passione…
Bontrager presenta i nuovi copertoni da enduro Brevard e Galbraith. [Comunicato stampa] Bontrager ha oggi…
Eccovi l'ultima creazione di Dangerholm, ovvero l'uomo dagli hotpants più hot del settore: una Scott…