[Test] Freni Formula Cura 4

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Un anno fa, Formula ci ha messo a disposizione i freni Cura 4 per una prima prova nel bike park di Les Gets durante la scorsa edizione del Bike Connection Summer. Ero rimasto piacevolmente sorpreso di come il marchio toscano fosse riuscito a implementare con la versione a 4 pistoncini un prodotto come i Cura che, nel test di cui mi ero occupato personalmente, erano risultati eccellenti. Ho richiesto quindi un set di freni con rotori da 180mm da montare sulla MDE Damper 29 per metterli alla prova in quello che, con la durata di oltre otto mesi, possiamo decisamente considerare un test a lungo termine con situazioni e condizioni di utilizzo ampiamente varie e differenti tra loro.



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Come indica il nome e come si evince chiaramente dalla forma della pinza, i Cura 4 si distinguono dai Cura per l’utilizzo di una nuova pinza di dimensioni maggiori dotata di quattro pistoncini che riporta le medesime caratteristiche costruttive del modello a due pistoncini da cui discendono. Ha un corpo forgiato in lega di alluminio costituito da due semigusci giuntati tramite speciali viti ad alta resistenza. La finitura di ognuna delle tre colorazioni disponibili, nero, oro o polished, è costituita da una robusta anodizzazione lucida. L’incremento di peso dichiarato da Formula per un singolo impianto Cura 4 rispetto a uno Cura è di soli 20 grammi, quindi decisamente irrisorio considerando che questo dato include anche le pastiglie di dimensioni maggiori.

Ciascuna pinza è dotata di quattro pistoncini, due coppie contrapposte, dal diametro di 18mm per una superficie di frenata nettamente maggiore rispetto alla coppia di pistoncini da 24mm di diametro dei Cura. I pistoncini sono realizzati in materiale sintetico duro, termoresistente e in grado di isolare il resto dell’impianto dalle alte temperature sviluppate dall’attrito tra il ferodo delle pastiglie e il disco. Il comportamento in termini di roll-back, ovvero la capacità dei pistoncini di rientrare in sede grazie alla torsione elastica dei quad-ring di tenuta, è stato ottimizzato e ulteriormente migliorato per garantire un allineamento preciso e costante delle pastiglie e un azionamento il più possibile sincronizzato tra tutti e quattro i pistoncini, dettaglio ancora più importante su un impianto di questo tipo rispetto a quanto già non lo sia su un normale impianto a due pistoncini. Le asole di attacco della pinza al supporto della forcella e del telaio sono sufficientemente ampie e contribuiscono a regolare facilmente il corretto allineamento.

Il pompante è il medesimo utilizzato per i Cura quindi si differenzia esclusivamente per la grafica laserata che riporta il nome Cura 4, mentre riprende esattamente le stesse caratteristiche tecniche: il corpo forgiato in lega di alluminio con finitura anodizzata lucida, il serbatoio snello che contiene l’olio minerale dedicato, responsabile del funzionamento idraulico dei freni, dotato di ben tre porte di accesso per lo spurgo, il pistone assiale, la forma simmetrica che consente a ciascun pompante di essere montato su entrambi i lati del manubrio e la protezione in gomma che protegge il raccordo della tubazione.

A proposito di tubazioni, spesso passano in secondo piano ma Formula ha curato molto questo componente essenziale per l’ottimo funzionamento dei freni, con un prodotto opportunamente flessibile che si adatta efficacemente a ogni forma del telaio, sia con passaggio interno che esterno, senza snervarsi e senza quel fastidioso effetto memoria che rende la tubazione scomoda da utilizzare qualora si volesse spostare i freni su un’altra bici. Inoltre l’ottima robustezza della tubazione scongiura l’effetto “polmone”, ovvero la perdita di performance del freno dovuta alla micro dilatazione sotto sforzo della tubazione stessa.

Torniamo a parlare del pompante e più precisamente della leva, uguale a quella dei Cura quindi forgiata in lega di alluminio e, nel caso dei freni in colorazione nero lucido, anodizzata con una particolare finitura ruvida che offre un feeling eccezionale con il giusto grip sulle dita. La forma stessa della leva mette a proprio agio grazie a un’ottima ergonomia, con geometrie e dimensioni che garantiscono una sensazione di controllo e solidità pur risultando snelle e poco ingombranti, così da non affaticare le dita. Anche il rapporto di leva è ben calibrato per gestire l’elevata potenza frenante con progressione e in modo intuitivo. La distanza della leva dalla manopola può essere regolata tramite l’apposita vite di registro con testa a brugola da 2,5mm.

Il collarino che assicura il pompante al manubrio, stretto da due robuste viti con testa a brugola da 4mm, oltre che nella versione standard di serie, è disponibile come optional anche nella versione MixMaster che permette di ottimizzare la disposizione dei comandi sul manubrio, unendo al freno stesso i comandi del cambio o del reggisella telescopico dotati di attacco SRAM MatchMaker o Shimano i-Spec B. La tipologia di attacco del MixMaster consente un ampio range di regolazioni sia come inclinazione del comando che come distanza, per trovare ancora più agevolmente la posizione più comoda secondo le proprie necessità.

Per mettere alla prova i Cura 4 ho optato per i nuovi rotori monoblocco che Formula ha realizzato appositamente per migliorare determinate performance, ma i tradizionali rotori a fori tondi, disponibili sia in versione monoblocco che due pezzi, restano in gamma e sono compatibili con i Cura 4. Il nuovo disco è più rigido lateralmente per migliorare la resistenza alla deformazioni causate da eventuali urti o da bruschi cambi di temperatura. È stato studiato per ridurre al minimo il rischio di risonanza ed è più silenzioso della versione tradizionale grazie agli intagli ad asola che seguono la direzione di rotazione in luogo dei fori tondi. La stessa differenza di forma degli intagli è responsabile di un minore consumo delle pastiglie. Con i suoi 164 grammi nella versione da 180mm, il nuovo rotore pesa 35 grammi in più del precedente a parità di diametro.

A proposito di pastiglie, grazie all’utilizzo dei quattro pistoncini la superficie del ferodo è nettamente più larga rispetto a quella delle pastiglie dei Cura a due pistoncini, quindi interagiscono con una parte più ampia di pista frenante del disco, ma anche lo spessore del ferodo è leggermente maggiore. Formula come consuetudine mette a disposizione due tipologie di mescole del ferodo: la mescola organica, per le pastiglie installate di serie, oppure la mescola sinterizzata o semi-metallica che dir si voglia, disponibile come ricambio. Ho iniziato il test utilizzando le organiche di serie che purtroppo hanno presentato un malfunzionamento, con scarso attrito sul disco, come se fossero contaminate da olio o grasso. Le ho quindi sostituite con le pastiglie sinterizzate che avevo richiesto contestualmente ai freni e che ho utilizzato per la maggior parte della durata del test. Di recente Formula mi ha fornito un nuovo modello di pastiglie organiche da mettere alla prova, ancora in fase prototipale, che con molta probabilità verranno montate di serie in futuro. Si differenziano per uno spessore leggermente inferiore del ferodo a vantaggio di un maggiore spessore del supporto, per aumentare la rigidezza e la capacità di dissipazione del calore. Inoltre il ferodo ha un intaglio centrale che riduce il surriscaldamento e contiene il rischio di “vetrificazione”.

In azione

La confidenza che si riesce a instaurare con la propria bici dipende da molti fattori che vanno oltre alle quote geometriche e alle prestazioni del telaio stesso. È infatti molto importante trovare il giusto feeling con i punti di contatto come il manubrio e le manopole oppure i pedali, ma decisamente essenziale è trovarsi in armonia con i propri freni, sia come prestazioni che come ergonomia delle leve, dato che rappresentano il principale punto di riferimento per il controllo della bici, qualsiasi sia il livello tecnico del rider. In questo senso i Formula Cura 4, così come i Cura da cui discendono, offrono una leva assolutamente ben progettata che risulta istintiva e comoda. Innanzitutto il pompante è rigido e non flette nemmeno nelle staccate più violente, aumentando la sensazione di solidità e potenza. La leva ha una forma ideale, non troppo spessa per non affaticare le dita e non troppo sottile per non risultare delicata in caso di impatti e la geometria la rende precisa e confortevole. L’angolo di attacco con il pistone del pompante determina un rapporto di leva progressivo e costante che rende il controllo della frenata incredibilmente intuitivo. A differenza dei Cura, dove la leva trasmette con chiarezza la sensazione di contatto delle pastiglie sul disco, nel caso dei Cura 4 questa sensazione è meno netta per via dei quattro pistoncini che definiscono una risposta della leva nettamente più modulabile rispetto ai due pistoncini.

La modulabilità dei Cura 4 è infatti il principale dettaglio con cui Formula ha migliorato i già eccezionali Cura. Personalmente mi trovo parecchio a mio agio con freni dalla risposta più brusca come i Cura, che offrono un mordente immediato, ma sono consapevole di come la spiccata modulabilità dei Cura 4 soddisfi la richiesta di un range nettamente più ampio di biker. Inoltre la potenza è leggermente aumentata quindi si riesce a gestire tale potenza con notevole precisione anche se non si hanno delle dita estremamente sensibili. La maggiore potenza, sempre adeguata e abbondante in ogni sitazione di riding, comprese le lunghe discese tecniche in queste torride giornate estive, è supportata da un’ottima resistenza alla fatica, con una risposta sempre costante della leva e zero problemi di fading, anche grazie al roll-back ottimizzato che, nel caso di un freno con quattro pistoncini, è un aspetto tutt’altro che banale. A causa di un problema di corsa a vuoto dopo che la bici restava posizionata in verticale, nelle ultime settimane ho dovuto spurgare entrambi i freni, operazione semplice per la quale ho impiegato una manciata di minuti ciascuno risolvendo immediatamente il problema, a differenza di altri impianti che spesso necessitano di più tentativi per un risultato ottimale. Ottimi i nuovi dischi, nettamente più rigidi dei precedenti e meno soggetti a cali di prestazioni dovuti al surriscaldamento. Inoltre risultano più silenziosi dei precedenti, a prescindere da quali pastiglie si utilizzino. In merito alle pastiglie, vale la pena soffermarsi sulle loro prestazioni dato che ho avuto modo di provarne diversi tipi. Escludendo le organiche di serie che, come anticipato, mi hanno dato problemi, ho apprezzato le sinterizzate per il maggiore mordente a caldo ma infine ho preferito le organiche “prototipo” per il loro comportamento sincero e prevedibile in ogni circostanza, sin dalla partenza a freddo, senza significative perdite di prestazioni nemmeno dopo lunghe discese impegnative.

Conclusioni

Se i Cura sono diventati a ragione uno dei freni di riferimento in termini di affidabilità e potenza, la loro versione a quattro pistoncini è in grado di aumentare la potenza a disposizione ma soprattutto, che è la cosa decisamente più percepibile di questi Cura 4, di offrire maggiore modulabilità per sfruttarne al meglio le elevate prestazioni. La qualità generale è molto buona e il freno è curato nei dettagli e anche negli accessori, con un peso contenuto e un prezzo effettivo di vendita interessante.

Pesi rilevati

L’impianto completo con tubazioni tagliate a misura, MixMaster, due rotori da 180mm e relativi adattatori PM180, viteria completa e ovviamente pastiglie, ferma la bilancia a 928 grammi.

Singolo impianto con tubazione da tagliare: 260g
Rotore 180mm: 164g

Prezzi

Formula fornisce i Cura 4 con tubazione da 175cm da portare a misura secondo le proprie necessità per essere utilizzato come freno anteriore o posteriore e in base alle misure del telaio. Ciascun impianto è dotato di viteria, kit di raccordo per le tubazioni e pastiglie organiche standard.

Impianto singolo completo di viti:
Nero €174 – Polished €183 – Oro €183

Rotore nuovo modello 6 viti (comprese):
160mm €22 – 180mm €24 – 203mm €29 – 220mm €56

Rotore nuovo modello CenterLock:
160mm €35 – 180mm €36 – 203mm €40 – 220mm €69

Adattatore completo di viti: €12 ciascuno

Formula

 

Commenti

  1. A me dei cura è proprio il pompante(che è lo stesso per Cura e Cura4) che non mi fa impazzire...la regolazione della leva attraverso la brugola da 2.5 funziona fino a un certo punto poi sembra cedere. La leva si aggangia su due punti e su entrambi ha preso del gioco. Poi la più importante, in caso di caduta la leva non è capace di rientrare per evitare rotture o storture della stessa neanche di un decimo di millimetro. Il feeling con la leva bohhh....
  2. Ho i Cura 4 da Settembre e i 2 da quasi 2 anni.
    Concordo circa su tutto nella recensione, tranne i dischi, migliorati si rispetto ai vecchi, ma sempre meno resistenti di altre marche e ancora un pochino rumorosi ogni tanto.

    Unico problema: entrambi i cura 4 che possiedo sono via in garanzia attualmente. I pistoncini accusano grossi problemi di rollback e fanno si che le pastiglie non si allarghino abbastanza per far passare il disco indisturbato. Spero che sia solo un problema di alcuni primi modelli, ma se dovessi ricomprarli ora, prenderei un secondo paio di Cura 2: meno costosi, piu` leggeri e solo sensibilmente meno potenti - alla minore modulabilità ci si fa la mano.

    PS: il problema delle pastiglie originali l'ho avuto anche io - lo avevo imputato al fatto che inizialmente le avevo usate su dei dischi già usati in preferenza, perchè l'ho risolto mettendo su dei dischi nuovi.
  3. p84:

    Mi ritrovo gli Sram Guide di serie sulle mie 2 mtb, provati i Cura sulle bici di compagni d'uscita, sono sempre più convinto che gli Shimano siano i migliori freni in assoluto, e sembra pensarla uguale anche MtbAction
    È una questione soggettiva, io con i cura e con hayes mi trovo meglio rispetto a tutti gli shimano che ho avuto/utilizzato.
    C'è da dire che con shimano andavo bene lo stesso e hanno sempre fatto il loro dovere
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