Da un po’ di tempo stiamo provando uno dei prodotti più interessanti in campo freni, vale a dire i Formula R0 Oval.
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Nonostante Formula indichi nel gravity (FR/DH) l’ambito di utilizzo ottimale per gli R0, come da tradizione per la factory toscana ci troviamo di fronte a pesi abbastanza contenuti (le specifiche ben dettagliate le trovate qui). Dal canto nostro abbiamo montato l’impianto su una bici da enduro dalle buone propensioni discesistiche, dischi da 203 mm di diametro davanti e 180 mm al posteriore, biker di 75/77 Kg in ordine di marcia. Restando in tema dischi, da segnalare che stiamo usando gli R0 sia con dischi originali Formula in due pezzi e monolitici, che con dischi di altre marche (Shimano ed Avid, per la precisione). Uno degli aspetti interessanti da valutare sul lungo termine sarà proprio il comportamento dei dischi in due pezzi, più leggeri di quelli classici ma potenzialmente più critici per la possibilità che si crei del gioco fra lo spider in alluminio ed il rotore vero e proprio in acciaio.
Ciò che caratterizza gli R0 Oval rispetto a qualsiasi altro impianto in commercio è la forma dei pistoni, ovali per l’appunto. Secondo quanto dichiarato da Formula il vantaggio di tale soluzione non si limita alla grande potenza frenante (già più che abbondante su impianti come i The One), ma anche alla maggior modulabilità.
Gli R0 dispongono inoltre delle regolazioni denominate FCS e TFRA. La prima è la possibilità di regolare il punto di lavoro della leva, con effetti anche sulla risposta in frenata che sarà più o meno “pastosa”. TFRA è invece l’acronimo che indica la possibilità di regolare la distanza della leva tramite una rotella integrata nella leva stessa (non presente nelle leve in carbonio, disponibili come optional). Sia il registro FCS che il TFRA sono facilmente regolabili a mano, il che rende gli R0 personalizzabili in modo semplice e veloce senza dover ricorrere ad alcun attrezzo.
Gli R0 Oval possono essere “upgradati” con una serie di optional: le già citate leve in carbonio, viteria in titanio, dischi a 6 fori o Center Lock di tipo classico o due pezzi con spider in alluminio, MixMaster per il montaggio diretto sul collare dei comandi cambio ed infine il connettore Speed Lock, il quale permette di staccare/riattaccare con facilità il tubo freno e può essere posizionato sul lato pompa, pinza o lungo il tubo stesso. Se viteria in titanio e leve in carbonio possono apparire come vezzi per maniaci del grammo, la possibilità di montare i comandi cambio direttamente sul collarino dei freni è invece piuttosto utile, visto il sempre maggior affollamento dei manubri sulle moderne bici e relativa difficoltà nel posizionare tutti i comandi a “portata di dita”. Il dispositivo Speed Lock non lo vediamo così indispensabile per la maggior parte dei biker, ma potrebbe ad esempio rivelarsi una manna per chi ha la necessità di invertire frequentemente la posizione dei freni.
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Montaggio e prime impressioni
Durante la fase di montaggio tutto è filato liscio. I collarini in due pezzi non costringono a sfilare alcunchè dalla piega e si trova facilmente una forza di serraggio che lasci libera di ruotare le leve in caso di impatto violento ma al contempo garantisca la sufficiente rigidità all’insieme, necessaria quando si frena con forza. Nessun problema neppure nell’installazione e centratura delle pinze. Dovendo far passare il tubo del freno posteriore all’interno del telaio, è stato necessario staccare il tubo dal lato pompa ed in seguito reintestarlo. Tramite il kit incluso nel pacco inviatoci da Formula anche questa operazione è filata liscia e non si è rivelata nulla di complicato. Agendo con un po’ di attenzione ce la siamo addirittura cavata senza neppure spurgare l’impianto a lavoro ultimato.
Come consuetudine per gli impianti Formula, anche le leve degli R0 sono piuttosto lunghe e distanti dalle manopole. Il registro TFRA permette tuttavia di posizionarle in modo che anche chi ha le mani piccole non incontri grosse difficoltà, così come si trova facilmente una posizione delle leve che possa soddisfare sia chi frena con un dito che chi ne usa due. Nulla da eccepire neppure per quanto concerne l’ergonomia, dato che tirandole con forza non vi sono punti di compressione dolorosi ed anche al termine di lunghe discese non abbiamo mai riscontrato un anomalo affaticamento delle dita o dolori.
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Sul campo
Ed eccoci alla prova sul campo, dove gli R0 Oval ci hanno sino ad ora ampiamente soddisfatti. Prendendo a riferimento i The One, impianto con destinazione d’uso analoga, gli R0 ne migliorano soprattutto l’aspetto da alcuni ritenuto il loro punto debole, vale a dire la modulabilità. Se il merito sia o meno dei pistoni ovali non lo sappiamo dire, ma di fatto gli R0 permettono una più facile calibrazione della frenata. In quanto a potenza e resistenza a fatica gli standard sono quelli già conosciuti sui The One, vale a dire molto elevati ed al top fra quanto si possa trovare in circolazione. Sul lato affidabilità non possiamo per ora muovere alcuna critica, visto che ad ora non abbiamo riscontrato alcun problema, ma per un giudizio in tal senso vorremmo attendere ancora qualche tempo. In ogni caso il test durerà ancora a lungo, quindi vi terremo aggiornati…