Molti di voi conosceranno questi freni perché sono quelli che Aaron Gwin usa sulla sua bici da DH. Li abbiamo ricevuti in prova nell’autunno dell’anno scorso, e li abbiamo montati sulla Yeti Sb 5.5 che usiamo per i test di durata. Dopo 4 mesi, potete leggerne i risultati.
Freno a quattro pistoni, sia all’anteriore che al posteriore.
Pomello di regolazione distanza della leva dal manubrio.
Pinza forgiata in alluminio.
Olio minerale.
Possibilità di regolare l’angolazione del tubo freno per adattarlo al passaggio nel o sul telaio.
Peso rilevato: 317 grammi per freno anteriore, con tubo, senza disco.
Peso disco da 180mm di diametro: 165 grammi.
Prezzo di listino per impianto completo: 399.98 Dollari, 179.99 Euro per freno su CRC.
Quando si tirano fuori dalla scatola i Quadiem lasciano abbastanza sorpresi per le loro dimensioni che ricordano un po’ dei freni da moto: sia la pinza che la leva sono infatti molto voluminosi, e fanno temere di trovarsi di fronte ad un prodotto molto pesante. Alla prova della bilancia la paura si rivela infondata, infatti pesano circa 160 grammi in meno degli SRAM Code e, con 317 grammi, si lasciano montare senza tante paturnie anche su una bici da enduro/all mountain.
Il montaggio è molto facile: ho dovuto accorciare entrambi i tubi per adattarli alle misure della Yeti, senza doverli neanche spurgare. In ogni caso, l’operazione di spurgo è molto semplice e del tutto identica a quella dei freni Shimano. Per questo motivo potete usare il kit di spurgo del marchio giapponese, e anche lo stesso tipo d’olio, che è del semplice olio minerale.
Il collarino viene fissato al manubrio tramite una vite esagonale, sono disponibili anche gli adattatori I-Spec I e II per il manettino Shimano oltre al matchmaker per quello SRAM.
Le pastiglie disponibili sono le metalliche, che vedete sulla sinistra della foto qui sopra, e le semimetalliche. Ai più attenti non sfuggirà la forma identica a quelle degli Shimano Saint, ed infatti è possibile usare queste ultime sui TRP Quadiem.
Due i tipi di disco a disposizione: quelli in pezzo unico, che sono stati usati durante il test (180mm davanti e dietro), e quelli in due pezzi, entrambi con 6 buchi per il fissaggio sul mozzo.
Il test è iniziato con le pastiglie semimetalliche. La fase di rodaggio, seguendo il manuale delle istruzioni, prevede circa 20 frenate da 25 km/h a 8 km/h quando pastiglie e dischi sono nuovi. Pur non avendola seguita alla lettera, i freni diventano efficaci senza grossi problemi. Dico da subito che i Quadiem non sono dei freni on/off, malgrado le loro dimensioni che potrebbero farlo pensare. Le loro caratteristiche chiave sono la modulabilità e la consistenza in ogni situazione e nel tempo. All’inizio sono rimasto quasi un po’ deluso per la potenza, che mi aspettavo essere brachiale, poi ho capito che questa si nasconde sotto la pressione della leva: premendola con un dito è necessaria una discreta forza per arrivare a bloccare le ruote. Se prendiamo come esempio i Saint, che inchiodano quasi subito, i TRP Quadiem sono quasi l’esatto contrario: è il rider che decide come si comportano, proprio a seconda della pressione sulla leva. Un comportamento che a me piace molto, perché il dosaggio è facile ed intuitivo. Tanto per fare un esempio, per “pinzare” l’anteriore quando si affronta un tornantino stretto e alzare la ruota posteriore per farla girare intorno alla curva, so che devo premere con forza la leva, e così mi è più facile evitare bloccaggi indesiderati che mi farebbero perdere il controllo.
La leva in alluminio dà un senso di sicurezza e di controllo piuttosto unici nel campo della MTB, perché la superficie su cui si appoggia il dito è molta, dando tanto feedback e sensibilità in ogni situazione. Sono le dimensioni maggiorate a fare la differenza fra i TRP Quadiem e gli altri freni che si trovano sul mercato: la pinza dissipa il calore molto bene grazie alla superficie generosa, e rende il freno costante nel suo comportamento in ogni situazione, soprattutto nelle discese lunghe ed impegnative. Negli oltre quattro mesi di test non ho avuto uno spostamento del punto di frenata che sia uno. Sono probabilmente i freni che mi hanno dato la maggior sensazione di sicurezza fra quelli che ho provato.
Dopo circa metà del test TRP mi ha mandato un set di pastiglie metalliche da montare all’anteriore e al posteriore, dicendo che sono più potenti. Detto fatto, le ho montate e ho cominciato a provarle. Sono sì più potenti, ma non stravolgono il carattere del freno che rimane quello descritto sopra. In compenso si consumano più lentamente e sono più rumorose, in particolare quando sono fredde o bagnate.
A livello di consumi, devo dire che i Quadiem sono abbastanza parsimoniosi nell’uso delle pastiglie e, cosa più interessante, le consumano in maniera regolare sulla loro superficie utile, come potete anche vedere dalla foto. Anche i dischi sono robusti e, ad ora, non mostrano scanalature dovute al contatto con le pastiglie, malgrado la stagione invernale e le tante uscite con il bagnato.
I TRP G-Spec Quadiem hanno il loro punto di forza nella modulabilità e nella costanza delle prestazioni, indipendentemente dalle condizioni meteo e dal livello di consumo delle pastiglie. Sono freni potenti ma facili da gestire. Le loro dimensioni generose, in particolare quelle della leva, li rendono molto robusti e danno una grande sensazione di sicurezza. La manutenzione è molto semplice.
Freno anteriore con pistoncini che non tornano in posizione, provocando sfregamento delle pastiglie sul disco e rumori spaccanervi.
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