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Il nuovo Garmin Edge 820 è stato presentato al pubblico la scorsa estate e si posiziona come “ammiraglia” della linea Edge, anche sopra all’Edge 1000, pur avendo uno schermo più piccolo. Infatti, oltre alle funzioni di quest’ultimo che abbiamo provato qualche mese fa, l’820 ne aggiunge di nuove ma, soprattutto, è dotato di una memoria interna di ben 16GB, e rinuncia al classico slot per Micro SD presenti nell’810 e nel 1000.
Per la lista delle altre caratteristiche cliccare qui. Il peso rilevato da noi è di 68 grammi, in linea con quanto dichiarato da Garmin. Le differenze con il più economico Edge 820 Explore sono:
– No WiFi
– No sensore alla luce ambientale
– No ANT+ Powermeter o controllo cambio elettronico
– No supporto per l’allenamento strutturato
– No metriche avanzate quali FTP, ecc…
Come detto, la memoria interna è di 16 GB, cosa che ha permesso a Garmin di precaricare le OpenStreetMaps dell’Europa, senza curve altimetriche, per un totale di circa 7 GB. L’idea di base é quella di accorciare i tempi di caricamento delle mappe, in particolare quando le si “sfoglia” sul touchscreen, allungati dalla memoria esterna e dalla performance della Micro SD, che varia a seconda della qualità, e del prezzo. Le OSM vengono aggiornate automaticamente tramite Garmin Express. Vista la loro dimensione, l’aggiornamento può richiedere più o meno tempo a seconda della connessione. Per questo motivo, nella parte posteriore dell’820 troviamo solo l’attacco per il cavetto USB.
A livello di navigazione troviamo un’interessante funzione, quella di potersi agganciare contemporaneamente alla rete di satelliti GPS (di matrice americana) e a quella Glonass (russa), aumentando così la precisione nella determinazione della propria posizione. In questo caso il consumo della batteria è maggiore rispetto a quando si sceglie una sola rete. Questa funzione è presente anche sul Garmin Edge 1000.
Una novità assoluta è l'”incident detecting”, cioè la capacità di registrare una caduta grazie all’accelerometro presente nell’apparecchio. In pratica, se la bici risulta “sdraiata”, il Garmin Edge 820 manda un’allerta email ed sms ai contatti inseriti in un’apposita lista che il biker ha precedentemente salvato nell’app Garmin Connect. Questa funzione è attiva solo se il collegamento Bluetooth con lo smartphone è acceso, il telefono è collegato al GPS, ed ha campo.
Arriviamo dunque all’alta interconnettività dell’820. Oltre al sopra citato Bluetooth, è dotato di WiFi, che consente di caricare le proprie uscite direttamente su Garmin Connect, dunque su Strava e sul nostro Training Camp. La stessa cosa è fattibile anche tramite l’app Garmin Connect. Una volta terminata la registrazione, tutto viene caricato automaticamente. A proposito di Strava, se avete un account premium potrete seguire in tempo reale il vostro tempo sui segmenti salvati.
L’altra funzione completamente nuova è la Group Track, con cui si possono seguire fino a 50 compagni di squadra/amici sul display, anche qui previa connessione con l’app Garmin Connect, e campo del telefono. Può venire comoda quando si fanno delle escursioni di gruppo o delle gare.
Il Garmin Edge 820 ha inoltre la possibilità di ampliare le proprie funzioni grazie a delle apposite apps disponibili sul sito Garmin.
Iniziamo dal segnale: l’Edge 820 è molto veloce a trovare i satelliti, ed è molto preciso, in particolare quando si usano i sistemi GPS e Glonass combinati. Difficilmente si perde il segnale, anche nelle vallette ripide ed incavate si riesce a seguire la traccia. Il fatto che lo schermo non sia così grande come quello dell’Edge 1000 permette di usare i due sistemi sempre, senza grandi patemi d’animo per la batteria che si scarica velocemente. È dotato di un altimetro barometrico che, dall’inizio alla fine del test (circa 3 mesi) ha permanentemente segnalato una quota più bassa di 30-50 metri circa. Non c’è stato verso di correggere l’errore che pare essere diffuso fra i possessori di questo apparecchio. La cosa non inficia il calcolo dei metri di dislivello, ma è piuttosto fastidiosa, in particolare se si “punta” ad una quota dove si sa che la salita terminerà, e con essa le fatiche (come in gara).
Dove l’altimetro soffre è nel bagnato: anche in condizioni di pioggia il calcolo dei metri di dislivello percorsi non è più attendibile: ne vengono segnalati molti di meno (circa la metà). Un problema comune al 520, con cui giriamo spesso, ma che non avevamo riscontrato sul 1000.
La risoluzione del touchscreen è ottima, i dati, le tracce e le cartine sono leggibili in ogni condizione di luce, anche grazie all’illuminazione automatica dello schermo a seconda delle condizioni esterne. A dire il vero questa all’inizio faceva un po’ quello che voleva, ma dopo gli ultimi upgrade il problema sembra essere stato risolto. Il touchscreen è molto sensibile, ed è regolabile in tre gradi di sensibilità. La velocità del cambiamento da una pagina all’altra è elevata, dove siamo rimasti un po’ delusi è nel fatto che delle volte lo schermo si blocca, come se l’apparecchio stesse elaborando dei dati. In particolare dopo l’accensione, quando compare la schermata iniziale, dobbiamo premere il tasto (uno qualsiasi) più volte prima di vedere una reazione. Il sospetto era che la grandezza del file delle carte OSM, 7 GB, si facesse sentire sul sistema operativo: anche quando si sfogliava la cartina, spostandola muovendo il dito sul touchscreen, il caricamento della stessa era lento, troppo lento per un apparecchio con 16GB di memoria e nessuna micro SD esterna.
Abbiamo allora cancellato tutte le OSM maps dall’820, e vi abbiamo caricato le OpenMTB di una parte della Alpi per un totale di 425 MB. Non è cambiato niente, il rendering delle cartine quando le si sfogliano rimane lento, ed il problema dei tasti “congelati” subito dopo l’accensione, e anche durante l’uso, rimane. In particolare, delle volte risulta difficile poter cambiare da una schermata all’altra, sembra quasi che il touchscreen necessiti di più pressione delle dita per attivarsi.
A proposito della cartina, non fate l’errore che abbiamo fatto noi (e che hanno fatto in tanti, vedere topic dedicato) di caricare le Open MTB Maps senza aver prima disattivato le OSM che si trovano di default sull’810, perché non funzioneranno. Non solo, se le paragonate usando Basecamp, scoprirete che sono identiche.
La connettività con lo smartphone è uno dei fattori chiave di questo apparecchio e su cui Garmin punta molto. L’interfaccia è l’app gratuita Garmin Connect, che riconosce e si collega automaticamente al GPS una volta che questo è acceso, permettendo di caricare l’attività, una volta conclusa, senza dover fare niente se non salvarla, e giocando un ruolo fondamentale per la funzione Incident Detection. L’idea è che un messaggio SMS ed uno email venga inviato alla lista dei contatti inseriti nell’820, quando si cade. Non siamo riusciti a simulare una caduta tale da far partire le notifiche, neanche frenando di colpo e facendo cadere la bici su un fianco come nella foto qui sotto, ma dalle esperienze che si possono leggere nel forum il sistema sembra funzionare: ai contatti prescelti arriva il messaggio, con le coordinate del luogo di dove uno è caduto.
Ovviamente si tratta di una funzione da usare con cautela, perché è legata a filo doppio al funzionamento dello smartphone e al fatto che questi abbia campo, ed il roaming dati sia acceso se ci si trova all’estero. Non solo, bisogna anche fare attenzione al livello di batteria di entrambi gli apparecchi, in particolare nei giri lunghi.
Sempre attraverso Garmin Connect si possono impostare i dati personali quali peso, età, zone cardio, zone powermeter, ecc, direttamente dal computer.
La batteria, combinata con lo schermo dalle dimensioni più ridotte rispetto all’Edge 1000, fornisce energia molto a lungo: secondo Garmin ci vogliono 15 ore prima di scaricarla, noi non siamo riusciti ad arrivare a zero, pur tenendo accesi sempre sia il Bluetooth che entrambe le reti satellitari. In ogni caso, se si arrivasse al limite, si può scegliere la modalità Save Mode per prolungarne la durata. In questo caso lo schermo si spegnerà, ma continuerà a registrare dati.
Anche con i guanti è facile usare l’Edge 820, sempre se i polpastrelli sono touchscreen-ready, al netto dei problemi di “congelamento” dello schermo che abbiamo citato sopra. Gli unici tre tasti esistenti sono intuitivi e si usano molto poco: quello di accensione deve essere premuto a lungo prima di arrivare alla schermata che chiede se si vuole veramente spegnere l’apparecchio, mentre gli altri due, posti nella parte inferiore, fanno partire o chiudono la registrazione (quello di destra – anche qui viene chiesto se si è sicuri di volerlo fare) e marcano i laps (quello di sinistra). Sono tutti facilmente manovrabili anche con i guanti.
I punti forti del Garmin Edge 820 sono la ricezione del segnale satellitare, il touch screen ad alta risoluzione di facile lettura malgrado le dimensioni compatte, la durata della batteria e la connettività con lo smartphone/internet. Il software non pare essere ancora all’altezza dell’hardware, in particolare per quello che riguarda la misura della quota altimetrica e la velocità nel rendering delle mappe, oltre che ad un fastidioso e troppo frequente freezing del touchscreen.
Garmin Edge 820: 399.99 Euro
Garmin edge Explore 820: 349.99 Euro
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