[Test] Ghost HTX29 Lector Pro Team

Una bici da XC di marca tedesca per questo nostro nuovo test. Parliamo della HTX29 Lector Pro Team, la front top di gamma di Ghost per il cross country, con ruote da 29.

Analisi Statica

La HTX29 Lector Pro Team avuta in test in versione 2014 è montata esattamente come da catalogo. Un telaio in altissimo modulo UHM (Ultra High Modulus) in carbonio da appena 940 gr. dichiarati, un materiale con un principio costruttivo ormai abbastanza diffuso specie nell’alta gamma.



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ghost 11E’ nelle geometrie, che si differenziano da molti altri telai di analoga destinazione, che si trova la caratteristica distintiva della HTX. Foderi posteriori da 435 mm, uniti ad un angolo sella piuttosto chiuso da 73° e soprattutto un angolo di sterzo da 69°, quindi piuttosto aperto rispetto allo standard attuale di molti altri telai. Geometrie e misure che in combinazione tra loro cercano di garantire maneggevolezza, agilità e una posizione del biker ben centrata sulla bici, efficiente sia in salita che in discesa.

Completano le caratteristiche telaistiche un classico passaggio cavi cambio e freni interno e un diametro piantone per reggisella da 27.2 mm., più piccolo rispetto ad altri standard attuali.
Peso dichiarato del telaio pari a 940 gr.
Peso rilevato della bici, senza pedali, 8.905 kg.

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Allestimento

Allestimento assolutamente top per la Ghost HTX 29 in test. Forcella Rock Shox Sid WC 29 RL con escursione da 100 mm e comando a distanza RS sul manubrio, trasmissione e freni Sram XX  eccezion fatta per la catena KMC XSL10 Silver, con guarnitura 39-26, pacco pignoni 11-36, e dischi Avid HSX flottanti anteriore da 180 mm (peso rilevato 126 gr.), e posteriore da 160 mm (peso rilevato 98 gr.). Trittico composto da manubrio da 710 mm, attacco da 80 mm e reggisella monolink da 27.2 tutti Ritchey WCS Carbon. Sella Selle Italia SLR monolink con carro unico centrale (peso rilevato 161 gr.).

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Ruote assemblate composte da cerchi e mozzi Tune con perno passante anteriore da 15 e quick release Tune posteriore.
Peso rilevato delle ruote pari a 1469 gr. l’anteriore e 1778 gr. il posteriore, compresi i copertoni Schwalbe Rocket Ron da 2.25 in versione Evolution tubeless ready (peso 562 gr.), forniti con camere d’aria da 146 gr., i dischi Avid (126+98 gr.), il pacco pignoni SRAM XX (214 gr.).
Peso delle ruote calcolato per differenza quindi, pari rispettivamente a 628 gr. e 751 gr. per un totale di 1379 gr. nude. Leggerissime!!!!

La prova sul campo

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Il test si è svolto in 5 uscite diverse per un totale di 168 km, inclusa una gara cross country, su percorsi vari e comunque similari nel tipo di terreno e situazioni a quelle che si possono trovare in gare essenzialmente pedalate, quindi tratti stretti e tortuosi su singletrack sia a salire che a scendere, salite e discese lisce e scorrevoli con pendenza variabile o anche dal fondo smosso ed impegnativo.

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Nel corso del test l’HTX 29 si è dimostrata una bici eccezionale dal punto di vista prestazionale, difficile trovarle delle migliorie da apportare. Le geometrie e misure del telaio si sono dimostrate molto ben coordinate fra loro e unite alla eccellente componentistica, rendono la bici efficiente in ogni situazione. In salita la rigidità e reattività del telaio si coglie ad ogni colpo di pedale, così come nelle variazioni di ritmo. Anche grazie alla leggerezza delle ruote, le ripartenze dai tratti più lenti sono sempre pronte ed immediate.

Una ottima distribuzione del peso del biker quando è in sella, unitamemente al diametro da 29″ delle ruote, facilita la pedalata su salite molto pendenti, in cui la bici non tende mai ad impennarsi, mentre i copertoni Rocket Ron da 2.25″ garantiscono sempre ottima trazione anche nei tratti piuttosto lenti, tranne in condizioni molto molto viscide. Rimangono copertoni comunque con un buon compromesso anche come scorrevolezza e grip sull’anteriore.

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Se queste doti “da salita” sono tutto sommato un must per una front 29 da gara, è sul guidato ed in discesa, anche tecnica, smossa o tortuosa che la HTX 29, sorprende molto.

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La misura del copertone certamente la rende meno nervosa di quel che ci si aspetterebbe, garantendo quel po’ di confortevolezza e feeling, anche ove il terreno è smosso e irregolare (a maggior ragione se usato a pressioni inferiori tubelessizzadolo e non usandolo con le camere come nel test), così come le ruote da 29 garantiscono sempre un agevole scavalcamento degli ostacoli e mettono al riparo da impuntamenti imprevisti.

La forcella, settata a dovere, ammortizza sempre in maniera efficiente e graduale. La trasmissione non perde un colpo in alcuna situazione, sempre precisa e rapida nella cambiata, così come l’impianto frenante XX, potente ma non eccessivamente brusco, pur con pastiglie organiche che garantiscono frenata comunque molto pronta anche a freddo.

Un attacco piuttosto corto, appena 80 mm, lascia sempre una posizione ben centrale sulla bici che insieme a dei foderi leggermente più corti di quelli di bici analoghe per uso e destinazione, rende la HTX 29 eccezionalmente agile e maneggevole per essere una 29”, tanto da sembrare quasi una “vecchia” 26”.

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Dell’efficienza della trasmissione si è detto, anche se la rapportatura della guarnitura (39-26) potrebbe essere rivalutabile sostituendola con un 38-24 o quantomeno mettendo una corona da 25 come rapporto più agile, perché, seppur si riesce a salire ovunque anche col 26, a condizione ovviamente di avere buona gamba, è anche vero che su salite molto lunghe ed impegnative un rapporto più agile può sempre tornare utile.

Ci lascia un filino perplessi la larghezza della piega, da 710 mm. E’ una soluzione, che certamente agevola la guidabilità in determinate situazioni, specie in velocità, ma sullo stretto, essendo una bici pensata per un uso non eccessivamente gravoso dal punto di vista tecnico, riduce un po’ la prontezza di sterzata ma soprattutto, nei tratti molto stretti, che siano a salire come a scendere o anche pianeggianti, risulta piuttosto ingombrante e a rischio di impigliarsi in rami e arbusti sporgenti.
Le manopole così come sono poste, essendo molto lunghe nell’impugnatura, non permettono di sfruttare appieno la larghezza del manubrio, a pena di non avere a portata i comandi Grip Shift. Sono in commercio delle manopole per Grip Shift più corte, probabilmente all’atto dell’acquisto bisogna chiedere al negoziante di cambiarle a seconda della grandezza delle mani.

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Inconvenienti riscontrati

Un inconveniente piuttosto inconsueto e al contempo delicato e pericoloso è emerso nel corso del test. La ruota posteriore, prendendo un colpo laterale nella parte sx, tendeva a fuoriscire dal carro. Solo prendendo colpi laterali da sx, non in occasione di atterraggi dopo salti o per colpi presi su ostacoli affrontati frontalmente. Ciò è successo ben 4 volte nel corso delle uscite di cui due (purtroppo) nella gara disputata. Il primo pensiero dopo la prima volta è andato ad un errore del tester nel serraggio del quick release Tune.

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Già alla seconda e terza volta che l’incoveniente si è ripetuto, dopo un serraggio attento e anche troppo duro rispetto al consueto, si è potuta escludere questa ipotesi, sinchè in una prova da fermi abbiamo compreso prima casualmente, poi ripetendo il movimento di proposito, che bastava una botta laterale a far fuoriuscire la ruota. In sostanza sollevando la bici per la sella, inclinandola e lasciandole prendere un colpo di lato, la ruota fuoriusciva. Abbiamo tentato con un quick release meno minimale, ma più affidabile, usando un comunissimo Mavic. Il fenomeno si è ripetuto, sebbene questo facesse una presa migliore e il colpo laterale necessario dovesse essere più energico.
L’ipotesi si è allora spostata sull’apertura del carro piuttosto aperta e rivolta perpendicolarmente al terreno, anzichè magari rivolta in avanti o comunque più chiusa, affinchè la rondella del quick avesse maggior superficie di presa.

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Segnalato il problema al distributore, la bici è stata rispedita per un esame approfondito, dal quale è emerso che il problema sarebbe attribuire allo sgancio Tune che, da quanto ci è stato riferito, ha ripetuto il difetto anche su altro telaio diverso, l’AMR da AM, mentre quello del test è l’HTX da XC. Provando un normalissimo quick release XT su entrambi i telai, il problema della fuoriscita della ruota non si è verificato, sempre da quanto ci è stato riferito.

Conclusioni

La Ghost HTX29 Lector Pro Team è una bici eccellente, difficilmente migliorabile con componenti o soluzioni presenti sul mercato, se non in minimi dettagli. Sia per un uso mirato prettamente a gare XC, che in granfondo e marathon, la Htx appare idonea ed efficiente, sufficientemente comoda e al contempo reattiva e scattante nei rilanci quando necessario.
Un perno passante anche al posteriore, soluzione ormai in uso anche in molte bici da XC, certamente preverrebbe a monte ogni dubbio circa lo sgancio da utilizzare per la ruota posteriore, dando, oltre che maggiore affidabilità, anche una maggiore rigidità.

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Prezzo bici completa: 6.799 Euro
Distributore per l’Italia: SRT Sports 

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