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Quando Giant si è buttata anima e corpo sulle ruote 27.5″ per tutta la linea 2014, non aveva ancora pronta la sua enduro da 160mm, la Reign. Si è presa il tempo necessario ed ha ridisegnato la bici rinnovandola completamente. Non solo in termini di costruzione e diametro ruote. Anche le geometrie sono cambiate ed adesso la Reign ha un angolo sterzo di 65° ed un movimento centrale alto 34.3cm. Questi valori sono tra i più aggressivi tra tutte le bici da enduro sul mercato.
La Reign è venduta con triangolo principale in carbonio o alluminio, con 4 modelli che spaziano un ampio intervallo di prezzi e, come da tradizione Giant, un rapporto qualità/prezzo tra i più alti. Con circa 3.500* Euro, la bici è montata con RockShox Pike, Monarch Plus Debonair e reggi telescopico Reverb da 125mm di escursione. Il cambio è Shimano XT Shadow+, le gomme Schwalbe ed il mozzo posteriore è DT: insomma i product manager hanno saputo lavorare bene per mettere assieme un buon pacchetto, considerato il prezzo. Dopo la conversione tubeless abbiamo pesato la bici: 13.6 kg.
Dopo questa visione d’insieme, vediamo come si è comportata la bici sul campo.
Geometrie
Maneggevolezza
Le geometrie aggressive della Reign sono probabilmente la caratteristica che più ci è piaciuta in questa bici. Giant non si è trattenuta nemmeno un pochino da questo punto di vista.
Innanzitutto notiamo che la bici “veste” grande. Quindi se siete a metà tra due taglie, probabilmente avrà senso scegliere quella più piccola. Il nostro tester, ad esempio, alto 1.83m, ha trovato la L leggermente lunga. Detto questo, fatti un paio di giri ci siamo abituati ed eravamo a nostro agio. La seconda cosa che abbiamo notato subito è quanto sia basso il movimento centrale. Se questo aiuta in curva ed aggiunge stabilità, bisogna stare attenti a non urtare le rocce coi pedali.
Con uno sterzo di 65° ed un triangolo principale piuttosto lungo ci saremmo aspettati una bici un po’ impacciata in salita, ma ci siamo presto accorti che sbagliavamo. Giant ha fatto tutti i conti come si deve nella fase di sviluppo ed ha optato per una Pike con foderi personalizzati, arrivando ad un offset custom di 46mm. Anche se sembra controintuitivo, aggiungere 4mm ai foderi di una Pike 27.5″ ha ridotto drasticamente il nervosismo dello sterzo in salita. Inoltre ha aggiungo stabilità in discesa. Ad ogni modo, le salite non sono di competenza esclusiva dell’avantreno, c’è anche una sospensione posteriore che deve fare la propria parte. In generale possiamo dire che lo schema Maestro funziona come, se non meglio, della maggior parte degli altri sistemi su bici da enduro con 160mm. Sulla maggior parte delle salite ci siamo trovati bene con la frenatura in compressione media sull’ammortizzatore: avevamo così un carro sufficientemente fermo ma si conservava un po’ di sensibilità e trazione sulle sezioni tecniche.
Le curve sono una goduria. Si, il carro da 434mm potrebbe essere un pochino più corto nei tornanti stretti, ma in compenso ha aggiunto altra stabilità alla bici. Considerando quanto è lunga la bici, (1219 mm di interasse), siamo rimasti impressionati da quanto giri facilmente. L’avantreno rigido rende la bici rapida e precisa. Senza dubbio uno dei telai più maneggevoli che abbiamo mai provato.
In discesa ci si trova centrati sulla bici, o meglio “nella” bici. Dopo qualche giro fatto per abituarci alle misure, abbiamo decisamente potuto concludere che la Reign dà il meglio ad alta velocità. Una volta che ci siamo abituati, abbiamo usato questa caratteristica a nostro vantaggio e ci siamo andati a nozze. In termini di geometrie, ha decisamente le caratteristiche di una bici da gara. Non che sia fuori dal suo habitat sui sentieri o in un bike park. Anzi, dobbiamo dire che anche nei bikepark si trova a casa e salta proprio bene. In sintesi, è una bici che si comporta bene sul ripido e veloce. Se vi piacciono i sentieri lenti e fluidi, non è la bici per voi.
Trasmissione
La Reign Advanced 1 è montata con un modesto mix di Shimano SLX e XT. Giant ha montato però componenti di alta gamma dove conta: cambio XT Shadow +, guidacatena MRP e mozzo posteriore DT Swiss 350. In particolare il 350 è una scelta furba per chi ha in mente di spostarsi al monocorona in futuro: è compatibile con il corpetto SRAM XD. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal funzionamento della trasmissione ed al momento non abbiamo inconvenienti da riportare. Detto questo, è una trasmissione leggermente pesante e la cambiata non è secca e veloce come sui gruppi top di gamma, ma questo era prevedibile. È una delle conseguenze di una bici con questo prezzo. Per chi vuole semplificare un po’ le cose ed abbassare il prezzo, si può considerare una conversione a monocorona narrow-wide con pacco pignoni one-up.
Freni
I freni SLX si confermano un prodotto fantastico di media gamma. La frenata ed il feeling dato dalle leve sono praticamente indistinguibili da quelli degli XT. Con disco da 200mm davanti siamo andati tranquilli sia sui tratti più ripidi che in bikepark.
Cockpit
Anche qui tanto di cappello a Giant per l’ottimo lavoro. Ci saremmo aspettati molti componenti marchiati Giant, ma siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal trovare solo manubrio e manopole Giant, componenti con cui ci siamo trovati benone. Il manubrio è lungo ben 800mm, noi l’abbiamo tagliato a 780. L’attacco Truvativ funziona bene: solido e rigido. Ma ciò che ci ha impressionato è stato trovare il Reverb, ad un livello di prezzo a cui ci saremmo aspettati qualcosa di meno raffinato. A tal proposito dobbiamo fare però una nota. È l’unico componente SRAM sul manubrio ed il comando remoto non va per niente d’accordo con gli altri comandi Shimano. Siamo dovuti scendere a compromessi con la posizione del comando, alla fine posizionandolo in maniera non praticissima. Se si dovesse passare al monocorona si potrebbe togliere un comando e le cose andrebbero meglio.
Infine c’è la sella. Non male, ma nemmeno niente di strepitoso. Ma a riguardo non c’è molto da dire, visto che è spesso uno dei componenti che vengono cambiati appena si compra la bici. Tutto considerato, è un set ben studiato, affidabile e funzionale.
Ruote e gomme
Le ruote AM-2 montate sulla Reign Advanced 1 non sono niente di appariscente, ma funzionano bene, sono belle robuste ed affidabili. Le diverse botte sulle rocce non hanno ammaccato i cerchi ed in sostanza queste sono tra le ruote in alluminio più rigide che abbiamo mai provato, su un enduro da 160mm. Larghezza interna del cerchio di 24mm, esterna di 28mm.
Appena ricevuta la bici abbiamo tolto le camere e convertito le ruote in tubeless, per risparmiare un po’ di massa rotante. Con un po’ di lattice ed una pompa a mano, i copertoni hanno tallonato senza problemi. Siamo grandi fan delle Schwalbe Magic Mary, e l’Hans Dampf fa bene il proprio lavoro alla ruota dietro, soprattutto con la mescola trailstar.
Come anticipato, un “bravi” a Giant per la scelta del mozzo posteriore DT. Sono dettagli che alzano il prezzo, ma ne vale la pena se consideriamo che la manutenzione è semplice e compatibile con XD in vista di una conversione monocorona.
Telaio
Il triangolo principale è probabilmente la parte migliore del telaio, è rigido ma “vivo”. Il carro in lega secondo noi è una buona scelta. Quelli in carbonio sono belli e tutto quanto, ma non c’è niente da fare: l’alluminio resiste meglio a cadute e impatti su rocce. Viti e cuscinetti scelti da Giant sono stellari. Perni in alluminio oversize passano attraverso enormi cuscinetti di ottima qualità. Nulla si è allentato durante tutto il test, facendo di questa Reign una delle bici da 160mm più rigide che abbiamo mai provato. È il risultato di una somma di scelte.
Altri dettagli comprendono passaggio cavi interno e protezioni per tubo obliquo e fodero basso destro. Unico neo, l’ammortizzatore non è facie da smontare. Per toglierlo bisogna rimuovere la guarnitura, ma di nuovo passando ad un monocorona probabilmente il problema sparirebbe.
In buona sostanza un telaio leggero, rigido e a prova di proiettile.
Sospensioni
La Pike Dual Position Air è una forcella grandiosa ed in salita la possibilità di abbassarla di 30mm è la benvenuta. D’altro canto la Solo Air è decisamente un passo avanti in quanto a personalizzazione del funzionamento sulla base dei diversi fondi e del feeling che si vuole. Tutto sommato la forcella funziona bene e non abbiamo grandi lamentele, ma avendo usato anche la Solo Air, preferiamo quest’ultima. Qui però si comincia a parlare di preferenze personali.
Al posteriore c’è un Monarch Plus Debonair, che amiamo e va benone su questa bici come su altre che abbiamo provato. I tre gradi di frenatura in compressione sono quello che ci vuole per portare su la bici in tutte le condizioni e divertirsi al massimo in discesa. Inoltre è facile aprire il Debonair e cambiare la curva di compressione.
C’è un però. Abbiamo trovato la Reign Advanced 1 un po’ brusca su ostacoli squadrati e di dimensioni medie. Abbiamo provato di tutto, da 0 a 4 spacer e diversi valori di sag. Abbiamo trovato che con 3 spacer (anzichè 1, con cui la bici è venduta) la sospensione copia meglio e dà maggior supporto, ma comunque la bici non era il massimo del plush quando l’abbiamo spinta veramente forte su terreno veramente tecnico. Abbiamo provato diverse frenature in estensione e con setting poco frenati ci siamo trovati un po’ meglio. La corsa dell’ammortizzatore è un po’ corta (57mm) rispetto all’escursione alla ruota, il che toglie un po’ di sensibilità a causa del rapporto di leva non ottimale, ma non abbiamo notato un peggiornamento delle prestazioni nelle discese lunghe. Per curiosità abbiamo montato un Vivid a molla. Sugli urti medi la bici si comportava meglio, anche se ci vuole sempre prudenza quando si cambiano gli ammortizzatori. Detto questo, con l’ammortizzatore di primo montaggio, la bici si comportava bene sul piccolo ciottolato e sulle botte grosse, quindi ci aspettiamo che solo alcuni dei biker più sensibili noteranno questo comportamento sugli ostacoli medi.
Conclusioni
Per 3500* Euro, la Giant Reign 1 è l’ideale per il biker che vuole una enduro cattiva che si comporti alla grande sia nei bikepark che nelle gare enduro. È soprattutto una scelta sensata per il biker che non si può permettere una bici dal marchio blasonato al doppio del prezzo, ma non disdegnerebbe qualche upgrade in futuro. Per la gioia di quel rider, Giant ha messo assieme un mega assemblaggio con componenti RockShox dove servono, ed anche in caso di upgrade, non ci sarà da spendere molto. Vi ricordiamo che la trasmissione si è comportata meglio di quanto ci saremmo aspettati in ogni situazione.
È proprio con un telaio come questa che Yoann Barelli ha vinto una speciale dell’EWS di Whistler l’anno scorso e Josh Carlson è finito in top 10 nella EWS scozzese. A parte difetti minimi, si tratta di un’ottima bici, polivalente e dal grande rapporto qualità/prezzo.
*Il montaggio in test riguarda il modello 2015, quando Giant non era presente in Italia. Il prezzo attuale di mercato di questa bici è di circa 3.500 Euro, mentre il modello 2016 ha un montaggio differente che trovate nel catalogo linkato qui sotto.
Listino e catalogo Giant 2016
Giant è tornata in Italia
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