Durante la gara di coppa del mondo di Albstadt Specialized ha presentato la sua nuova gamma di pneumatici pensati per il cross country. Pochi giorni dopo abbiamo li abbiamo ricevuti da testare, imballati in una scatola rigida che ricorda quelle degli strumenti musicali. La nostra prova è cominciata con le Renegade da 2.3″, montate sulla Stoll M1 con ruote Newmen Evolution SL 25, che hanno un canale interno da 25mm.
Come potete leggere dal testo presente sotto ogni gomma, la Renegade 2.3″ viene descritta come molto scorrevole, adatta al cross country e al marathon, idealmente per terreni rocciosi e duri. L’ho usata durante il gran caldo di quest’estate, quando i sentieri erano molto secchi e duri.
Essendo un copertone dalla carcassa molto leggera, ho preferito gonfiarla un po’ di più di quello che faccio con gomma da 60 DPI, per evitare pizzicature. Proprio il fatto che la carcassa sia meno robusta del solito la rende comunque molto sensibile alle piccole asperità. È piuttosto voluminosa, infatti l’ho misurata a 59.5mm da fianco a fianco.
La forma è molto arrotondata, con tasselli poco pronunciati e abbastanza spaziati. Lo scopo di questo pneumatico è prevalentemente uno: essere scorrevole.
Sono state latticizzate al momento del montaggio, senza dover usare per forza il compressore. è bastata la solita pompa con serbatoio esterno Bontrager Flash Charger. Anche il lattice è stato fornito da Specialized, si tratta del 2Bliss Ready Sealant, un prodotto rimarchiato ma scelto fra quelli presenti sul mercato perché si adatta bene alle caratteristiche dei nuovi copertoni, in particolare sigilla bene quando si ripara una foratura e si usa una cartuccia di CO2. Inoltre non rovina la gomma con il tempo, a seconda degli ingegneri Specialized.
Ho trovato che la misura del canale interno del cerchio, 25mm, fosse piuttosto ideale per la Renegade 2.3″, perché ne mantiene la forma rotondeggiante senza però tendere a spanciare in curva. La prima sensazione è quella di essere in sella ad una scheggia: la Stoll M1, di suo, è leggera e scattante nel set up da marathon, cioé con 120mm di escursione davanti e dietro, ma le Renegade le conferiscono un’accelerazione impressionante. Di certo il peso piuma contribuisce a questa sensazione, aumentata dalla tassellatura poco accentuata.
In fuoristrada, su fondo secchissimo come quello di alcuni giri ad inizio test, ho faticato a trovare la pressione giusta quando il terreno era smosso, cioé sassoso o con ghiaino. Probabilmente sarebbe stato meglio montare un Fast Trak davanti, ma su questo mi concentrerò durante il prossimo test. Dove la Renegade mi è piaciuta è stata sui fondi compatti e sulle rocce, perché in curva tiene bene, grazie alla forma rotondeggiante e ai tasselli laterali. Ero molto scettico sulla robustezza di pneumatici da 564 grammi, eppure hanno tenuto senza problemi anche su un sentiero in cui, per esempio, gli Schwalbe Thunderbird non sono mai riusciti ad arrivare fino in fondo senza una foratura.
Ho evitato di girare sul bagnato con le Renegade e, se ne avessi la scelta, non lo farei proprio perché i tasselli così bassi vengono ricoperti dal fango in men che non si dica, anche se si dovrebbero pulire in fretta grazie alla spaziatura. Trattandosi di gomme da gara con utilizzo specifico, credo che anche chi le compra ragionerà allo stesso modo.
Interessante invece il concetto dei 120 DPI, cioè della carcassa più morbida che si mangia via le asperità facilmente anche se gonfiata a circa 2 atmosfere. La sensazione è proprio quella di scorrere meglio su radici e sassi di piccole/medie dimensioni, con una bici che saltella di meno e rimane più composta. Il rovescio della medaglia si trova nella scarsa resistenza ai tagli laterali o alle pietre appuntite. In quest’ultimo caso devo però dire che ne ho prese diverse sul battistrada (il famoso sentiero dove le Thunderbird vengono massacrate), e le Renegade non hanno fatto una piega. Diverso il risultato probabilmente se la parte tagliente della roccia fosse andato ad impattare sulla spalla, non protetta dai tasselli.
Le Renegade S-Works sono pneumatici da competizione pensati per andare forte in ambito cross country e marathon. Ben riuscito l’equilibrio fra scorrevolezza e tenuta, grazie alla combinazione di una carcassa da 120 DPI, quindi meno robusta, e una tassellatura che su fondi duri e rocciosi (e asciutti) tiene la bici tranquilla e in traettoria. Vanno gonfiate più del solito, senza però perdere in aderenza e trazione proprio grazie alla carcassa più morbida.
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