[Test] Grand Canyon CF SLX 9.9 Team Oneby

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Oggetto del test è la  Canyon Grand Canyon CF SLX 9.9 Team Oneby. Una front con ruote da 29″, il cui telaio, presentato nel 2013, è il top di gamma della produzione Canyon per le Hardtail da xc.

Disponibile in 4 taglie dalla S da 16” alla XL da 21.5”, il Grand Canyon CF SLX è un telaio in fibra di carbonio unidirezionale con tre tipi diversi di fibre posizionate sulle diverse parti del telaio. Abbiamo così delle fibre UHM sul triangolo principale e i foderi bassi posteriori per garantire rigidità e precisione nella guida, fibre HE sul foderi posteriori alti, “più morbide” per garantire una maggiore confortevolezza nella guida, specie su distanze maggiori, e fibre di rinforzo SA, inserite in punti specifici dove rinforzare il telaio e proteggerlo maggiormente dalle sollecitazioni.

Completano le caratteristiche telaistiche dei foderi piuttosto corti con per perno passante 142x12mm e attacco del freno postmount da 160mm, predisposizione per un passaggio cavi interno, possibilità del tubo piantone di alloggiare un reggisella telescopico da comandare al manubrio, un movimento centrale press fit e attacco per il montaggio diretto del deragliatore (non presente, comunque, sulla bici in test).

Interessante e molto utile al tempo stesso la presenza dell’IPU (Unit protection impact), avvitata sullo sterzo che, unitamente al blocco posizionato sul toptube in prossimità dello sterzo stesso, impedisce la rotazione totale del manubrio, così evitando che le leve dei freni o i comandi, in caso di caduta e conseguente rotazione del manubrio, impattino il toptube rigandolo o peggio danneggiando la trama delle fibre di carbonio. Un evento piuttosto frequente, nelle bici xc.

Il peso dichiarato del telaio in versione 19″ è di 1.080 gr., per un costo di 1.699 euro.

Peso rilevato della bici in test, senza pedali, 9,305 kg.

Montaggio

Il modello avuto in test è stato montato come da catalogo.
La forcella è una Rock Shox RS-1 con steli da 32mm regolata da lockout sul manubrio per la selezione di blocco/sblocco della forcella.

Nella trasmissione troviamo il gruppo completo Sram XX1, con corona da 32 denti. Impianto frenante Sram XX con dischi da 180mm all’anteriore e 160 al posteriore (150+130 gr.), reggisella in carbonio Canyon S25, manubrio in carbonio Canyon H20 Flat da 720 mm e rize +/- 5mm, attacco Canyon V14 da 90 mm +- 6° e Sella Ergon sm30 pro carbon (peso rilevato 182 gr.).

Le ruote sono delle DT Swiss Spline SL xr 1491 con perno passante anteriore e posteriore. L’anteriore, ha perno passante ”Predictive Steering” con mozzo dedicato, idoneo all’attacco con la RS-1, per accoglierne il perno da 110x27mm dedicato.

Il peso rilevato delle ruote è di1612 gr. all’anteriore e 1948 gr. al posteriore, compresi i copertoni Continental XKing 2.2 (peso rilevato 525 gr.), le camere d’aria (154 gr. l’una) i dischi e il pacco pignoni. Peso delle ruote calcolato per differenza quindi, pari rispettivamente a 770 gr. e 879 gr. per un totale di 1649 gr.. Un ottimo peso per delle ruote Factory da 29.

La prova sul campo

Abbiamo testato la Grand Canyon Cf SLX 9.9 Team Oneby in 11 uscite per un totale di 298 km, inclusa una cross country (molto fangosa) e nei più diversi frangenti di utilizzo che si possono trovare in una competizione, su percorso che di solito utilizziamo per i test onde poter cogliere di volta in volta le peculiarità delle bici testate.

La Cf SLX 9.9 Team Oneby si è dimostrata un’ottima bici in tutte le situazioni. Leggera quanto basta, pronta e scattante nei rilanci, in salita rende perfettamente efficiente la pedalata, merito anche di geometrie ben azzeccate che garantiscono centralità di posizione ottimizzando la fase di spinta e di richiamo nella pedalata.

Anche a basse velocità le ruote DT Swiss non appaiono eccessivamente dure da spingere. La corona da 32, con una buona gamba, è in grado di far fronte anche a salite lunghe ed impegnative. E’ in discesa e sui tratti guidati, però, che la Cf SLX 9.9 Team Oneby ci ha fornito la migliore impressione. Al contrario di altre 29, sempre un po’ “pigre ed impacciate” nei cambi di direzione e sul guidato stretto e tortuoso, la bici ci ha piacevolmente sorpreso. Molto precisa e maneggevole.
Attribuiamo questa caratteristca soprattutto alla forcella, l’RS-1 (qui il test dedicato). Con la sua rigidità, sembra quasi di guidare una bici con forcella rigida: si riesce ad anticipare di qualche frazione di secondo il cambio di direzionalità della bici, di fatto annullando uno dei difetti che molti attribuiscono alla pigrizia delle ruotone, rendendo la guida più efficiente e divertente al tempo stesso.

Volendole trovare un difetto, in fase di ammortizzazione pura, la progressività nell’affondamento e nel ritorno delle forcelle Fox rimane un piccolo gradino al di sopra. Bisogna però dire che questa caratteristica può venire cambiata inserendo uno o più Token per ridurre la camera d’aria, aumentando così la progressività.

Confermiamo che gli steli indipendenti, specie le prime volte, rendono il montaggio della ruota più disagevole, dovendoli allineare manualmente con il foro del mozzo e col perno passante. Da bloccata, un po’ come tutte le forcelle attualmente in commercio, il blocco non è mai granitico, ma comunque sufficientemente “frenato” e tale da non dare noia nemmeno in piedi sui pedali.
Gli steli, pur essendo nella parte inferiore, non hanno subito durante l’uso alcun segno si sassi o altri impatti.

Le gomme, pur pagando un po’ in scorrevolezza, hanno dimostrato sempre ottima trazione e tenuta in frenata e in curva anche in condizioni di fango consistente. Specie all’anteriore, un copertone che dia fiducia nella guida è sempre un valore aggiunto, piuttosto di privilegiare una eccessiva scorrevolezza che poi alla prova dei fatti, specie nelle competizioni, fa una differenza molto marginale.

Riguardo alla trasmissione XX1, se in salita la corona da 32 è la configurazione minimamente necessaria, se non si è allenati oltre la media,  sul pedalato veloce mostra degli evidenti limiti di lunghezza di rapporto. A meno di 40 kmh l’efficienza di pedalata e già abbastanza compromessa da un rapporto troppo corto.
Ci ha piuttosto sorpreso, in condizioni di fango, il ripetersi, in fasi concitate di gara, del cadere della catena sul movimento centrale.
Abbiamo controllato ed escluso che potesse essere colpa di una catena troppo lunga, e abbiamo al contempo notato che la gabbia del cambio, nella versione montata, era molto meno rigida e bloccata di quella trovata su versioni precedenti dell’XX1. Anche sullo sconnesso, pur non cadendo mai, la catena, se non posizionata sui pignoni più grandi, tendeva sempre a ballare un po’. Probabilmente un difetto di fabbrica nella frizione del deragliatore posteriore ne era la causa.

L’impianto frenante Sram XX si è sempre ben comportato nelle varie situazioni, piuttosto potente e modulabile al tempo stesso, grazie anche alla pastiglie organiche montate di serie, che è bene ricordarsi di controllare assiduamente e se usurate cambiare anche precocemente piuttosto di avventurarsi in un giro lungo e impegnativo, col rischio di finirle in itinere. L’ergonomia delle leve XX, piuttosto corte e distanti dal manubrio, rimane a nostro giudizio un filino meno agevole nell’utilizzo specie in discese lunghe. In questo le leve Shimano, ma anche Formula si lasciano preferire, a meno di non avere dita molto lunghe.

Il particolare tipo di reggisella, sezionato in due metà in prossimità della sella, su salite molto lisce e pendenti flette forse un po’ troppo, dando quasi la sensazione di pedalare su una full con l’ammo che affonda un po’ e la punta della sella che si alza. Sullo sconnesso dimostra una grande utilità, assorbendo e smorzando colpi e sobbalzi e garantendo maggiore rotondità, trazione e comfort nella pedalata e permettendo dei foderi meno ammortizzanti e dunque più reattivi quando servono. Con quel reggisella, una volta serrata, la sella è automaticamente in bolla. Per modificarne l’inclinazione lo si estrae dal piantone e nei pressi dell’estremità, allentando una brugola a scomparsa nel reggisella stesso, si fanno scorrere le due metà del reggisella (è di fatto diviso in due parti) in maniera che se sarà l’anteriore a salire, la punta della sella volgerà verso l’alto, viceversa se si porterà il posteriore verso l’alto. Sul fianco del reggisella vi è impressa anche una piccola scala di gradazione da +5° a -5°, sicchè facendo scorrere le due metà si ha contezza di quanto è inclinata la sella.

Da menzionare la generosa dimensione dei foderi posteriori che lasciano molto spazio rispetto alla ruota, il che, in condizioni di fango colloso, può lasciare maggior margine di libera rotazione alla ruota stessa.

Conclusioni

La Grand Canyon CF SLX 9.9 Team Oneby, per pregio dei componenti e prestazioni è una eccellente opzione per un utilizzo in competizioni come Gf e marathon. Il prezzo, molto contenuto, in considerazione di peso, prestazioni e componentistica fornita, ne fauna ulteriore ragione per valutarne l’acquisto.

Non è mai eccessivamente impegnativa e quindi meno stancate nella guida di altre front del genere, soprattutto grazie alla soluzione del reggisella. Ciò la rende adatta anche a gare di durata maggiore alle classiche xc da 90/100 minuti tirati alla morte. La rapportatura è sufficiente anche in salite lunghe e impegnative, ricordando sempre che il campo ove emerge meglio le qualità dell’XX1 sono e restano le gare xc brevi e tirate, prive di lunghi tratti scorrevoli come di salite impegnative per molti minuti.  Dal punto di vista strettamente estetico rimane una bici molto poco teutonica, sempre essenziale, ma anche curata nei particolari e pulita nelle linee.

Prezzo bici completa: 4.399 Euro
Prezzo telaio: 1.699 EURO

Canyon.com

Foto Federico Vinci.

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