[Test] GT Sensor Team Carbon 2014

Abbandonate le ruote da 29″, la Sensor viene completamente rinnovata per la stagione 2014. La principale novità è il formato di ruote, ora da 27,5″. Gt crede infatti moltissimo nel 650b, che propone sia sulla Force che sulla Sensor.

Anche il telaio è stato completamente rivisto. Il modello 2014 adotta ora il nuovo schema di sospensione AOS (Angle Optimized Suspensione). Sostanzialmente si tratta sempre di un moncross con movimento centrale flottante, ma la cinematica è stata completamente riprogettata.

Telaio completamente in fibra di carbonio, sospensioni Fox Factory con trattamento Kashima, gruppo XTR con guarnitura Race Face Next Carbon, ruote E*13 TRSr, la Sensor Team Carbon si presenta come l’arma definitiva per il trail riding.

Le aspettative sono alte, ma come si è comportata la Sensor in un mese di test?

Analisi statica

Con un montaggio di altissimo livello, la Team Carbon è la versione top di gamma della famiglia Sensor.

La taglia che abbiamo testato è una L, con un orizzontale virtuale di ben 629mm. Con una pipa da 80mm, la prima impressione in sella è stata che la bici sia piuttosto lunga, ma vista la destinazione d’uso della Sensor, crediamo che una posizione più distesa possa essere vantaggiosa, migliorando la resa in pedalata. Non a caso questa nostra teoria verrà confermata dalle prove sul campo. D’altronde la filosofia di molti produttori è quella di proporre bici tendenzialmente più lunghe di una volta e le geometrie vengono studiate di conseguenza.

L’angolo sterzo non è infatti particolarmente aperto (68,2° rilevati), l’angolo sella è di 73,5°. Con un carro di 440mm, il passo è di 1170mm: non tantissimi considerata la lunghezza del top tube. Molto basso invece il movimento centrale, con un’altezza di soli 335mm da terra.

Molto ben rifinito il telaio, con delle grafiche veramente accattivanti. Il telaio richiama nelle grafiche il colore dorato degli steli delle sospensioni Kashima ed il bianco contrasta in maniera netta con il nero schiarendo la bici. Decisamente bella, poco da dire!

Passando ad aspetti più pratici, il telaio presenta passaggio guaine e tubi esterni. Un bene per i meccanici, però la scelta di far passare tubi e guaine sotto l’obliquo non è delle più felici: se non adeguatamente protetti, è facile che un sasso sollevato dalla ruota anteriore possa tranciare una guaina o peggio un tubo del freno.

Ad ogni modo con questa soluzione la linea del telaio rimane estremamente pulita e si ricava un’ampio spazio per la borraccia, molto utile per giri brevi in cui si vuol fare a meno dello zaino.

Ottimo il passaggio del tubo del reggisella Reverb Stealth, ben curato e nascosto, quasi invisibile ad occhio nudo.

La posizione dell’ammortizzatore, molto basso sul telaio, non è delle più comode per azionare i pomelli delle regolazioni del Fox CTD. Bisogna chinarsi in maniera netta e decisa, operazione difficile sui sentieri. C’è però da dire che la scelta di posizionare l’ammortizzatore così in basso non è casuale: è una precisa scelta progettuale, voluta per mantenere basso il baricentro della bici.

La posizione dell’ammortizzatore, incastrato dentro al telaio, rende poi difficile la lettura del sag. Per questo motivo è stato posizionato un indicatore di sag nei pressi del movimento centrale sulla sinistra. Peccato che sia pressochè impossibile da leggere una volta in sella. L’unico modo per misurare il sag è farsi aiutare da un amico.

Curatissimo invece il reparto sospensioni, affidato completamente a Fox.

Davanti troviamo una Fox Float 32 da 130mm della serie Factory. Steli Kashima ed idraulica CTD FIT, ovvero a cartuccia sigillata.

Il perno passante da 15mm conferisce alla forcella una buona solidità, rendendo precisa la guida. Siamo sinceri: la forcella ci ha pienamente soddisfatto in quanto a precisione di guida, data la destinazione d’uso della bici una forcella di questa tipologia è perfetta.

L’impossibilità di abbassare l’avantreno non è invece mai stato un problema sulla Sensor: neanche nelle salite più ripide la bici ha mai dato alcun cenno di volersi impennare. La scelta della L si è rivelata azzeccata da questo punto di vista.

L’ammortizzatore posteriore è invece un Fox Float CTD con Boost Valvle 185x44mm (rapporto di compressione medio 2,95), anch’esso con trattamento Kashima. Ottimo il funzionamento, bello scorrevole fluido.

Non abbiamo avuto particolari problemi con le sospensioni ed abbiamo apprezzato le tre impostazioni dell’idraulica di ammortizzatore e forcella. In salita, in modalità Climb, la bici è praticamente bloccata: si può scattare in piedi sui pedali senza alcuna oscillazione indesiderata. La modalità Trail (con trail adjustment su 1) è perfetta per i sentieri e le salite tecniche in generale e la modalità Descend ottima per la discesa.

L’unica mancanza è forse un comando remoto che permetta di modificare l’impostazione delle sospensioni senza staccare le mani dal manubrio. Sarebbe un accessorio molto utile, soprattutto su percorsi misti, ricchi di saliscendi ed in cui magari si alternano tratti di salita su asfalto a tratti di sterrato o sentiero.

Passiamo ora al reparto trasmissione, completamente affidato a Shimano e Race Face.

Ottima e precisa la trasmissione XTR, la cambiata è veramente rapida in ogni situazione, anche con il fango. Il cambio Shadow+ con frizione non fa rimpiangere l’assenza di un tendicatena, accessorio superfluo su una bicicletta di questa categoria.

La catena, grazie alla frizione, è comunque molto stabile e non si hanno problemi di oscillazione o di caduta.

Rispetto al fratello minore XT, l’XTR risente meno dell’effetto della frizione sulla cambiata che rimane più fluida e precisa anche in posizione “ON”.

La guarnitura tripla Race Face Next Carbon (42-32-22) offre una vasta gamma di rapporti. Può sembrare anacronistico nel 2014 proporre ancora una soluzione 3×10, ma ad essere sinceri abbiamo apprezzato la presenza del 42t sui lunghi trasferimenti in piano. Forse anche una doppia 24-38 avrebbe potuto essere un buon compromesso.

Ottima la trasmissione di potenza dalle pedivelle alla ruota: tutto l’insieme della trasmissione è estremamente rigido e si percepisce un’ottimo trasferimento di forza dai pedali alla ruota.

Unica pecca della tripla è la risicata altezza da terra: più volte abbiamo toccato con la corona su pietre o altri ostacoli, colpa anche di un movimento centrale decisamente basso.

Si può insomma storcere il naso per la presenza della tripla su una bici moderna, ma a conti fatti non è una scelta così assurda, soprattutto su di una trail bike.

Occupiamoci ora delle ruote, una coppia di E*Thirteen TRS+. Il peso non è dei più bassi (1690g la coppia), ma quasi tutti concentrati sul mozzo, con un peso periferico ridotto. La rigidità delle ruote è ottima e conferisce una buona precisione nella guida ed un’ottima reattività sui rilanci.

Non pienamente soddisfatti invece dalle gomme, una coppia di Continental XKing da 2.4 davanti e 2,25 dietro. Non hanno eccelso sui viscidi sentieri di questa stagione, probabilmente sono più adatte a condizioni più asciutte.

Interessanti poi i freni Formula T1 Racing, con pompante pull, hardware in titanio e regolazione FCS. L’impressione non è stata però buona: entrambi gli impianti probabilmente non erano ben spurgati e la frenata poco potente. Nell’uso non abbiamo riscontrato enormi problemi, ma ci solleviamo dall’esprimere un giudizio obiettivo su questo componente. Speriamo di avere occasione per provare nuovamente quest’impianto.

Completano poi il montaggio il bellissimo manubrio Race Face SixC in carbonio, con grafiche dorate, il reggisella telescopico Reverb Stealth e la sella Fizik Tundra2 Kium con grafiche anch’esse color oro. Ogni dettaglio estetico è curato sulla Sensor!

Sul campo

Vediamo ora come si è comportata la Sensor sul campo…

Salita scorrevole

Da un trail bike ci si aspetta un ottimo comportamento in salita e la Sensor non delude. Impostando l’ammortizzatore su Climb o su Trail, a seconda che si stia salendo su asfalto o su sterrato, la bici si rivela un vero missile in salita.

La posizione in sella piuttosto distesa assicura una posizione estremamente efficace in pedalata. La bici non si impenna mai in salita, nonostante la forcella ad escursione fissa. Anche sulle salite lunghe la posizione non è per niente stancante o faticosa, rendendo la Sensor un’ottima bici per giri lunghi con tante ore in sella.

L’efficienza in pedalata è notevole, nessuna tendenza a sedersi, un’ottima reattività su scatti e rilanci. Il peso estremamente contenuto della bici la rende una vera piuma da pedalare, soprattutto quando le pendenze si fanno più accentuate. Se c’è poi da portare la bici in spalla, sembra quasi di non avere nulla sulla schiena.

Insomma, non possiamo che promuovere a pieni voti la bici in questa situazione. La salita con la Sensor non è la sofferenza prima della discesa, ma una parte integrante del giro in cui ci si può divertire.

Salita tecnica

E’ però quando il gioco si fa duro che la Sensor da il meglio di sé. Sulle salite tecniche ci basta impostare la modalità Trail e la bici si trasforma in un’incredibile arrampicatrice.

Le ruote da 27,5″ assicurano un buon superamento dell’ostacolo ed una trazione ottimale. Non hanno certo lo stesso angolo di attacco delle 29″, ma il grip e la trazione sono ottimi. La bici insomma sale benissimo sul tecnico, anche quando ci si deve alzare in piedi sui pedali e mantenere una guida attiva, aiutandosi con dei colpi di reni per superare gli ostacoli più grossi.

Anche con il propedal disattivato la bici non si insacca, nonostante sia un monocross ad infulcro alto. Merito dello schema di sospensione AOS, che grazie al movimento centrale flottante, riesce a mantenere stabile il carro posteriore in pedalata senza un esasperato pedal kickback. Il risultato? La bici sale veramente bene sugli ostacoli, li supera agevolmente e la marcia rimane fluida anche alle basse velocità tipiche di una salita tecnica.

Vi piacciono le salite tecniche? Poco da dire, la Sensor è la vostra bici.

Unico problema è il movimento centrale decisamente basso: non è raro toccare con le pedivelle sulle pietre e spesso bisogna fare attenzione alla cadenza di pedalata, evitando che il pedale si trovi in basso nel momento meno opportuno.

Discesa scorrevole

Passiamo ora alla discesa, occupandoci dapprima delle discese scorrevoli, ovvero i sentieri flow, guidati e senza tratti particolarmente sconnessi o tecnici.

La sospensione posteriore è piuttosto progressiva e questo invoglia ad abbassare la pressione di utilizzo, rendendo il carro piuttosto burroso nella prima parte. La bici quando si guida sembra quasi avere più escursione dei soli 130mm reali.

Sul guidato la Sensor è un missile. Se non ci sono troppe rocce, la bici è un rasoio, prende velocità subito: basta dare un colpo di pedale o pompare una gobba o una cunetta e la bici accelera in un batter d’occhio. Anche la reattività sui rilanci ci ha stupito: quando ci si alza in piedi sui pedali la bici schizza via come un missile.

Quando c’è da guidare la bici è ben bilanciata: le sospensioni lavorano con una buona sinergia e la forcella non tende ad affondare più di tanto quando si carica l’anteriore in curva. Il movimento centrale ed il baricentro basso rendono la bici molto facile ed intuitiva da inserire in curva, trasmettendo una buona sicurezza nelle curve ampie da affrontare ad alta velocità. Nei pezzi più tortuosi però la bici non si è rivelata così maneggevole. Colpa della taglia abbondate forse, ma anche il carro piuttosto lungo ha sicuramente giocato a sfavore.

Ottima invece la capacità della bici di mantenere la velocità sui tratti sconnessi come pietraie, rock garden o tappeti di radici. Basta rimanere morbidi e guidare attivi e la bici supera con estrema facilità questo tipo di ostacoli. Il merito? Sicuramente le ruote da 27,5″ qualcosina fanno, ma il vero merito è dato della sospensione posteriore, estremamente efficiente in quanto a capacità di superare degli ostacoli. Grazie ad un elevato arretramento della traiettoria ruota, la Sensor mangia letteralmente questa tipologia di ostacoli.

Discesa tecnica

Se sullo scorrevole la bici si è comportata molto bene, sul tecnico dobbiamo dire che l’escursione limitata, insieme ad un angolo di sterzo piuttosto chiuso, non hanno aiutato.

La bici lunga è sicuramente un vantaggio sul ripido: grazie al maggior diametro delle ruote da 650b la tendenza ad impuntarsi è minima e questo si traduce in una buona sicurezza nell’affrontare tratti molto pendenti a bassa velocità. Dall’altro però l’escursione di soli 130mm non aiuta quando è molto gradonato, così come l’ingombro crea qualche problema nei tratti stretti e trialistici.

D’altronde però non possiamo pretendere più di tanto da una trail bike, bici pensate per essere più performanti in pedalata che non sulle discese tecniche. La Sensor tutto sommato permette di affrontare quasi tutti i passaggi tecnici che si possono incontrare su un sentiero, anche se su quelli più difficili il rider deve metterci del suo.

Una taglia più piccola comunque aiuterebbe a migliorare la maneggevolezza, ma penalizzerebbe in altri ambiti.

In sintesi

Che dire quindi della Sensor? Beh la bici ci è piaciuta tantissimo. Estremamente curata esteticamente e di indubbio impatto visivo, con un montaggio di alta gamma curato in ogni dettaglio, un peso veramente basso ed una cura dei dettagli considerevole, la Sensor è una Trail bike con la “t” maiuscola.

Perfetta per giri lunghi in alta montagna, per chi passa tante ore in sella e vuole un mezzo comodo ed estremamente performante in pedalata, la Sensor Team può dire la sua anche in alcune Granfondo con discese impegnative.

A chi la consigliamo? Sicuramente la vocazione della Sensor sono i percorsi alpini, i giri lunghi con tanto dislivello in cui non si vanno a ricercare le discese più ripide ed impestate. Giri a tappe con lo zaino in spalla, il semplice escursionismo in montagna, ma anche l’uscita pomeridiana dopo il lavoro sui sentieri dietro casa.

La Sensor è infatti perfetta su percorsi misti, ricchi di saliscendi, sentieri scorrevoli e guidati dove spesso non c’è una salita unica a cui segue una lunga discesa. Il classico sentiero dietro casa, la collina alle spalle della città. Caschetto in testa, magari con la luce per quando diventa buio, guanti, occhiali, magari un paio di ginocchiere morbide e via sui sentieri, anche solo un’oretta in pausa pranzo o prima di cena.

Prezzo

PREZZO DI LISTINO: 6499€
PRODUTTORE: GT Bycicles
TAGLIE DISPONIBILI: la Sensor Team Carbon è disponibile sono in M ed L, il resto della gamma in S, M, L ed XL.
PESO: 12,58kg con i pedali; 12,13kg senza (tg L)

PROBLEMI RISCONTRATI DURANTE IL TEST:

Freni Formula T1 Racing: i freni non erano ben spurgati, la frenata non era sufficientemente potente e la risposta leggermente spugnosa. Il problema non ci ha impedito comunque di testare a fondo la bici, ma non vogliamo esprimere giudizi sui freni prima di testarne un modello correttamente spurgato.

 

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