Tra i marchi del gruppo Dorel, GT Bicycles è senza dubbio quello che vanta la storia più legata alle discipline veloci e race della Mountain Bike. Non fa eccezione la Zaskar che, pur essendo catalogata come bici da XC, incarna in pieno lo spirito di GT da ormai 25 anni. Unica bici al mondo ad aver vinto diverse World Cup in ben 4 differenti discipline (Cross Country, Downhill, Slalom e Trial), la Zaskar nel corso degli anni ha scandito l’evoluzione della Mountain Bike. Per il suo 25° compleanno GT le ha dedicato un profondo restyling, che la aggiorna ai più moderni trend mantenendo al contempo il carattere che la contraddistingue dalla sua nascita. La versione 2016 della Zaskar abbandona le ruote da 29″, che vestiva da ormai 7 anni, per passare al formato 27.5″, con geometrie interamente rinnovate e un design modificato nei dettagli ma non nell’aspetto generale, dove continuano a emergere le linee tradizionali della Zaskar.
GT propone 3 allestimenti con telaio in carbonio e 3 con telaio in alluminio. Per questo test abbiamo ricevuto la Zaskar Carbon LTD, che rappresenta la versione top di gamma della serie 2016. Abbiamo spremuto la Zaskar su diversi tipi di tracciato, dai trail più scorrevoli a quelli più tecnici, dal terreno alpino della Val d’Ossola a quello compatto e roccioso di Finale Ligure, grazie all’ospitalità nell’appartamento Letti al Castello di Finalborgo.
Il Triple Triangle Design, vera icona del brand GT, ha sempre contraddistinto la linea ma anche il funzionamento della Zaskar in tutta la sua storia. Questo caratteristico design del telaio prende il nome dalla particolare giunzione dei foderi alti che si collegano al top tube più avanti rispetto al piantone sella, quindi intersecandolo e formando così un ulteriore triangolo oltre ai due formati dal carro e dal telaio. In questo modo i foderi superiori del carro, a parità di lunghezza dei foderi bassi rispetto a quelli di un telaio con design tradizionale, risultano più corti, il che si traduce in maggiore rigidezza, robustezza e reattività. Per mitigare la rigidezza verticale del carro, aumentando ulteriormente quella laterale, unendo quindi la precisione di guida e la reattività a un maggiore comfort, sulla nuova Zaskar la giunzione dei foderi alti con quelli bassi è posizionata più in alto e più indietro rispetto ai forcellini e quindi all’asse del mozzo.
La costruzione è affidata al carbonio, con il quale GT ha un’esperienza maturata in oltre 20 anni, essendo stato tra i primi brand a realizzare telai carbon. Il metodo costruttivo di GT per il carbonio è denominato Force Optimized Carbon Construction e pone una particolare attenzione alla rigidezza strutturale per contrastare le principali forze che agiscono sul telaio, ovvero quelle a carico della pedalata, della zona di sterzo e degli impatti provenienti dal suolo. Sulla Zaskar 2016 anche le geometrie sono interamente rinnovate, per incontrare lo standard 27.5 e fornire delle caratteristiche di guida moderne e performanti.
Per aiutare braccia e gambe ad assorbire le asperità del terreno ed eventuali atterraggi, ovviamente si fa affidamento soltanto sulla sospensione anteriore, che è stata scelta proprio per la sua capacità di sobbarcarsi oneri impegnativi senza peccare in rigidezza. Si tratta di una RockShox Pike RCT3 Solo Air da 120mm che, paragonata alle “cugine” con medesima escursione ma dal peso inferiore, possiamo definire monolitica.
Anche osservando la trasmissione notiamo come sulla Zaskar rigidezza e robustezza siano anteposti al peso. La guarnitura è una solida RaceFace Turbine Cinch con perno in alluminio da 30mm, che monta una corona Spiderless Direct Mount da 32 denti. Sul tubo sella troviamo installato un guidacatena E*13 XCX-ST che, considerando gli scossoni che la catena subisce su di una Hardtail, esclude il rischio che questa possa cadere. Cambio e comando sono SRAM a 11 velocità del gruppo X1, così come la catena, mentre il pacco pignoni è un XG1175, quindi la versione con pignone da 42 denti in alluminio tra le due cassette del gruppo GX. Due placche di metallo, un sul fodero basso e una sull’obliquo, proteggono generosamente il telaio dal rischio di sfregamento della catena nell’area circostante la corona.
Le ruote della Zaskar hanno cerchi ZTR Flow EX da 25.5mm di larghezza interna, montati con 32 raggi sfinati 1.8/1.6mm su mozzi DT Swiss 350. Il mozzo posteriore è dotato di ruota libera Star Ratchet di DT Swiss, con 36 punti di innesto, per un ingaggio della trasmissione sempre prontissimo. Sulla Zaskar che abbiamo ricevuto per il test, i copertoni non sono i Maxxis indicati nelle specifiche pubblicate sul sito GT, ma degli Schwalbe Nobby Nic da 2.25, in versione Performance e montati con camere d’aria.
L’impianto frenante è di casa SRAM, con la versione RS dei Guide, equipaggiati con dischi Centerline da 180mm sia all’anteriore che al posteriore. Per il freno posteriore notiamo l’attacco Post Mount integrato nel telaio, dotato di boccole in acciaio sulle quali viene avvitato il supporto della pinza, per aumentarne robustezza e affidabilità. La particolare posizione dell’attacco permette di scaricare su entrambi i foderi le forze indotte dalla frenata, distribuendo così il carico.
La combo manubrio e attacco è affidata alla serie Turbine di RaceFace, come per la guarnitura. Anche qui troviamo quindi prodotti in alluminio che ribadiscono quanto la GT Zaskar sia rivolta ai rider che cercano divertimento puro e non ai fanatici del peso. Si tratta di una combo che utilizza il più recente standard oversize da 35mm diametro, con dimensioni del manubrio di 760mm di larghezza e 10mm di rise, mentre l’attacco misura 50mm in lunghezza e dispone di un rise di +/-6°. L’allestimento di serie prevede che lo stem sia montato in negativo, quindi rivolto verso il basso, ma essendo reversibile lo abbiamo provato in entrambe le posizioni, per mantenerlo infine a +6° per il resto della durata del test. Una scelta che premia maggiormente lo spirito “fun” della Zaskar. La consolle dei comandi è essenziale e pratica grazie all’uso del sistema MatchMaker che combina i componenti SRAM e RockShox. Abbiamo però scelto di montare il comando remoto del reggisella RockShox Reverb Stealth sul lato inferiore sinistro del manubrio, nella posizione che più preferiamo in assenza del trigger del deragliatore, piuttosto che sul lato superiore destro dove lo abbiamo trovato montato di serie.
Il passaggio dei cavi è interamente esterno al telaio, fatta eccezione per l’ultimo tratto della tubazione del comando remoto del Reverb Stealth, che si infila nel piantone sella proprio alla sua base, appena sopra al movimento centrale, dopo averlo aggirato al suo esterno. Nello stesso punto passano anche gli altri cavi, che percorrono tutto il tubo obliquo nel suo lato inferiore, fermati con gli appositi fermacavi avvitati al telaio. Avendo spostato il comando del Reverb sulla sinistra, abbiamo anche variato la disposizione del passaggio dei cavi, allineando quelli provenienti dal lato destro del manubrio sul lato sinistro del telaio e viceversa. Una soluzione che ha reso ulteriormente lineare e pratico il percorso delle tubazioni.
Avete presente quelle bici sulle quali si sale in sella e ci si sente subito a proprio agio? Ecco, la Zaskar è una di quelle. Sarà che 25 anni di aggiornamenti sul medesimo telaio lo hanno reso estremamente equilibrato e bilanciato… sarà che le Hardtail per alcuni versi sono decisamente più versatili a livello di progettazione… fatto sta che la Zaskar infonde una confidenza entusiasmante a livello di posizione di guida, dominante e perfettamente centrale, come un abito su misura.
Da tale confidenza derivano anche un buon comfort e un’ottima maneggevolezza. Il comfort lo si apprezza sulle lunghe salite scorrevoli, dove si spendono volentieri ore in sella, senza patire affaticamenti da postura, nonostante la posizione di guida sia comunque piuttosto compatta. La maneggevolezza invece rende piacevoli i tratti di salita tecnica, dove la Zaskar si arrampica con disinvoltura e aiuta a scegliere la linea migliore, anche quando il tracciato è parecchio tortuoso. La stabilità sullo sconnesso è buona, anzi ottima per una front, quindi si riescono a superare con relativa facilità anche ostacoli o gradoni insidiosi, senza rischiare di perdere trazione sul posteriore o grip e direzionalità sull’anteriore. La sensazione è quella di poter sempre mettere le ruote dove si vuole quando si affronta un passaggio complesso.
Ciò che rende piacevoli le salite però non è solo la posizione di guida ma anche la facilità con la quale la Zaskar si lascia pedalare, sia grazie al telaio che grazie alla scelta dei componenti. La trasmissione, con la corona da 32 denti e la cassetta 10-42, offre un range di rapporti perfetto per questa bici. Consono anche il settaggio delle posizioni Pedal e Lock della Pike RCT3, che nella prima ha un ampio margine di assorbimento pur restando più sostenuta, ideale per le salite sconnesse, mentre nella seconda il blocco è totale, perfetto per stabilizzare completamente la bici durante le salite su asfalto o su fondo uniforme. Le gambe quindi girano che è un piacere, anche grazie all’elevata rigidezza del telaio che trasmette a terra tutta la forza delle gambe, senza che si disperda in flessioni o torsioni. Caratteristica che si apprezza in modo ancora più evidente sui rilanci e sui brevi strappi da affrontare in piedi sui pedali, dove la Zaskar divora letteralmente le salite.
Abbiamo parlato dell’ottima posizione di guida e della maneggevolezza in salita, ma è in discesa che queste doti lasciano a bocca aperta. La Zaskar danza tra le curve grazie al suo baricentro basso e al telaio rigido, permettendo velocità sostenute sui sentieri scorrevoli così come su quelli più tortuosi, dove risulta ancora più agile di qualsiasi full ci sia mai capitata tra le mani. Uscire di curva caricando il peso sulla ruota posteriore per guadagnare slancio è una vera goduria, alla quale si aggiunge il piacere di rilanciarla con il minimo sforzo sui pedali. La confidenza a cui abbiamo già accennato, dovuta alle geometrie davvero equilibrate, rende la Zaskar immediata nella scelta delle traiettorie e precisa nell’eseguirle, con una stabilità generale che davvero non ci si aspetterebbe da una front.
Nei tratti molto tecnici e ripidi, da eseguire necessariamente a velocità ridotta, concentrandosi su dove mettere le ruote, la Zaskar offre un’eccezionale precisione e un controllo esemplare. La Pike è efficacemente sostenuta ed evita che, affondando solo l’anteriore, le geometrie si sbilancino in avanti, e inoltre mantiene grip e direzionalità sulla ruota anteriore.
La bici è molto bilanciata anche in aria, risultando facile da gestire sui salti così come in tutte quelle situazioni nelle quali invoglia a staccare le ruote da terra, che sia per saltare un ostacolo, per cambiare una traiettoria oppure semplicemente per divertirsi, che è poi la vocazione più grande della Zaskar. Riaffiora il DNA della vincitrice di numerosi eventi di Dual Slalom.
Nei tratti sconnessi la geometria del carro Triple Triangle Design fa in modo che la bici resti rigida lateralmente e quindi precisa e guidabile, ma al contempo conferisce un minimo comfort verticale che permette di continuare a mantenere il controllo del mezzo anche quando lo sconnesso diventa più serio. Ovviamente nei tratti sconnessi molto lunghi, pieni di pietre e radici, come per esempio le vecchie mulattiere dissestate, il limite di assorbimento di un telaio front inizia a palesarsi con una certa evidenza, ma al netto di questi casi meno frequenti, nei normali tratti più o meno sconnessi che si trovano normalmente sui trail, la Zaskar continua a essere affidabile e precisa, chiaramente meno performante di una full, ma probabilmente più divertente.
La Zaskar Carbon LTD è una bici concreta e divertente, che fugge dalle classificazioni e trova l’acquirente ideale in coloro che cercano una Mountain Bike pura, discendente diretta ed evoluzione concettuale delle MTB del passato, ma progettata e realizzata in chiave assolutamente moderna. Rigida, solida, scattante, agile e intuitiva: una bici sottilmente anticonformista, pensata e allestita per tritare sentieri e non per sfidare la bilancia.
Zaskar Carbon LTD: €4.999
Zaskar Carbon Pro: €3.399
Zaskar Carbon Expert: €2.499
Peso rilevato in taglia M: 11,12kg
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