[Test] Ibis Ripley

Ve l’abbiamo presentata più di tre mesi fa. Dopo averla maltrattata in tutte le condizioni possibili e immaginabili, eccovi il test della Ibis Ripley, la 29 pollici da trail della casa californiana.

Come potete vedere dalle foto, il montaggio è cambiato: siamo passati da una forcella Fox Talas da 140mm di escursione (abbassabili a 120) ad una da 120mm, nonché a steli rovesciati: la tanto discussa Rock Shox RS-1. Il montaggio di questa novità ha comportato anche la sostituzione delle ruote, visto che il mozzo anteriore Predictive Steering è dedicato. Inoltre è stato montato un Powermeter SRM, dato che con questa bici il sottoscritto fra esattamente 3 settimane correrà la prima edizione della Swiss Epic Flow.



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Montaggio

Il montaggio è completamente custom, perché Ibis ci ha dato il telaio con ammortizzatore Fox Float CTD, da montare a nostro piacimento. Non ci siamo fatti mancare niente.

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Forcella Fox 34 Talas Factory Kashima 140-120mm, poi sostituita con una Rock Shox RS-1.
Trasmissione SRAM XX1 con corona anteriore da 32 denti e Powermeter SRM. Il cambio posteriore e la pedivella sinistra sono gli stessi del primo test del gruppo 1×11, quindi in uso da novembre 2012.
Manubrio Ritchey WCS Trail Carbon.
Attacco Manubrio Sixpack, 50mm, poi sostituito con un Bontrager da 60mm causa rottura di una vite.
Reggisella Yep Components Uptimizer.
Ruote Mavic SLR, poi sostituite con SRAM Rise 60 in carbonio.
Freni Shimano XT con disco anteriore da 180mm e posteriore da 160mm, poi sostituiti con i nuovi SRAM Guide con due dischi da 180mm. Disco da 180mm al posteriore perché abbiamo chiesto le misure sbagliate a SRAM. A breve arriva disco da 160mm.
Manopole Lizard Skins “Steve Peat”.
Gomma anteriore: Schwalbe Nobby Nick 2.25″, poi sostituita con Schwalbe Hans Dampf 2.3″.
Gomma posteriore: Schwalbe Racing Ralph 2.25″, poi sostituita con Nobby Nick 2.25″.
Sella Specialized Toupè.
Peso bici completa senza pedali: 11.60 kg con RS-1 e ruote in carbonio.

Analisi statica

Il pezzo forte del bel telaio in carbonio è il sistema di sospensione DW-Link, dove DW sono le iniziali del progettista Dave Weagle.  Il DW Link è un virtual pivot, per non creare una digressione che ci porterebbe lontano dal test leggete qui le caratteristiche del sistema. Inoltre, eccone i vantaggi descritti dallo stesso ideatore. Nel test ci concentreremo sul suo funzionamento piuttosto che sulla sua descrizione.

I perni che vedete in foto passano attraverso dei cuscinetti e a degli eccentrici, che hanno la funzione delle classiche bielle esterne. Il vantaggio di un sistema del genere sta nel poter diminuire la lunghezza del carro e nel poter alloggiare gli eccentrici all’interno del tubo sella, riparandoli dallo sporco.
In pratica, nella foto qui sotto, vedete le condizioni della bici dopo 3 mesi di utilizzo (ed un’estate inclemente per pioggia e fango). A livello di manutenzione il DW Link richiede una discreta dose di pazienza e manualità, perché lo sporco riesce ad entrare nelle fessure dove si trovano i cuscinetti e gli snodi. Bisogna però dire che la nostra bici ha iniziato a cigolare solo qualche giorno fa e che dopo una pulizia ed ingrassata i rumori sono scomparsi. Non è facile reinserire i perni, perché entrambi gli eccentrici devono trovarsi in una posizione esatta, cosa non facile dato che quando si riaggancia il carro, questi tende a muovere l’eccentrico.

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Se c’è una cosa della Ripley che ci ha piuttosto deluso è il passaggio cavi, e questo per due motivi:

1) manca il passaggio interno per reggisella telescopico Stealth.

2) Il passaggio attraverso la scatola della serie sterzo crea attrito con la forcella, se il cavo non si posiziona esattamente sopra il cono in alluminio fornito da Ibis per proteggere il cannotto dallo sfregamento della guaina. Avremmo preferito che i cavi uscissero poco prima della scatola sterzo.

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A livello di geometria ci sono due considerazioni da fare, a seconda della forcella che si usa. Con la Fox Talas da 140mm, abbassabile a 120mm, si riesce a passare da un angolo sterzo di circa 70° ad uno da 68.5° girando il pomello del Talas. In questo modo si ha il cosiddetto “meglio dei due mondi”, cioè una posizione ideale in salita, anche considerando l’angolo sella più eretto, ed una più aperta in discesa.

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Montando la RS-1 da 120mm di escursione abbiamo rinunciato a questo vantaggio, trasformando la Ripley in un razzo in salita, grazie al comando remoto che blocca totalmente la forcella, e mantenendo le sue caratteristiche di trail bike anche in discesa. Con la Fox Talas da 140 eravamo “oltre” la trail bike, avvicinandoci più ad una bici da all mountain con cui passare indenni anche nelle discese più scassate.

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Salita

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Trazione delle 29 pollici, ammo aperto, posizione ben centrale sulla bici. Inutile girarci attorno: quando si pedala su sentieri in salita la Ripley è fenomenale. Quello che Weagle dice nella presentazione del suo sistema riguardo all’antisquat, cioè che si rimane alti nel travel anche in pedalata, è vero. E questo pur lasciando lavorare la sospensione senza nessun tipo di piattaforma stabile o compressione attivi. Un sistema che funziona e che non ha bisogno di sospensioni sofisticate per farlo. Ne parlavamo durante i primi giri con la Yeti SB5c, e qui lo confermiamo: per noi il futuro della MTB è da ricercare nella semplicità che permette al rider di concentrarsi sulla guida. 1×11 e sistemi di sospensione che non necessitano di piattaforme stabili e leve varie. Abbiamo trovato il punto magico dopo qualche ora passata in sella, riuscendo a gonfiare l’ammo ad una pressione che ci permette di utilizzare tutto il travel in discesa e allo stesso tempo di non avere troppo sag in salita. Da lì non ci siamo più mossi durante tutta la durata del test.

Discesa

In questo frangente dobbiamo per forza fare dei distinguo a seconda della forcella che abbiamo montato.

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Con la Fox 34 Talas, dotata di idrauliche 2015, dalla Ripley viene fuori quasi uno spirito enduristico. Le sospensioni anteriori e posteriori armonizzano alla grande, e i 125mm dell’ammo sembrano essere di più di quello dichiarati. Il carro lavora molto sensibile alle piccole asperità ed é piuttosto progressivo verso la fine della corsa, anche se non così estremo come la Fox 34: si fa prima ad andare in bottom out dietro che davanti. La rigidità del telaio, anche grazie ai generosi perni del DW Link, rende la bici molto precisa, rilanciando il problema alle ruote, il solito anello debole delle bici da 29″. Ammettiamo di aver sempre montato delle ruote da XC/Trail, sapendo di non poter pretendere rigidità infinita in frangenti quasi enduristici. Viste le diverse pedalate con tanti metri di dislivello, abbiamo preferito delle ruote leggere piuttosto che robuste, e dopo 3 mesi nessuno dei due set ha avuto dei difetti o rotture.

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Con la Rock Shox RS-1 la Ripley torna ad essere una bici da trail riding puro: non c’è più bisogno di abbassare la forcella in concomitanza di rampe ripide, basta scendere di qualche marcia e spingere sui pedali, per poi trovarsi in cima ad un’imminente discesa ed abbassare con il reggisella telescopico per continuare il dolce su e giù. Dato che non vogliamo svelarvi più di tanto le nostre impressioni sulla forcella a steli rovesciati, ci limitiamo a dire che, pur non essendo così fluida come la Fox 34, siamo rimasti sorpresi dalla sua rigidità in frenata, grazie alla sua costruzione interamente in carbonio e che, una volta montata, ci siamo adattati molto velocemente alla nuova geometria e alla comodità del comando remoto sul manubrio. A livello di geometrie, l’angolo più chiuso si sente, ma l’offset di 51mm rimedia all’eventuale sensazione di “troppo ripido”. In pratica, anche sui sentieri più scoscesi, ci siamo sempre sentiti a nostro agio. Indubbiamente le ruotone danno il loro contributo, ed è sempre un piacere trovarsi su terreni molto accidentati e poter confidare sulla loro trazione unita a sospensioni che lavorano bene.

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NB: a breve potrete leggere il test dedicato della RS-1, dei Guide, del powermeter SRM e  della sella Toupè.

Conclusioni

In ogni frangente a suo agio. Con questa frase si può concludere il test della Ripley, una bici che viene incontro alle esigenze della maggior parte dei biker che si dedicano all’escursionismo. A voi la scelta della forcella, a seconda della vostra indole. Di sicuro una forcella da 140 abbassabile a 120 fa un uso completo della poliedricità della Ripley.
Uniche note negative: il passaggio cavi può essere migliorato, e la manutenzione del DW Link non è delle più semplici.

Prezzo telaio: 3.190 Euro. Garanzia di 3 anni.

www.4guimp.it

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Quasi 2 anni ai nostri servigi. Non si leggerà più il nome del marchio, ma lo SRAM XX1 funziona preciso e affidabile come se fosse nuovo.

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Sterzo il più basso possibile: una prerogativa per non faticare troppo nelle rampe più ripide.

Storia precedente

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Storia successiva

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