Un paio di anni fa ho provato la terza generazione di Ibis Ripley LS su alcuni dei trail più sconnessi di Santa Barbara, California. A quei tempi questo modello era definito “LS” che sta per Long & Slack, ma non incarnava realmente nessuno dei due attributi, quindi non ne ero rimasto particolarmente entusiasta. Si può anche dire che in quel test ero stato piuttosto inclemente. Bene, ora c’è una quarta generazione di Ripley completamente nuova che, ironia del caso, non riporta più la definizione “LS” nonostante ora sia effettivamente Long & Slack. Oltre a prendere le stesse linee della RipMo, adotta anche gli ultimi trend in fatto di geometrie con reach lungo e angolo di sterzo disteso combinato con forcella con offset corto. Il carro è stato leggermente accorciato, da 444 a 432mm. In caso non fosse già chiaro, questa bici mi è piaciuta molto più della precedente.
In senso orario da in alto a sinistra verso destra. La nuova Ripley ha un passaggio dei cavi interno con punti di entrata e di uscita molto curati. La biella inferiore del sistema di sospensione DW Link compie una rotazione di pochissimi gradi, quindi ruota su boccole, per ridurre il peso. La parte inferiore del tubo obliquo è protetta da un guscio di plastica avvitato al telaio. La biella superiore del cinematismo compie una rotazione più ampia quindi utilizza cuscinetti sigillati.
La forcella è una FOX Factory 34 FiT4 da 130mm di escursione. Offre le modalità Open, Trail e Lock e la regolazione della compressione alle basse velocità e del ritorno. Il davvero eccellente reggisella BikeYoke Revive sulla taglia L ha 185mm di escursione. Si tratta senza dubbi di uno dei migliori telescopici che abbia mai usato. Infine la Ripley è allestita con la comunemente apprezzata sella WTB Silverado.
Questa era la mia prima volta alla guida di una bici con trasmissione Shimano XTR a 12 velocità. Utilizza un’imponente cassetta 10-51t ed è abbinata a una guarnitura RaceFace Next-R in fibra di carbonio, incredibilmente leggera e veramente rigida.
Ibis ha una nuova gamma di ruote quest’anno e non sorprende che la Ripley monti le loro ruote in carbonio top di gamma. I cerchi in carbonio a profilo basso da 29mm di larghezza interna e 35mm di larghezza esterna sono raggiati a mozzi Industry Nine Hydra con ingaggio fulmineo.
L’attacco manubrio Thomson che si vede in foto non è di serie. La Ripley monta un attacco Ibis da 50mm e un manubrio in carbonio con delle estensioni avvitate per portare la larghezza da 750 a 800mm, che è la configurazione con la quale ho testato la bici. Completano il cockpit le manopole Lizard Skins con lock-on singolo. I freni XTR a due pistoni con dischi CenterLock da 180mm si occupano di rallentare la bici.
Con 11,57kg, la prima cosa che ho notato è stato il peso della Ripley, piuttosto leggera per una moderna trail bike. Parte di questo è dovuto al set di coperture piuttosto leggere, uno Schwalbe Hans Dampf all’anteriore abbinato a un Nobby Nic al posteriore. Avrei volentieri tolto lo Hans Dampf per sostituirlo con un Magic Mary dato che la bici richiede una guida aggressiva. Comunque, iniziando con la salita, come molte delle bici con DW Link, il cinematismo mantiene la pedalata molto efficiente con solo poca preziosa energia dispersa dal sistema di sospensione. Il blocco della sospensione è interessante per le lunghe salite asfaltate ma non è realmente qualcosa di cui si ha bisogno così spesso. Per quanto riguarda la posizione del corpo, come molte delle bici con le suddette geometrie moderne, l’angolo sella piuttosto verticale da 76° rende molto facile sedersi comodamente eretti tenendo il peso sulla ruota anteriore nei tratti verticali. In generale, una brillante scalatrice su tutti i terreni.
Quando si dirige la bici a valle, si rivela un animale completamente differente rispetto alla Ripley V3. Per essere franchi, è totalmente impressionante in generale, non solo a confronto con il precedente modello. Devo dire che questa è la migliore bici che io abbia mai guidato nel segmento delle 29″ a corta escursione. Si tratta di un’affermazione importante, ma la classifico come una bici migliore della Stumpjumper ST e della Evil Following MB e sarei curioso di confrontarla con la nuova Santa Cruz Tallboy. È molto vivace e molto più rigida e scattante di quanto mi aspettassi, realmente uno spasso da guidare. Questo dipende non solo dalla sua impeccabile costruzione e dalle valide geometrie, ma anche dalla sua sospensione ben calibrata che fa un uso eccellente dell’escursione a disposizione. Il feeling ricorda una bici da slalom, non una noiosa trail bike old school come era il modello precedente. La Ripley è ben gestibile sia in aria che nelle curve veloci. Non ho trovato alcun gioco nelle boccole che scorrevano fluidamente, anche rimuovendo l’ammortizzatore il carro si muoveva liberamente senza cigolii o giochi, quindi nulla di cui lamentarsi.
Ci sono diversi allestimenti disponibili oltre all’opzione del solo telaio. Chiaramente guidare il top di gamma rende più inclini a innamorarsi di una bici, ma questo test è principalmente focalizzato sulle caratteristiche del telaio, che merita un 10 pieno. Comunque ecco ciò che penso dei componenti. Le nuove ruote sono eccellenti, con il loro profilo basso aiutano l’assorbimento mentre forniscono adeguata rigidezza nelle curve come ci si aspetta da un buon set di ruote in carbonio. I mozzi I9 scorrono impeccabili, sebbene un po’ rumorosi. La trasmissione XTR mi ha lasciato soddisfatto, con un grande range di rapporti e una prevedibile qualità di cambiata, specialmente sotto sforzo. Detto questo, continuo a preferire la cambiata secca dello SRAM Eagle… ma a ognuno il suo. Considerando di cosa è capace la bici, i freni XTR a due pistoncini sono un filo sottodimensionati con entrambi i dischi da 180mm. Un 200mm sarebbe più appropriato, anche considerando il formato ruota da 29″. In parte la responsabilità è delle pastiglie organiche che ho trovato sulla bici ma Ibis mi ha informato che l’allestimento di serie prevede pastiglie semimetalliche, che offrono maggiore mordente. Entrambe le sospensini sono FOX e mi sono chiesto se un ammortizzatore con serbatoio separato avrebbe reso meglio nelle lunghe discese, allineando l’ammortizzatore all’alto livello di performance della bici.
In definitiva, la Ripley V4 ha ben poco da condividere con la Ripley V3 e questa è una cosa buona. Ibis è sul pezzo con questa bici senza aver preso una direzione troppo aggressiva che avrebbe allontanato i loro clienti. È una trail bike perfetta e parecchio allettante e la sceglierei immediatamente come bici personale. La Ripley chiede di essere spinta oltre i suoi limiti e merita decisamente tutti gli ormai noti luoghi comuni usati per descrivere le bici: giocosa, rigida, efficiente, divertente, vivace, performante etc. Alla fine di una giornata di riding non avrete nulla da criticare riguardo al telaio e molto poco da lamentarvi per quanto riguarda i componenti. Vale la pena di dare un’occhiata agli allestimenti più economici dato che non esiste solo la top di gamma del test. Questa bici è un vero sballo da guidare e onestamente vorrei non doverla restituire. Non potrò mai elogiarla abbastanza.
NS Bikes si separa da Torquato Testa, con cui aveva stipulato un contratto a febbraio…
Una delle MTB più riconoscibili della storia è la Manitou FS, costruita da Doug Bradbury.…
77.287 Km e 1.459.108 metri di dislivello per un totale di 6.648 ore in sella…
Le Orobie sono selvagge e richiedono una bella forza di volontà per essere affrontate in…
Due anni fa, Vinny T ha avuto un'idea folle: voleva creare una linea nuova. Il…
Dopo la notizia che Flyer chiuderà la fabbrica svizzera, mandando a casa 155 persone, anche…