È di poche settimane fa la notizia della nuova Intense Tracer 275, ora dotata di ruote da 27.5″ e di un telaio in carbonio. Abbiamo avuto la possibilità di provare a fondo sui sentieri di Moab la versione Expert.
Una cosa é fuor di dubbio: il telaio é uno spettacolo, sicuramente uno dei più belli in commercio. Intense ha usato la versatilità della fibra per dare forma a questo mezzo da enduro, con escursione anteriore e posteriore di 160mm. Da segnalare che é possibile accorciare l’escursione posteriore a 145mm, spostando l’attacco dell’ammo nel foro più basso della biella a cui è fissato il carro, senza cambiare la geometria. Il passaggio dei cavi del reggisella telescopico e del freno posteriore possono essere sia interni che esterni, e i perni del linkage inferiore possono venire ingrassati velocemente grazie a due grease ports.
Anche le grafiche sono ben studiate per dare risalto alle forme del telaio. Diciamo che la Tracer 275 non passa inosservata.
Si può dire che sia una bici proveniente da tre continenti: in Europa viene fatto il progetto, precisamente dalla società di consulenza tedesca Seed, in Oriente viene prodotto il telaio, ed in California nascono i linkage in alluminio che collegano carro posteriore al triangolo anteriore.
Il sistema di ammortizzazione é il classico VPP, che Intense condivide con Santacruz. La sigla VPP significa Virtual Pivot Point, potete trovare un approfondimento qui. Niente di nuovo per chi scrive, dato che la Santacruz Bronson é la nostra bici test da ormai un anno, su cui montiamo la componentistica per i test.
Come la Bronson, anche la Tracer 275 ha un carro posteriore a cui manca il fodero di collegamento fra parte alta e parte bassa del triangolo, nella parte destra, per lasciare spazio all’attacco del deragliatore anteriore. Una scelta obbligata, per non imporre al cliente una trasmissione 1×11 (al contrario della nuova Santacruz Nomad 27.5″).
Non abbiamo riscontrato mancanza di rigidità degna di nota, visto che l’intera costruzione telaistica risponde bene agli impulsi del rider.
La geometria é quella di una bici da enduro moderna, con un angolo di sterzo da 66.5° e dei foderi posteriori da 432mm. Questi ultimi, per una bici di questa escursione e da 27.5″, danno alla bici un’agilità notevole quando si vuole alzare l’anteriore per salire su un ostacolo o saltarlo.
Il montaggio é quello più basso fra i tre offerti da Intense, l’Expert. Da quest’anno, infatti, Intense non vende solo telai ma anche bici complete, come conseguenze del cambio di rotta voluto dal nuovo management.
Sospensioni Fox (forcella e ammo Float Evolution CTD)
Trasmissione XT a 10 velocità, con guarnitura 38-26 e pacco pignoni 11-36)
Freni Shimano XT
Reggisella telescopico Rock Shox Stealth da 125mm
Ruote No Tubes ZTR Flow EX Team 275
Il resto potete vederlo direttamente qui.
Salita
Con un peso di 13.2 kg la Tracer 275 Carbon si arrampica bene, anche grazie all’ammortizzatore Fox Float CTD che, dotato del tuning specifico, ha un buon ammontare di compressione nella posizione “Climb”. Posizione che non abbiamo quasi mai usato, se non sui rientri in asfalto a Moab, perché ci siamo mossi sempre e solo su sentiero, anche in salita.
L’inclinazione del tubo sella é sufficientemente verticale, l’altezza della forcella non complica le cose neanche su tratti ripidi (non é abbassabile), dato che l’anteriore non tende ad alzarsi. Nella posizione “Trail”, la trazione é ottima, anche grazie alle gomme Maxxis High Roller 2.35 con protezione laterale Exo, latticizzate.
Sul ripido la rapportatura si sente, e qui cominciamo a parlare del punto dolente di questo montaggio: la trasmissione. Non capiamo che senso abbia montare una guarnitura doppia, mettendoci il 26 al posto del 24. Sui tratti ripidi (e qui a Moab ce ne sono di veramente ripidi, ma pedalabili) siamo giunti spesso al limite, e oltre, con conseguente camminata.
I 160mm di escursione posteriore non rendono certo la 275 un mostro di reattività ed efficienza, in salita, abbiamo quindi provato a mettere l’ammo nella posizione da 145mm. L’operazione é piuttosto veloce, perché basta svitare il perno posteriore dell’ammo con una brugola del 5. Senza cambiare pressione, l’ammo risulta avere molto meno sag e quindi, per poterlo usare anche in discesa, l’abbiamo sgonfiato un po’. Il risultato é stata una pedalata leggermente più efficiente, però in discesa – diciamolo pure – é un vero peccato non usare tutti i 160mm di escursione della 275.
Insomma, meglio scendere a compromessi in salita che in discesa. Non é una bici per fare il tempone in salita, questa, ma é stata pensata per poter arrivare in cima con le proprie gambe e godersi la discesa.
Discesa
Questo é il campo in cui la Tracer 275 Carbon brilla. Aperte tutte le sospensioni e abbassato il Reverb ci si trova ad andare a manetta su linee che prima si facevano da titubanti. Sempre rimanendo sullo stesso sentiero dei due test più recenti, il Porcupine, la Tracer si é mangiata via di tutto: dal tappeto di gradoni ai salti con atterraggi su altri gradoni, dalle curve veloci scassate ai passaggi tecnici lenti.
Infonde sicurezza, grazie alle sue escursioni generose e ad una bella stabilità sul veloce, garantita anche da un angolo sterzo aperto il giusto (66.5°). Se poi pensate che le sospensioni non sono il top di gamma, si capisce come il progetto Tracer 275 sia ben riuscito.
Se volete paragonarla alla Santacruz Bronson, possiamo dire che la Tracer 275 ha più riserve ed é meno nervosa e scattante. Il carro lavora con una curva che diventa progressiva verso fondo corsa, il nostro setup preferito prevede circa 25% di sag. In questo modo non si usa tutta l’escursione (l’O-ring dell’ammo rimane a circa 5mm dal fondocorsa, anche dopo grandi impatti), ma si può rilanciare meglio la bici.
Insomma, é una vera e propria bici da enduro (dove enduro non vuol dire per forza “gara”), dall’indole discesistica.
In termini di rigidità, non ci sono mai stati problemi di precisione di guida o di posteriore troppo ballerino. Anche le ruote hanno fatto bene il loro dovere, incassando dei grandi colpi senza mai perdere la centratura.
Anche qui, come in salita, l’anello debole é dato dalla trasmissione: non ha senso mettere su un telaio del genere una doppia senza guidacatena e bashring. Più di una volta abbiamo toccato il 38 sulle rocce, e il baccano della catena che sbatteva sul telaio è una vera tortura per le orecchie.
Siamo dell’opinione che una bici da enduro moderna di questa fascia di prezzo debba montare un monocorona 1×11. Capiamo le esigenze del product manager, ma vorremmo vedere se lui stesso sceglierebbe la doppia nuda e cruda sulla sua bici personale. Mal che vada, meglio mettere un 1×10 con pignone da 42 specifico, come quello di OneUp Components.
Un dettaglio che non ci ha convinto del tutto é il passaggio ruota del fodero inferiore: con delle Maxxis da 2.35″ rimane poso spazio residuo a disposizione. Per chi gira su terreni fangosi questo potrebbe essere un problema.
L’ammo Fox Float ha lavorato sorprendentemente bene, anche se una bella dose di sensibilità verrebbe aggiunta da un Double Barrel CS, che Intense offre come upgrade, o da un qualsiasi altro ammortizzatore con piggy back.
Conclusioni
Intense vuole diventare un’azienda “globale”, iniziando proprio dalla Tracer 275 Carbon. Ha messo sul mercato una bici da enduro dall’estetica molto accattivante ed estremamente efficace in discesa, pedalabile con la dovuta calma in salita. Per chi se lo può permettere, questo é un mezzo che darà grandi soddisfazioni e un sorriso a 32 denti al termine di ogni discesa, con la prerogativa di cambiare la trasmissione del montaggio in test.
Peso: 13.190 grammi senza pedali
Prezzo del solo telaio: 3.649 Euro (il prezzo della bici completa non é ancora stato fissato in Italia).
Distributore: DSB Bonandrini
Intensecycles.com