[Test] Juliana Roubion S Carbon C

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A inizio luglio Juliana ha rinnovato la sua gamma con la versione aggiornata della Roubion e della Furtado, i modelli dedicati alle donne derivati dalle nuove Bronson e 5010 proposte dal brand gemello Santa Cruz. Poco dopo la presentazione ufficiale abbiamo ricevuto un esemplare della nuova Roubion in taglia S, da mettere alla prova nell’allestimento di fascia medio-bassa denominato S / Carbon C. La Roubion è stata significativamente rinnovata nel sistema di sospensione e nelle geometrie, con identiche caratteristiche della Bronson da cui deriva, ma possiede qualche dettaglio che ne delinea la destinazione femminile.


Dettagli


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Materiale telaio: fibra di carbonio (Carbon C)
Formato ruote: 27.5”
Geometrie variabili:
Corsa ant/post: 160/150mm
Mozzo posteriore: 148×12mm
Mozzo anteriore: 110×15mm
Interasse ammortizzatore: 210×55mm
Trasmissione: 1×12 (32t / 10-50)
Attacco per deragliatore: no
Attacco portaborraccia:
Disponibilità del solo frameset:
Colorazione: Green
Garanzia telaio: a vita
Peso: dichiarato 13,9kg – verificato in taglia S 13,9kg

Analisi statica

Il telaio della nuova Roubion è realizzato, come consuetudine per questo modello di Juliana, interamente in carbonio e la novità della gamma 2019 consiste nella disponilità del telaio anche in lega di alluminio. Questa opzione ha permesso al brand californiano di abbassare il prezzo di listino degli allestimenti entry level. Juliana offre due versioni di carbonio, la versione CC, realizzata con fibre ad alto modulo che formano un telaio più leggero, e la versione C dell’allestimento in prova, per la quale sono adottate fibre e resine meno pregiate. Juliana Bicycles inoltre, previa compilazione dell’apposito modulo al momento dell’acquisto, fornisce garanzia a vita al primo proprietario registrato.

Il sistema di sospensione Virtual Pivot Point (VPP) della Roubion, di cui Santa Cruz detiene il brevetto, è stato profondamente rinnovato sulla base di quello della sorella maggiore Strega, con l’ammortizzatore che ora è compresso dalla biella inferiore e non più da quella superiore, quindi attivato in modo pull invece che push come il precedente modello. Tale configurazione è stata progettata per creare una curva di compressione costantemente progressiva con una maggiore sensibilità iniziale. Gode inoltre di un ottimo valore di anti-squat, che si traduce in una efficace stabilità della sospensione in fase di pedalata anche con ammortizzatore aperto.

Soluzione obbligata tra l’altro con il RockShox Super Deluxe R di serie su questo allestimento dato che non offre la possibilità di essere bloccato, non essendo dotato di altra regolazione esterna al di fuori del ritorno. Con 210mm di interasse per 55mm di corsa, fornisce 150mm di escursione alla ruota posteriore. Gli ammortizzatori di serie che troviamo su tutte le Juliana si distinguono da quelli montati sulle Santa Cruz per un preset di fabbrica con una frenatura idraulica più leggera. I progettisti sconsigliano l’utilizzo di un ammortizzatore a molla per via della curva di compressione, ottimizzata per gli ammortizzatori ad aria.

Il reparto sospensioni è misto e in abbinamento all’ammortizzatore RockShox troviamo una forcella Fox. Si tratta di una 36 Float Performance, quindi con cartuccia idraulica entry level Grip, dotata ora di 160mm di escursione rispetto ai 150mm della forcella montata sulla versione precedente della Roubion. La 36, rigida e sostenuta, dal comportamento fluido e molto sensibile, trasmette un elevato senso di sicurezza e supporta molto bene il carattere aggressivo della Roubion.

La trasmissione dell’allestimento S / Carbon C è una SRAM GX Eagle a 12 velocità con guarnitura Truvativ Stylo 7k 148 montata su movimento centrale DUB. La corona prevista è una X-Sync 2 Direct Mount da 32 denti che, abbinata alla cassetta 10-50, offre un range di rapporti completo ma poco agile nelle salite più ripide e tecniche, dove sarebbe stata maggiormente adeguata una corona da 30 denti. Le taglie XS e S montano pedivelle da 170mm, mentre per la taglia M sono previste pedivelle da 175mm. Il carro del nuovo sistema di sospensione della Roubion è dotato di traversine di rinforzo verticali su entrambi i lati che forniscono maggiore rigidezza ma al contempo escludono l’utilizzo di un deragliatore. Possibile invece montare un guidacatena grazie al supporto ISCG-05.

Le ruote dell’allestimento in test sono fornite da RaceFace, nello specifico un set AR 30 Offset con un robusto cerchio in alluminio da 30mm di larghezza interna. Entrambi in mozzi sono Boost, quindi 148×12 posteriore e 110×15 anteriore. Gli pneumatici, montati Tubeless, sono dei Maxxis Minion con carcassa EXO Tubeless Ready, un DHF da 2.50” in mescola 3C all’anteriore e un DHR II da 2.40”al posteriore. Una scelta che esalta le performance discesistiche della Roubion, premiando le sue caratteristiche di guida divertenti e aggressive.

Le dimensioni interne del carro, grazie a un ampio passaggio ruota, offrono la possibilità di ospitare copertoni 27.5″ Plus, fino a 2.8 pollici di larghezza. Tuttavia, a differenza della sorella Bronson, per la Roubion non viene proposto alcun allestimento che preveda di serie le coperture Plus.

I freni previsti per l’allestimento in test sono degli SRAM Code R dotati di rotori Centerline da 200mm all’anteriore e 180mm al posteriore, per il quale il telaio offre un attacco diretto della pinza. Nonostante si tratti di un impianto frenante concepito per un utilizzo gravity, è penalizzato da perdita di potenza e da una corsa incostante delle leve dovuta al surriscaldamento. In particolare in alcune situazioni di riding aggressivo non si sono qualificati all’altezza del carattere discesistico della Roubion, inficiandone di fatto le performance.

La combo manubrio e attacco manubrio è affidata a RaceFace con due prodotti della serie Aeffect R in alluminio con diametro 35mm: manubrio da 780mm di larghezza per 20mm di rise e stem da 50mm di lunghezza. Le manopole con singolo lock-on, di serie per tutti gli allestimenti, sono marchiate Juliana. Si tratta di un prodotto studiato appositamente per il pubblico femminile, ottimo sia in termini di comfort che di grip, anche se utilizzate senza guanti, grazie a un disegno semplice ma funzionale, dimensioni ben calibrate e un materiale morbido, ottimo per smorzare le vibrazioni ma purtroppo abbastanza delicato in caso di contatto con il terreno.

Il reggisella è un RockShox Reverb Stealth da 125mm di escursione con comando 1x. Viene utilizzata la versione da 390mm di lunghezza senza il Connectamajig per ottimizzare il poco spazio a disposizione dovuto al tubo sella interrotto dalla cruna per il passaggio dell’ammortizzatore.  La sella, appositamente progettata per l’anatomia femminile, è firmata Juliana e si tratta del modello entry level Segundo 17 che troviamo anche sugli allestimenti di livello inferiore. Il canale centrale ergonomico consente la riduzione dei punti di pressione, mentre la larghezza è ottimizzata per fornire l’appoggio e il supporto nei punti corretti. I lati dello scafo sono realizzati con l’utilizzo di gusci flessibili che migliorano la libertà di movimento in pedalata. Gli angoli sono cuciti in Kevlar, una fibra sintetica estremamente robusta che garantisce un’ottima resistenza agli strappi. Durante le prime uscite ho modificato più volte l’inclinazione e l’avanzamento della sella per trovare la posizione a me adeguata e una volta raggiunto il set-up corretto ne ho apprezzato il comfort e l’ergonomia curata.

Il passaggio dei cavi è interamente guidato all’interno del telaio, ordinato e realizzato con cura dato che non si avvertono fastidiosi rumori durante la guida. I cavi fanno il loro ingresso nella zona adiacente al tubo di sterzo, percorrono il tubo obliquo per poi uscire nella sua parte superiore ai lati dell’ammortizzatore. La guaina del cambio e la tubazione del freno si diramano poi verso il carro e proseguono all’interno dei foderi alti. La posizione bassa e arretrata dell’ammortizzatore ha permesso ai progettisti di collocare comodamente il supporto per il portaborraccia all’interno del triangolo anteriore del telaio.

Completano il telaio le robuste protezioni in gomma marchiate Santa Cruz. La più caratteristica è il piccolo parafango di cui è dotato l’ammortizzatore, utile a proteggere lo stelo da pietre e detriti alzati dalla ruota posteriore. Il chainstay è completamente avvolto da una robusta e abbondante protezione in gomma che risale per buona parte della traversina verticale del carro, riparandolo dagli urti della catena. È presente inoltre una sottile protezione sulla parte interna del fodero alto, nella zona adiacente alla cassetta. Il tubo obliquo è protetto da due robusti gusci in gomma fissati al telaio tramite viti: il primo è posizionato nella parte bassa, in prossimità del movimento centrale, mentre il secondo, posizionato a circa metà del tubo obliquo, è il cosiddetto “shuttle bumper”, una protezione già presente su Strega e Nomad pensata per salvaguardare il telaio dal bordo della sponda quando viene caricata sul cassone dei pick-up.

Geometrie

La Roubion è dotata di flip-chip che connettono l’attacco inferiore dell’ammortizzatore alla biella inferiore del sistema di sospensione e permettono di modificare le geometrie di 0.3° per quanto riguarda gli angoli di sella e sterzo e di 4mm per quanto riguarda l’altezza del movimento centrale. Per ottenere i due diversi assetti geometri, High e Low, occorre rimuovere il bullone inferiore dell’ammortizzatore e ruotare il chip sull’impostazione desiderata. Per permettere l’accesso al bullone del flip-chip, la traversina verticale sinistra del carro è stata realizzata con una piegatura rispetto a quella destra. Il procedimento non è comunque facile e immediato a causa del poco spazio a disposizione per ospitare la chiave a brugola da 5mm ma soprattutto a causa dello spazio praticamente inesistente sul lato opposto per estrarre e ruotare l’inserto del flip-chip, per l’appunto nascosto dalla traversina verticale destra del carro.

Ho testato entrambi gli assetti geometrici per un periodo di tempo pressoché identico e ho potuto constatare che il flip-chip in posizione Low permette di sfruttare al meglio tutto il potenziale di questa bici. La versione High può portare qualche vantaggio nei trail più stretti e tortuosi nei quali è preferibile una maggiore maneggevolezza, agilità e prontezza dello sterzo, ma in generale la posizione Low risulta più equilibrata e la bici acquisisce maggiore stabilità, apprezzabile soprattutto alle alte velocità, mantenendo comunque delle ottime doti di maneggevolezza e reattività.

Juliana offre telai con quote geometriche identiche alle sorelle di casa Santa Cruz ma la disponibilità delle taglie si limita a tre scelte che vanno dalla XS alla M.

Salita

La posizione in sella è piuttosto arretrata a causa del piantone sella parecchio inclinato e per posizionarmi adeguatamente al centro della bici ho preferito avanzare il più possibile la sella. Fatto questo la Roubion si è dimostrata bilanciata e comoda da pedalare anche nelle lunghe salite, nonostante il peso non proprio contenuto, dovuto a una componentistica di fascia medio bassa che stride con il valore del telaio in carbonio e non ne esalta le doti di leggerezza. La stabilità della sospensione in pedalata è molto buona grazie alle caratteristiche del cinematismo stesso e nonostante l’assenza di un blocco o di una qualunque possibilità di intervenire sulla frenatura in compressione dell’ammortizzatore. La stabilità del cinematismo si apprezza finché si pedala da sedute con una buona pedalata rotonda ma quando si spinge sui pedali con maggiore forza o, soprattutto, quando si pedala in piedi, l’ammortizzatore è soggetto a una notevole oscillazione e si devono fare i conti con un maggiore dispendio di energie, motivo per il quale ho spesso dovuto rinunciare a pedalare in piedi.

L’equilibrio tra la maneggevolezza dell’avantreno e la trazione della ruota posteriore permettono di divertirsi anche nelle salite tecniche, dove la stabilità della Roubion è molto buona e la precisione è adeguata. La mancanza del controllo della frenatura idraulica implica un maggiore spreco di energie nello sconnesso ma la sospensione ripaga con un assorbimento eccellente delle asperità che aiuta ad affrontare passaggi spesso impegnativi.

Discesa

Puntando le ruote verso valle quello che appare subito molto chiaro è quanto la bici sia intuitiva e semplice da guidare e allo stesso tempo molto vivace e giocosa. Fin dalle prime curve la maneggevolezza e la fluidità di conduzione è davvero esaltante. Nei tratti tortuosi la Roubion offre l’agilità necessaria per affrontare al meglio anche le curve più strette. La posizione di guida è equilibrata e non si avverte la necessità di caricare particolarmente l’anteriore per aumentare il grip dato che l’avantreno risulta molto stabile e preciso anche se si arretra con il corpo.

Per quanto riguarda il set-up dell’ammortizzatore, ho preferito diminuire la pressione di circa 30/35psi rispetto al valore consigliato da Juliana, per ottenere il corretto sag del 30%. Così facendo la sospensione offre un eccellente assorbimento sia sulle piccole asperità che sui grossi urti, risultando sostenuta e corposa. È reattiva, vivace e giocosa tanto da invogliare a staccare le ruote dal terreno per scavalcare gli ostacoli alla ricerca di una guida attiva e dinamica. Allo stesso tempo l’efficacia della sospensione rende la Roubion molto stabile nei tratti veloci e sconnessi, soprattutto se si sceglie di utilizzare il flip-chip in posizione Low.

Nei tratti molto ripidi e tecnici la Roubion si è dimostrata estremamente precisa, con un avantreno molto stabile e affidabile, merito non solo delle geometrie aggressive ma anche della Fox 36 che nell’insieme forniscono una notevole sensazione di fiducia, permettendo di affrontare passaggi molto impegnativi in totale controllo e sicurezza. Lo stesso purtroppo non si può dire dei freni, mentre il resto della componentistica, seppure fondamentalmente di gamma medio/bassa, si è dimostrata all’altezza della situazione. Degna di nota è l’elevata silenziosità della bici che si apprezza in ogni situazione di riding ma soprattutto nei tratti maggiormente sconnessi.

Conclusioni

I punti a favore della Roubion sono molti. Si tratta di una bici aggressiva ma non eccessivamente, quindi adatta a ogni rider, ben bilanciata, vivace e divertente, con un telaio molto curato nei dettagli, solido, stabile e preciso che infonde fiducia e sicurezza. La componentistica di bassa gamma stride con il valore del telaio e con il prezzo di listino di questo allestimento ma con qualche doveroso upgrade, in primis i freni e l’ammortizzatore, la Roubion ha tutte le carte in regola per essere un’ottima compagna di avventure.

Allestimenti e prezzi

La Roubion è disponibile in sei allestimenti:

Roubion R / Aluminum:  €3.899
Roubion R / Carbon C:  €4.699
Roubion S / Carbon C:  €5.499
Roubion X01 / Carbon CC:  €7.399
Roubion X01 Reserve / Carbon CC :  €8.599
Roubion XTR Reserve / Carbon CC:  €10.299

Juliana Bicycles

Commenti

  1. quercy73:
    Però è incredibile che spendendo 5400 euro non abbia di serie un ammo con la possibilità di essere bloccato o aperto, ormai nessuno ci fa più caso li chiamano aggiornamenti, mi starrbbe bene se sono particolari ma questo non è fondamentale in una mtb che è nata per arrivare in cima ai trail....
    Beh con 150/160 non mi sembra proprio che la sua vocazione sia la salita...
  2. lollo72:
    Bisognerebbe capire quanto costa il solo frameset o telaio ? Poi giustamente con 5.500 ti aspetteresti un allestimento adeguato , più sul medio alto che medio basso !(parere personale) .
    Probabilmente le "economie di scala" fanno lievitare i prezzi non rendendoli adeguati (sempre parere personale) alla componentistica offerta ?
    Le economie di scala dovrebbero farli diminuire i prezzi. Ma qui stiamo parlando di un mercato i cui prezzi sono completamente, o quasi, sganciati dal prodotto
    Più che "economie di scala" sarebbero le "economie di produzione -vendita" cioè devono ammortizzare i costi di produzione in base alle "presunte" vendite . Poi che attualmente i prezzi di mercato per quanto riguarda le mtb siano "slegati" dal prodotto offerto è parere comune e diffuso dalla maggioranza degli acquirenti di tali prodotti , ma questa è una discussione riproposta più volte qui sul Mag !
  3. lollo72:
    Più che "economie di scala" sarebbero le "economie di produzione -vendita" cioè devono ammortizzare i costi di produzione in base alle "presunte" vendite . Poi che attualmente i prezzi di mercato per quanto riguarda le mtb siano "slegati" dal prodotto offerto è parere comune e diffuso dalla maggioranza degli acquirenti di tali prodotti , ma questa è una discussione riproposta più volte qui sul Mag !
    So benissimo che il discorso è ricorrente ( faccio parte di questa comunità da più di dieci anni), ma se ritorna un motivo c'è e bisogna farsene una ragione. Per lo stesso motivo comunque ho tagliato corto. In ogni caso il discorso prezzo è sottinteso ( e neanche tanto) in praticamente tutti i commenti in questo 3d (montaggi inadeguati ecc, costo telaio, etc...)
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