[Test] Kona Satori

Il 2012 sarà sicuramente ricordato come l’anno delle 29er. Moltissime case si sono buttate a capofitto in questo settore, proponendo molti nuovi modelli.

Ruotoni ed all mountain… Un’accoppiata abbastanza nuova, visto che fino ad oggi le 29er hanno avuto una grande diffusione prevalentemente in ambito XC-marathon.
Sarà vero che ruotoni possono dire la loro anche in questa disciplina?



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La Kona Satori è la nuova proposta per il 2012 della casa canadese per quanto riguarda le full 29er a “lunga” escursione.

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[I]La kona satori in cima ai 2600m del col Vallouise (Briançonnaise, Francia), uno degli ultimi giri in quoto che la stagione ci ha concesso.[/I]

La Satori è una bicicletta 130-130mm, con geometrie pensate apposta per l’all mountain (basti pensare all’angolo sterzo di 68°, decisamente aperto per una 29er) e con ruote da 29″.

Il telaio della Satori è realizzato in alluminio 7005. Cinematicamente il carro posteriore è un monopivot assistito, con l’ammortizzatore fissato sul piantone orizzontale. Si tratta di una variante del classico schema adottato da Kona già da diversi anni su altri modelli. La scatola sterzo è conica, come ormai è la prassi su quasi tutti i telai. Il telaio inoltre è predisposto con attacco ISCG 05, offrendo quindi la possibilità di montare un tendicatena, una protezione per le corone (taco) oppure di montare il sistema Hammershmidt di Truvativ.

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[I]Forcella Rock Shox Revelation RLT Dual Air da 130mm.

[/I] Quasi tutto l’allestimento della bicicletta è pensato per garantire un’adeguata solidità ed affidabilità al mezzo, a cominciare dalla forcella, una Rock Shox Revelation RLT da 130mm, molla pneumatica Dual Air e perno passante da 20mm. La Revelation 2012 è naturalmente equipaggiata con Motion Control DNA,  che offre la possibilità di parzializzare la frenatura in compressione (low speed) arrivando fino ad un blocco completo con soglia di sblocco regolabile esternamente. Le posizioni intermedie della ghiera, che determinano il freno in compressione, sono ora facilmente identificabili da scatti piuttosto netti del pomello, scatti che permettono quindi di regolare con precisione la compressione, permettendo al rider di riposizionare il pomello come lo aveva lasciato prima di attivare il blocco.

In quanto a regolazioni, dopo aver settato il sag (camera positiva e negativa alla stessa pressione per avere la massima sensibilità sui piccoli urti) e regolato il ritorno, abbiamo impostato il Gate in modo che garantisse l’apertura dell’idraulica in caso di urti di medio-piccola intensità, in modo da ottenere un funzionamento molto simile ad una piattaforma stabile durante la salita. In discesa abbiamo invece parzializzato di alcuni click la compressione, in modo da ridurre l’affondamento in frenata.

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[I]Ammortizzatore posteriore Fox Float RP2.[/I]

A gestire i 130mm di escursione posteriore del telaio, ci pensa un Fox Float RP2 190x51mm. Si tratta di una versione di primo montaggio, della serie Performance. Trattamento delle parti di scorrimento tradizionale e assenza del sistema Boost Valvle caratterizzano questo ammortizzatore. Il propedal è attivabile o disinseribile, ma non si può regolarne l’intensità. Tra l’altro, come evidenzieremo meglio in seguito, il propedal è molto efficiente ed invasivo, per cui la possibilità di regolarlo su posizioni intermedie non sarebbe stata affatto male.

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[I]Guarnitura e trasmissione Sram X7.[/I]

Il reparto trasmissione è integralmente affidato a Sram ed alle nuove trasmissioni 2×10. Per la precisione la Satori monta quasi tutti i componenti X7, con l’unica eccezione del deragliatore posteriore X9 e catena e pacco pignoni della serie 1030 (X5). Ci si aspetterebbe qualcosina di più su di una bici di questa fascia di prezzo… Come funzionamento i componenti si sono comunque comportati piuttosto bene, tuttavia la cambiata non ci è sembrata rapida e precisa come sui gruppi superiori.
Il pacco pignoni posteriore è un 11-36, la guarnitura è una doppia 26-39, che su una 26″ corrispondo all’incirca ad un 29-42: dei rapporti piuttosto duri per una bici che nasce per l’AM.
Nessun bash a proteggere la corona più grande, che in discesa si è presa qualche sassata, ma non ha riportato particolari danni.

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[I]Ruote Easton Vice 29er e trasmissione X7

[/I] Poichè le ruote su una 29er sono un componente fondamentale, Kona ha voluta affidarsi ad un’azienda leader in questo settore: l’americana Easton. La Satori è infatti equippaggiata con ruote Easton Vice 29er, con all’anteriore perno passante da 20mm ed al posteriore mozzo 142×12 con perno passante Maxle, soluzione che garantosce un’elevata rigidità, nonostante la maggiore lunghezza dei foderi necessaria ad alloggiare le ruote di maggiore diametro.
Le ruote si sono comportate molto bene durante il test. La scorrevolezza dei mozzi è stata ottima, la ruota libera precisa come un orologio svizzero. Anche come rigidità non siamo assolutamente rimasti delusi, niente da invidiare una ruota da 26 di pari categoria. Raggi tradizionali, quindi facilmente reperibili sono poi un valore aggiunto delle Vice.
Da segnalare comunque che, a fine test, entrambe le ruote hanno perso la centratura, rimanendo un pochettino storte. D’altronde un po ce lo aspettavamo. Tra il maggior diametro e la ricerca della leggerezza per ridurre al minimo le masse periferiche, risulta evidente che le Easton Vice non sono certamente ruote da maltrattare.

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[I]Freni Avid Elixir 5[/I]

L’impianto frenante è costituito da una coppia di Avid Elixir 5 con dischi da 180mm all’anteriore e 160mm al posteriore. I freni ci hanno particolarmente colpito per la loro ottima modulabilità. Anche in quanto a potenza frenante ci sono sembrati più che sufficienti, considerando anche la destinazione d’uso della bici. Per quanto riguarda invece la resistenza all’affaticamento, durante le discese più lunghe e continue abbiamo notato che il posteriore andava un po in crisi, dando segni di surriscaldamento: la corsa della leva si accorciava, la frenata risultava più debole, il che ci ha costretti più volte a farmarci per lasciar raffreddare l’impianto. Una volta raffreddato, tutto ritornava come prima.
Consigliamo quindi, specialmente per un uso all mountain, dove le discese sono generalmente lunghe, ripide e continue, di montare un disco da 180mm anche al posteriore. Ci è infatti sembrato che le ruote da 29 affatichino maggiormente i freni, visto che problemi analoghi sugli Elixir non li abbiamo mai incotrati su bici da 26″.

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[I] Sella WTB Valcon Comp e reggisella Kona[/I]

Completano il montaggio della Satori la sella WTB Valcon Comp, con logo “Kona 29” personalizzato, il reggisella Kona arretrato                                                                                                                                                                                                                                                                           31,6x375mm ed il manubrio Kona Low Riser da 710mm. Un manubrio bello largo, che però sulle 29er è necessario.
Le coperture invece sono le Maxxis Ardent in mescola 60a. All’anteriore troviamo la versione EXO da 2,4 di sezione, mentre al posteriore il 2,25 Single Ply, piuttosto leggero, ma delicato (abbiamo dovuto usare una pressione di ca 2,8-3 bar per evitare di pizzicare).

[B]SALITA SCORREVOLE

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[/B][I]Sullo scorrevole la Satori è un vero missile…[/I]
Poco da fare: sullo scorrevole la Satori se la cava veramente bene! Sarà il peso complessivo piuttosto basso (ca 12,5kg), ma con propedal chiuso e forcella bloccata la bicicletta risulta veramente scattante. Non abbiamo assolutamente percepito inerzia sulle ruote durante i cambi di velocità, probabilmente merito delle ruote di serie dal peso piuttosto contenuto e delle coperture non eccessivamente pesanti.

Sullo sterrato leggero (strada bianca e militare ciottolosa) le ruote da 29 conferiscono un elevato comfort e una fluidità di marcia considerevole. Canaline, pietre, buche: tutto viene “spianato” dai ruotoni, sembra quasi di andare sul liscio.

Una cosa da segnalare riguarda il Propedal. L’RP2 montato di serie, prevede una piattaforma stabile molto attiva ed efficiente. Questo da un lato rende la bici estremamente reattiva, molto ferma in pedalata, ma di contro inibisce parecchio la capacità di assorbimento degli ostacoli della sospensione posteriore. Non sarebbe stato male un ammortizzatore posteriore con la possibilità di impostare il propedal su posizioni intermedie, visto che su sterrato un pochettino di morbidezza del posteriore migliorerebbe comfort e trazione.

Geometricamente la bici ci è sembrata piuttosto comfortevole, perfetta per i giri lunghi. La taglia era forse un po’ piccola, però la posizione non ci è parsa assolutamente troppo sbilanciata in avanti, come d’altronde c’è da aspettarsi da una bici che nasche per il trail-am.

Sul lungo invece abbiamo un po patito la mancanza di rapporti molto agili… Dopo 1500m di dislivello, su salite ripide come possono essere i percorsi alpini, l’assenza di rapporti più agili del 26-36 si fa sentire e le gambe cominciano a risentirne. Per un uso AM o per giri con lunghe salite continue il 26 davanti ci è sembrato è decisamente troppo…

SALITA RIPIDA

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[I]…ma è sul ripido che da il meglio di sè![/I]
Abbiamo voluto dedicare un paragrafo a parte alle salite ripide, cosa che di solito nei nostri test non facciamo, perchè ci ha particolarmente colpito il comportamento della bicicletta in queste situazioni.

Le Satori si è rivelata estremamente performante in questi frangenti. Probabilmente sarà merito della maggiore impornta a terra delle gomme, ma la trazione alla ruota posteriore ci ha veramente stupiti, permettendoci di superare pendenze considerevoli senza che la ruota slittasse minimamente. Anche la trazione sugli ostacoli è stata ottima, come vedremo nel paragrafo successivo. In nessuna situazione poi la bici ha dato alcun cenno di volersi ribaltare all’indietro, nonostante l’avantreno risulti molto alto (paragonabile con una bicicletta da 160-180mm), merito forse del carro posteriore decisamente più lungo rispetto ad una 26″.

Quello che invece è molto limitante sul ripido è la rapportatura. Come abbiamo già visto, la corona da 26 denti (corrispondendi a 29 denti su una 26″) è decisamente troppo grossa… Se da un lato la bici è molto leggera e quindi su salite brevi si può andare di potenza, sulle salite più lunghe le gambe entrano in crisi e ci si trova costretti a scendere.
Se da un lato quindi la bicicletta non si scompone neppure sulle peggiori rampe, dall’altro il rapporto troppo duro ci ha costretto più di una volta a mettere il piede a terra.

Sicuramente per sfruttare le ottime doti di arrampicatrice della Satori, sarebbe opportuno passare ad una corona più piccola, magari un 22 o un 24, unpgrade che in ottica AM diventa quasi una necessità.

SALITA TECNICA
Da una bicicletta trail-AM ci si aspetta un ottimo comportamento sulle salite tecniche e così è stato.

Propedal aperto per far funzionare al meglio il carro posteriore e la bici supera con estrema facilità tutti gli ostacoli che si possono incontrare sui ripidi sigle track alpini. Radici, pietre, gradoni di qualsiasi entità o anche scalini artificiali vengono tutti letteralmente “mangiati” dai ruotoni della Satori. Basta stare seduti e pedalare, eventualmente giocando un po’ con la distribuzione dei pesi.

La bici invece non ci ha particolarmente entusiasmato nelle curve in salita, il classico tornante stretto, per intenderci. Probabilmente complice l’avantreno alto, la bici tende facilmente ad andare in sottosterzo, perdendo grip alla ruota anteriore e rendendo difficoltoso chiudere la curva senza mettere il piede a terra.

Anche alle basse velocità, la classica salita tecnico-trialistica, dove si deve lavorare molto di corpo, stando in piedi sui pedali, la Satori non ci è sembrata molto stabile… Probabilmente anche in questo caso il baricentro alto non aiuta.

DISCESA SCORREVOLE

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[I]Discese flow e panorami mozzafiato: il giusto contesto in cui provare la Satori [/I]

Sulle discese scorrevoli, flow, non eccessivamente pendenti, la Satori da il meglio di se. Leggera, scattante, reattiva: appena il sentiero lo permette basta alzarsi sui pedali e la bici schizza via, facendo mangiare la polvere a bici con più escursione.

Piccoli ostacoli come radici, piccole pietre o piccoli scalini vengono superati agevolmente. Molto positiva l’impressione che ci ha dato la bici: nonostante la ridotta escursione (130mm) ci è sembrato di guidare una bici più discesistica, tanto che in alcuni tratti molto scorrevoli e poco pendenti non abbiamo rimpianto le nostre bici da enduro.

La confidenza sul veloce invece non ci è parsa delle migliori. Nonostante il manubrio largo (710mm), la bici non trasmette una sensazione di stabilità, anzi certe volte la ruota anteriore perde direzionalità, costringendo a delle correzioni non volute. Specialmente sui sentieri stretti abbiamo riscontrato un po di difficoltà nel tenere la ruota anteriore dove volevamo.
Non sappiamo se la colpa di questo comportamento sia da imputare alla minor rigidità di forcella o ruote, alla maggiore altezza da terra dell’avantreno o al baricentro più alto. Pensiamo piuttosto che si tratti di una combinazione di cause.

Anche nei rapidi cambi di direzione la bici ci è sembrata un po lenta: specialmente quando il sentiero zigzaga e bisogna fare letteralmente lo slalom tra gli alberi, la bici ci è sembrata un po pigra nel cambiare direzione, almeno rispetto ad una bici da 26″ di pari o superiore escursione.

La sospensione posteriore invece ci è sembrata lavorare decisamente bene. A propedal aperto il carro si rivela molto sensibile sui piccoli urti, sicuramente aiutato in questo anche dalla maggior facilità con cui le ruotone superano gli ostacoli. In frenata non abbiamo sentito una particolare inibizione della sospensione, anche se siamo consci che su una bici da 130mm sia un comportamento difficile da individuare.

Come funzionamento e bilanciamento delle sospensioni siamo rimasti soddisfatti. Forcella e carro posteriore hanno un comportamento analogo e molto ben bilanciato, risultando belli plush all’inizio con una marcata progressività finale che permette alla bici di comportarsi bene anche nelle situazioni più difficili.

DISCESA TECNICA
Sul tecnico invece la bici non ci ha particolarmente colpito. Sicuramente gran parte della colpa è da imputare alla posizione di guida molto rialzata e al baricentro piuttosto alto, che rendono la bici non molto stabile alle basse velocità.

La sensazione di quando si scende sul ripido o ci sono grossi ostacoli è proprio quella di una scarsa stabilità. Ci si sente molto in alto come posizione e piuttosto avanzati. Sembra di doversi ribaltare da un momento all’altro. Non ci è parso proprio il suo terreno…

Aspetto invece positivo della bicicletta è la facilità nel superamento degli ostacoli. E’ difficile che la ruota si insacchi in buche, avvallamenti o canaline, anche se comunque senza un’adeguato lavoro di braccia si rischia comunque di dare il giro.

C’è comunque da considerare che si sta parlando di una bici trail-AM da 130mm e che quindi, data la sua impostazione non propriamente discesistica, sia normale che sia carente sul tecnico.
Riteniamo comunque che la causa della scarsa “stabilità” della bici sia comunque da imputare alle ruotone, che per forza di cose tengono il rider più in alto, rendendo la bici meno stabile e maneggevole.

Non abbiamo invece riscontrato particolari problemi legati alla maneggevolezza sullo stretto. Nei tornanti stretti, con le dovute tecniche (anticipo o nose press) abbiamo girato praticamente ovunque. Sicuramente il fatto di guidare una bici di una taglia piuttosto compatta ha influito positivamente sulla maneggevolezza complessiva della bici.

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CONSIDERAZIONI FINALI
Nel complesso, nonostante qualche pecca, di cui però nessuna bici è esente, possiamo affermare con tranquilità che la Satori è un’ottima bici. Sebbene non sia a nostro giudizio paragonabile, come qualcuno sostiene, con una AM da 150mm, la nuova 29er di Kona si inserisce alla perfezione in quello che è il settore delle trail bike o dell’AM leggero.

Si tratta infatti di una bici che secondo noi è perfetta per giri impegnativi in montagna, per giri epici da n-mila metri di dislivello o per tour a tappe attraverso le alpi.
Per le sue ottime doti di arrampicatrice, la Satori è infatti perfetta per chi vuole il massimo in salita, ma allo stesso tempo vuole una bici per scendere in sicurezza ovunque. Una bici che permette di salire su qualsiasi cosa, anche sulle rampe più assassine o di percorrere giri da migliaia di metri di dislivello senza arrivare alla fine stremati.

Non ci sentiamo invece di consigliarla a chi vuole una bici orientata alla discesa. Chi vuole una bici per arrivare in cima e poi godersi la discesa, potrebbe rimanere deluso da questa bicicletta, specialmente sulle discese più impegnative.

COSA CAMBIARE?
La Satori di per se non è montata male o per lo meno i componenti si sono rivelati tutti adatti alla destinazione d’uso della bici. Si potrebbe eventualmente valutare un miglioramento del reparto trasmissione, magari passando ad un gruppo superiore come lo Sram X9, anche se comunque l’X7 di serie fa il suo lavoro.

Un upgrade che invece ci sentiamo di consigliare è la sostituzione delle corone anteriori. Specialmente per un uso AM, riteniamo che una configurazione 22-36 o 24-36 sia più adatta, sia per migliorare la pedalabiltà sui tratti ripidi, sia per avere a disposizione dei rapporti più agili che sulle lunghe distanze tornano utili. Il 26-39 lo vediamo più adatto ad un uso XC, specialmente su una 29er.

Consigliamo anche di montare un disco da 180mm al posteriore, visto che con il 160mm abbiamo avuto problemi di surriscaldamento.

GEOMETRIE ED ALLESTIMENTO
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[I]Geometrie da noi rilevate: le quote sono in mm.[/I]

Il telaio da noi testato era una 18″, con un orizzontale virtuale di  590mm, angolo sterzo di 68° e sella di 74°. Il passo da noi misurato è  di 1150mm, neanche eccessivo considerando l’angolo di sterzo piuttosto  aperto. Di orizzontale virtuale abbiamo rilevato 590mm, mentre di  altezza del movimento centrale 340mm. La lunghezza del carro (chainstay) rilevata è stata di 442mm. Si tratta di dati piuttosto in  linea con le geometrie dichiarate da Kona.

[B]Telaio:[/B] Kona Race Light 7005 Aluminum 130mm travel
[B]Ammortizzatore posteriore:[/B] Fox Float RP2 High Volume[B]
Forcella:[/B] Rock Shox Revelation RLT 130mm con asse passante da 20mm
[B]Guarnitura:[/B] SRAM X7 doppia 39/26
[B]Catena:[/B] SRAM PC-1031       [B]
Pacco pignoni:[/B] SRAM PG 1030  11-36 10 spd
[B]Deragliatore anteriore: [/B]SRAM X7 2×10          direct mount[B]
Deragliatore posteriore:[/B] SRAM X9 gabbia lunga[B]
Manettini: SRAM X7[/B]             [B]
Freni: [/B]Avid Elixir 5 180/160 mm[B]
Manubrio:[/B] Kona XC/BC Primo Riser 710mm
[B]Attacco manubrio:[/B] Kona XC/Road
[B]Reggisella:[/B] Kona Double Clamp w/offset    31,6x375mm
[B] Sella[/B]: WTB Valcon                   [B]
Ruote: [/B]Easton Vice 29er anteriore PP20 e posteriore 142×12 con perno Maxle[B]
Gomme:[/B] Maxxis Ardent 29×2.4 EXO davanti e Maxxis Ardent 29×2.25 Kevlar single ply, entrambi mescola 60a.

[B]Prezzo di listino: [/B]2999€

www.konaworld.com

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