[Test] Lapierre Zesty AM 5.0 Ultimate 29

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Nel corso degli anni ho avuto modo di testare diverse bici Lapierre, seguendone l’evoluzione modello dopo modello. Nelle ultime stagioni tuttavia il brand di Digione ha scelto di concentrarsi prevalentemente sul segmento della pedalata assistita, abbandonando il settore DH che è sempre stato uno dei punti di forza del marchio e mettendo in pausa lo sviluppo dei progetti di enduro e trail, che hanno sempre visto il leggendario Nico Vouilloz impegnato non solo come progettista ma anche come atleta. Lapierre ora è tornata con determinazione nel settore MTB dando alla luce un nuovo telaio che equipaggia i nuovi modelli di Spicy e di Zesty con una lunga serie di innovazioni rispetto ai precedenti modelli.



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Non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di mettere alla prova per un paio di mesi la Zesty AM Ultimate nell’allestimento intermedio 5.0, il più economico dei due allestimenti in carbonio presenti nella gamma, in taglia M e con formato ruota 29 pollici.

Dettagli

  • Materiale telaio: fibra di carbonio unidirezionale
  • Formato ruote: 29″ (27.5+) M, L, XL  / 27.5″ in taglia S, M
  • Geometrie variabili: sì (per adattare ciascun formato ruota)
  • Corsa anteriore: 140mm
  • Corsa posteriore: 140mm
  • Mozzo posteriore: 148×12
  • Mozzo anteriore: 110×15 Torque caps
  • Interasse ammortizzatore: 230x65mm
  • Trasmissione: 1×12 (32t / 11-50)
  • Attacco deragliatore: no
  • Attacco portaborraccia: sì
  • Disponibilità del solo frameset: no
  • Peso dichiarato: 14,1kg
  • Peso rilevato con bilancia Park Tool: 14,19kg in taglia M

La gamma Zesty prevede due allestimenti Ultimate con telaio in fibra di carbonio e due con telaio in lega di alluminio. Le versioni Ultimate utilizzano fibre di carbonio unidirezionali ad alto modulo per ogni parte del telaio come triangolo anteriore, carro e biella.

Il sistema di sospensione riprende il tradizionale quadrilatero con giunto Horst ampiamente utilizzato da Lapierre nel corso della sua storia, in particolar modo per tutte le Zesty e Spicy sin dal primo modello. L’attuale cinematismo è stato però rivisitato includendo l’azionamento full floater dell’ammortizzatore che viene infatti compresso da entrambi i lati. In questo modo si ottiene una migliore sensibilità iniziale della sospensione e si riesce a isolare maggiormente il triangolo anteriore e quindi il rider dalle vibrazioni provenienti dal carro. La curva di compressione è particolarmente sostenuta nella parte centrale della corsa, garantendo così un’ottima reattività della sospensione, mentre la parte iniziale e quella finale della corsa sono tendenzialmente lineari.

Per gestire i 140mm di escursione è stato scelto un ammortizzatore RockShox Deluxe RT da 205mm di interasse per 57.5mm di corsa. Si tratta della versione con attacco trunnion quindi dotato di cuscinetti sigillati nella sede del perno. Il comportamento in abbinamento al cinematismo della Zesty è vivace e si sfrutta bene tutta l’escursione con qualche raro fondocorsa. La levetta aziona un frenatura idraulica piuttosto decisa che non blocca completamente l’ammortizzatore ma lo stabilizza notevolmente, così da avere una sospensione che non si scompone eccessivamente nemmeno quando ci si alza a pedalare in piedi ma al contempo ha un buon margine per assorbire gli urti su fondi mediamente sconnessi.

Il cinematismo prevede per l’ammortizzatore la collocazione all’interno della cruna del telaio che lo lascia piuttosto protetto e riparato da eventuali urti laterali ma lo posiziona molto vicino alla ruota posteriore. Per questo motivo è stato adottato un parafango accuratamente sagomato che viene fissato al telaio e copre interamente lo stelo dell’ammortizzatore, assolvendo molto bene alla sua funzione di ripararlo dai detriti e dal fango alzati dalla ruota posteriore.

In abbinamento all’ammortizzatore RockShox, Lapierre propone per la Zesty AM 5.0 Ultimate una forcella dalla media gamma dello stesso brand, una Revelation RC Debonair da 140mm di escursione. La quota di 42mm di offset si sposa bene con le misure geometriche della bici e con l’attacco manubrio da 35mm di lunghezza, fornendo una guida reattiva e precisa. La cartuccia idraulica è decisamente basica ma in generale non rivela lacune clamorose a livello di prestazioni, grazie anche al supporto della cartuccia ad aria Debonair che contribuisce a rendere la forcella sostenuta e sufficientemente corposa. Il perno ruota è la versione Maxle Stealth, quindi non è dotato di leva quick release ma si avvita tramite chiave a brugola da 6mm.

Per la trasmissione Lapierre ha scelto componenti misti della gamma SRAM Eagle a 12 velocità. La guarnitura è una X1 con pedivelle in carbonio da 170mm di lunghezza e corona da 32 denti che ruota su un movimento centrale DUB PF92. Il cambio è GX ed è abbinato a un comando cambio NX. Appartiene al gruppo NX anche la cassetta con range di rapporti 11-50, per la precisione una PG-1230. Completa la trasmissione una piccola e funzionale slitta guidacatena fissata direttamente al telaio.

L’allestimento della Zesty è contraddistinto da una significativa quantità di componenti marchiati Lapierre, come per esempio le ruote assemblate con cerchi in alluminio Mavic a 32 fori dal profilo Tubeless ready, montate su mozzi Boost prodotti da Formula. Il cerchio anteriore ha una larghezza interna di 30mm mentre il posteriore è più stretto, con 27mm di larghezza. Per la migliore compatibilità con la forcella RockShox e per ottimizzare la rigidezza, il mozzo anteriore è dotato di Torque caps. Le ruote sono montate Tubeless con copertoni Maxxis da 2.4″ Wide Trail con carcassa EXO, un Minion DHR II all’anteriore e un High Roller II al posteriore.

Marchiato Lapierre anche il reggisella telescopico LP 7075 Dropper idraulico con attuazione a cordina affidata a un pratico comando remoto con leva 1x, fissata direttamente al collarino dei freni SRAM tramite attacco Matchmaker. Per ciascuna taglia è prevista una differente escursione del reggisella, con 100mm per la taglia S, 125mm per la taglia M e 150mm per le taglie L e XL. Il reggisella originale ha avuto un problema di perdita d’olio che lo ha messo completamente fuori uso durante la seconda uscita quindi ne ho approfittato per farmelo sostituire da Lapierre con lo stesso modello ma da 150mm di escursione al posto di quello da 125mm previsto di serie per la taglia M in prova. Avendo spazio a sufficienza ho preferito avvantaggiarmi di una maggiore escursione dato che durante le prime due uscite ho trovato che i 125mm previsti di serie fossero piuttosto limitanti per le prestazioni discesistiche della Zesty, considerando che recentemente il mercato ci ha abituati a escursioni più generose, infatti ho trovato perfetta la versione da 150mm. Da sottolineare che il telescopico sostitutivo non ha mai avuto problemi di tenuta e ha funzionato molto bene per tutta la durata del test. Unico neo, un’estensione non particolarmente veloce.

Il Dropper del brand di Digione sorregge una sella prodotta da Velo e marchiata Lapierre che ho trovato particolarmente comoda e di qualità. Si tratta di una sella ben sagomata, rivestita in microfibra e con un’imbottitura minimale ma efficace, uno scarico centrale che alleggerisce la pressione sul perineo e lo scafo ben bilanciato tra rigidezza ed elasticità che fornisce il giusto comfort e adeguato sostegno quando si imprime forza sui pedali.

Anche l’intero cockpit è marchiato Lapierre, con un manubrio 6061 DB in lega di alluminio, un attacco da 35mm di lunghezza e manopole a doppio lock on da 32mm di diametro. Anche questi componenti sono stati scelti con differenti misure in base alle taglie. L’attacco manubrio della taglia XL per esempio è da 45mm mentre per quanto concerne in manubrio si passa dai 760mm di larghezza delle taglie S e M ai 780mm delle taglie L e XL, tutti con rise di 15mm. Le geometrie del manubrio sono valide e assecondano una guida aggressiva senza affaticare mani e avambraccia.

I freni Guide completano l’allestimento SRAM/RockShox. Nello specifico si tratta della versione R dotata di rotori Centerline da 200mm per l’anteriore e 180mm per il posteriore, configurazione scelta per la versione da 29″ mentre la 27.5″ monta una coppia di 180mm. Il carro alloggia il freno posteriore tramite un apposito supporto con montaggio diretto PM180. Contrariamente alle aspettative, l’impianto Guide R si è rivelato affidabile nonché particolarmente potente, senza i consueti problemi di fading e di allungamento della corsa delle leve, tranne in un paio di occasioni su discese veramente lunghe e impegnative con il caldo torrido di questi ultimi giorni dove hanno mostrato qualche segno di cedimento, ma in generale comunque superiori alla loro reputazione.

Lapierre ha dotato i nuovi telai Ultimate di Zesty e Spicy, quindi solo quelli in carbonio, di un pratico e intelligente scomparto, denominato LP Box, posto nella parte inferiore del tubo obliquo. La posizione e la forma del coperchio lasciano pensare a un classico guscio paracolpi, semplicemente a protezione del telaio, ma nasconde di più: un vano di dimensioni adatte a trasportare piccoli oggetti, come per esempio una camera d’aria con qualche piccolo attrezzo oppure una giacchetta antivento o delle barrette… insomma ciò che si ritiene più utile in base alle proprie necessità. Il coperchio è in gomma a mescola differenziata, molto dura in tutta la sua struttura, per offrire resistenza agli urti, e particolarmente morbida sui bordi per adattarsi perfettamente alla corrispettiva sede del telaio e sigillarla da acqua e sporcizia, che infatti non si sono mai infiltrate all’interno del LP Box, nemmeno con l’utilizzo dell’idropulitrice. Per smontare e rimontare il coperchio del LP Box sono sufficienti due semplici passaggi: si svita la vite con testa a brugola da 2.5mm che fissa la linguetta del coperchio all’interno del telaio, si ruota di 90° il pomello di forma ovale per allinearlo alla corrispettiva asola del coperchio che così si può rimuovere comodamente. Si può accedere anche senza bisogno di attrezzi, semplicemente ruotando il pomello si alza il coperchio sfruttandone la flessibilità.

La Zesty AM è dotata anche di predisposizione per il portaborraccia, tuttavia dopo diversi tentativi per trovare l’abbinamento migliore di borraccia e portaborraccia che rientrassero senza interferenze nello spazio lasciato a disposizione dal telaio e dall’ammortizzatore, ho desistito dal montarlo, preferendo utilizzare i due fori per alloggiare il supporto della pompetta. Lo spazio a disposizione sul telaio taglia M in prova è infatti piuttosto ridotto (maggiore invece sulle taglie più grandi) ma la principale limitazione è data dai registri dell’ammortizzatore che toccano sul fondo della borraccia, impedendo di azionare il lock out dato che la levetta va ruotata di 180° e posizionata verticalmente. La placchetta di plastica al di sotto dei fori per il portaborraccia, dal lato interno al telaio, funge da supporto per la batteria del sistema Shimano Di2 con il quale tutti i telai Ultimate di Lapierre sono compatibili.

Pochi paragrafi più sopra vi ho parlato del parafango che protegge l’ammortizzatore dai detriti alzati dalla ruota posteriore. Di seguito vediamo come questo parafango sia fissato al telaio dal lato della trasmissione, con nervature che creano una struttura rigida per renderlo il più solido possibile. Accanto al parafango notiamo la slitta guidacatena fissata direttamente all’apposito foro sul telaio. Il chainstay è protetto da un guscio in gomma e nella foto notiamo anche il passaggio della guaina del cambio all’interno del fodero. Guaina che fa il suo ingresso nella zona di sterzo attraverso un’apposita porta fissata al telaio, unita alla tubazione del freno tramite una guaina aggiuntiva che migliora il routing e l’estetica. I cavi all’interno del telaio sono completamente guidati ed escono poi dal fondo del tubo obliquo per diramarsi verso il carro e il tubo sella.

Geometrie

Lapierre ha dotato la Zesty AM di geometrie moderne con attenzione ad alcuni dettagli come l’offset corto della forcella abbinato a un angolo di sterzo relativamente disteso e a un attacco manubrio particolarmente corto. Il carro ha una lunghezza nella media, ottimo compromesso tra maneggevolezza e stabilità, mentre il reach è piuttosto corto e infatti ho trovato in generale la taglia M molto compatta. Il tubo sella è particolarmente inclinato e porta a una posizione in sella parecchio arretrata, che si può mitigare solo in parte fissando la sella completamente in avanti sui morsetti del reggisella.

Per la gestione delle taglie Lapierre non ha curato esclusivamente le geometrie del telaio ma anche le misure di alcuni componenti chiave che variano l’assetto della bici e il feeling con il mezzo che possono avere rider con differenti quote antropometriche. I componenti oggetto di questo programma battezzato FIT sono otto e ciascuno di esso varia nelle dimensioni in base alla taglia sulla quale è montato, a partire dal formato ruota che prevede le 27.5″ sulla taglia S e le 29″ sulle taglie L e XL mentre la taglia M è offerta in entrambi i formati. In ogni caso il telaio in tutte le taglie consente di montare la Zesty sia in formato 27.5 che in formato 29 grazie a un flip chip e a una serie sterzo angle set che ne adattano le geometrie.

1 – Formato ruote
2 – Escursione delle sospensioni
3 – Lunghezza delle pedivelle
4 – Misura della corona
5 – Larghezza del manubrio
6 – Escursione del reggisella telescopico
7 – Diametro delle manopole
8 – Diametro dei dischi freno

Salita

La Zesty rientra nella categoria delle all mountain aggressive, quindi sulla carta un compromesso tra prestazioni in salita e prestazioni in discesa, con una chiara propensione verso le seconde. Effettivamente non ho riscontrato nella Zesty una particolare vocazione per la salita tuttavia si pedala discretamente bene anche dopo diverse ore in sella. La sospensione è efficacemente stabile e non disperde energie al contrario delle ruote che invece non brillano per scorrevolezza. Il range di rapporti è adeguato, nonostante la “coperta leggermente più corta” a causa della cassetta NX. Ciò che non mi ha convinto affatto è invece la posizione in sella a causa dell’angolo del tubo sella parecchio inclinato che, unito alla taglia piuttosto compatta, porta a una posizione decisamente arretrata rispetto al movimento centrale. Ho dovuto avanzare completamente la sella e ancora non ero perfettamente a mio agio, ma per fortuna la sella molto performante consente di spostarsi spesso su una posizione più avanzata senza patire fastidio.

Allo stesso modo sulle salite tecniche si accusa la posizione arretrata e non è immediato riuscire a imprimere una guida dominante e aggressiva, tuttavia in questi casi è sufficiente avanzare in punta di sella o alzarsi sui pedali per godere di un’eccellente controllo dell’avantreno e affrontare passaggi ripidi e complessi in modo relativamente semplice. L’offset ridotto della forcella abbinato allo stem corto giocano a favore della manovrabilità e della precisione. Il cinematismo stabile e sostenuto nella parte centrale di corsa conferisce un’ottima trazione e la tassellatura aggressiva del Minion DHR II fa il resto.

Discesa

Come anticipato, la Zesty sulla carta sembra propendere per le prestazioni in discesa e il test conferma assolutamente questa tesi. La posizione di guida, seppure compatta, garantisce un controllo eccezionale dell’avantreno, paragonabile a bici da enduro da 29 con maggiore escursione, con una stabilità e una precisione veramente notevoli. In generale la Zesty Ultimate fornisce una confidenza in ogni situazione, anche sulle discese più tecniche e aggressive, senza esitazioni e con reazioni intuitive e facilmente prevedibili.

La maneggevolezza e l’agilità sono decisamente il punto forte di questo nuovo modello di Zesty che trasuda tutto il know how in termini di geometrie discesistiche di un ineguagliabile talento qual è Nico Vouilloz. Il controllo in curva, la sicurezza e l’affidabilità in ingresso di curva e l’agilità nei cambi di direzione e nello stretto divertono ed entusiasmano. Bastano minimi spostamenti di peso per indirizzare facilmente l’avantreno e allo stesso modo per controllare la distribuzione del grip tra le due ruote. Il carro piuttosto corto consente di chiudere le curve facilmente e di sfruttare gli appoggi con determinazione.

Il comportamento della sospensione della Zesty è ben amalgamato con le sue geometrie e con il carattere agile e vivace. La curva di compressione è ideata per avere un comportamento reattivo nella parte centrale della corsa ma capace al contempo di assorbire gli urti più importanti senza risultare nervosa, con una parte finale di escursione che mangia tutto e mantiene stabile la bici. Ciò consente di tenere velocità sostenute, a dispetto dei “soli” 140mm di escursione, galleggiando e sfruttando al massimo la reattività per le fasi aeree per pompare e schiacciare la bici, con la garanzia di poter affrontare eventuali situazioni improvvise più impegnative con ampio margine di sicurezza. Caratteristiche che piaceranno sicuramente a quelli che come il sottoscritto adorano i trail percorsi velocemente “a vista”.

Conclusioni

Per contenere il prezzo di listino la componentistica non è il top di gamma ma è scelta effettivamente con criterio e buon senso e risulta coerente con le prestazioni della bici. Lo scomparto LP Box è tanto semplice quanto geniale e utile. La nuova Zesty Ultimate si fa perdonare la pecca dell’angolo sella grazie a un comportamento in discesa veramente performante e tanto divertente. Bentornata Lapierre!

Allestimenti e prezzi

Zesty AM 8.0 Ultimate 27.5 o 29:  €5.599
Zesty AM 5.0 Ultimate 27.5 o 29:  €3.659
Zesty AM 4.0 27.5 o 29:  €2.749
Zesty AM 3.0 27.5 o 29:  €2.239

Lapierre

 

Commenti

  1. Qualche dubbio mi sorge sulla robustezza del coperchio del LP Box che sarà sicuramente soggetto a frequenti urti, benché sarà di plastica resistenze si romperà frequentemente, poi è ovvio è meglio rompere un coperchietto in plastica piuttosto che telaio.
    Ho forti dubbi sulla sua efficacia del brevetto Swat, ovviamente Specialized avrà fatto in modo che lo Swat non sia facilmente copiabile ma brevettare un buco nel telaio chiuso da un coperchio e pretendere che nessuno faccia qualcosa di simile: la vedo dura.
    Poi ovvio che la questione finisce in tribunale.
  2. pk71:
    Vista la soluzione del passaggio "a cruna" del telaio, sarebbe interessante capire le differenze nella cinematica tra questa e la Foxy che adotta lo stesso passaggio.
    A parte una posizione esteticamente simile dell'ammortizzatore non hanno altro in comune, la Foxy è di tipo vpp questa un giunto horst.
    Potrebbero anche avere un comportamento simile ma solo dalle foto è impossibile dirlo.

    A occhiometro questa sospensione dovrebbe rimanere più attiva in frenata rispetto alla mondraker, per il resto serve il software
  3. posseggo questa bici, la guido da ormai 6mesi utillo trail/enduro, mai rotto o aperto involontariamente lo sportellino, è molto comodo, ci sta una camera, un co2, levacopertoni e erogatore.
    non si apre come indicano nella recensione, o meglio si può aprire anche così, ma è sufficente girare il pomello di plastica in corrispondenza del movimento e il coperchio si può aprire facendo perno sulla parte fissata al telaio con la vite (e non si rompe garantito).
    per il resto davvero gran bici
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