Recentemente vi abbiamo presentato la ARC8 Essential che ho assemblato per un test a lungo termine e che utilizzerò inoltre per mettere alla prova i componenti destinati al trail riding. Tra questi, i primi di cui vi parlerò sono i due manubri della gamma di componenti Faserwerk prodotti dalla stessa ARC8. Si tratta per la precisione del cockpit integrato Baslerstab e del manubrio Rockstock, entrambi in fibra di carbonio e con caratteristiche molto particolari. Andiamo a scoprirle.
Per la produzione dei componenti Faserwerk, come per la produzione dei propri telai, ARC8 realizza tutto internamente. Esatto, il brand svizzero è proprietario di una propria fabbrica a Taiwan dove progetta, sviluppa e realizza per sé e per terzi. Questo consente ad ARC8 di sperimentare e di condurre test su diverse tecniche e materiali, alla ricerca del miglior compromesso tra robustezza e peso.
Entrambi i manubri sono realizzati in fibra di carbonio con l’adozione di un bladder che si occupa di gestire la superficie interna del manubrio. ARC8 utilizza pressioni particolarmente alte per consolidare al meglio il composito e studia la disposizione delle fibre tramite programmi di simulazione dei layup, i migliori nell’ambito del carbonio utilizzati per Formula 1 e hypercar. In questo modo è in grado di ridurre il peso senza compromettere la robustezza (entrambi i manubri superano i test di categoria 5 per DH e gravity) e di bilanciare adeguatamente rigidezza e flessibilità.
Entriamo nel dettaglio del modello Baslerstab che ho messo alla prova per primo. Come anticipato, il Baslerstab è un cockpit integrato che sta a significare che il manubrio e l’attacco manubrio sono realizzati in un unico pezzo. Il concept ideato dagli ingegneri di Faserwerk avvicina il più possibile il manubrio al cannotto della forcella, realizzando un attacco super compatto e minimale. Per fare questo, hanno dovuto studiare uno shape particolare che lasciasse inviariata la posizione delle impugnature rispetto ai manubri tradizionali.
Le geometrie adottate da Faserwerk sono piuttosto accentuate con angoli di 6 e 9 gradi che possiamo leggere come una scelta votata al maggiore comfort piuttosto che a una posizione di guida aggressiva. Il Baslerstab è disponibile con larghezza di 800mm e in due differenti lunghezze di reach che è la quota che fornisce un riferimento circa la lunghezza virtuale dello stem. La prima è di 50mm e la seconda è di 35mm ma va sottolineato che la lunghezza percepita è inferiore a quella dichiarata quindi il 50mm che ho provato si posiziona all’incirca come un cockpit standard con stem da 35mm. Il rise è disponibile esclusivamente nella misura di 15mm. Il peso dichiarato di 240 grammi è molto vicino a quello di 243 grammi che ho verificato.
Il collarino a coperchietto che serra l’attacco integrato sul cannotto della forcella è realizzato in lega di alluminio forgiata con una forma che consente di ridurre lo spessore e mantenere il peso molto basso pur offrendo molta rigidezza. Data la sua robustezza non sono indicate istruzioni specifiche per il montaggio ma in ogni caso, considerando il particolare serraggio a 4 viti, per evitare torsioni sul collarino ho prestato attenzione a chiudere progressivamente ogni vite con lo stesso numero di giri fino a contatto per poi serrarle alla coppia di 5Nm. L’altezza di stack del collarino è veramente minima, soli 35mm, e consente quindi di spaziare maggiormente con la regolazione dell’altezza del manubrio, a parità di lunghezza del cannotto forcella, rispetto agli stem tradizionali.
Il modello di manubrio tradizionale di Faserwerk è tutt’altro che tradizionale dato che cela al suo interno un particolare inserto in materiale viscoleastico inglobato tra le fibre del composito in specifiche sezioni del manubrio allo scopo di smorzare vibrazioni più efficacemente e più velocemente rispetto ai tradizionali manubri in carbonio. L’inserto viscoelastico può così ridurre l’affaticamento alle mani e migliorare di conseguenza il controllo e la precisione di guida.
Le quote geometriche del Rockstock ricalcano quelle del Baslerstab con 800mm di larghezza (accorciabile fino a 740mm), upsweep di 6 gradi e backsweep di 9 gradi. Fa eccezione il rise che è di 20mm invece che 15mm. Il peso dichiarato per il Rockstock è molto basso con soli 189 grammi e il responso della bilancia è di poco superiore con 200 grammi tondi.
Il diametro del Rockstock è di 31.8mm e non è prevista una versione da 35mm poiché in Faserwerk dichiarano di aver trovato il giusto equilibrio tra prestazioni, peso e robustezza con il diametro standard. Al centro del manubrio troviamo laserati i riferimenti per il centraggio e la regolazione dell’inclinazione, semplici e funzionali. A lato, appena fuori dall’area di serraggio dell’attacco manubrio, la scritta Faserwerk molto discreta che è l’unica scritta che resta visibile una volta installato.
Ho iniziato il test con il Baslerstab che ho usato per diverse settimane per poi sostituirlo con il Rockstock e infine ho fatto una prova “back to back” tra i due manubri Faserwerk e il manubrio ENVE che utilizzo abitualmente ormai da oltre un anno, sostituendo i tre suddetti manubri a rotazione sullo stesso percorso. Il Baslerstab ha una posizione di guida decisamente particolare con angoli accentuati che implicano un minimo di adattamento da parte del rider, per lo meno per chi, come il sottoscritto, predilige manubri con angoli minimi. Va anche considerato che i cockpit integrati non consentono la regolazione dell’inclinazione del manubrio che invece varia in base all’angolo di sterzo della bici, quindi su una bici con 64° di angolo di sterzo come la Essential, l’inclinazione risulta ulteriormente accentuata rispetto a una bici con 66° come per esempio la Evolve FS, restando in casa ARC8. Tuttavia, una volta fatta l’abitudine alle geometrie del Baslerstab, si apprezza il comfort a discapito di un po’ di aggressività nella guida.
Il comfort del Baslerstab non è solo frutto delle sue geometrie ma anche, o forse soprattutto, della sovrapposizione delle fibre studiate per offrire il miglior assorbimento delle vibrazioni. Nel confronto diretto con l’ENVE, è realmente percepibile la differenza sotto questo aspetto. Il Rockstock, pur avendo le stesse geometrie dichiarate, ha una posizione di guida leggermente diversa e devo ammettere che ho faticato un po’ per trovare la regolazione dell’inclinazione che mi soddisfacesse. In termini di assorbimento delle vibrazioni è incredibilmente confortevole quindi l’inserto viscoelastico svolge bene la sua mansione, smorzando le vibrazioni senza tuttavia inficiare la rigidezza del manubrio che è solido e preciso.
Con i manubri Faserwerk, ARC8 ha portato a un livello superiore il concetto di comfort durante la guida. Le geometrie offrono una posizione di guida rilassata e l’assorbimento delle vibrazioni riduce notevolmente l’affaticamento a mani e avambracci, mantenendo un controllo molto preciso dello sterzo. Il peso ridotto non va a discapito della solidità e offre un valore aggiunto per chi pone particolare attenzione alla bilancia.
La seconda bici in alluminio di Atherton Bikes è la S.150. Eccovi tutti i dettagli.…
EXT presenta la Vaia, la sua forcella a steli rovesciati a doppia piastra di cui…
Abbiamo le gare di XC, di Downhill, di Enduro, ma nessuna di All Mountain. Con…
Della serie "front cattive", eccovi la Kona Honzo in acciaio di Livijus75, con tanto di…
Mondraker presenta la Arid Carbon, una gravel con telaio in carbonio, la prima del marchio…
Quando si parla di gare di MTB XC, Nino Schurter è indubbiamente il più grande…