[Test] Marzocchi 55 Micro Switch TA

La Marzocchi 55 Micro Switch TA sarebbe stata considerata fino ad un paio di stagioni fa come la più classica delle forcelle da enduro: formato ruota 26″, aria come elemento elastico, corsa di 160 mm riducibile a 120 mm, struttura bella massiccia, perno passante da 20 mm e peso abbondantemente oltre i 2 Kg.

Ha ancora senso un prodotto di questo tipo ora che, specie in ambito 27.5″, il trend sembra quello della ricerca della leggerezza pur a discapito di un po’ di rigidità?

Da diversi mesi stiamo strapazzando questa 55 su una bici da enduro, sia in giri pedalati che per giornate meccanizzate, ed ora cercheremo di darvi una risposta…

 

Analisi statica

Grazie alle grafiche ben evidenti ed agli steli da 35 mm trattati al nichel con la caratteristica finitura “acciaio lucido”, la 55 si fa notare ed è difficilmente confondibile con altre forcelle. A proposito degli steli, dobbiamo segnalare che rispetto ad altre finiture abbiamo notato una maggior propensione a macchiarsi. Chi ha una cucina con finitura acciaio lucido capirà al volo di cosa parliamo, a chi invece manca questa gratificante esperienza diciamo che si tratta di un problema meramente estetico risolvibile in una manciata di secondi con una passata di straccio. Da un punto di vista più pratico, la cura costruttiva appare molto buona sia a livello generale che per quanto riguarda i registri, questi ultimi ergonomicamente ben realizzati ed agevolmente azionabili anche con i guanti.

A forcella nuova, le classiche pompate da fermo rivelano un minimo di ruvidità nei primissimi mm di corsa. Dopo un periodo di rodaggio il fenomeno è praticamente scomparso e la forcella è diventata fluida e sensibile anche ad inizio corsa.

Veniamo ora alle regolazioni disponibili ed al loro funzionamento:

il pomello di controllo del rebound, posizionato alla base del fodero sinistro, è regolabile su 25 posizioni. Il funzionamento è fluido e le diverse posizioni sono ben distinte. Nonostante l’assenza di coperchi di protezione, la posizione incassata all’interno del fodero permette di dormire sonni abbastanza tranquilli.

 

 

Sempre sul lato sinistro, ma questa volta in cima al fodero, troviamo l’idraulica TST Micro mediante la quale si gestisce la compressione. Il registro esterno di colore nero dispone di cinque posizioni: con effetto crescente ruotando il registro in senso orario, le prime quattro permettono di impostare la frenatura in compressione. La quinta posizione corrisponde invece al blocco, la cui soglia è regolabile mediante il registro color oro a variazione continua (otto rotazioni complete) posizionato all’interno del registro della compressione stesso. Anche in questo caso l’azionamento è agevole, ma a voler fare i pignoli gli scatti del registro esterno avrebbero potuto essere un po’ più distinti, in particolare per quanto concerne il passaggio dalla quarta alla quinta posizione (quella di blocco).

Marzocchi non specifica se la frenatura agisce sulle alte o basse velocità, il che potrebbe far supporre che in teoria agisca su tutto lo spettro. Pompando la forcella a bici ferma, quindi a quelle che possono essere considerate basse velocità, l’azione del registro sulle prime quattro posizioni è praticamente impercepibile. Diverso il discorso per quanto riguarda la posizione cinque, che a seconda dell’impostazione del registro color oro passa da una marcata frenatura della compressione al quasi blocco (per affondare la forcella di pochi cm serve parecchia forza). La prima condizione potrebbe persino essere sfruttata dai rider non troppo leggeri come frenatura della compressione in discesa, magari sul molto ripido e lento, ma non vi garantiamo che a lungo andare l’idraulica non ne soffra.

Alla base del fodero destro troviamo la valvola per il precarico dell’aria, opportunamente protetta da un coperchietto filettato che si avvita sulla valvola stessa. Settando la forcella, restiamo sorpresi nel constatare che i valori di pressione suggeriti da Marzocchi sposano (quasi) i nostri gusti, dato che solitamente utilizziamo pressioni superiori a quelle indicate. Si tratta tuttavia di valori di massima, visto che ne vengono indicati tre per un range di peso del biker che va da 60 kg a 105 kg.  Nel nostro caso, per un peso in ordine di marcia di circa 75 kg, carichiamo un po’ più di 110 psi (valore suggerito per rider di 65-85 Kg).

 

In cima al lato destro troviamo infine lo Switch TA, mediante il quale è possibile abbassare l’escursione della forcella da 160 mm a 120 mm ruotando in senso orario il registro di circa 45°. La forcella scende e risale in modo fluido senza che sia necessario schiacciarla o tirarla verso l’alto con forza eccessiva. L’entità dell’abbassamento, circa 35 mm, è leggermente inferiore ai 40 mm dichiarati. Poco male, visto che 120 mm di travel sono persino pochi su una forcella di questo tipo e spesso producono più danni che vantaggi (sensazione di frenatura della bici ed eccessivo abbassamento del movimento centrale).

 

Il perno passante QR20 della 55 è comodo e funzionale: lo si avvita fino ad avvertire una leggera resistenza, dopodichè si chiude la leva QR. Nel caso in cui la forza richiesta per chiudere la leva sia troppa o troppo poca, la si riallenta e si svita o avvita leggermente il perno. In altre parole, l’intensità del serraggio dipende da quanto a fondo viene avvitato il perno.

 

 

Sul campo

Per quanto riguarda la salita non c’è molto da aggiungere rispetto a quanto detto nel capitolo precedente: il sistema di riduzione della corsa STA funziona a dovere, la forcella si indurisce leggermente ma non al punto di risultare troppo nervosa. Nessun problema neppure con il blocco e relativa regolazione della soglia. Dal punto di vista del peso, i 2335 g da noi rilevati non sono certo un record, specie pensando a cosa offre ora il mercato a pari escursione nel formato 27.5″ (fronte sul quale si sta muovendo anche Marzocchi con la 350, ma a quanto pare la commercializzazione avverrà nel 2015).

Inizia la discesa ed inizia la festa, ma andiamo con ordine cominciando dalla risposta elastica: la 55 è sensibile, ben sostenuta a metà corsa e con una notevole progressività che permette di “andare grosso” in tutta tranquillità. Per rendere l’idea di quanto sia marcata la progressività finale vi diciamo che, a forcella praticamente scarica, è comunque necessario dare un’energica pompata per andare a pacco. Eccessivamente progressiva, dunque? Nì, perchè se da un lato è oggettivamente difficile sfruttare tutta la corsa (noi non ci siamo mai riusciti), dall’altro la progressività si manifesta in modo molto graduale senza scaricare sulle braccia gli urti in modo improvviso (presente la faticosità di certe forcelle “vuote” su buona parte della corsa che murano negli ultimi mm?). Una forcella dalla risposta “piena” significa inoltre reattività dell’avantreno e velocità in uscita dalle curve dove è possibile andare in appoggio. Un ulteriore lato positivo della faccenda è che la 55 permette di sconfinare anche verso utilizzi piuttosto gravosi (leggasi salti e drop) senza troppi patemi d’animo.

La regolazione della compressione, come già rilevato, non sembra di fatto sortire grossi effetti, e questa è forse l’unica pecca imputabile a questa forcella per quanto concerne l’utilizzo in discesa. Bisogna in ogni caso dire che la frenatura “standard” è abbastanza azzeccata, e solamente sul molto ripido percorso ad andatura contenuta abbiamo effettivamente sentito la necessità di maggior sostegno. Quando l’abbiamo portata su discese di tipo vert abbiamo perciò ovviato aumentando leggermente la pressione dell’aria, anche se si tratta di un ripiego che rende la forcella un po’ più nervosa nel momento in cui pendenza ed entità degli ostacoli si ridimensionano.

Il controllo del rebound si fa invece sentire, anche in senso letterale. Il tipico sibilo è infatti piuttosto accentuato, ma soprattutto la forcella si riestende in modo ben controllato anche a seguito di forti compressioni e non si hanno repentini e pericolosi scompensi di assetto. Ciò permette di impostare un ritorno piuttosto veloce, a tutto vantaggio della reattività di guida e della prontezza nell’assorbimento degli ostacoli in veloce sequenza.

Per quanto il fondo possa essere sconnesso, la 55 trasmette sicurezza non solamente in virtù delle ottime doti di assorbimento, ma anche per la precisione con cui la ruota anteriore mantiene le linee e resta incollata a terra conferendo stabilità all’avantreno, segno che anche sul fronte della rigidità i tecnici Marzocchi hanno fatto un buon lavoro.

 

Affidabilità

Dopo circa un mese di utilizzo discretamente intenso, la forcella perdeva una anomala quantità d’olio dalla valvola dell’aria (ovviamente solo nel momento in cui la valvola veniva aperta). Il controllo della compressione sembrava inoltre aver perso efficacia anche nella posizione di blocco, la quale inizialmente funzionava bene.

Mandata in assistenza, in una ventina di giorni Marzocchi ci ha fatto riavere la forcella sistemata. Entrambi i problemi erano stati determinati da due o-ring leggermente sotto il minimo di tolleranza. Da allora la forcella non ha più manifestato malfunzionamenti, ma è ancora presto per dare un giudizio definitivo in termini di affidabilità nel tempo.

 

Conclusioni

La 55 Micro Switch TA è secondo noi un’ottima scelta per l’utilizzo prettamente discesistico, in particolare sui tracciati impegnativi e veloci dove è veramente difficile metterla in crisi. Peccato per la scarsa efficacia del registro della compressione e qualche riserva sul fronte dell’affidabilità, aspetto sul quale vi terremo aggiornati (la forcella è tutt’ora in uso).

 

Dati tecnici e prezzo

Peso rilevato (cannotto da tagliare): 2335 g

Corsa rilevata: 158 mm

Prezzo di listino: 1029 Euro

marzocchi.com

Le foto in azione sono di bikerdipezza

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