3 mesi e mezzo di allenamento e 6 giorni di gara. Questo è quanto ha dovuto sopportare il misuratore di potenza della SRM montato sulla nostra Ibis Ripley che poi il sottoscritto avrebbe usato alla Swiss Epic Flow.
Per chi legge assiduamente MTB-MAG il misuratore di potenza è uno strumento che non dovrebbe suonare nuovo, per tutti gli altri rimandiamo ad un articolo ad hoc pubblicato un po’ di tempo fa. Di base, il misuratore di potenza serve ad allenarsi con più precisione di quanto offerta dal classico cardiofrequenzimetro, come spiegato nell’articolo linkato. I cugini stradisti ne fanno già ampio uso, ma ormai anche nella MTB se ne vedono sempre più in giro, anche nelle discipline gravity, grazie alla sua precisione per i piani di allenamento mirati.
Per non perderci nella teoria ed andare subito a vedere il prodotto gentilmente concessoci in uso da SRM Italia, potete vedere nella foto qui sotto che il misuratore viene agganciato alla corona dello SRAM XX1. Questa operazione, per poter assicurare la maggior precisione nella taratura, viene fatta direttamente da SRM, a cui noi abbiamo spedito una guarnitura con giro bulloni 104mm.
I più attenti avranno già capito che non è possibile montare corone con una dentatura inferiore ai 32 denti (se non su pedivelle Race Face, con cui si scende fino al 30), proprio per il giro bulloni di 104mm. Lo spazio necessario per posizionare il misuratore di potenza non consente infatti di scendere con il giro bulloni, per poter montare corone più piccole. Se la cosa ad un primo momento potrebbe intimorire soprattutto chi gira su una 29 pollici, dove è necessario una discreta gamba per salire le rampe più ripide con il 32, con il tempo, e soprattutto con l’allenamento che si presuppone uno vada ad affrontare, si relativizza.
Anche chi scrive all’inizio aveva dei dubbi nel montare il 32, visto che giro in gran parte per montagne piuttosto ripide ma, grazie ad un allenamento mirato ad aumentare anche la tensione muscolare, con il tempo ho imparato a gestire situazioni con cadenza molto bassa.
A proposito di cadenza, l’SRM in prova ha nella confezione un sensore da applicare sotto il movimento centrale, di regola sotto i due cavi della tramissione, non presenti sulla Ripley. Così inizialmente è stato incollato con il nastro biadesivo della 3M (anche lui in confezione), ma dopo qualche infangata e lavaggio questi ha cominciato a staccarsi, per cui abbiamo optato per dell’indistruttibile nastro americano.
La precisione dichiarata da SRM è molto elevata, arrivando ad un margine di errore dell’1% nel calcolo dei watt. Per raggiungere tale valore è però necessario utilizzare il Power Control di SRM, che corregge le variazioni di temperatura durante una pedalata. Infatti i meccanismi del misuratore di potenza risentono dei cambi di temperatura, motivo per cui è necessario tararli con una semplice operazione prima di salire in sella ad inizio giornata. Un normale GPS, come quelli della Garmin, non tiene conto delle variazioni della temperatura nel calcolo dei watt.
Se in ambito stradistico avrete visto diversi atleti con un Power Control come quello in foto (Nibali), avrete anche notato che lo strumento viene agganciato alla parte anteriore del manubrio, in una posizione ottimale per il rider, che non deve abbassare lo sguardo dalla strada più di tanto, un po’ esposta però se si gira in MTB. Così noi abbiamo optato per l’utilizzo di un Garmin 810, pur sapendo che i valori non erano così precisi come quelli del Power Control.
Montata la pedivella e “accoppiato” il power meter al Garmin tramite ANT+ non c’è stato più nulla da cambiare durante i mesi di allenamento, se non il doversi ricordare di tarare il misuratore ogni giorno prima di allenarsi, operazione che richiede pochi secondi.
Mentre ci si allena i dati vengono registrati e mostrati dal GPS alla stregua di una cardiofrequenzimetro: ognuno avrà così le proprie zone su cui basarsi per l’allenamento. Niente di nuovo insomma, fin qui.
Il bello comincia quando si “dà gas”: se con un cardiofrequenzimetro il battito ci impiega un bel po’ prima di mostrare l’effettiva potenza sviluppata sui pedali, con un powermeter il dato è immediato, e anche uno scatto di soli 10 secondi avrà un senso, visto che si può vedere subito se ci si trova nella zona prefissata o meno.
A livello di analisi degli allenamenti il misuratore di potenza permette uno studio molto approfondito di come stia andando l’allenamento. Senza voler entrare nello specifico, visto che non è il mio lavoro, vi rimando all’analisi del mio allenamento fatta da Roberto Massa poco prima della Swiss Epic. Sapere dove ci si trova come potenza, rapportata al peso, aiuta a capire come stia andando l’allenamento e, tante volte, dove ci si trovi in classifica se si ha intenzione di partecipare a delle gare famose.
A livello mentale è uno stimolo in più a migliorarsi, perché il lavoro diventa tangibile, soprattutto quando si fanno dei test per misurare la potenza media su un arco di tempo, di solito 60 minuti. Con Roberto Massa abbiamo fatto queste prove ogni sei settimane, e devo ammettere che la cosa mi ha motivato ad allenarmi metodicamente per migliorare i miei valori.
La batteria del powermeter in test si è scaricata completamente il 10 ottobre, dopo 4 mesi di uso intenso. SRM dà come durata media 700 ore di utilizzo. Per poterla cambiare è necessario spedire il misuratore da SRM.
Per il resto non ci sono stati problemi di alcun tipo: acqua, fango, cadute. Niente ha compromesso il funzionamento dell’SRM.
Se ci si vuole allenare seriamente, al giorno d’oggi non si dovrebbe fare a meno di un misuratore di potenza. La precisione e l’approfondita analisi dei dati di allenamento permettono di gestirsi al meglio, anche se non si è un Pro.
Nel caso specifico, il powermeter di SRM è funzionato senza problemi fino all’esaurirsi della batteria, rivelandosi robusto, preciso ed affidabile in ogni occasione.
Il cambio della batteria, che richiede la spedizione del misuratore a SRM, non è dei più felici, ma a quanto sappiamo SRM sta lavorando ad una soluzione alternativa. Sulla MTB moderne, inoltre, non è facile agganciare il sensore di cadenza sotto il movimento centrale. In questo caso un accelerometro risolverebbe il problema.
I prezzi sono ancora elevati, ma con un aumento della concorrenza dovrebbero scendere sensibilmente nel medio periodo.
Il PowerMeter costa 2.623 Euro completo di pedivelle e corona. Il Power Control costa 671 Euro. Prezzi di listino a cui viene applicato uno sconto del 5-10% anche ai privati.
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