Dopo aver testato la Scalp, macchina da DH race, torniamo ad occuparci di una bici di casa Nukeproof con la Mega, full da 150 mm di travel posteriore in grado di accettare all’anteriore forcelle da 150 mm sino a 180 mm (tutte le specifiche le trovate qui). Il nome parla chiaro e Nukeproof stessa non ne fa mistero: nonostante la Mega possa tranquillamente essere utilizzata in ambito all mountain a tutto tondo, il progetto è nato traendo ispirazione dagli eventi di DH Endurance in stile Megavalanche.
Analisi statica
La Mega ha una linea filante, merito delle caratteristiche geometriche (la bici è effettivamente bassa e “lunga”), ma anche del colore nero anodizzato e della semplicità delle linee. Niente arzigogoli di dubbia utilità pratica, dunque, ma semplici ed efficaci tubi tondi con un’unica curvatura sul top tube per contenere la quota di standover. Che in Nukeproof si siano concentrati sulla sostanza senza dare troppo peso alle tendenze del momento traspare anche da altri dettagli: le solide protezioni in materiale plastico che ricoprono i punti più esposti del telaio, ad esempio, piuttosto che la serie sterzo Warhead da 44 mm di diametro in grado di ospitare cannotti conici o da 1 1/8. Per quanto riguarda il fissaggio della ruota posteriore, affidato ad un perno passante col marchio di casa ma di fabbricazione DT Swiss, Nukeproof non sposa il sempre più diffuso standard con battuta da 142 mm ma rimane sul classico 135 mm. Idem con patate per il passaggio cavi, completamente esterno (che se ben realizzato è tutt’altro che uno svantaggio).
La sospensione posteriore è di tipo monocross assistito, con la robusta biella di rinvio infulcrata su di un altrettanto robusto gusset posizionato all’incrocio fra top tube e seat tube. Nukeproof dichiara 3.1 kg per il telaio senza ammo, un peso non contenuto ma che contribuisce a fare della Mega uno dei telai più rigidi che ci siano capitati fra le mani. Ci riferiamo in particolare al carro, la cui flessione è quasi impercettibile anche spingendo lateralmente con molta forza la ruota posteriore.
Il montaggio della versione Team proposta da Scout, importatore per l’Italia, differisce da quelli che trovate sul sito della casa madre. In comune è la componentistica marchiata Nukeproof, abbondante e di ottima fattura. I risultati in termini di peso finale non sono da urlo, ma funzionalità ed affidabilità sono garantite e non a caso non abbiamo registrato il benchè minimo inconveniente per tutta la durata del test. Se un appunto lo dobbbiamo muovere lo facciamo al collarino reggisella, la cui chiusura è affidata ad un bullone a testa esagonale. Data la presenza del reggi telescopico la necessità di intervenire sull’altezza del cannotto reggisella è effettivamente ridotta, ma su bici di questa categoria crediamo che lo sgancio rapido sia una comodità in più ad un costo assolutamente trascurabile in termini di peso.
Geometricamente la Mega è caratterizzata da una elevata quota di chainstay ed interasse, oltre che dal tubo sella piuttosto verticale. L’insieme di queste caratteristiche dovrebbe garantire una buona pedalabilità anche sulle salite più ripide ed impegnative e grandi doti di stabilità in discesa. Una volta in sella la vocazione della Mega traspare tuttavia chiaramente, dato che soluzioni geometriche e scelta della componentistica assecondano perfettamente i dettami attuali in termini di ricerca delle prestazioni discesistiche: movimento centrale relativamente basso, stem corto, piega larga e dal rize contenuto per il massimo controllo ed una guida aggressiva caricata sull’anteriore.
Il reparto sospensioni della Mega Team si affida ad una forcella Marzocchi 55 Micro Switch TA dal travel variabile 160-120 mm per quanto riguarda l’anteriore. Per la sospensione posteriore è invece stato adottato un Monarch RT3 di Rock Shox. Del Monarch parleremo al capitolo discesa, mentre per quanto riguarda la Marzocchi 55 dobbiamo dire che, nonostante una certa ruvidità di funzionamento se compressa a bici ferma, il comportamento sul campo è stato del tutto soddisfacente. Qualche perplessità l’abbiamo solamente sulla regolazione della compressione, la cui efficacia ci è parsa dubbia. Veloce ed efficace invece il meccanismo di riduzione del travel, per quanto sulla Mega non si dimostrerà indispensabile.
Le Kenda Nevegal single ply da 2.35″ sono una garanzia in quanto a tenuta, ma sui fondi rocciosi non permettono di scendere più di tanto con la pressione. Le affilate rocce del Monte Tamaro ci hanno rinfrescato la memoria un giorno che ce n’eravamo scordati:
Salita
I fondi scorrevoli sono quelli ideali per valutare quanto un carro sia affetto da bobbing, e da questo punto di vista la Mega si comporta decisamente bene. E’ tuttavia difficile stabilire quanto merito vada al carro e quanto all’ammortizzatore, la cui frenatura in compressione è molto marcata anche con il floodgate nella posizione più aperta. Grazie all’angolo sella di 75°, anche chi ha un elevato fuorisella (è il nostro caso) pedala in una posizione favorevole. Tutte rose e fiori, dunque? Non proprio, perchè rispetto ad altre enduro la Mega ci è parsa piuttosto dura da spingere in salita. La scarsa scorrevolezza delle Nevegal ed il set ruote non leggerissimo spiegano in parte il fenomeno, ma non totalmente. Sul tecnico e/o molto ripido è nuovamente l’angolo sella (e la quota di chianstay) a venire in aiuto: il peso ben avanzato fa sì che la bici non perda facilmente direzionalità, con l’ulteriore vantaggio di non dover abbassare la forcella neppure sulle pendenze elevate. La presenza del telescopico permette di ovviare anche a quello che sarebbe un inconveniente legato alla verticalità del tubo sella, vale a dire la diffcoltà nelle ripartenze da fermo per via della maggior altezza da terra: si abbassa la sella quel minimo che basta, si riparte e la si rialza senza compromettere il controllo del mezzo grazie al comando remoto. Nel superamento delle asperità più grosse il carro non insacca, ma se affrontate con i rapporti più corti il pedal kickback da un po’ di fastidio.
Discesa
Cominciamo con ciò che non ci ha convinti, dato che in definitiva si tratta di una sola cosa: la scarsa sensibilità della sospensione posteriore, quasi certamente determinata da un’eccessiva frenatura in compressione del Monarch. Il fenomeno è evidente ad andatura contenuta, mentre all’aumentare della velocità e della violenza degli impatti il carro assorbe a dovere e la bici è perfettamente stabile. Al termine di discese lunghe e particolarmente sconnesse abbiamo inoltre notato un evidente surriscaldamento dell’ammortizzatore, fattore che di certo non ne ottimizza le prestazioni. La nostra opinione è che una bici come la Mega meriti qualcosa di più adeguato come unità ammortizzante. Magari un Monarch Plus RC3, se si volesse restare in casa RS, disponibile nella misura 200 x 57 mm e che non dovrebbe dare problemi di ingombro.
Chiuso il discorso ammo, torniamo al comportamento della bici: i terreni dove la Mega si esalta sono quelli veloci, sia su fondo compatto che sconnesso. Nel primo caso per la precisione con cui tiene le linee e la reattività con cui risponde in fase di rilancio. Sullo sconnesso grazie alla grande stabilità e sicurezza che infonde anche sul ripido. In fondo non è altro che la conferma sul campo di quanto analizzato in termini di soluzioni geometriche e comportamento della sospensioni: interasse e chainstay lunghi, angolo sterzo sufficientemente disteso, altezza del movimento centrale contenuta, piega larga su stem corto, sospensione posteriore un po’ legnosa ma poco incline all’affondamento in fase di spinta sui pedali.
Nonostante l’accentuata frenatura in compressione dell’ammortizzatore, la Mega sfrutta a dovere il travel disponibile. Il finecorsa ogni tanto ci scappa, ma mai violento se non si ha la pretesa di spingere il mezzo in campi d’azione per cui non è previsto. Rimane il dubbio su come si comporterebbe la sospensione nel caso in cui si montasse un ammo meno frenato in compressione, nel caso in cui non fosse più progressivo del Monarch RT3.
E sul lento? Qui vale la pena fare una distinzione: sul tecnico, anche se al limite del trialistico, la Mega è precisa e sicura ed in definitiva si comporta molto bene. Nel guidato lento, in particolare se poco pendente, richiede invece un po’ più di decisione ed una guida maggiormente aggressiva rispetto ad altre bici di pari categoria. Diciamo che, in linea generale, la Mega è più una bici da “tenere giù” facendola correre al massimo che un giocattolino per i trick a bassa velocità.
Conclusioni
A dispetto dei soli 150 mm di travel posteriore, valore ormai tipico delle bici all mountain, la Mega Team è una enduro con spiccate propensioni discesistiche. Più impegnativa di altre “colleghe” sui giri pedalati con molto dislivello, è invece perfetta per chi ama spingere a tutta in discesa e magari trascorrere anche qualche giornata in park.
Attitudine d’uso
Problemi riscontrati nel corso del test
_Il freno posteriore era spugnoso sin dal primo utilizzo. La situazione non è peggiorata in modo sensibile nel corso del test.
Pesi e dati geometrici rilevati
Interasse: 1194 mm
Angolo sterzo: 66°
Corsa anteriore: 160 – 120 mm
Corsa posteriore (valore dichiarato): 150 mm
Corsa/interasse ammortizzatore: 200 x 57 mm
Altezza movimento centrale: 340 mm
Affondamento sella (quanti mm il reggi può essere inserito nel tubo sella): 320 mm
Peso versione in test senza pedali tg. L: 14.730 kg
Peso ruota ant completa*: 2162 g
Peso ruota post completa*: 2500 g
* = ruota in ordine di marcia, quindi incluse coperture, dischi e pacco pignoni. Sono esclusi i perni di fissaggio.
Montaggio:
_TELAIO NUKEPROOF MEGA ENDURO C/MONARCH |
_RUOTA ANT. NUKEPROOF GENERATOR QR 20 |
_RUOTA POST. NUKEPROOF GENERATOR 135 MM |
_FRENI FORMULA RX |
_COPERTURA KENDA NEVEGAL 26X2.35 |
_PIEGA NUKEPROOF WARHEAD 760 RISE 20 MM |
_ATTACCO MANUBRIO NUKEPROOF WARHEAD STEM |
_MANOPOLE NUKEPROOF ELEMENT |
_SERIE STERZO NUKEPROOF WARHEAD 1-1/8 |
_COMANDI SRAM X9 TRIGGER 10V |
_FORCELLA MARZOCCHI 55 MICRO SWITCH TA |
_DERAGLIATORE SRAM X9 2X10 |
_CAMBIO SRAM X9 10V |
_GUARNITURA TRUVATIV AKA 24-36 |
_TENDICATENA SHAMAN COMMANDER |
_CATENA SRAM PC 1051 |
_CASSETTA SRAM 1070 11/36 12/36 |
_REGGISELLA ROCK-SHOX REVERB |
_SELLA NUKEPROOF PLASMA TI |
Prezzo:
3550 Euro
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