Canyon presenta la nuova Spectral, ovvero una delle bici più polivalenti in commercio. Da quando fu presentato il modello precedente nel 2021, l’ho usata assiduamente in moltissimi frangenti: lunghi giri alpini, giornate in bike park, weekend a Finale Ligure con servizio shuttle e una marea di pedalate in giornata sui sentieri di casa. La Canyon Spectral 2024 non è stata stravolta, anche perché non ce n’era bisogno, ma ha subito dei cambiamenti interessanti ed è leggermente ingrassata, ma andiamo con ordine.
Il modello che viene presentato oggi è il CF, cioé quello in carbonio. Non è quindi del tutto paragonabile alla Spectal CFR che ho usato fino all’altro giorno, in termini di peso (solo di telaio c’erano 300 grammi di differenza fra CF e CFR), ma questa nuova in taglia L e formato mullet ha fermato l’ago della bilancia sui 14.8kg senza pedali, contro i 14.3 della CF 29/29, che avevo provato qui. La cura “ingrassante” si vede ad occhio nudo, visto che il triangolo anteriore è molto più massiccio rispetto al passato e questo è dovuto principalmente a 2 fattori:
Per farceli stare, Canyon ha dovuto allargare sia il tubo orizzontale che quello obliquo. A livello di design la nuova Spectral è un vero spettacolo, in particolare il modello LTD “Anti Matter” che vedete qui, ma a livello pratico è cambiato qualcosa? Scopritelo nel video, o leggete il testo più sotto.
A prima vista La Canyon Spectral non è cambiata a livello geometrico: stesso angolo sterzo, stesso angolo sella. Attenzione però che cambia decisamente il reach per ogni taglia, tanto che la L, quella che uso, è passata da un reach di 485mm ad uno di 500mm. Pensavo che mi fosse troppo grande, invece mi ci sono trovato bene dato che la posizione in sella rimane compatta. Consiglio comunque di seguire la loro guida sulle taglie: se potessi, probabilmente prenderei una M. Sono alto 179cm e ho una distanza sella – movimento centrale di 74cm.
Il carro in formato mullet è lungo 429mm, che diventano 437mm se si gira il flip chip per farci stare la ruota da 29 pollici. La nuova Canyon Spectral è quindi più camaleontica della vecchia.
La cinematica è rimasta simile, ma non uguale: Canyon ha diminuito leggermente l’anti-squat, cosa che mantiene ottima la pedalabilità in salita anche ad ammortizzatore aperto ma che aumenta la sensibilità ai piccoli urti e la linearità della sospensione. Rimane ben sostenuta a metà corsa e progressiva a fine corsa, e va notato che l’escursione è scesa a 140mm al posteriore e a 150mm all’anteriore, contro i 150/160 del modello precedente.
Per me una grande differenza l’avrebbe dovuta fare la ruota da 27.5″ al posteriore: mi aspettavo meno trazione e più difficoltà a tenere l’anteriore incollato al terreno sul ripido in salita, ma così non è stato, tanto da non farmi rimpiangere il 29″. Lo proverò in futuro, ma per il momento sono contento così, anche perché in discesa è più facile pompare la bici sugli ostacoli.
Se da un lato il peso maggiore si sente in salita, dall’altro in discesa la Spectral è diventata ancora meglio non solo grazie alla sospensione, ma soprattutto al K.I.S. Se all’inizio ero molto scettico su questo sistema e sui vantaggi che avrebbe portato, regolandolo alla massima tensione ho notato come lo sterzo sia diventato molto più stabile quando serve, cioé nei tratti scassati e nelle curve veloci. Me ne sono accorto passando da una bici con ad una senza K.I.S. sugli stessi sentieri: nel secondo caso ho bisogno di più forza nelle braccia per direzionare la bici, e in generale il mezzo mi sembrava più ballerino.
La tensionatura del K.I.S è facilissima: basta spostare la placca in plastica che si trova sull’orizzontale avanti o indietro, svitandola e avvitandola con una brugola del 4. Operazione fattibile anche su trail, usando il multitool che si trova sotto l’orizzontale stesso.
Veniamo dunque al secondo punto, il vano portaoggetti. È dotato di un sistema di chiusura molto funzionale e facile da usare: basta sollevare la parte sinistra dello scafo in plastica per aprirlo.
Essendo il tubo obliquo bello grande, il vano è molto capiente, tanto da poterci far star dentro una giacca. Il buco però è corto, e non ci entra una pompa con un volume decente (vedere video). Motivo per cui l’astuccio in dotazione ha delle tasche per le cartuccie CO2. Eventualmente la pompa può venire fissata sotto l’orizzontale, visto che ci sono due fori per un eventuale borsello.
Torniamo alle sensazioni di guida: Canyon dice di aver diminuito la grandezza dei foderi posteriori per renderli meno rigidi. Ho qualche dubbio su questa affermazione, perché non mi è mai sembrato che la vecchia Spectral avesse un carro troppo rigido. Piuttosto, credo che si sia voluto risparmiare del peso per controbilanciare l’ingrassamento del triangolo anteriore. Resta il fatto che il carro è rigido il giusto anche sulla nuova Spectral, e che ci sono 3 mm in più di spazio per i talloni.
La nuova Spectral è molto silenziosa, grazie al passaggio dei cavi interno guidato e ad un parcolpi molto genersoso posto sul fodero basso destro. C’è anche da dire che la nuova trasmissione SRAM AXS T-Type tiene la catena molto tensionata, diminuendo il suo sbatacchiamento. Sulla Spectral CF LTD troviamo la versione XX con guarnitura in carbonio. Fantastica nel suo funzionamento sotto sforzo e molto robusta grazie alla mancanza del forcellino posteriore.
Il cockpit è pulito, anche grazie alla trasmissione wireless, e soprattutto non troviamo il passaggio dei cavi nella serie sterzo. Dalla foto qui sopra si vede che si può farli passare nel telaio e mantenere un look accattivante e soprattutto rinunciare ai plasticoni sulla serie sterzo e complicazioni nella manutenzione. Brava Canyon!
I freni sono degli SRAM Code SRC, per fortuna con dischi HS2. Spessi 2mm e con un disegno completamente diverso rispetto ai pessimi Centerline, rendono i Code dei freni decenti, anche se lontani dalla potenza di un impianto Shimano a 4 pistoncini.
Uno dei difetti che avevo riscontrato sulla vecchia Spectral erano i fori del passaggio cavi dal triangolo anteriore al carro: non erano protetti, dunque sporco e fango entravano nel telaio e andavano ad impastare il movimento centrale, che richiedeva una manutenzione frequente. Avevo trovato una soluzione mettendo una pellicola protettiva spessa che facesse da carterino, sul nuovo modello ci ha pensato Canyon con ben 2 protezioni per risolvere questo problema.
Anche sulla nuova Spectral troviamo il flip chip che abbassa o alza il movimento centrale di qualche millimetro. Io l’ho sempre lasciato nella posizione Low senza avere il problema di sbattere i pedali contro il terreno.
Probabilmente Canyon ha letto i miei test in cui mi lamentavo che, su diversi prodotti della concorrenza, si veniva a creare una piscina sopra il tubo piantone quando si lava la bici. Per evitare l’inconveniente la nuova Spectral è asimmetrica in quel punto permettendo all’acqua di defluire verso il lato sinistro.
Insomma, vale la pena passare dalla vecchia alla nuova Spectral? Se non avessi provato la nuova, vi direi di no, perché la vecchia è tutt’ora una bici moderna e molto polivalente. Sulla nuova però le prestazioni in discesa sono migliorate molto, sia per la cinematica modificata, sia per il sistema K.I.S. che, dopo una fase iniziale di scetticismo, mi ha convinto appieno. Alcuni dettagli migliorati e dei prezzi decisamente concorrenziali renderanno più facile la scelta.
Canyon Spectral CF LTD: 6.999€
Canyon Spectral CF9: 4.999€
Canyon Spectral CF8: 3.999€
Canyon Spectral CF7: 3.399€
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