[Test] Nuova Devinci Spartan Carbon 29

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Devinci ha dotato la Spartan di ruote da 29″ e l’ha rifinita con diversi dettagli che ne fanno un’arma da enduro race aggressiva e moderna, pronta a gareggiare sulle PS più toste dell’EWS oppure a sfidare gli amici sui trail di casa. Dopo diversi prototipi in alluminio realizzati lo scorso inverno direttamente nella sede canadese di Chicoutimi, seguiti da alcuni prototipi in carbonio, i tester Devinci, tra i quali Damien Oton, hanno approvato la versione definitiva della Spartan Carbon 29 che sarà in gara questo weekend alla finale EWS di Finale Ligure e in commercio a partire dai prossimi giorni. Ne abbiamo ricevuto un esemplare in allestimento GX Eagle direttamente dal Canada per testarla in anteprima per voi.



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Dettagli

  • Materiale telaio: fibra di carbonio unidirezionale
  • Formato ruote: 29”
  • Geometrie variabili: sì
  • Corsa anteriore: 170mm
  • Corsa posteriore: 165mm
  • Mozzo posteriore: 157×12mm
  • Mozzo anteriore: 110×15mm
  • Interasse ammortizzatore: 205x65mm trunnion
  • Trasmissione: 1×12 (32t / 10-50)
  • Attacco per deragliatore: no
  • Attacco portaborraccia: sì
  • Disponibilità del solo frameset: sì
  • Garanzia: a vita
  • Peso dichiarato: 13,86kg
  • Peso verificato con bilancia Park Tool: 14,08kg

Fatta eccezione per la biella che comprime l’ammortizzatore, l’intero telaio è realizzato in fibra di carbonio unidirezionale con la tecnologia proprietaria di Devinci, denominata Devinci Monocoque Carbon Gravity (DMC-G). Questa tecnica di costruzione basata su stampi con anime in EPS, prevede particolari incroci di pelli di carbonio di diverso modulo per ottenere rigidezza e/o robustezza in base alle necessità dei diversi punti del telaio, mentre la resina è addizionata di nanoparticelle in grado di aumentare la resistenza diminuendo al contempo il peso. La nuova Spartan 29 è disponibile anche con telaio in lega di alluminio Optimum G04. Il sistema di sospensione è lo Split Pivot brevettato da Dave Weagle e ormai marchio di fabbrica di Devinci. Un sistema già di per sé molto valido nel fornire ottime quote di antirise che sulla Spartan 29 in particolare è stato ottimizzato per ottenere un comportamento davvero valido anche in merito all’antisquat.

Ben 165 i millimetri di corsa a disposizione delle ruota posteriore della Spartan 29, gestiti da un ammortizzatore metrico con attacco di tipo trunnion, nello specifico un RockShox Super Deluxe RC3 DebonAir con un Token installato di serie. La frenatura in compressione nella posizione Pedal non è molto marcata e stabilizza la sospensione senza ridurne sensibilmente la capacità di assorbire gli ostacoli, fornendo una trazione notevole quando si affrontano salite su fondo sconnesso, anche particolarmente tecniche. In posizione Firm la frenatura è maggiore e la sospensione diventa adeguatamente stabile per le salite scorrevoli, anche scattando in piedi sui pedali, ma continua a conservare una buona capacità di assorbimento degli urti. Il cinematismo della Spartan 29 ha una curva di compressione adatta a utilizzare anche ammortizzatori a molla.

Devinci resta in casa RockShox per tutte le sospensioni di ogni allestimento della nuova Spartan 29, sia in versione Carbon che nella versione in lega di alluminio. Sull’allestimento GX Eagle in prova troviamo una Lyrik RC DebonAir con cartuccia Charger2 da 170mm di escursione, con un Token installato di serie al suo interno. Tutti gli allestimenti prevedono forcelle con offset da 51mm tranne la versione GX Eagle LTD, che dispone di una Lyrik con offset da 42mm. Il funzionamento della nuova Lyrik, sostenuta e molto plush grazie rispettivamente alla cartuccia DebonAir e all’idraulica Charger2, si abbina molto bene con il comportamento della sospensione posteriore.

La trasmissione è interamente SRAM GX Eagle a 12 velocità, come si intuisce chiaramente dal nome dell’allestimento. Il mozzo posteriore della Spartan 29 è un SuperBoost da 157mm quindi per ottenere la corretta linea catena, nell’attesa che SRAM consegni le sue corone dedicate al SuperBoost, Devinci è dovuta ricorrere a corone OneUp Components per questa prima serie di montaggi. La corona di serie è da 32 denti, fondamentalmente adeguata alla destinazione d’uso della Spartan 29 che comunque, per chi volesse maggiore spinta, accetta corone fino a 38 denti. Il movimento centrale è di tipo DUB filettato. Le pedivelle sono da 170mm di lunghezza, fortunatamente dato che il movimento centrale molto basso, unito alla lunga escursione, porta a urtarle spesso sulle pietre. Se si desidera utilizzare un guidacatena, il telaio è dotato di attacco ISCG.

Le ruote scelte da Devinci per questo allestimento sono assemblate con mozzi Novatec, anteriore Boost e posteriore SuperBoost, uniti tramite 32 raggi per ciascuna ruota a cerchi asimmetrici RaceFace AR35, dove 35 indica i millimetri di larghezza interna del canale. In abbinamento a un canale così largo troviamo la versione Wide Trail dei copertoni Maxxis Minion, nello specifico un DHF da 2.5″ all’anteriore e un DHR II da 2.4″ al posteriore, entrambi in mescola 3C e con cascassa EXO. Le ruote sono predisposte con nastro e valvole per essere utilizzate in modalità Tubeless. Il carro della Spartan 29 può ospitare copertoni fino a 2.5″ di larghezza.

L’impianto frenante è uno SRAM Guide R con rotori Centerline da 200mm all’anteriore e 180mm al posteriore, dove l’attacco della pinza è PM 180 diretto. Come consuetudine per gli impianti Guide, anche questo esemplare ha sofferto di allungamento della corsa e di un leggero fading ma fondamentalmente ha mostrato potenza adeguata alla destinazione d’uso, anche se un freno più performante si sarebbe sposato meglio con le eccellenti prestazioni della Spartan 29. Viene da chiedersi quando i costruttori inizieranno finalmente a dare credito a freni dalle performance ineccepibili come i Formula Cura che purtroppo ancora non trovano lo spazio che meritano nel mercato OEM.

SDG ha realizzato una sella Fly Mountain personalizzata per Devinci. Il reggisella è un RockShox Reverb Stealth con comando remoto 1x. L’escursione prevista per la taglia M è di soli 125mm nonostante il telaio sia piuttosto slooped e il seat tube di conseguenza molto basso, difatti nel mio caso ci sarebbe stato abbondante margine per un reggisella da 150mm, che è la massima lunghezza compatibile per questa taglia. La compatibilità per la taglia S è invece di 125mm mentre per L e XL la compatibilità si estende fino ai modelli da 170mm di escursione.

Il cockpit prevede un attacco manubrio V2, il brand di componenti di Devinci, modello PRO con attacco da 35mm di diametro e 50mm di lunghezza. Il manubrio è invece fornito da RaceFace con un Aeffect R da 35mm di diametro, 780mm di larghezza e 20mm di rise. I due allestimenti top di gamma prevedono invece manubri da 800mm di larghezza.

Il passaggio dei cavi è completamente interno al telaio e al carro. I cavi si inseriscono nella zona di sterzo tramite apposite porte in plastica avvitate al telaio, dotate di fascette per bloccare i cavi in posizione. Escono nella parte superiore del tubo obliquo e proseguono verso il carro con un passaggio guidato da due fermi in plastica che si fissano tramite viti coassiali al perno di ancoraggio dell’ammortizzatore. Da qui proseguono all’interno del carro, il quale è protetto dagli urti della catena grazie a un guscio preformato in gomma dura che avvolge completamente il chainstay e da una protezione adesiva che ripara la parte del fodero alto più prossima alla cassetta. La parte inferiore del tubo obliquo è protetta da un guscio in carbonio rinforzato con fibre in Kevlar che è fissato tramite 3 viti e inglobato nel design del telaio.

Geometrie

La Spartan 29 offre la possibilità di modificare le geometrie su due posizioni tramite il classico flip chip che varia l’attacco del fodero alto rispetto alla biella e determina una differenza di circa mezzo grado sugli angoli e di quasi un centimetro sull’altezza del movimento centrale, che in posizione High risulta nella media rispetto alla maggior parte delle enduro da 29 dei competitor, mentre in posizione Low è davvero parecchio basso. La maggiore altezza del BB nei trail alpini, dove si rischia altrimenti di pestare molto spesso i pedali sulle rocce, è l’unico vantaggio concreto che ho riscontrato in posizione High mentre ritengo che la posizione Low rispecchi maggiormente il carattere deciso e aggressivo della Spartan 29.

In generale troviamo delle quote aggressive e ben equilibrate tra loro, con un chainstay piuttosto corto grazie all’adozione del SuperBoost, un angolo di sterzo ben disteso e un angolo sella molto verticale. Lo scopo principale del tubo sella così avanzato è ovviamente quello di fare spazio alla ruota da 29 pollici per tutti i 165mm di escursione, ma l’effetto collaterale della posizione più avanzata è apprezzabile sia in discesa dato che toglie la sella di intralcio che, soprattutto, in salita dove si ha un’ottima aderenza con una posizione decisamente dominante.

Salita

La Spartan Carbon 29 oggetto del test, in allestimento GX Eagle e in taglia M, oltrepassa di poco i 14kg ed è chiaramente una bici parecchio aggressiva e votata alla discesa, tuttavia sulle lunghe salite scorrevoli si lascia pedalare senza troppo sforzo, anche grazie alla posizione di guida ampia e piuttosto avanzata che non colloca il rider troppo verticale sulla bici. La scorrevolezza dei mozzi Novatec è molto buona e nel complesso si può macinare anche parecchio dislivello senza patire troppo la vocazione discesistica della nuova nata di casa Devinci.

Nelle salite tecniche invece la bici si trasforma in una divoratrice di ostacoli e fa dimenticare le quote geometriche piuttosto ingombranti di una enduro aggressiva, offrendo performance da trail bike. La trazione è impeccabile e la posizione avanzata permette di fare affidamento sul grip dell’avantreno che risulta sempre preciso e facilmente manovrabile, senza necessità di spostarsi in punta di sella. Nel tecnico e in generale nei rilanci si può pedalare in piedi anche in modo irruento senza che la bici si sieda o che oscilli eccessivamente anzi restituisce dinamicità e velocità, risultando agile e scattante.

Discesa

Bastano pochi metri verso valle per prendere confidenza con la Spartan 29, una bici nata per divorare i trail che fa sentire a proprio agio e in pieno controllo anche a velocità elevata… condizione alla quale ci si abitua presto viste le ottime performance discesistiche della bici. Personalmente mi sono trovato a migliorare tutti i tempi personali sui miei trail di casa, in ogni singola uscita, pur non sentendomi mai al limite o comunque in “modalità race” ma semplicemente divertendomi, chiaro sintomo di quanto la Spartan 29 offra ampio margine al rider per migliorare le proprie prestazioni in assoluta sicurezza.

La posizione di guida è centrale ma consente di spostarsi ampiamente verso l’anteriore o verso il posteriore in base alle necessità senza mai perdere aderenza sulla ruota opposta, per una sensazione di stabilità e di controllo davvero rassicurante. La maneggevolezza è ottima, anche grazie all’altezza ridotta del movimento centrale e in generale al baricentro molto basso. Le curve si affrontano in modo preciso e stabile mentre i cambi di direzione sono immediati. In questo gioca un ruolo importante anche il carro corto che aiuta a chiudere le curve in modo deciso mentre la sospensione garantisce sempre ottimo grip e altrettanta reattività per uscire di curva velocemente.

Nei tratti veloci e sconnessi la stabilità è entusiasmante e la Spartan 29 resta sempre bilanciata con le sospensioni che ingoiano sia gli urti in rapida successione che quelli più grossi senza scomporsi e restando sostenute e reattive, pronte a incassare il colpo successivo lasciando al rider il solo compito di concentrarsi sulla traiettoria. Il telaio molto rigido è determinante per la precisione di guida nello scassato e inoltre garantisce alla sospensione di lavorare in modo ottimale. Il Super Deluxe in alcune occasioni mostra qualche segno di affaticamento lasciando intuire che l’ottimo cinematismo della Spartan 29, con un ammortizzatore di qualità superiore, possa offrire prestazioni di livello veramente alto.

La guidabilità nel tecnico è impeccabile, sia nei tratti estremamente ripidi che in quelli dove la poca pendenza non aiuta a superare gli ostacoli e bisogna lavorare di più con braccia e gambe. Bilanciata e precisa, nonché intuitiva, spinge a tenere ritmi alti con la consapevolezza di riuscire a lasciarsi alle spalle i tratti più ostici tenendo lo sguardo già rivolto al passaggio successivo. Le sospensioni sostenute e reattive lavorano preferenzialmente nella parte centrale della corsa e per questo motivo lasciano sempre abbondante margine di assorbimento per gli urti più grossi, dando la sensazione di galleggiare sugli ostacoli. L’ottimo antirise del sistema Split Pivot garantisce inoltre il funzionamento della sospensione anche mentre si frena per cui si riesce a gestire la velocità anche nei tratti più tecnici e ripidi senza irrigidire la sospensione posteriore e perdere assorbimento e grip.

Conclusioni

Devinci ha realizzato un’arma da enduro race dalle performance tanto elevate che non ci sarà da stupirsi se la vedremo spesso sul podio alle gare di EWS. La Spartan 29 è da tenere assolutamente in considerazione da chi gareggia ma è anche un’ottima compagna di avventure per chi predilige una bici molto aggressiva per i suoi giri all mountain, che sa regalare soddisfazioni sia nelle salite tecniche che nelle discese più toste.

Allestimenti

Devinci mette a disposizione quattro allestimenti e un frameset per la versione Carbon della Spartan 29, disponibile in due colorazioni, mentre per la versione in lega di alluminio, disponibile in un’unica colorazione, gli allestimenti sono due oltre al frameset.

Prezzi

Spartan Carbon 29 X01 Eagle: €9.299
Spartan Carbon 29 GX Eagle LTD: €6.099
Spartan Carbon 29 GX Eagle: €5.399
Spartan Carbon 29 NX Eagle: €4.799
Spartan Carbon 29 frameset: €3.499

Spartan Alloy 29 GX Eagle: €4.199
Spartan Alloy 29 NX Eagle: €3.599
Spartan Alloy 29 frameset: €2.299

Devinci

Commenti

  1. Pietro.68:
    bella è bella.
    ma siamo sempre lì. mi domando come sia possibile che una 29" con 170 di escursione possa offrire "performance da trail bike"?
    allora le trail bike da 120/130 perchè si dovrebbero prendere???
    tanto vale andare tutti su "endurone" come questa.
    È cambiato molto nell'ultimo anno e mezzo. Personalmente non vedo perché prendersi una trail da 120, al momento, se non per questioni di peso. Ma anche lì, non si scenderà molto.
    È vero che nell'ultimo anno e mezzo sono cambiate le geometrie, ma oltre che dei vantaggi sia in salita che in discesa , è anche una questione di marketing in modo da metterci in condizioni di cambiare spesso bici.a cisono alternative molto più economiche tipo come ho adottato io come cambiare seri sterzo con un eccentrica che apri l'angolo ,abbassi il movimento centrale e verticalizzi il piantone e magari compensare il whellbase con un forcella con 46 di rake anziché 51 e la bici cambia di molto risparmiando soldini........
  2. Ma ancora insistono con i guide!Incredibile vanno sempre male e te li ritrovi su tutte le bici di serie.
    E con passaggio interno del tubo freno, così devi patire anche per cambiarli e rivenderli
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