Öhlins presenta la nuova forcella RXF34 m.2, che va a prendere il posto della RXF34 ed è stata pensata per il segmento downcountry. Disponibile con un’escursione di 120 o 130 millimetri, la nuova creatura del marchio svedese ha steli da 34mm e pesa 1.75 kg sulla nostra bilancia con cannotto tagliato a 19.5cm.
Ci è stata mandata qualche settimana fa, motivo per cui l’ho montata sulla Trek Top Fuel che avevamo in test, una combinazione perfetta. Prima di addentrarci sulle sensazioni di guida, vediamone i dettagli.
Dettagli Öhlins RXF34 m.2
- Nuova cartuccia OTX18 pensata per il trail riding
- Steli da 34 mm
- Diametro ruota compatibile: 29”
- Offset: 44 mm
- Escursione: 120 mm and 130 mm
- Perno passante flottante
- Peso rilevato: 175o grammi con 3 spacer
- Attacco freno post mount da 160mm, max 203mm
- Massima larghezza gomma compatibile: 29×2.6”
- Axle to crown: 541mm @ 130mm stroke
- Prezzo: 1.390€
La novità principale sta nella nuova cartuccia OTX18, nata dalla TTX18 che Öhlins utilizza nelle forcelle da enduro e da DH. Pesa circa il 30% in meno della sorellona da gravity ed è stata progettata per funzionare bene su sentieri veloci e fluidi, a detta degli svedesi.
La parte ad aria è dotata di una camera positiva e una negativa che si autobilanciano.
In cima allo stelo sinistro troviamo la regolazione della compressione alle basse velocità, distribuita su 15 click. La leva nera che vedete nella foto qui sopra ha invece tre posizioni per la regolazione della compressione alle alte velocità: tutto aperto, medio, tutto chiuso. Una sorta di lock out quasi completo: sul tutto chiuso la forcella si muove a malapena se uno la carica con un fuorisella.
In cima allo stelo destro troviamo la valvola per l’immissione dell’aria oltre che una ghiera, svitabile tramite la chiave per serrare la cassetta del cambio, che dà accesso agli spacer per la regolazione della progressività a fine corsa. La RXF34 m.2 da 130mm ha tre spacer inseriti di fabbrica, la 120mm ne ha due, per un massimo di cinque. Nella confezione si trovano 2/3 spacer.
Interessante il perno passante “flottante”, del tutto simile a quello dell’ultima generazione di forcelle Fox. Un sistema pensato per centrale la ruota al meglio sulla forcella e diminuire la frizione fra i due componenti.
In basso allo stelo destro troviamo poi la regolazione del ritorno con 16 click.
Classico il passaggio cavi e le decals gialle che fanno battere tanto il cuore ai motociclisti, e non solo a loro.
Öhlins RXF34 m.2 sul campo
Ai più attenti la nuova RFX34 non è sfuggita nel video in cui parlavo delle Fulcrum Red Zone Carbon. Pur avendola pixelata, era facile da capire che si trattasse di un nuovo prodotto di Öhlins grazie ai pomelli oro/blu. Il set up è molto semplice, come qualsiasi forcella ad aria: si gonfia la camera seguendo la tabella presente sull’adesivo incollato sul fodero destro e poi si fa il fine tuning a seconda delle proprie preferenze.
Pesando 71kg svestito, mi trovo nel range 66-85 psi e l’ho gonfiata inizialmente a 75 psi per poi salire ad 80. Sgonfiata completamente una volta tirata fuori dalla scatola, ho messo 35psi, pompato la forcella un paio di volte per equilibrare le camere, poi sono andato a 55 e ho ripetuto l’operazione per arrivare infine alla pressione finale, con un sag intorno al 22%.
Sono partito con una LSC a 8 click dal tutto aperto e 10 click di ritorno su 16, sempre dal tutto aperto.
Il carico di stacco è minimale anche da nuova, cosa che aiuta molto nell’assorbimento delle piccole asperità. Quella sensazione di burrosità che tanto piace a chi va in MTB. Serve dire che si abbina alla grande alla Trek Top Fuel? Con 10mm di escursione in più rispetto alla SID montata di fabbrica e un’idraulica più sensibile si riescono anche a perdonare 170 grammi in più, malgrado 1mm di diametro in meno degli steli.
La sensibilità ad inizio corsa è costante anche a metà e verso il fine corsa, cioé la RFX34 è molto lineare nel suo comportamento. Per questo motivo, tornato da Massa Marittima con un O-ring che continuava ad essere pericolosamente vicino alla piastra della forcella, ho aggiunto uno spacer, andando dunque a 4 su 5 massimi. La situazione è migliorata in maniera marginale: ho continuato ad usare tutta la corsa, senza impatti violenti o salti con atterraggi piatti. Di per sè una forcella lineare non è per forza un male, se non fosse che per i miei gusti la RFX34 era un po’ troppo vuota a metà escursione. Ho così aumentato la compressione alle basse, andando a 11 click dal tutto aperto ma, anche qui, è cambiato poco.
Intendiamoci, la scorrevolezza e la burrosità della forcella rasentano la perfezione, ma se uno ha uno stile di guida aggressivo troverà che mancano sostegno a metà e progressività a fine corsa. Ho scritto nel test della Trek Top Fuel che si va ben oltre quello che è il XC con una bici del genere, infatti lo definirei più trail riding che downcountry, soprattutto con una forcella da 130mm. Ecco, mi sarei aspettato più progressività dalla RFX34, nello stile della nuova Fox 34, e soprattutto un metà corsa più corposo che mi sostenesse di più in frenata e sul ripido.
Conclusioni
Burrosa, con un’idraulica supersensibile, la nuova Öhlins RXF34 m.2 copia il terreno e offre trazione a volontà. Non mi ha convinto la sua eccessiva linearità e una certa mancanza di sostegno a metà corsa, pur avendo giocato con le regolazioni e avendo messo 4 spacer sui 5 massimi.
Commenti