Il colosso orientale Sunrace ha recentemente presentato un’interessante novità sul fronte delle trasmissioni. Da qualche anno conosciuta e apprezzata per la linea di pacchi pignoni efficienti e robusti, ha introdotto sul mercato un deragliatore “modulare”, capace cioè di servire indifferentemente pacchi pignoni da 10, 11 e 12 velocità.
Pregio di non poco conto è il fatto che sia stato sviluppato per lavorare sui nuovi mega pignoni da 46 e 50 denti delle mtb di ultima generazione.
Sunrace è conosciuta per prodotti onesti, magari non leggerissimi, non all’ultimissima moda, ma affidabili e robusti e dal rapporto qualità prezzo invidiabile. Ecco, i prodotti oggetto di questa recensione seguono il medesimo filone, la cui fiolosofia trova perfetta rispondenza nel mondo delle e-mtb, in cui la lotta al grammo non è importante quanto lo è invece la ricerca di affidabilità e robustezza, e sinceramente anche nella mia personale visione della mtb.
Si tratta per la precisione dei seguenti prodotti:
comando cambio trigger SUNRACE DLMS230 MS 10 velocità.
Cambio posteriore deragliatore SUNRACE RDMS30 10 11 12 velocità in acciaio.
Il deragliatore si può avere in tre versioni, che differiscono sostanzialmente per il materiale della gabbia (acciaio, alluminio e carbonio). Io ho optato per la versione base, con gabbia in acciaio.
Con un esborso totale di 58€ (40 per il deragliatore e 18 per il manettino), si è pronti per cominciare.
Innanzitutto, perchè sostituire il deragliatore? Semplice> la bici in oggetto è una vecchia e gloriosa enduro da 26″ che 4 anni fa trasformai in e-mtb con un kit Bafang. Per via del progetto vecchiotto (2012), la bici nasceva con un pacco pignoni 11-32, e mal digeriva aumenti importanti di dentatura. Sono arrivato ad un 42, ma con grossi compromessi e modifiche non indifferenti nell’assetto del cambio (downgrade da 10v a 8v, modifica del braccetto di leva del cambio, ecc ecc ecc), come potete vedere in questo post. Dopo l’avvento in garage di una nuova ebike nativa, ho deciso di ripristinare la vecchia mtb per avere una bici da Bike Park e per farmi ogni tanto delle classiche pedalate. Ho deciso perciò di modificare i rapporti e installare una trasmissione monocorona 30T con pacco pignoni (sempre Sunrace) 11-46 10V. I problemi nascono proprio da qui, in quanto il deragliatore Shimano XT di serie non riesce a servire una dentatura così grande, e comincia ad essere in difficoltà già quando deve salire sul 40T (foto seguente).
Anche con la vite di registro a fondo corsa non si riesce a risolvere definitivamente, e nemmeno mettendone una più lunga. La prolunga del forcellino è spesso una buona soluzione, ed anch’io l’ho adottata, ma ho notato che ma nell’enduro più cattivo diventa un limite in quanto rende l’insieme più debole (il forcellino flette di più) e porta il deragliatore molto in basso, rendendolo più esposto agli urti. Ecco quindi il motivo della sostituzione. Il prezzo vantaggioso è un ulteriore incentivo.
Il deragliatore si presenta molto bene, con un aspetto bello curato e piacevolmente “tecnologico”. Scaricato sul braccetto per essere leggero, ma non troppo per poter avere “carne” a sufficienza per essere resistente. Si piazza grossomodo a metà tra il corpoluento e massiccio SRAM ed il “tonico” e asciutto Shimano.
A differenza di Shimano, il freno del deragliatore non è agevolissimo: la leva, rossa, è piccola e un po’ nascosta. La cosa è un vantaggio in off, perchè protetta dagli urti e dallo sporco, ma quello di Shimano è più agevole.
Curiosa la puleggia di rinvio del cavo di comando, pensata per isolare il tiro del cavo sul braccetto di comando e rendere la cambiata più precisa. L’idea è quella di disperdere meno precisione isolando la zona di tiro, rendendo il tutto più rigido. Il manettino, contrariamente al deragliatore, non fa una grande impressione: leggerino, minuto, sembra più un giocattolo che un comando “serio”.
Il feeling alle leve è molto leggero, e non regala una gran sensazione di precisione, così a primo acchito.
Il montaggio è facile, la regolazione dei fine corsa tramite le classiche vitine è immediata e pratica. Il passaggio del cavo sulla puleggia richiede un minimo di impegno, ma roba da poco. Una volta serrata la vite di bloccaggio, e sottoposto quindi il manettino al tiro della molla del deragliatore, ecco che il feeling al dito si fa più sostanzioso, ma sembre tendenzialmente leggero, e le cambiate avvengono con discreta precisione – ricordiamo sempre che non è un prodotto top di gamma – e soprattutto con piacevole “smoothness”, come dicono gli inglesi.
È quella sensazione che si può tradurre in “pugno di ferro in guanto di velluto”. Si avverte proprio che il passaggio di pignone avviene in maniera netta e robusta, ma allo stesso tempo con un tocco dolce e controllato. In tutto questo, il manettino offre un feeling in discesa di marcia davvero gasante, con una corsa ridottissima e leggera alla leva corta che rende la cambiata una vera schioppettata. Al contrario, in salita la sensazione è meno gradevole in quanto la corsa della leva è abbastanza lunga e soprattutto non uniforme, ossia con una prima parte meno sostanziosa con un irrobustimento del tiro verso fine corsa. Fatta l’abitudine a questo, però, resta su tutto un cambio efficace, bello robusto e tetragono a qualsiasi sollecitazione. Anche le cambiate brutte, quelle in pieno tiro in salita, insomma, quello che non si dovrebbe fare, vengono digerite molto bene, quasi col silenziatore.
La gabbia in acciaio, a dir la verità un filo ingombrante (con incroci forti, la catena tende a toccare e sfregare leggermente), è robustissima, forse persino troppo perché meno elastica è la gabbia, più sollecitato è il forcellino, e riflette la filosofia di base di questo prodotto, che non cerca la leggerezza assoluta.
Il collaudo è avvenuto sulla salita che da Andalo porta verso la cima della Paganella, con discese su alcuni dei trail del Paganella Bike Park. L’idea era quella di unire una salita lunga, su terreno anche scassato e con alcuni strappi ripidi, per poi scendere su trail molto impegnativi dove verificare la tenuta del freno del deragliatore e la robustezza a salti e botte varie. In quattro parole, bella salita, splendida discesa.
Ecco, nonostante le strapazzate in discesa, non ho mai avvertito il minimo calo di precisione ed il cambio è rimasto sempre silenzioso e imperturbabile.
Conclusioni
Questi nuovi prodotti Sunrace sono un’alternativa davvero valida ai competitor di mercato, e vantano un rapporto qualità prezzo e prestazioni/prezzo di assoluto rilievo. Non è il prodotto per i grammomaniaci, nè per i patiti della precisione assoluta, ma è mirato per chi bada al sodo e vuole un compagno di trincea per le escursioni più cattive, in cui non si deve badare a troppe sottigliezze.
Insomma, lo si monta e ce lo si dimenica, pensando solo a pedalare e a buttarsi nello scassato.