[Test] Orbea Oiz M-Team

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Alcuni mesi fa, vi abbiamo presentato la nuova Orbea Oiz 2023. Nelle ultime settimane abbiamo avuto la possibilità di testare il modello Oiz M-Team 2023 da 7.999 euro, nella versione standard ossia come viene proposta in acquisto sul sito con l’eccezione della colorazione, scelta da noi. Ricordiamo che sul sito è possibile personalizzare il colore e alcuni componenti upgradandola e personalizzandola già in fase di acquisto con il programma MyO.


Dettagli Orbea Oiz M-Team


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Ruote: 29 pollici
Telaio: carbonio
Escursione: 120mm davanti e dietro
Blocco sospensioni: 3 posizioni, comando a manubrio
Passaggio cavi: interno, con passaggio nella serie sterzo
Reggisella: telescopico meccanico, 100mm di escursione
Peso rilevato in taglia L, senza pedali, senza portaborraccia e con ruote latticizzate: 10.6 kg.
Prezzo: 7.999€

Vi rimando all’articolo di presentazione per ulteriori dettagli, mentre qui sotto trovate le geometrie.

Geometrie molto moderne, in cui spiccano un angolo di sterzo piuttosto aperto di 67° così come un reach abbastanza lungo di 472 in taglia L, quella in test.

La prova sul campo

Rispetto alla Rockrider xc 900S recentemente testata, la Oiz ha un BBdrop nella media per bici da xc (42 mm) , non ha dunque un movimento centrale più alto del normale, tuttavia l’inclinazione del piantone, che nella Rockrider era di appena 73°, in questo caso è di ben 76,5°. Così dritto che una volta regolata l’altezza sella corretta, ci si trova altissimi senza riuscire a toccare a terra nemmeno con entrambe le punte dei piedi, quando il reggisella telescopico è del tutto esteso. È solo una caratteristica che colpisce, questa altezza dal terreno, che non si tramuta però in un sostanziale problema nella pedalata.

Un tubo sella così verticale la rende in compenso forse la miglior full mai provata in salita. Una volta bloccate le sospensioni, è incredibile la facilità con cui si riescano a superare pedalando con grande naturalezza le stesse rampe ripide che con altre bici, anche front, spesso costringono al piede a terra per l’impennarsi dell’anteriore. Con la Oiz si riesce, senza troppo spostarsi in punta di sella e quindi senza cambiare angolo di spinta, a spingere bene perpendicolarmente sui pedali mantenendo trazione e al tempo stesso il peso del corpo non troppo arretrato.

Questa è la caratteristica che mi ha colpito di più e che in una gara può regalare qualche decina di secondi importanti. Spostando il focus sull’allestimento, la bici in test è un (quasi) top di gamma. Le manca, per posizionarsi al vertice, solo la trasmissione wireless, un componente comodo sinchè si vuole, ma nella sostanza ininfluente ai fini della prestazione (NB: non ho ancora provato il nuovo SRAM Eagle).

L’XTR è eccellente in ogni condizione di cambiata, sotto sforzo e non, sempre precisissimo. Il sistema frenante Shimano è potente e modulabile in ogni condizione. Reattività ottima nei cambi di ritmo, la Oiz in test è abbastanza leggera per essere una full con un reggisella telescopico e ha sospensioni che si bloccano perfettamente quando serve.

Si fa un po’ fatica ad adattarsi  al funzionamento inverso dello Squidlock, che sblocca le sospensioni a leva spinta in avanti e viceversa. Le tre posizioni, o meglio la percezione di quella intermedia, rispetto al tutto aperto, è veramente poco avvertibile. La trasmissione col 34 è perfetta (51 posteriore), pedalata sempre bella piena e una facilità a trovare il giusto rapporto che col 32 è sempre più problematica oltre che presto limitante alle alte velocità.

In discesa è la classica full da xc, permissiva sinchè si vuole, sicuramente molto più di una front, ma rimane una bici impegnativa sullo scassato vero, nonostante la doppia escursione da 120mm. Solitamente trovo i range di base Fox riportati sul fodero per la pressione della forcella in relazione al peso una buona base di partenza per i miei gusti. Con questa Oiz mi sono trovato meglio con una pressione abbastanza inferiore quasi fosse la Fox molto più sostenuta come spesso lo sono le Rock Shox di serie.

I copertoni, di dimensione piuttosto generosa con sezione da 2.40″, consentono pressioni vicine ad 1 bar senza pericolosi affondamenti sul cerchio, e sono abbastanza scorrevoli. Se come trazione al posteriore, vanno bene, all’anteriore, a costo di un piccolo aggravio di peso e perdita di scorrevolezza, un qualcosa di più scolpito darebbe maggior sicurezza e confidenza. In questo, le condizioni al limite della polvere quasi sempre trovate neanche fosse estate, non hanno aiutato. Un terreno appena umido è sempre quello con aderenza migliore. In ogni caso i copertoni di una bici in comune fra loro hanno solo il ruotare, dunque una scolpitura differenziata a seconda della funzione, è sempre preferibile.

Il manubrio da 760 mm come quello montato è forse troppo largo per una bici da xc. Soprattutto in salita si avverte abbastanza l’esigenza di stringere l’impugnatura per una posizione più raccolta, così come nei single track stretti con rami e arbusti laterali ci si sente sempre un po’ “ingombranti” (sono riuscito ad impattare un albero con un fianco dopo essere passato di traverso col manubrio). Un 740 o 720mm rimangono per una full da xc le soluzioni preferibili, il miglior compromesso per la salita, la guida nello stretto e la guidabilità in discesa sul veloce.

La dotazione di serie del reggisella telescopico meccanico, finalmente affidabile rispetto ai noti problemi dei Fox idraulici, che avevano però la comodità di poter scegliere di abbassare la sella solo parzialmente, rende la Oiz più completa e versatile per chi lo preferisse anche nei normali percorsi xc o per affrontare percorsi trail più impegnativi con passaggi tecnici che nelle gare raramente si trovano.

Conclusioni

L’Orbea Oiz è una full da xc a tutti gli effetti senza grosse concessioni al trail o downcountry che lo si voglia chiamare. Eccellente quasi come una front in salita, a cui è superiore nei tratti pedalati sconnessi e tecnici che vengono ben copiati dall’ammo. Paga solo un po’ in reattività nei rilanci rispetto alle front top di gamma, più che altro per quel chilo e mezzo in più di peso rispetto a un pari allestimento front (senza telescopico).

In discesa non consente più confidenze del dovuto, nonostante un telescopico che può aiutare principalmente nei passaggi più ripidi o dove ci siano gradoni pronunciati. È comunque impegnativa nonostante l’escursione da 120 delle sospensioni. È curata nei particolari, con il porta Garmin integrato sull’attacco, accessorio molto utile specie con i moderni attacchi manubri molto corti e il blocco rotazione manubrio che in caso di caduta impedisce che i comandi o le leve dei freni danneggino il telaio.

La trasmissione meccanica, seppur le toglie appeal “mediatico”, mantiene un po’ calmierato il prezzo rispetto ai top di gamma senza pagare in affidabilità ed efficienza tecnica. In conclusione è una bici ben progettata e coerentemente allestita in funzione dell’uso per cui viene proposta, moderna nelle geometrie e nei componenti.

Orbea

Commenti

  1. samuelgol:

    Ma io non faccio confronti con una xc di 10 anni fa...o con una trail di 10 anni fa.
    Il confronto lo hai aperto tu con una trail di 2 anni fa. La Oiz trail. Ora stupirsi che una xc di oggi vada meno bene in discesa di una trail moderna, anche questa con escursione da 120 ma copertoni diversi e geometrie dedicate francamente mi pare assurdo.
    Tendenzialmente, provando un certo numero di bici all'anno, non confronto una che provo oggi con una di chissà quanti anni fa. E giudico la bici così come mi viene messa in mano. Al più ipotizzando o immaginando modifiche che farei e spiegando il perchè (come ho fatto anche stavolta).
    Credo che l'inserimento nel panorama delle mtb della categoria "downcountry" abbia creato un po' di confusione.
    La Oiz 2023 è una bici da xc puro, con una cinematica che predilige la stabilità di pedalata in salita e la rende un po' più nervosa in discesa, questo perchè Orbea ha scelta una curva di compressione leggermente regressiva. Questo non lo dico io, ma è ciò che si evince dalle numerose recensioni/test delle maggiori testate giornalistiche europee. Se prendiamo in considerazione solamente la geometria, la Oiz è praticamente uguale alla BMC fourstroke LT , nel mi caso la tg XL è identica, solo che BMC ha scelto una assetto del manubrio leggermente più alto e corto, ed evidentemente una cinematica diversa, e questo può variare le sensazioni in discesa. L'unica cosa che non torna tanto è che tutti dicono che la 23 è migliore praticamente in tutto rispetto alla precedente, anche in versione TR.
    Questo video è interessante, e sembra in linea con le sensazioni di Samuelgol. Ben vengano le recensioni dove si può discutere, da altre parti ogni bici provata sembra uguale, sempre super, anche se con caratteristiche opposte.
    [MEDIA=youtube]mrt-GY8bFCw:283[/MEDIA]
  2. alex_x:

    Io ho scelto la oiz dopo aver provato la spark x una settimana. Io faccio Granfondo , la spark nonostante ,secondo me sia la bici più bella in assoluto dopo averla provata ho deciso che non fa x me. Mi spiego, in discesa nel guidato secondo me non ha rivali, in salita e nelle fasi pedalate è una bici bolsa che non ti viene dietro, quando cerchi il cambio di ritmo la bici non ti segue. La oiz è molto più pedalabile ma meno permissiva in discesa. Se posso aggiungere visto che ho provato pure quella, la epic Evo è ancora più schiacciassi della spark sullo scassato veloce ma molto meno agile nel tecnico e come pedalabile siamo lì con la oiz. Fattore prezzo, la oiz vince a mani basse
    Ciao, posso chiederti che modello hai provato e cosa hai comprato? Grazie Diego
  3. Diego982:

    Alla domanda Spark o Oiz quale scegliere chi risponde?
    Io tra le due ho preso la Oiz, pur essendo da oltre 10 anni legato al marchio Scott e concordando che esteticamente la Spark non ha rivali.
    In salita e sul tecnico la Oiz si pedala che è un piacere ed anche in discesa di sicuro è superiore alla vecchia Spark, alla nuova non so non avendola provata, poi è la più leggera del gruppo a parità di allestimento e, soprattutto, ha un rapporto qualità-prezzo superiore alla Spark.
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