Lo sviluppo di nuovi materiali ha permesso negli ultimi anni un’importante evoluzione nel campo delle protezioni, rendendole più confortevoli e pratiche senza dover rinunciare alla sicurezza. Con questi criteri, Alpinestars ha reinventato la classica roost guard da motocross, largamente utilizzata in ambito downhill, utilizzando materiali morbidi che avvantaggiano la vestibilità e di conseguenza il comfort. Ha così inserito a catalogo la Bionic Pro Chest che ho messo alla prova in queste settimane, una roost guard perfetta per l’utilizzo gravity.
Il concept delle roost guard derivate dal motocross è quello di offrire un ottimo livello di protezione al torso garantendo al contempo la massima libertà di movimento. A questo si aggiunge la praticità di poter indossare e svestire la protezione velocemente, anche tra una risalita e l’altra, senza bisogno di togliersi la maglia. Grazie allo spessore ridotto della Bionic Pro rispetto alla maggior parte delle roost guard in commercio, chi preferisce un aspetto più discreto può indossare comodamente la pettorina al di sotto della maglia. Ovviamente si perde il vantaggio di poterla vestire e svestire velocemente ma al contempo si evita la complessa operazione di pulizia in caso di fango.
Il paraschiena è certamente il dettaglio più importante per una pettorina in ambito MTB e la Bionic Pro Chest mette a disposizione un pannello protettivo di dimensioni generose, soprattutto in lunghezza, con 46 centimetri nella taglia M/L mentre la massima larghezza è di 24 centimetri. La parte anteriore è deputata a proteggere il petto e la parte superiore dell’addome ed è sagomata per offrire la massima libertà di movimento. La certificazione CE del pannello posteriore è la EN 1621-2:2014 Level 1 mentre per il pannello anteriore è la EN 14021:2003 Stone Shield.
I materiali utilizzati per i due pannelli protettivi sono i medesimi, ciò che cambia è lo spessore che risulta nettamente maggiore per quello posteriore. La copertura è realizzata tramite un abbinamento di un materiale plastico flessibile e un rivestimento in tessuto resistente alle abrasioni, accoppiati e termoformati per sagomare il guscio e conferire traspirabilità grazie ai numerosi fori di aerazione.
La parte interna dei pannelli è rivestita in tessuto reticolato 3D per offrire la massima traspirabilità. Tra il guscio esterno e la fodera interna è interposto uno strato di schiuma EVA, anch’esso traforato, che funge da imbottitura con uno spessore maggiore sul pannello posteriore e uno spessore più essenziale sul pannello frontale. Questa imbottitura ottimizza il comfort generale ma soprattutto assorbe gli urti che vengono così dissipati in modo più progressivo rispetto alla sola protezione del guscio esterno.
Le bretelle della Alpinestars Bionic Pro Chest connettono il pannello posteriore con quello anteriore senza soluzione di continuità e di conseguenza senza possibilità di regolare la vestibilità in altezza, motivo per cui è essenziale individuare la taglia corretta tra le 3 messe a disposizione da Alpinestars per questo modello. Sono realizzate in tessuto traforato con un sottile strato intermedio in EVA, soluzione traspirante e confortevole che infatti viene largamente adottata per gli spallacci degli zaini. I due elastici rossi sulle spalle servono a stabilizzare il Bionic Neck Brace di Alpinestars in caso di utilizzo combinato.
Anche in vita troviamo dei pannelli con le medesime caratteristiche delle bretelle e servono ad accompagnare le fasce elastiche con cui si allaccia e si regola la taglia della pettorina, evitando che le fasce elastiche stringano direttamente sui fianchi del biker, a vantaggio del comfort. Le fasce non hanno fibbie di regolazione della lunghezza ma la gestione della vestibilità viene determinata semplicemente tramite la chiusura a velcro.
Il range di regolazione, circa 6 centimetri su ciascun lato, non è quindi molto ampio ma per quanto ho potuto riscontrare sulla taglia M/L per la mia corporatura, è più che adeguato a trovare la giusta misura, complice anche la buona elasticità delle fasce stesse. La parte terminale della fascia, su cui è posizionato il velcro, si attacca al di sotto del piccolo guscio in gomma, anch’esso dotato di velcro. Questo sistema consente di fissare il capo della fascia su entrambe le sue facce, garantendo una tenuta più salda rispetto a un velcro singolo ma al contempo risulta più elaborato rispetto alle fibbie a clip che normalmente si utilizzano sulle roost guard.
Sul paraschiena troviamo un altro dettaglio studiato appositamente per la compatibilità della Bionic Pro Chest con il Bionic Neck Brace di Alpinestars o in generale con i neck brace. Un guscio in plastica fissato con il velcro nella parte alta del pannello paraschiena si può staccare per creare la sede posteriore del neck brace o si lascia al suo posto per massimizzare la protezione delle vertebre toraciche.
In generale la Bionic Pro Chest vanta un’ottima cura per i dettagli e un design semplice ed efficace che dovrebbe garantire anche una buona longevità dato che non ci sono dettagli potenzialmente soggetti a una particolare usura.
La costruzione con materiali soft conferisce alla Bionic Pro Chest un’ottima vestibilità, fondamentalmente migliore rispetto ai prodotti analoghi realizzati con gusci duri in plastica. Aderisce ottimamente al corpo e quindi segue bene i movimenti durante il riding, risultando confortevole e leggera, seppure il peso in sé sia solo di poco inferiore rispetto alle media delle tradizionali roost guard rigide. Come accennato in precedenza, il ristretto range di regolazioni della vestibilità non ha costituito un problema per la mia corporatura con la taglia M/L ma chi ha proporzioni fisiche differenti potrebbe incontrare qualche difficoltà, quindi la scelta della taglia corretta è essenziale.
Fortunatamente non ho messo alla prova la resistenza della Bionic Pro Chest in caso di caduta ma la sensazione di protezione non ha nulla da invidiare alle roost guard rigide. Il fatto di utilizzare materiali morbidi è studiato per ottenere flessibilità dalla pettorina ma perpendicolarmente è adeguatamente rigida per proteggere dagli urti grazie alla combinazione tra il guscio esterno e il pannello interno in EVA. La ventilazione è differente rispetto alle classiche roost guard dato che, aderendo bene al corpo, consente una minore circolazione dell’aria proveniente dai lati. Tuttavia resta ben ventilata grazie ai numerosi fori per il passaggio dell’aria, soprattutto per quanto riguarda il pannello frontale. Quello posteriore è per ovvi motivi meno predisposto alla ventilazione durante il riding e quindi genera più sudurazione di quello anteriore. Bisogna però considerare il vantaggio di poter svestire facilmente la pettorina tra una salita e l’altra che aiuta ad asciugare e rinfrescare, cosa che invece risulta più complicato da fare con una pettorina tradizionale indossata sotto alla maglia. La fodera interna che va a contatto con la jersey comunque asciuga piuttosto rapidamente e la schiuma EVA assorbe poco sudore.
In definitiva Alpinestars ha realizzato un ottimo prodotto che si adegua a quello che sarà il futuro delle protezioni da gravity, sul quale tutti i principali brand si stanno orientando: protezioni morbide e confortevoli ma adeguatamente protettive, più leggere e che si adattano al corpo e ai suoi movimenti durante il riding.
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