[Test] Reggisella telescopico Uptimizer

Il reggisella telescopico è diventato un componente ormai irrinunciabile sulla tipologia di bici più diffusa sul mercato, destinata all’escursionismo e all’enduro. Quello che però sembra un prodotto semplice, è in realtà un bel pezzo di ingegneria, dove i dettagli fanno la differenza, soprattutto in vista della sua durata nel tempo. Chi scrive ha avuto la fortuna di vederne nascere uno, infatti abbiamo potuto seguire le fasi dello sviluppo dell’Uptimizer, oggetto di questo test.

Il suo ideatore si chiama Andrea Chiesa, ed è un ex pilota di formula 1 che chi segue la televisione svizzera conoscerà per il suo ruolo di commentatore durante i gran premi. Andrea è anche un grande appassionato di mountain bike e si può dire che abbia contribuito, insieme a chi scrive, a consumare i sentieri del Monte Bar negli ultimi anni.  Ed è proprio durante uno di questi giri che ci ha presentato il suo Uptimizer. Ai tempi (parliamo di circa 6 mesi fa) il nuovo prodotto era stato mimetizzato bene, tanto da sembrare un Reverb all’occhio non attento. Con le ultime fasi di affinamento l’Uptimizer è diventato inconfondibile, come potete vedere nelle foto che seguono.

Va detto che abbiamo provato, fino ad oggi, ben quattro evoluzioni del reggisella, e che tutte e quattro confermano il risultato del test. Si è trattato di modifiche di dettagli che vi spiegheremo più sotto.

Analisi statica

L’Uptimizer prova ad unire il meglio dei reggisella telescopici che si trovano ora sul mercato: è un sistema idraulico, azionato da un comando remoto meccanico. Il comando remoto é a joystick, con una leva che si può muovere a 360°, e il passaggio cavi può essere interno o esterno al telaio. Può venire abbassato in ogni posizione intermedia che si voglia. Il modello in test è quello con passaggio interno del cavo.

Un azionamento meccanico ha il vantaggio di non avere un cavo con passaggio di olio che richiede uno spurgo nel caso entri una bolla d’aria o si smonti il reggisella, e il suo funzionamento non risente dei cambi di temperatura. Quando fa freddo, infatti, l’olio tende a diventare più viscoso e l’azionamento del comando remoto può richiedere più forza. Inoltre il montaggio del modello con il passaggio interno non richiede spurgo, e il reggisella può venire staccato dalla bici velocemente e senza attrezzi, alla stessa maniera di un cavo per il cambio.

La velocità di estensione può essere regolata immettendo più o meno aria nel sistema, attraverso una valvola che si trova sotto l’attacco della sella. Viene fornito un adattatore da avvitare alla classica pompetta per la regolazione delle sospensioni.

Il comando remoto è una leva azionabile a 360°: in qualunque direzione la si tiri o spinga, il reggisella viene attivato.  Molto interessante è il fissaggio al manubrio, che potete vedere nella foto qui sotto. Oltre ad essere compatibile con ogni tipo di freno e cambio, è piuttosto stretto, così da non occupare troppo spazio sul manubrio, e non è fissabile completamente, cioè si può muovere la leva verso l’alto o verso il basso con un po’ di pressione. Grande vantaggio, questo, in caso di caduta, perché la leva si sposta piuttosto che rompersi.

La testa del reggisella è un classico aggancio a due viti ed è piuttosto “bassa”, al contrario di altri sistemi che aggiungono inutili centimetri di altezza alla sella.
L’Uptimizer non ha praticamente gioco laterale. Andrea ci tiene molto a questo particolare e ci ha lavorato molto durante le ultime settimane di sviluppo, tanto da darci un ulteriore reggisella migliorato in questo senso, anche se quello precedente aveva un gioco veramente minimo.

Montaggio

Montare un reggisella telescopico con passaggio del cavo interno al telaio può risultare più o meno complicato a seconda della costruzione del telaio stesso e delle “curve” che il cavo deve compiere. L’Uptimizer non fa eccezione: pur dovendo far passare solo il classico cavo in acciaio, l’operazione richiede un po’ di pazienza. Per ovviare a questo problema viene fornita una guaina Nokon per facilitare lo scorrimento del cavo all’interno del telaio.

La regolazione della lunghezza e tensione del cavo viene spiegata sul sito del produttore (a breve online il manuale con foto e didascalie). Il nostro è stato montato dallo stesso Andrea.  Un buon meccanico vi farà comunque risparmiare del tempo.

Sul campo

In azione sul Monte Bar.

La prima cosa che si nota è quanto l’Uptimizer sia fluido e sensibile. Basta veramente poca pressione per farlo scendere, anche senza salire in sella, provando ad abbassarlo solo con la mano. Questo comportamento si fa ben notare sui sentieri, quando il rider con il suo peso lo fa scendere all’altezza a lui più congeniale al momento: avendo bisogno di minor forza rispetto ad altri sistemi, l’operazione è più veloce e precisa. Per precisa intendiamo dire che è più facile posizionarlo all’altezza che si vuole.

Poter azionare il comando remoto in ogni direzione è molto comodo e permette di non staccare il pollice dal manubrio. Se ci pensate bene, questo è il dito più importante di tutti per tenere la mano ben fissa, eppure tutti gli altri reggisella richiedono il suo impiego per poter essere azionati. Il joystick dell’Uptimizer si può muovere con l’indice o, se uno sta frenando, con una falange del pollice. Dalla secondo foto qui sotto si nota come il pollice mantenga la presa sul manubrio pur premendo il joystick.

La posizione del comando remoto è ben protetta da eventuali cadute e, come detto sopra, anche in caso di contatto con il terreno la leva riesce a muoversi evitando di rompersi, nella maggior parte dei casi.

Nei mesi di prova l’Uptimizer non ha mai dato segni di debolezza: fango, neve, acqua non hanno inficiato il suo funzionamento. Ci siamo limitati a dargli una lavata insieme alla bici, con del normalissimo Muc-Off. Il gioco laterale non é aumentato nel corso dei mesi, e la leva del comando remoto ha sempre funzionato a dovere. Se proprio vogliamo trovare un punto debole, quando la sella è abbassata e si scende dalla bici per portarla, prendendola proprio dalla sella (come quando si scavalca una staccionata), la sella non rimane giù. Il problema si risolve immettendo più aria nel sistema, che però diventa più duro nell’azionamento.

In presenza di manettini per il cambio, il comando remoto si “inserisce” bene senza creare interferenze. In questo caso l’azionamento con l’indice diventa più difficile a causa della leva freno.

Conclusioni

L’Uptimizer è promosso a pieni voti. I sui punti forti sono la fluidità dell’escursione e la poliedricità del comando remoto. Quest’ultimo genera dipendenza, perché una volta che ci si abitua al suo funzionamento risulta difficile tornare ad altri sistemi. La semplicità dell’attivazione meccanica unita alla sensibilità dell’escursione idraulica ci hanno convinto fino in fondo. Il prezzo è quello di un prodotto artigianale fatto in Svizzera.

Dati tecnici

(In neretto i valori del reggisella in test)

Corsa: 125 -155 mm di corsa libera.
Sistema: idraulico con molla pneumatica.
Attivazione: cavo esterno fisso o passaggio cavo interno.
Controllo remoto: comando Joystick sul manubrio.
Diametri: 30.9mm o 31.6mm (34.9mm con adattatore).
Lunghezza: 375-405-435mm.
Peso: 464 grammi
Testa: in linea con regolazione a 2 bulloni.
Colori: differenti colorazioni disponibili per collare e levetta Joystick

Prezzo: 360 Euro, sia per la versione con passaggio interno che per quella con passaggio esterno. Per acquistarlo rivolgetevi al sito, vi diranno dove trovarlo in Italia.

Yepcomponents.com

 

Aggiornamento 18/04/2014

L’Uptimizer ha subito dei piccoli upgrade:

1) il collare ora ha una forma esagonale per poter essere aperto con una normale chiave inglese del 35. Questo per poterlo lubrificare al suo interno. È infatti capitato al nostro esemplare di diventare più ruvido nella corsa dopo l’infangata storica di Pogno. Per rimetterlo in sesto abbiamo spruzzato del Brunox sullo stelo, ma ancora meglio é aprirlo per poterlo anche pulire. Il fango di Pogno, molto liquido e argilloso, è piuttosto particolare e non era stato contemplato nel nostro test.

2) A Carlo Gambirasio é capitato che l’Uptimizer si bloccasse dopo aver lavato la bici. Andrea di Yep Components ha notato che dello sporco entrava nel reggisella dal basso. Parlando con Carlo ha scoperto che é solito capovolgere la bici dopo averla lavata, per far uscire l’acqua. In passato si faceva questa operazione estraendo il reggisella, operazione un poco più complicata (bisogna staccare il controllo remoto dal manubrio) se si usa un telescopico con passaggio interno del cavo. Per ovviare al problema, ora l’Uptimizer ha una specie di piccolo filtro nella sua parte inferiore, per bloccare l’eventuale fango che potrebbe entrare capovolgendo la bici dopo averla lavata.

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