Immaginatevi una bici senza cavi: solo i due tubi dei freni sono visibili, il manubrio è pulitissimo e le regolazioni della trasmissione e del comando remoto del reggisella telescopico appartengono al passato. Una visione non così futuristica come a qualcuno piacerebbe credere: il gruppo wireless SRAM eTap è una realtà sulle bici da corsa (lo abbiamo provato qui), mentre il reggi telescopico senza cavi è l’oggetto di questo test, il Magura Vyron.
Questo reggisella viene attivato da un comando elettronico senza fili che trasmette il segnale tramite la tecnologia ANT+ ad un servomotore che apre o chiude il meccanismo che permette di alzare o abbassare la sella. Il funzionamento del Vyron in sé è idraulico e quindi del tutto identico ad altri prodotti con remoto tradizionale. Visto che si parla di elettronica il Vyron avrà bisogno di due batterie: una CR2032 per il comando remoto ed una più voluminosa per il servomotore, quest’ultima ricaricabile tramite presa USB.
A detta di Magura la batteria del reggisella è sufficiente per 400 azionamenti da remoto e 20 di emergenza grazie al pulsante presente sul reggisella stesso. Quando non si usa, il Vyron andrà in standby per risparmiare energia. In pratica non c’è mai bisogno di spegnerlo, neanche quando si lascia la bici in garage, e “torna in vita” istantaneamente quando lo si riutilizza. Il modello in prova ha un diametro di 31.6mm e un’escursione di 150mm ed è stato montato sulla Stoll T1 che usiamo per i test di durata.
Per quanto riguarda il comando remoto, l’eLECT, è lo stesso che Magura usa per l’attivazione del lock out sulle sue sospensioni. I due bottoni a freccia che vedete sono infatti dedicati ad ammortizzatore e forcella, mentre quello centrale rotondo è destinato al Vyron. Visto che sulla Stoll le sospensioni sono di altri marchi, ho potuto usare il coperchietto apposito per aumentare la superficie utile con cui azionare il reggisella. Questo escamotage è stato pensato da Magura dopo diverse critiche ricevute per la difficoltà nel trovare il bottoncino rotondo quando si pedala, cosa amplificata dai guanti invernali che si usano in questa stagione.
Nella foto qui sopra potete vedere il remoto senza e con coperchietto.
Il peso rilevato del Vyron senza remoto è di 622 grammi.
Il punto forte del Vyron è la facilità del montaggio: basta inserirlo nel tubo sella ed il gioco è fatto. Niente passaggi complicati internamente al telaio, niente cavi da tagliare al millimetro pena il malfunzionamento, niente guaine che col tempo si deteriorano, niente remoti da spurgare. La velocità di estensione va regolata attraverso l’aria che si immette nella camera pneumatica attraverso la valvola posta sul fondo del reggisella. Ho messo il massimo consentito, cioé 15 bar, per ottenere la velocità che volevo (la potete vedere nel video più sotto).
Neanche il comando a manubrio necessita di istruzioni: tramite un elastico si lascia fissare sulla parte destra o sinistra nella posizione più consona per il rider. Come tutti gli elastici, anche questo perderà di tensione nel tempo e sarà necessario rimpiazzarlo di tanto in tanto. Visto che è ambidestro, se lo mettete sulla sinistra come ho fatto io i loghi risulteranno ribaltati.
Il remoto e il reggi dovranno essere accoppiati (pairing) per poter cominciare ad utilizzarli. Anche questa operazione è piuttosto semplice.
Ho provato il Vyron su sentieri con tanti saliscendi, dove il reggisella telescopico viene azionato continuamente. Ero curioso di sapere se mi sarei trovato bene con il leggero ritardo che esiste fra il momento in cui si pigia il bottone sul remoto e l’effettivo sblocco del reggisella. Si tratta di qualche decimo di secondo che, da fermi, sembrerebbe non dare fastidio. Guardate il video per farvi un’idea:
In pratica, purtroppo, questo ritardo diventa un problema che diventa sempre più avvertibile mano a mano che la velocità sale. Nell’arco di tempo che passa fra l’azionamento del remoto e la reazione del reggi si riescono a percorrere molti metri, raggiungendo spesso il punto in cui si vuole che la sella sia giù o su. Fin quando si percorrono sentieri che si conoscono bene si può riuscire ad anticipare i tempi dell’operazione prima di raggiungere il punto critico, in caso contrario si è obbligati ad improvvisare, togliendo però quell’immediatezza che è uno dei punti forti dei reggisella telescopici tradizionali.
In particolare :
Insomma, il Vyron ha tolto una parte del divertimento ai giri in cui l’ho provato. Dovevo pensare troppo al reggisella, tentanto di anticipare quello che mi presentava il percorso, invece che potermi concentrare sul riding.
A livello di funzionamento idraulico il Vyron è bello scorrevole e veloce il giusto. Si lascia fermare a qualsiasi altezza (“infinite travel”), permettendo di trovare l’assetto giusto in ogni situazione. Ha preso un po’ di gioco laterale già dopo il primo giro, e anche del gioco verticale (circa 2mm) dopo poco utilizzo. Riguardo a quest’ultimo non intendo che lo stelo affondi, ma che proprio si muove nella sua sede.
Sulla batteria non posso pronunciarmi, perché non l’ho usato a sufficienza per scaricarla completamente.
L’idea è ottima, la realizzazione non altrettanto: troppo il ritardo di reazione del reggisella telescopico quando si preme il pulsante sul comando remoto per soddisfare i palati di chi ama andare spedito in bici, sia in salita che in discesa. D’altro canto la semplicità di montaggio del Magura Vyron ben si presta a chi non ama smanettare sulla bici e magari preferisce girare tranquillo per i boschi.
Prezzo: 449 Euro
Magura.com
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