[Test] Ritchey Ultra

Il marchio Ritchey non ha bisogno di presentazioni. Forse solo i nostri lettori più giovani o chi si è da poco avvicinato alla disciplina della mtb non lo conosce. Chi invece ha iniziato ad andare in mountain bike con i freni a cantilever (come il sottoscritto) non potrà non ricordare uno dei fondatori del movimento delle ruote grasse. Tom, infatti, assieme a Jo Breeze, Gary Fisher ed un manipolo di altri personaggi, è stato tra i pionieri del fenomeno nato alla fine degli anni 70.
Da allora Tom non ha mai più abbandonato la scena e con le sue idee ha fortemente influenzato la crescita e sviluppo della tecnologia non solo con le geometrie dei suoi telai ma anche con accessori che soprattutto negli anni 80-90 venivano montati di serie sui marchi più prestigiosi.
Tra le passioni che non ha mai abbandonato c’è quella di saldare personalmente i telai prototipali per poi testarli sul campo. Da quelli mountain alle gravel e ai telai da bdc c’è e rimane ben presente la sua impronta. La Ultra non fa eccezione.

La Ritchey Ultra 29 in sintesi

Categoria: hardtail trail bike
Materiale telaio: Tubi acciaio Ritchey Logic
Formato ruote: 29” o 27.5Plus
Massima dimensione gomme 27.5”x2.8” oppure 29”x2.4”
Taglie disponibili: S (16″) M (17.5″) L (19″) XL (20.5″)
Corsa ant: 120mm
Boost: si
Trasmissione: 1×12 o 2×12
Attacco per deragliatore: si
Attacco ISCG: no
Attacco porta-borraccia: si x 2
Disponibilità solo telaio: si
Taglia in prova: L (19pollici)
Altezza tester: 181cm. Cavallo (sella-movimento centrale): 78cm.
Peso: telaio  2.570 kg (dichiarato). Bici completa senza pedali 12.4 kg (rilevato).
Prezzo: €999 (solo telaio) colore unico “Sierra Slate”

Analisi statica

La Ultra è la rievocazione di una creazione di Tom Ritchey risalente a ben 30 anni fa. Il modello originale era in acciaio con ruote da 26″ e forcella rigida. La nuova Ultra si è aggiornata nelle geometrie, pur attestandosi a quote non troppo spinte ed è stata concepita per utilizzare forcelle da 120mm di corsa. Inoltre può montare a piacimento ruote da 29 o da 27.5+ come quella oggetto del test.
È rimasto invariato negli anni lo spirito “ribelle” della Ultra. Parliamo di un mezzo che si distacca dal puro utilizzo XC e si allarga al trail – all mountain.

Ritchey al momento vende il solo telaio, tuttavia noi abbiamo ricevuto la bici test completa, chiaramente montata con molti componenti della casa.

Geometria

Lista componenti della nostra test bike

Manubrio: WCS RIZER alloy 760 – 20mm rise 31.8
Attacco manubrio: WCS C220 80mm
Manopole: Comp Trail Grip (senza collarino)
Freni Sram: Guide R con dischi da 160mm
Reggisella: Ritchey Kite meccanico a 3 posizioni
Sella: WCS Trail
Ruote: WCS Trail 40 Alloy
Gomme: Ritchey Z-Max Evolution tires, 27,5 x 2.8″
Forcella: Rock Shox SID RL
Gruppo: SRAM GX Eagle DUB

Prime impressioni

La posizione in sella è leggermente allungata, forse per via dell’attacco manubrio da 80mm, ed il peso grava leggermente più verso il posteriore della bici. Questo è dovuto ad un angolo del tubo piantone non particolarmente verticale (73.5° per la taglia L). Il manubrio Ritchey WCS da 760mm dà l’impressione di essere in pieno controllo del mezzo. Molto morbide e con grande grip le manopole Trail Grip , forse un po’ spesse, ma aiutano a filtrare le vibrazioni trasmesse del terreno.

Che l’acciaio sia un materiale ottimo per fare telai da bici lo si sapeva. Ritchey l’ha portato ad un altro livello con le tubazioni a spessore differenziato e con un tubo sterzo conico ultra leggero.
Un’altra qualità delle tubazioni in acciaio è la flessibilità e lo smorzamento delle vibrazioni, che unite alle gomme plus 2.8 di grande volume e pressioni attorno ad 1 bar rendono la Ultra una bici estremamente comoda per essere un hardtail.

La semplicità e la praticità della Ultra la si nota in vari dettagli tipo il passaggio cavi completamente esterno, ad eccezione del reggisella telescopico, che comunque sbuca poco sopra al movimento centrale. Due porta borraccia ben raggiungibili. Carro ampio per non avere problemi con il fango ed un forcellino del cambio sostituibile.

Prova sul campo

Salita

La Ultra si arrampica dappertutto con relativa facilità. Grazie ad una posizione di guida relativamente allungata ed al carro non molto corto si riescono a superare facilmente anche le salite più impegnative senza che la ruota anteriore si alleggerisca troppo.
Le gomme plus aiutano molto in termini di trazione grazie alla maggiore impronta a terra ma anche alla pressione di gonfiaggio che parzialmente fa il lavoro di una sospensione evitando che la ruota posteriore si impunti o rimbalzi su una roccia o uno scalino che cerchiamo di superare.

La ridotta altezza del profilo centrale composto dai classici tasselli a forma di zeta (una caratteristica ben nota delle gomme Ritchey) è compensata dall’ampia zona di contatto con il terreno che garantisce un’ottima presa. La guidabiità nei tratti tecnici in salita, grazie ad un angolo sterzo di valore contenuto (68.5°), rimane molto buona e ci consente di scegliere la migliore traiettoria.

Discesa

La geometria non è stata concepita per battere i record in discesa, in particolare per l’angolo di sterzo piuttosto chiuso, e comunque ci sono i limiti dei telai senza sospensione al posteriore, ma si riesce a scendere con relativa disinvoltura quasi dappertutto, a patto di non rimanere statici come posizione ma aiutare attivamente con le gambe l’assorbimento degli urti ricevuti soprattutto dalla ruota posteriore. Il carattere della Ultra è quello di una bici da escursionismo, siamo lontani dalle cosiddette “front da enduro”, tanto per essere precisi.

Grande ruolo lo hanno ancora una volta le gomme dal volume generoso mentre la forcella RS Sid da 120mm non mi ha impressionato particolarmente. Molto lineare e arriva facilmente a fine corsa. Avrei voluto testare la Ultra magari con una Pike o una Fox 34.

Ero un po’ scettico sull’affidabilità delle gomme Ritchey Z-Max Evolution tires, 2.8″ soprattutto perché in passato ho avuto problemi legati alla fragilità della spalla di questo tipo di coperture. Devo dire invece che le Z-Max Evolution sono robuste a sufficienza e non ho avuto nessun problema di forature o peggio tagli delle spalle anche per via di una struttura rinforzata. Con i loro 960g comunque non sono proprio delle piume ma se si vuole avere dell’affidabilità bisogna giocoforza salire col peso.
Montate su cerchi sempre targati Ritchey di ben 40mm di canale interno, contribuivano ad aumentare l’impronta a terra delle gomme a tutto vantaggio della trazione e controllo in ogni condizione di riding.

Per quel che riguarda le pressioni di gonfiaggio, sono partito “altino” attorno a 1.3bar per poi progressivamente scendere fino a 0,8. Non ho mai avuto problemi si forature e la bassa pressione aumenta il grip generale ed aiuta a limitare il rimbalzo della ruota posteriore ed il bloccaggio in frenata.

La Ultra era dotata di reggisella telescopico Kite da 120mm ad azionamento completamente meccanico. Non ho avuto problemi e lo ho trovato abbastanza facile ed intuitivo, Unico appunto forse il comando remoto un po ingombrante ed il ritorno non frenato, ma questa è una caratteristica comune a tutti i dropper meccanici.

Conclusioni

L’ultima creazione di casa Ritchey è un telaio di concezione classica ma reinterpretato in chiave moderna. Con la Ultra si può assemblare, scegliendo i giusti componenti, un mezzo che potrà essere la vostra compagna per lunghi giri escursionistici. Se volete mettervi in garage un pezzo di mito, la Ultra non vi deluderà. Con i suoi quasi 1000€ per il solo telaio forse non proprio a buon mercato, ma è una bici che è fatta per durare e restare attuale per diversi anni.

Ritchey

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