Non è la prima volta che testiamo una bici del marchio tedesco Rose, ma per chi non lo conoscesse bisogna fare un’importante premessa. Rose è un marchio a distribuzione diretta, la vendita avviene solo online e le bici sono spedite direttamente dalla fabbrica al cliente. Questo si traduce in un prezzo di vendita sensibilmente più basso, non dovendo la bici passare attraverso intermediari.
Con la Granite Chief, Rose si butta a capofitto nel mondo delle full all mountain da 27,5″ con una bici con 145mm posteriore e 150 anteriori. Un allestimento di media gamma per la bici in test che sicuramente farà piacere a tutti quelli che cercano una bici prestazionevole senza andare a svuotare troppo il portafogli.
La Rose Granite Chief nasce come bici da all mountain. 145mm di escursione posteriore e 150mm anteriori. Angolo sterzo di 67°, angolo sella molto verticale con ben 74,5°, carro relativamente corto (434mm) e movimento centrale piuttosto basso sono le caratteristiche salienti della Granite Chief che presenta insomma un assetto geometrico decisamente moderno. La taglia in prova è una L che con 610mm di orizzontale virtuale, un piantone sella di 495mm ed un passo di 1175mm ben si adattava alle misure antropometriche del tester, alto 1,83m.
Il telaio è in solido alluminio 7005, molto lineare nelle forme con tubi dritti senza curve (come da tradizione Rose). Il passaggio guaine interno e la colorazione nero anodizzato, con particolari e componenti neri, donano però al telaio una certa aggressività: lo “stealth black” fa sempre il suo effetto.
Cinematicamente il telaio è un Horst Link, progressivo, molto burroso nella prima parte e particolarmente neutro in frenata. Come vedremo poi nella parte di prova sul campo sembra avere anche più escursione dei 145mm nominali. L’escursione posteriore è gestita da un Rock Shox Monarch RT3 200×57 con un rapporto di compressione medio di 2,54, piuttosto basso per la categoria. Rispetto alle versioni precedenti, il Monarch è nettamente migliorato. Non abbiamo avuto particolari problemi di surriscaldamento, l’ammortizzatore ha lavorato bene in ogni condizione, anche sulle discese più lunghe. Eravamo un po’ scettici al riguardo, ma sul campo siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Molto progressiva la risposta, motivo per cui abbiamo tenuto un setup morbido per sfruttare tutta la corsa disponibile, ottendendo una risposta piuttosto plush nella parte iniziale. Chiaramente ci sono sospensioni più evolute, ma in relazione al prezzo il Monarch ottiene la nostra approvazione.
All’anteriore troviamo invece una Pike Dual Position Air da 150mm con idraulica RC. La possibilità di ridurre la corsa a 120mm non è fondamentale sulla Granite Chief, bici che si pedala molto bene anche a forcella tutta estesa. Ad ogni modo, visto che in quanto a funzionamento la Dual Position Air non ha nulla a che invidiare alla versione ad escursione fissa Solo Air, non possiamo che apprezzare questa ulteriore possibilità offerta dalla forcella. Attenzione solo che a forcella abbassata, i pedali sono molto vicini al terreno.
In quanto a funzionamento l’idraulica RC ci è piaciuta. Non ha molto da invidiare alla sorella maggiore RCT3 a parte una maggior scomodità nel regolare la compressione. Eh si, non avendo il registro della compressione separato, ogni volta che si blocca la forcella si deve andare a ripristinare la posizione del pomello sul corretto setup di compressione. Una piccola scomodità per chi usa spesso il bloccaggio.
Passiamo ora alla trasmissione, upgradata rispetto alla versione di serie con una soluzione 2×10. La guarnitura è una Race Face Respond con corone 24-36 protette da un bash in alluminio. Il 36 potrebbe sembrare corto per i trasferimenti in piano, ma ricordiamoci che questa corona su di una 27,5 corrisponde ad un 38T di una 26.
Il resto della trasmissione è affidata a Shimano, con un gruppo XT quasi completo, a meno dei manettini SLX. Il deragliatore Shadow + con frizione offre una discreta protezione contro le oscillazioni e la caduta della catena: pur non avendo il guidacatena non abbiamo avuto particolari problemi di caduta.
Da segnalare invece alcuni problemi di risucchio catena: essendo lo spazio tra telaio e corone molto limitato, è capitato più volte che la catena andasse ad incastrarsi tra corone e talaio. Il problema si è verificato a corone nuove, poi è andato via via riducendosi con il rodaggio, anche se in condizioni fangose si è ripresentato. In pratica, scalando in maniera brusca e decisa, la corona rimaneva agganciata alla corona superiore che la trascinava verso l’alto facendola incastrare tra fodero e guarnitura. Un po’ più di luce tra fodero e guarnitura non sarebbe stata una cattiva scelta in fase di design del telaio.
Nonostante il prezzo piuttosto basso, la Granite Chief montava anche un reggisella telescopico KS Lev da 150mm. L’elevata escursione si è fatta apprezzare tantissimo sulle discese tecniche, permettendo alla sella di abbassarsi quasi all’altezza del collarino. Di contro un rider con cavallo un po’ più basso potrebbe avere problemi di posizionamento sella, ma nel configuratore di Rose è possibile optare anche per la versione da 125mm. Ottimo il funzionamento del Lev in condizioni di asciutto, qualche problemino invece nel fango di Pogno, dove il reggisella faticava a rimanere compresso. Probabilmente il fango ha bloccato la guaina o il comando remoto, andando ad impigrire il meccanismo di bloccaggio che quindi faticava a tener fermo il reggisella, che si riestendeva da solo dalla posizione bassa.
Ottimi invece i freni Formula T1: potenti, precisi e costanti nella risposta. Dischi da 203mm davanti e 180 dietro, possibilità di regolazione della distanza della leva senza attrezzi, ma senza FCS. Sicuramente un prodotto di elevata qualità considerato il prezzo finale della bici.
Le gomme erano invece una coppia di Schwalbe Hans Dampf EVO 2,35, con mescola Trailstar al posteriroe e Pacestar all’anteriore. Ottime come trazione, non si sono rivelate molto buone in quanto a scorrevolezza. In salita, specialmente su asfalto, ma anche su terreni compatti, si sentiva una certa pesantezza nello scorrimento, pesantezza sicuramente imputabile alle gomme. Buono il grip in discesa: pur mantenendo un certo comportamento on/off in curva, la tenuta era buona sull’asciutto, non eccelsa sull’umido. Eccezionale invece la trazione in salita.
Completano poi il montaggio il manubrio Race Face Atlas da 760mm, bello largo, che conferisce un’ottima stabilità alla bici. Sella Rose con carrelli in carbonio e stem Race Face Turbine da 60mm sono gli ultimi componenti che non abbiamo citato.
Un montaggio insomma di tutto rispetto per una bici che viene al pubblico solo 2934€.
Salita compatta, sospensioni bloccate: la Granite Chief sale benissimo sullo scorrevole. L’efficace bloccaggio delle sospensioni Rock Shox aiuta parecchio su asfalto o su sterrato compatto, permettendo di alzarsi sui pedali senza quasi oscillazioni delle sospensioni. Il vero limite su questa tipologia di salita è però dato dalle gomme: le Schwalbe Hans Dampf da 2,35 sono veramente grosse e scorrono poco. I tasselli squadrati, non rampati e l’abbondante sezione fanno si che queste gomme siano veramente poco scorrevoli sulle salite asfaltate.
Quando inizia lo sterrato si passa sulla modalità intermedia dell’ammortizzatore e si sblocca la forcella. La bici rimane stabile in pedalata, relativamente comoda la piattaforma stabile di Rock Shox nonostante sia piuttosto invasiva e quindi impigrisca parecchio la sospensione in quanto assorbimento dei piccoli urti. Non male comunque, ne guadagna sicuramente l’efficienza in pedalata che risulta molto buona. Quando serve comunque la sospensione fa il suo dovere assorbendo gli ostacoli ed assicurando il grip necessario al superamento degli stessi.
Passiamo ora alla salita tecnica, un ambito in cui una bici come la Granite Chief deve sicuramente comportarsi bene, visto che una all mountain si troverà per forza di cose a dover affrontare salite tecniche e ripide durante i giri alpini. Le prestazioni della bici sono molto buone. Le gomme, che prima ci penalizzavano sullo scorrevole, qui vengono in aiuto assicurando un ottimo grip ed un’elevata trazione. Le ruote da 27,5″, come tutti sappiamo, aiutano abbastanza nello scavalcamento degli ostacoli e quindi non possiamo che promuovere la Granite Chief anche in questo frangente. Unica pecca? Il movimento centrale basso fa sì che si tocchi spesso per terra con i pedali, soprattutto a forcella abbassata.
Dobbiamo però essere sinceri: se paragonata ad altre biciclette da all mountain, la Granite Chief non merita il massimo dei voti in pedalabilità. Sicuramente le gomme penalizzano, ma anche lo schema di sospensione non è così scattante e reattivo come altri modelli concorrenti. Per fortuna però ci sono le piattoforme stabili: grazie alla possibilità di bloccare ammortizzatore e forcella si supera piuttosto agevolmente questo problema.
Se in salita la bici non si è rivelata un mostro in quanto a reattività, questa sua caratteristica si rivela un grosso vantaggio in discesa. La Granite Chief, nonostante i “soli” 145mm posteriori ci ha letteralmente stupiti in discesa, dove non abbiamo per niente sentito la mancanza di una bici da enduro tradizionale.
La capacità di assorbimento della sospensione posteriore è infatti sorprendente: con una parte iniziale morbida ed una marcata progressività dell’insieme carro-ammortizzatore, sembra di avere a disposizione molto più dei 145mm nominali di corsa. La sensazione è quella di guidare una bici da enduro a tutti gli effetti.
Il lavoro del carro poi si abbina perfettamente al comportamento della Pike da 150mm, anch’essa molto plush all’inizio e progressiva nella seconda parte. Insomma, le sospensioni lavorano in perfetta sinergia dando alla bici un ottimo bilanciamento, aspetto importante per ogni tipo di mezzo, soprattutto se orientato alla discesa.
Sulle discese scorrevoli l’elevata capacità di assorbimento ed il comportamento plush delle sospensioni infondono subito sicurezza. La bici mangia bene gli ostacoli, non si scompone neanche alle alte velocità. La sensazione è di stabilità e di controllo, merito sicuramente anche dell’ampio manubrio Race Face da 760mm.
La bici in curva ci è piaciuta: è ben bilanciata come posizione, con il carro corto gira molto bene anche sui sentieri tortuosi. Le gomme sono un pochettino on/off, ovvero tendono a perdere grip senza troppo preavviso. A parte questo dettaglio però non ci sono affatto dispiaciute in discesa.
Molto divertente da guidare, con una guida attiva ed aggressiva la bici si rivela maneggevole, agile e ben piantata. Invita proprio a pompare, saltare gli ostacoli, merito sicuramente delle sospensioni progressive che assicurano un elevato comfort e stabilità in fase di atterraggio.
Ottimi invece i freni: potentissimi, costanti nella risposta, anche su lunghe discese senza pause. …e l’ammortizzatore posteriore? Se i vecchi modelli di Monarch pativano di surriscaldamento indurendosi sulle discese lunghe e continue, il nuovo modello 2014 non ha mai dato problemi neppure sulle più scassate discese liguri o nella gara enduro di Dolceacqua in cui l’abbiamo provata.
Purtroppo i sentieri non sempre tutti in discesa, ogni tanto capita qualche pezzo in piano o qualche rilancio. Se lo schema di sospensione non è da annoverare ta i più stabili in pedalata sul mercato, un gioco sicuramente favorevole lo svolge la limitata escursione. La bici non è un mostro di reattività a causa della sospensione posteriore molto burrosa, però la corsa di soli 145mm e l’elevata progressività evitano eccessive oscillazioni sui rilanci, assicurando insomma un buon comportamento complessivo. E’ vero, ci sono bici più scattanti e nervose, ma la Granite Chief si difende discretamente anche in quest’ambito.
Sulle discese tecniche la rigidità dell’avantreno svolge un ruolo molto importante. Rispetto alle classiche “forcelline” da 32mm che siamo abituati a vedere sulle bici di questa categoria, la Pike è molto più rigida e precisa. Il movimento centrale basso anche in questo caso non aiuta (capita infatti spesso di grattare con il bash i gradoni di roccia), ma a parte questo inconveniente, la bici si è comportata bene: sicura sul ripido e maneggevole nel trialistico. Molto apprezzato è stato poi il KS Lev da 150mm: se con 125mm la sella ogni tanto da un po’ fastidio, con il 150mm non si ha alcun problema di ingombro. Se le vostre misure antropometriche vi consentono di montarlo, non pensateci due volte!
Con un prezzo di listino di 2934€, la Rose Granite Chief si dimostra un mezzo dall’eccellente rapporto qualità-prezzo. Il montaggio è veramente di alto livello in relazione al prezzo e questo sicuramente va a vantaggio delle prestazioni generali della bici. Il telaio è semplice ed essenziale come linea, tuttavia ha dimostrato un ottimo funzionamento, specialmente in discesa.
A chi la consigliamo? La Granite Chief può essere classificata a metà tra una all mountain ed un’enduro, dato l’ottimo comportamento che ha dimostrato in discesa. E’ un mezzo perfetto per chi vuole pedalare lunghi itinerari alpini e poi godersi ogni singolo metro di discesa, anche quelle più tecniche ed impegnative. La vediamo anche adatta ad un uso enduro race, magari con delle coperture più adatte ed una trasmissione monocorona.
Un mezzo sicuramente comodo, ma anche sicuro in discesa. Non è un abici nervossa e reattiva, quanto più un mezzo ideale per chi vuole pedalare le salite senza guardare il cronometro e divertirsi in discesa con un mezzo che infonde sin da subito sicurezza.
Sebbene sulla carta sembri una bici da all mountain tranquillo, la Rose Granite Chief rivela un’inaspettata indole discesistica . Una bici che insomma può dar la paga a molte enduro moderne. Un mezzo perfetto per chi vuole pedalare giri epici in montagna e ama divertirsi senza patemi in discesa. Il rapporto qualità prezzo è invidiabile, difficile trovare allestimenti migliori con questa cifra
Interasse: 1175 mm
Angolo sterzo: 67°
Angolo sella: 74,5°
Corsa anteriore: 150 mm
Corsa posteriore (valore dichiarato): 145 mm
Interasse/corsa ammortizzatore: 200 x 57 mm
Altezza movimento centrale: 345 mm
Peso senza pedali: 13.88 kg
Prezzo di vendita: 2.934€ per l’allestimento in test.
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