[Test] Rose Psycho Path 3

[ad3]
Oggetto di questo test è la Rose Psycho Path 3, una front per il cross country con ruote da 27.5.

Analisi Statica

La Psycho Path 3 è il modello top di gamma di casa Rose nella versione con trasmissione meccanica (ne esiste una con cambio elettronico). La bici  è montata esattamente come da catalogo, grazie al configuratore di Rose si può comunque customizzare prima dell’acquisto online.

Il peso dichiarato del telaio in taglia M è di 1.2 kg.
Il materiale prescelto è il carbonio High modulus. Nelle geometrie, oltre ad un angolo di sterzo da 70°, sono da sottolineare i foderi posteriori da 428 mm, piuttosto corti, e un passo di 1095 mm. Geometrie e misure che dovrebbero garantire manegevolezza e agilità nello stretto e sul guidato. I foderi superiori sono leggermente curvati verso l’alto e dovrebbero invece fornire un maggior assorbimento delle asperità, tale da rendere la bici più confortevole e senza sacrificare la reattività.

Completano le caratteristiche telaistiche un passaggio cavi interno per cambio e freno posteriore e la predisposizione per perno passante posteriore 12/142, novità rispetto al precedente modello da 26.
Peso rilevato della bici, senza pedali: 9.10 kg.

Allestimento

Componenti top di gamma sulla Pycho Path 3. Forcella Rock Shox Sid RLT con escursione da 100 mm con comando a distanza sul manubrio, gruppo Shimano XTR completo, composto da guarnitura monocorona da 34 denti, catena e cassetta a 11 velocità 11-40, cambio posteriore, comando e freni con dischi XTR Ice tecnology 180/160 mm.

Trittico composto da manubrio da 720 mm di larghezza, attacco da 100 mm e reggisella da 27,2 mm tutti Ritchey WCS Trail in alluminio. Sella Selle Italia SLR XC dal peso rilevato di 207 gr.

Ruote Mavic Crossmax SL da 27.5” con perno passante anteriore da 15mm e posteriore da 12mm, con predisposizione dischi 6 fori.
Il peso rilevato delle ruote è di 1423 gr. l’anteriore e 1521 gr. il posteriore, compresi i copertoni Schwalbe Thunder Burt da 2.25 in Snake Skin da appena 540 gr. e i dischi XTR Ice tecnology 180/160 mm (pesi rilevati 133 e 112 gr).
Il peso delle ruote nude è rispettivamente di 846 gr. e 727 gr. per un totale di 1.573 gr.. Eccellente per delle ruote di fabbrica e non assemblate.

La prova sul campo

Il test si è svolto in 8 uscite diverse per un totale di 220 km, su percorsi vari, similari nel tipo di terreno e situazioni a quelle che si possono trovare in gare xc e granfondo, quindi tratti stretti e tortuosi in singletrack sia a salire che a scendere, salite e discese lisce e scorrevoli con pendenza variabile o anche dal fondo smosso ed impegnativo, ma anche asfalto. Comunque percorsi ben noti, onde poter cogliere le peculiarità della Psycho Path, in raffronto a precedenti bike testate.

La Psyco Path sin dai primi colpi di pedale ha immediatamente fatto capire di che pasta è fatta. Il pacchetto ruote/telaio, unito a un peso piuttosto contenuto, non teme confronti in fatto di rigidità e reattività. La bici è oltremodo scattante e ad ogni rilancio schizza via come una molla e come poche altre front da xc da noi testate.

Su terreno non accidentato e con molte variazioni di pendenza è veramente un’ottima sensazione pedalare su un mezzo del genere. Su terreno accidentato, nonostante la soluzione adottata sui foderi alti curvati cui abbiamo accennato nell’analisi statica, la bici è piuttosto nervosa e “scalciante”. Su tratti relativamente brevi o in uscite non lunghissime, questo non è una gran problema, mentre alla lunga può risultare più stancante. In tal senso una giusta pressione del copertone assume particolare importanza sia come ammortizzazione che per favorire la trazione.

Anche in discesa sui tratti sconnessi, la Rose risulta molto ballerina, ma qui il pacchetto forcella/ruote consente facilità nella ricerca della traiettoria migliore e più pulita, rendendo la Psyco Path impegnativa, ma molto divertente al tempo stesso. La rigidità delle ruote e il diametro da 27.5 le donano quella agilità che nello stretto e tortuoso si fa particolarmente apprezzare, rendendo il diametro da 27.5 più redditizio rispetto a quello da 29 nella maggior parte delle situazioni, in particolare nei tratti lenti in salita e in quelli guidati e tortuosi oltre che nei rilanci dalle basse velocità, pagando un po’ dazio solo nei tratti molto scorrevoli e veloci.

I copertoni Schwalbe Thunder Burt 2.25, nonostante un aspetto che li lascerebbe pensare orientati sulla scorrevolezza pura, si sono dimostrati, almeno nelle condizioni di asciutto compatto e anche polveroso in cui li abbiamo utilizzati, ottimi sia al posteriore con sempre una buona trazione che all’anteriore in frenata e in tenuta in curva. Sicuramente migliori di altri copertoni che prediligono forse troppo la scorrevolezza pura.

Azzeccato anche il diametro da 2.25″ che, su una bici così reattiva, “ammorbidisce” un po’ la percorrenza in sella, così come opportuna la scelta della versione snake skin che, pur a fronte di un leggero aggravio di peso, garantisce quel minimo di affidabilità in più.

Sulla trasmissione c’è da dire che Shimano non delude mai. Affidabilità e precisione sono una costante. La versione a 11v è ancora migliore che in passato, in termini di precisione e immediatezza di cambiata, avvicinandosi alla versione elettronica, che in questo rimane il non plus ultra. Il deragliatore posteriore con gabbia bloccata non peggiora minimamente la velocità e la precisione di cambiata, rendendo di fatto la posizione di sblocco inutile se non per smontare la ruota. Resta il fatto che si deve apporre più forza al manettino per cambiare.

Eccellente anche il rendimento dei freni per potenza e modulabilità.

Rimangono delle perplessità sulla scelta dei rapporti. La corona da 34 è molto, probabilmente troppo, impegnativa per la maggior parte dei biker che non siano amatori di altissimo livello o pro, soprattutto se abbinata ad un 40 e non ad un 42 come nell’XX1. Diventa però necessaria avendo come pignone più piccolo l’11. Mangrado ciò già intorno ai 35 kmh la pedalata perde di efficienza diventando troppo agile. A maggior ragione su una bici con ruote da 27.5″. Meglio optare direttamente su una corona da 32.

Inconvenienti durante il test

Nessuno, la bici ci è giunta perfettamente regolata e in perfetta efficienza si è mantenuta per tutta la durata del test.

Conclusioni

La Psycho Path 3 è una ottima bici, ad un prezzo molto contenuto vista la configurazione con cui viene offerta. La scelta e l’abbinamento dei componenti segue una linea di coerenza con l’uso per cui è pensata.
Ruote e loro diametro, forcella, trasmissione ecaratteristiche telaistiche sono tutte indirizzate a rendere la Psycho Path una bici eccellente per gare xc, di breve ed intensa durata, in cui far emergere agilità nella guida e reattività nei cambi di ritmo e nei rilanci.

È una bici meno adatta di altre a percorsi lunghi con tratti di terreno molto variegati, salite lunghe e tratti molto sconnessi. Da valutare la scelta dei copertoni, in condizioni di fango e/o terreno viscido.

Prezzo: 3.983,67 Euro
Rosebikes.it

[ad45]

Classifica generale Winter Cup 2024
Per partecipare carica le tue attività su Training Camp

Classifica mensile dislivello

Iscriviti al canale Whatsapp di MTB Mag per non perderti mai una notizia, clicca qui!

Share

Recent Posts

Winter Cup edizione Feste al via!

Volete sfondarvi di cenoni, pranzoni, aperitivi e gozzoviglie varie? Allora ecco un ottimo modo per…

21/12/2024

Hibike in amministrazione controllata

Settimana di brutte notizie dal mondo ciclo: dopo GT e Rocky Mountain, questa volta tocca…

21/12/2024

Una strada in salita

A causa di una brutta caduta alla Parigi-Roubaix 2023, Filippo Colombo dello Scott-Sram XC team…

20/12/2024

La MTB dell’anno 2024

Qual è la mountain bike dell'anno 2024? Dopo tante elucubrazioni, ecco la nostra preferita. Attenzione:…

19/12/2024

Rocky Mountain in amministrazione controllata

Purtroppo anche per Rocky Mountain Bicycles le cose non vanno bene, l'azienda canadese oggi ha…

19/12/2024

GT va “in pausa”

Fermento in casa GT, dove ieri è stata annunciata una "pausa" nel rilascio di nuovi…

18/12/2024