Nei primi giorni di settembre abbiamo pubblicato il comunicato di presentazione della Rose Thrill Hill. Contemporaneamente Rose ce ne ha inviata in test un esemplare nella versione Thrill Hill 4.
Materiale telaio: carbonio alto modulo UHM/HT
Formato ruote: 29”
Corsa ant.: 100
Corsa posteriore: 100
Mozzo posteriore: 148×12
Mozzo anteriore: 110×15
Trasmissione: 1×12 (34t / 10-51)
Attacco per deragliatore: si
Attacco portaborraccia: 1
Disponibilità del solo frameset: no
Peso rilevato: 10.300 senza pedali
Prezzo: 4600 Euro con DtSwiss XR1501 come da versione in test (4.407 versione base con DtSwiss X 1700)
Forcella: Fox 32 SC 29” Factory Kashima 100 mm
Ammortizzatore:FOX Float DPS Factory, remote/travel: 100mm/100mm blackFOX Float DPS Factory, remote/travel: 100mm/100mm black
Freni:Shimano XTR 9100, 180mm/160mm
Manubrio:Newmen Advanced SL 31,8mm, 740mm
Attacco:Newmen Evolution SL 318.2 80mm;
Sella:Selle Italia SLR Lite Flow with TI316 rail
Reggisella: Newmen Advanced, 430mm, Ti bolts 31,6mm;
Gruppo:Shimano XTR 9100 a 12v, corona da 34 denti, catena e pacco pignoni 10/51 XT 8100;
Ruote: DT Swiss XR 1501 da 25 mm
Copertoni: Maxxis Ikon Skinwall: anteriore: EXO TR 3C MaxxSpeed, posteriore: EXO TR black/tan 29×2,2
La nuova Thrill Hill è una novità assoluta, nome a parte, in casa Rose. La precedente versione, da noi testata ormai 5 anni fa, montava ruote da 27.5″ e aveva onseguentemente geometrie notevolmente diverse. Confrontando le taglie M, vediamo un diverso angolo di sterzo, passato da 69° a 69,5°, diverso l’angolo piantone passato da 73,5° a 74,5°, più lungo il passo da 1122mm a 1129, leggermente abbassata l’altezza del movimento centrale da 332 mm a 330,5, reach e stack passati rispettivamente da 421 mm e 578mm a 430mm e 593mm.
Telaio garantito 6 anni. Compresa nel prezzo bici 5 anni di assicurazione crash replacement (se si distrugge il telaio per colpa propria, si può comprarne uno nuovo con sconto 50%).
Ricordavo dal precedente test della Thrill Hill una bici agile, reattiva, scattante e leggera.
La versione da 29 è circa mezzo kg più pesante, anche se a dire il vero il confronto è con la top di gamma, cosa che questa Thrill Hill 29 non è (solo perché ce ne sono 2 che costano di più). Il peso è verosimilmente concentrato sul gruppo, lo Shimano Xtr a 12v, che ha comunque una velocità in più e una indole costruttiva, quella di Shimano, che ha sempre badato un po’ meno al peso e un po’ più all’affidabilità rispetto alla concorrenza pari grado Sram. Anche l’impianto frenante potrebbe pagare qualche grammo. Anche qui Formula è sempre molto all’avanguardia con i pesi rispetto a Shimano. Nelle ruote però il peso è a vantaggio delle DT Swiss 1501 rispetto alle Crossmax SLR (meno 60 gr).
Questo aggravio di peso però non appare in alcuna maniera penalizzante nel complesso, anzi, la nuova versione con ruote da 29 è un deciso passo avanti. In salita la Trhill Hill va molto bene sia sullo sconnesso, dove appare meno nervosa, probabilmente grazie a ruote di diametro maggiore e copertoni di sezione maggiore, sia sul liscio dove, al contrario della precedente, l’ammortizzatore resta ben bloccato, probabilmente per merito di una cinematica degli snodi del carro che lavora meglio.
Mi è capitato che stessi ammortizzatori con telai diversi tendessero all’affondamento o meno in maniera diversa. Da questo punto di vista la Thrill Hill non è la più granitica incontrata a sospensioni chiuse, ma sul liscio la pedalata è efficiente e non disturbata da flessioni delle sospensioni.
Sulle rampe importanti la posizione ben centrale del rider permette una buona distribuzione del peso e dunque ottima trazione, ma senza che la bici tenda ad impennarsi.
Anche in discesa la Thrill Hill 29 appare più stabile e facile da guidare, oltre che precisa nell’inserimento in curva o nella ricerca della traiettoria migliore. È sempre difficile attribuire sensazioni di guida a un complesso di geometrie diverse, specialmente provandole con componenti totalmente diversi. In questo caso direi che, un po’ come in salita, ruote e copertoni e un passo maggiore abbiano un ruolo importante nel renderla più stabile, oltre a un pacchetto sospensioni decisamente più efficiente, soprattutto nella forcella (FOX 32 SC vs SID RLT), della precedente versione e a un manubrio più largo (740 mm contro 720 mm).
Unico punto che la precedente versione mantiene a favore è forse la reattività e maneggevolezza nello stretto, soprattutto frutto di un diametro ruote minore e un passo più corto.
Un accenno a parte lo farei sul gruppo XTR a 12V. Molto si è detto del ritardo (biblico) con cui Shimano ha approcciato la novità monocorona, ed è obiettivamente vero. Da anni le top di gamma monocorona montano Sram. C’è da dire, peso a parte, che l’XTR mono appare leggermente superiore all’Eagle. Intanto la scelta della cassetta opzionabile tra 10-45 e 10-51 copre comunque una gamma di usi più ampia. Inoltre il 51esimo dente può invogliare i titubanti del 34, una corona a mio avviso molto più efficiente della 32 come rotondità di pedalata. L’ulteriore salto di rapporto del dente in più non si avverte. Nella cambiata l’XTR è efficientissimo in ogni occasione (come del resto l’Eagle, va detto), col comando che nel salire della catena è meno secco e più fluido e basta una pressione più lieve di quello dell’Eagle. Il pretensionamento della gabbia del cambio XTR (regolabile mediante leva) tiene la catena sempre molto in tiro e non si è mai palesata l’utilità di un guida catena. I freni XTR sono potenti e risentono molto poco nelle frenate prolungate di pigrizia nel ritorno dei pistoncini. Per capirci gli zin zin, anche temporanei, sono molto più limitati rispetto ai freni Sram Level Utimate, che però direi possano vantare maggiore modulabilità, mentre gli XTR sono un pelo più secchi.
Ho già detto come la Thrill Hill con ruote da 29 sia un deciso miglioramento rispetto alla bici che l’ha preceduta. Più versatile, per range dei rapporti della trasmissione e sensazioni di guida, ottima sia come prestazione pura che per giri più impegnativi dal punto di vista tecnico e altimetrico. In sede di acquisto c’è, come sempre per le bici Rose, la possibilità di personalizzarla, inclusa la scelta di sospensioni da 120mm che la “trailizzano” senza, sulla carta, farle troppo perdere l’indole racing.
Il prezzo, in rapporto alla qualità, è molto concorrenziale, così come l’estetica, a parere di chi scrive e di chi l’ha vista dal vivo, ruba l’occhio. Come da tradizione Rose, la Thrill Hill è una bici spartana, efficiente, di sostanza, ma che non lascia troppo spazio ad accessori a volte utili come può essere il blocco della rotazione totale del manubrio o il guida catena (anche se con l’XTR come detto non ci sono stati problemi di caduta catena). Importante la predisposizione per i cavi interni del reggisella telescopico.
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