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Oggetto di questo test sono le ruote All Mountain della Crank Brothers, le Iodine.
Come direbbero gli americani, si tratta di veri e propri “Eyecatcher”, insomma non passano inosservate e, nella maggioranza dei casi, piacciono esteticamente. Il nostro test vuole andare oltre gli aspetti estetici pur sapendo che il design delle Iodine è spesso il motivo del loro acquisto.
DSB Bonandrini ci ha messo a disposizione un set di Iodine nere nuove di zecca per l’intero mese di febbraio e noi le abbiamo messe sotto torchio in 11 uscite con un totale di 7.700 metri di dilivello in salita, 8.900 metri di dislivello in discesa su 270 chilometri di sviluppo. Sono numeri che possono dire poco, ma bisogna considerare lo stato dei sentieri in questa stagione, spesso sporchi e pieni di rami. Una delle nostre preoccupazioni era, infatti, che uno o più raggi si potessero rompere, vista la loro spaziatura, quindi la sporcizia invernale è capitata a fagiuolo. Ma cominciamo dall’inizio.
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Montaggio
Le Iodine del nostro test avevano un normale quick realese per la ruota posteriore e un perno passante da 15 mm. per l’anteriore. Ci abbiamo montato su un pacco pignoni a 10 velocità della Sram, una Schwalbe Fat Albert all’anteriore e una Kenda Nevegal da 2.3 al posteriore, il tutto sulla GT Force Carbon Pro, oggetto di un test di durata che trovate qui. Va segnalato che le Iodine del test sono predisposte alle gomme tubeless, mentre i nostri erano normali copertoni con camera d’aria. Entrambi i mozzi sono dotati di una presa a 6 buchi per i freni a disco.
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Due dettagli interessanti: lo spacer fra pacco pignoni e mozzo è costituito da diversi anelli di plastica presenti nella scatola di imballaggio. Fanno egregiamente il loro lavoro e non si sono minimamente consumati o appiattiti durante il test, così che il pacco pignoni è sempre rimasto distanziato correttamente. Il secondo particolare è dato dal quick release a doppia leva, una prerogativa Crank Brothers.
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Con questo sistema si riesce, a parità di forza, a serrare più fermamente il QR. Allo stesso modo lo si riesce ad aprire più facilmente.
In azione
La primissima cosa che salta all’occhio, o meglio all’orecchio, è il deciso suono del ruota libera del mozzo CB. Può piacere o non piacere, di certo aumenta quell’effetto eyecatcher di cui si parlava sopra. Se non ti vedono, ti sentono. E dopo che ti hanno sentito, ti vedono. Cosa non sempre negativa, soprattutto quando ci sono escursionisti a piedi sui sentieri. Non troppo bella quando i cerbiatti se ne scappano ancora prima che tu li veda, ma qui stiamo finendo nel romanticismo della pedalata nei boschi, torniamo quindi a fatti più salienti, come il peso. 1900 grammi per il set di ruote non sono pochi, soprattutto se confrontati con il prezzo di listino.
Aumentare il peso sulla massa rotante (rispetto alle Mavic Crossmax che erano montate prima sulla GT) non è una grande idea, il rovescio della medaglia dovrebbe stare però nella robustezza e rigidità delle Iodine. Se quest’ultima è molto difficile da sentire in sella alla bici (abbiamo preparato un test di laboratorio, vedere sotto), a meno di non avere due spaghetti scotti al posto delle ruote, bisogna invece dire che il cerchio posteriore si è leggermente bozzato durante una delle due pizzicature avute durante il test.
Ma veniamo alla domanda che tutti noi del team dei tester di MTB-Forum ci siamo posti: e i raggi? Come detto all’inizio del test siamo andati in giro su diversi sentieri con tanti rami, sassi smossi, ecc, e non abbiamo avuto mai un problema di un ramo che si è ficcato fra i raggi.
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Certo, rimane la domanda su cosa sarebbe successo se un raggio si fosse rotto, visto che i raggi sono attaccati a due a due ad un piccolo perno che a sua volta trova posto in una specie di asola del cerchio. Se si rompe un raggio, non è detto che anche il suo compare attaccato alla stessa asola perda la tensionatura, dato che uno dei due raggi deve proprio uscire dal perno per farlo uscire dall’asola e quindi far perdere la tensione all’altro. Al di là di questo, il problema sta nel trovare un raggio di ricambio nel breve periodo, visto che non si possono usare raggi con i normali nipples, ma con un raggio rotto si dovrebbe riuscire a tornare a casa anche con le Iodine. Vedere per questo il test di laboratorio qui sotto, dove abbiamo tolto un raggio.
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Test di laboratorio di Zergio
[VIDEO=451]Test Crank Brother Iodine[/VIDEO]
Zergio ha testato le Iodine sul nostro nuovo banco prova, facendo diverse prove di comparazione con le DT Swiss 1750, che costano 895 Euro, quindi come le Crank Brothers. Iniziamo con la rigidità.
Applicando un peso di 15 kg al cerchio le Iodine flettono di 2,60 mm, le DT Swiss 1750 di 2,20 mm.
Togliendo un raggio in tensione le Iodine smollano di 4 mm, le DT Swiss 1750 di 2 mm.
Togliendo ul raggio in tensione e applicando un peso di 10 kg le Iodine flettono di 2,3 mm, le DT Swiss 1750 di 1,8 mm
Conclusioni
Le Crank Brothers Iodine sono delle ruote per chi ama le cose belle, senza per questo aggiungere delle funzionalità in più. Infatti pesano di più delle concorrenti nella loro fascia di prezzo, hanno dei cerchi non particolarmente resistenti, ma sono rifinite fino all’ultimo dettaglio e sono disponibili in diverse colorazioni abbinabili a tutti i tipi di bici. La rigidità laterale non è al top, il numero dei raggi lo lascia comunque presagire anche prima di acquistarle. Non possiamo dire molto sui mozzi e il ruotalibera, perchè ci vorrebbe un test di lungo periodo per vedere come reagiscono allo sporco e alle sollecitazioni. Il quick release posteriore è una bella trovata.
Peso rilevato da noi
Anteriore: 880 gr.
Posteriore: 1020 gr.
Prezzo di listino: 899 Euro
Crank Brothers
DSB-Bonandrini.com
Nella foto iniziale e in quella di copertina si vede Hans Rey con le Iodine montate su una GT Force Carbon Pro come la nostra.
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