[Test] Ruote SRAM Roam 60

Vi avevamo presentato le ruote SRAM Roam 60 la scorsa primavera. Ad ottobre le abbiamo ricevute per un test di durata. Dopo 3 mesi di utilizzo intenso ci sentiamo in grado di darne un giudizio.

Analisi statica

Si tratta di ruote in carbonio unidirezionale studiate per l’All Mountain, con un cerchio dal canale di 21 millimetri, mentre la larghezza esterna del cerchio è di 29mm, compatibile UST (bisogna metterci il nastro per latticizzarle) e disponibili nelle tre versioni da 26, 27.5 e 29 pollici. Noi abbiamo provato la versione da 27.5″. Entrambe le ruote hanno 24 raggi ciascuna.



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Una caratteristica che ci è subito sembrata molto interessante è il Solo Spoke. Si tratta di una misura unica di raggi in acciaio che va bene sia per la ruota anteriore che posteriore. I raggi si cambiano inserendoli negli appositi fori presenti nel cerchio, previo smontaggio della gomma e del nastro, e si trovano in ogni negozio di bici. Si tratta del classico montaggio straight pull a doppio incrocio.

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Il cerchio è asimmetrico per poter inclinare maggiormente i raggi e così dare maggior tensione alla campanatura. Le pareti del cerchio stesso, come potete vedere dalla foto, sono state rinforzate nella loro parte più esterna, quella dove si tallona la gomma – e la prima che viene a contatto con il terreno – e rese più sottili nel mezzo per risparmiare peso.

Cross Section with Spoke

I nipples sono in alluminio con un lock ring in nylon, mentre i mozzi sono al loro interno totalmente DT Swiss. La calotta, invece, é un progetto SRAM, necessaria per poter alloggiare il Solo Spoke di cui parlavamo prima. Gli adattatori sono anch’essi DT Swiss e possono venire sostituiti senza attrezzi specifici. Al momento del montaggio dei dischi bisogna usare le viti dedicate, o comunque non Shimano, dato che queste sono troppo lunghe e vanno a toccare la calotta del mozzo.

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Le SRAM Roam 60 sono state montate per tutto il periodo di prova sulla Santacruz Bronson Carbon che usiamo per i test, con delle Maxxis High Roller 2.3″ EXO latticizzate su entrambe le ruote.

In azione

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Le Roam 60 non hanno avuto vita facile: venivamo infatti da delle Enve AM che ci avevano decisamente convinto. Bisogna anche dire che le ruote da All Mountain sono una tipologia di prodotto nuova per la casa americana, quindi avevano tutto da dimostrare, e non solo in ambito All Mountain, visto che la Bronson, e i percorsi che facciamo con questa bici, si può definire una bici da Enduro.

Il peso della coppia di ruote, nastrate, è di 1650 grammi e questo fa presagire subito che le Roam 60 sono state pensate per essere robuste, più che leggere. Ricordiamo che si tratta di ruote in carbonio, materiale che molti, a torto, ritengono fragile. Invertiamo il modo di pensare: 1650 grammi in carbonio significano due ruote molto più robuste a parità di peso di due ruote in alluminio. Non é solo teoria, perché nella pratica le Roam 60 si sono dimostrate da subito molto rigide e precise in curva, ma soprattutto delle ottime incassatrici di colpi.

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Il canale interno da 21mm non è un mostro di larghezza, ma con delle gomme da 2.3″ come quelle che abbiamo montato si è mostrato un buon compromesso per evitare che la gomma spanci troppo. Chi scrive non avrebbe comunque disdegnato un paio di millimetri di larghezza in più, soprattutto in vista di alcuni marchi di gomme (Schwalbe) dove un 2.3″ equivale quasi ad un 2.5″ di Maxxis.

Al contrario delle Enve, dove la casamadre offre solo il cerchio, qui ci troviamo di fronte a delle ruote assemblate, con tutte le specifiche pensate dagli ingegneri SRAM, e questo è il loro vero punto di forza: come dicevamo nell’analisi statica, un dettaglio importante come la tensione della campanatura è dovuta all’accoppiata mozzo-cerchio. L’altro dettaglio importante, quello del Solo Spoke, non abbiamo potuto “usarlo” perché, fortunatamente, non abbiamo rotto un raggio durante il test.

Il cerchio, dal canto suo, ha resistito molto bene ai tre mesi di prova. Anche “pizzicando” su alcune rocce particolarmente affilate (senza bucare perché le gomme sono latticizzate) non ha dato segni di cedimento. Un cerchio in alluminio si sarebbe probabilmente bozzato. La campanatura è rimasta sempre perfetta, non abbiamo mai avuto bisogno di tirare un raggio. Dal punto di vista estetico i graffi dovuti alle sassate sono relativamente pochi, sicuramente di meno di quelli sulle Enve.

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Sui mozzi c’è poco da dire: sono DT Swiss. Non sarà un nome altisonante come altri, ma non per niente i mozzi della casa svizzera si trovano dovunque: funzionano. Scorrono bene, resistono al bagnato e alla sporcizia della stagione autunnale ed invernale grazie ai loro cuscinetti sigillati, e pesano poco. Si tratta dei 240s, mozzi di alta gamma che è lecito aspettarsi su un paio di ruote di questa fascia di prezzo.

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Il mozzo posteriore è un Star Ratchet 36-tooth, cioé dotato di un ingranaggio a 36 denti per trasmettere il movimento della pedalata alla ruota in un’angolazione di rotazione molto bassa. Non è la più bassa disponibile sul mercato, visto che le nuove Bontrager hanno un 54 denti, sviluppato sempre da DT Swiss (e attualmente in test da parte nostra), che la porta al valore record di 6.67°.

Sempre rimanendo in ambito mozzi, cambiare gli adattatori del perno passante anteriore da 15 a 20mm o viceversa non è un gioco da ragazzi, ma qui il progetto è, di nuovo, tutto DT Swiss. Infatti i due adattatori sono avvitati: quando se ne toglie uno da una parte, per togliere l’altro é necessario tirare fuori il perno, metterlo in una morsa (con molta attenzione vista la sua fragilità) e svitarlo con una non proprio comune chiave del 22.

Conclusioni

Le Roam 60 si sono rivelate delle ottime ruote da All Mountain / Enduro. Il gioco di squadra fra cerchio, raggi e mozzi assicura precisione di guida e robustezza. Sono ruote utilizzabili in qualsiasi ambito, grazie alla praticità di avere una lunghezza identica per tutti i raggi (standard) del set, dove per ambito intendiamo gare o giri di più giorni in zone remote. A chi non vuole spendere quasi 2000 Euro per una coppia di ruote consigliamo la versione in alluminio Roam 50.

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Peso rilevato da noi (nastrate, senza valvola): anteriore 780 grammi con adattatori pp 20mm, posteriore con corpetto XD 870 grammi.

Perni passanti del test: 15mm e 20mm anteriore, 142x12mm posteriore.

Prezzo: 1.969,25 Euro

SRAM

Altre ruote in gamma.

Enve AM vs. SRAM Roam 60

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Ok, é uno confronto che a molti farà storcere il naso, visto il prezzo dei prodotti in oggetto, ma ci sentiamo di scrivere qualche riga per i fanatici delle ruote, fra cui includere chi scrive. Se c’è infatti un componente che fa la differenza su una bici, queste sono le ruote, soprattutto all’aumentare del loro diametro. Se non siete dei fanatici prendetelo come un confronto fra supercar alla “Top Gear”.

Come detto nella prova che avete appena letto, uno dei punti di forza delle Roam 60 è dato dal prodotto completo, composto da mozzi dedicati (perlomeno la calotta), Solo Spoke e cerchio. Lo stesso non si può dire di Enve, dove la casa americana vende solo il cerchio. Il resto è lasciato alla fantasia e al portafoglio dell’acquirente. Noi stessi abbiamo potuto constatare la criticità di questo fattore nel test delle Enve AM da 29 pollici, quando uno dei superleggeri mozzi Tune ha cominciato a dare i numeri.

Dal punto di vista del cerchio, abbiamo apprezzato molto la larghezza generosa delle Enve (25mm), e avremmo preferito almeno un 23″ sulle Roam 60. È indubbio, infatti, che se si montano delle gomme più discesistiche un cerchio largo evita che si spanci, o peggio stalloni, in curva.

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Un confronto fra cerchi mostra come siano entrambi molto robusti ai colpi, grazie al materiale composito, ma l’Enve viene graffiato più facilmente dai sassi rispetto al Roam. Dal punto di vista pratico questo fattore non ha alcuna conseguenza.

Entrambi i cerchi sono in carbonio, dunque molto rigidi. Se sulle bici da strada alcune costruzioni in carbonio si sono rivelate fin troppo rigide per alcuni ciclisti, in ambito MTB ci sono tanti altri fattori (terreno, sospensioni, ma soprattutto gommatura) che rendono questo aspetto piuttosto ininfluente dal punto di vista della comodità di guida.

Il fattore prezzo è a favore di SRAM: ci vogliono almeno altri 500 Euro per arrivare ad un Enve AM con mozzi DT Swiss 240s. Il peso dei due set di ruote, a parità di mozzo, è identico.

Dal punto di vista estetico ci sentiamo di spezzare una lancia in favore di Enve.

Dunque, quale preferire? A voi l’ardua sentenza!

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