Syntace ha presentato circa un anno fa delle ruote con una caratteristica fondamentale: la generosa larghezza del cerchio. Per provare fino in fondo la bontà dell’idea dei tedeschi, ci siamo fatti dare al Bike Festival 2013 quelle con il cerchio più largo. Ecco il risultato del nostro test.
40 mm di larghezza esterna, 33.5 di larghezza interna, 1840 grammi la coppia da 26 pollici con mozzi HiTorque MX, anch’essi prodotti da Syntace. Questi i numeri duri e crudi con cui ci siamo confrontati quando lo scorso maggio, al Bike Festival di Riva del Garda, Syntace ci ha messo in mano le sue possenti W40 MX per un test di durata.
Si tratta di cerchi in alluminio 7075 con 32 buchi, raggi Sapim CX-Ray, tubeless ready (necessitano di nastratura), disponibili per i diversi standard di perni passanti. I nostri hanno un pp da 20mm all’anteriore e un 142x12mm al posteriore, corpetto per XX1.
I mozzi sono una creazione Syntace, brevettata. Costruiti con l’idea di durare nel tempo anche all’inclemente meteo teutonico, i mozzi posteriori sono dotati di un ruota libera a 36 denti dal suono che non passa inosservato: per evitare che nella stagione fredda il mozzo diventi meno scorrevole a causa del grasso che tende a congelarsi, Syntace ha deciso di lubrificarlo con dell’olio, cosa che lo rende più rumoroso.
L’idea di base delle ruote Syntace è facile, in teoria: dei cerchi più larghi lasciano spanciare di meno la gomma in curva, rendendo più precisa la bici nella sua traettoria ed evitando di stallonare il copertone. Lo stesso cerchio più largo, offrendo più supporto laterale alla gomma, permette di viaggiare con pressioni più basse del solito.
In pratica però c’è una variabile critica in gioco: il peso. Più materiale si usa per un cerchio e più questo pesa, l’equazione è semplice. Gli ingegneri Syntace, vale a dire Jo Klieber e Michi Grätz, sono degli specialisti nella progettazione di componenti o telai leggeri in alluminio (Liteville è una loro creazione), così ecco che sono riusciti a produrre un cerchio più largo di tanti cerchi da downhill e renderlo compatibile ad un uso all mountain / enduro grazie al peso limitato.
I cerchi in test sono quelli più larghi della gamma Syntace e quindi i più pesanti. Syntace offre anche delle misure più piccole: 25-30 e 35 mm.
La prima cosa che abbiamo fatto quando abbiamo ricevuto le ruote è stato nastrare e latticizzare i cerchi, per poter apprezzare fino in fondo quello che Michi Grätz ci ha detto al Bike Festival: usateli con pressioni molto basse, l’anteriore può arrivare fino ad 1.4 bar. Poi le abbiamo montate sulla Liteville 301 che abbiamo in test sempiterno grazie a SRAM.
Entrambe le ruote montavano inizialmente delle Schwalbe Crazy Mary First Ride da 2.5.
Usare gommazze del genere vuol dire aumentare il peso del sistema ruote e della bici completa e renderla meno scorrevole. La cosa ci ha turbati fino ad un certo punto, perché abbiamo usato la Liteville 301 su sentieri scassati o con mezzi di risalita per accorciare l’arrivo in vetta. Diciamo che togliendo il Crazy Mary e mettendo un Maxxis o Kenda si sarebbe risolto in gran parte il problema della scorrevolezza: il Crazy Mary è davvero possente e con mescola morbida è più una gomma da freeride che da enduro.
In discesa le ruote ci hanno veramente impressionato: la tenuta laterale è fenomenale, la precisione di guida aumenta di molto, sempre che si tenga la pressione ad un certo livello. Già, perchè va bene diminuire la pressione per avere più grip, ma usando gomme single ply le loro pareti non sono mai abbastanza robuste da soppiantare alla mancanza di aria, anche se il cerchio è largo.
Infatti, durante la prima discesa dal Monte Tamaro (la parte alta è un sentiero scavato a picconate nelle rocce, con degli spuntoni assassini), la Crazy Mary al posteriore è durata pochi metri prima che, pizzicando, venisse tagliata lateralmente dal cerchio. Eravamo in giro con 1.8 bar al posteriore. Pensavamo ad un caso sfortunato, abbiamo quindi cambiato la gomma con un Maxxis Minion DHF EXO, latticizzato di nuovo il tutto e gonfiato a 2 bar il posteriore. Nessun problema. Allora siamo scesi un po’ con la pressione. Tempo qualche centinaio di metri, e anche il Minion è dovuto soccombere al taglio del cerchio. Solo dopo un altra pizzicatura abbiamo sentito Syntace al telefono e siamo stati reindirizzati sul loro sito dove si trova questa immagine con il seguente testo:
Meanwhile we are able to confirm from several years of experience: Syntace W-Series wheels can do everything. Apart from deliberately caused pinch flats with a Maxxis Minion or Specialized Butcher (or similar). What we mean, is causing harsh pinch flats using a tyre with knob profile which is unfavourable towards wide rims. This will simply dang up the rim hook. And we will have to help out with a crash replacement ;-). [Link]
Insomma, alcune gomme non vanno bene con i cerchi larghi. Chiedendo a Syntace quali gomme consigliassero, ci hanno detto che è difficile da dire, visto che dipende dalla sezione del cerchio e della gomma stessa. Il problema, come spiegato dall’immagine qui sopra, si pone quando si pizzica e i lati del cerchio vanno a toccare la parte di battistrada senza tasselli. In quel caso, oltre a tagliare il copertone, si rischia di bozzare il cerchio, come successo a noi in un caso, sempre sul Tamaro.
Ci siamo dunque rassegnati e abbiamo smesso di girare con pressioni basse.
2.1 bar al posteriore, 1.8 all’anteriore. Con questo setup non abbiamo più avuto problemi di sorta. Certo, uno dei vantaggi dei cerchi larghi viene meno. Siamo comunque dell’opinione che su terreni alpini o comunque rocciosi i vantaggi di girare a pressioni basse con gomme single ply vengano meno. Troppo grande è il rischio di tagliare il copertone a causa del cerchio o di bozzare il cerchio stesso.
Bisogna anche dire che con altri cerchi in test di durata, gli Enve AM in carbonio, non abbiamo mai tagliato un copertone anche girando a pressioni basse e pizzicando la gomma latticizzata (leggere il test qui), e il cerchio in carbonio non si è rotto o bozzato. Gli spigoli del cerchio Enve sono più arrotondati e meno taglienti.
L’altro vantaggio dei cerchi larghi rimane però invariato. Come vedete dalla foto qui sopra, la gomma non spancia, neanche se è una 2.5. Una volta che si comincia a far viaggiare la bici in curva, si apprezza in toto questa qualità. Le pieghe riescono meglio, si riescono a prendere le curve più veloci rispetto a quello a cui si era abituati, sempre che si sia scelta la gomma giusta per il terreno e le sue condizioni (bagnato, secco, ecc). È davvero divertente girare con questi cerchi, soprattutto su percorsi medio-veloci. Il loro peso contenuto lascia la bici agile.
Per quanto riguarda la loro resistenza all’usura, vi abbiamo già fatto vedere una bozzatura, che comunque non ha inficiato il loro comportamento. Da allora abbiamo lasciato al posteriore una camera d’aria, quindi non sappiamo dirvi se è ancora latticizzabile. Per il resto, a parte qualche graffio, i cerchi tengono bene e i mozzi ancora meglio: scorrono come 5 mesi fa.
Non abbiamo rotto nessun raggio, consci comunque del fatto che si tratta di raggi standard acquistabili in qualsiasi negozio di bici.
I cerchi larghi avrebbero in teoria due vantaggi: quello di evitare che la gomma spanci e il poter girare a pressioni più basse, aumentando il grip. Possiamo confermare il primo: con i Syntace W40 il vostro limite in piega si alzerà e la precisione di guida vi stupirà. Per quanto riguarda le pressioni inferiori di gonfiaggio: non ci sentiamo di confermare questa tesi, se si gira con gomme single ply (come sempre accade in ambito all mountain), dato che la pizzicatura, anche della gomma stessa, è sempre dietro l’angolo.
In conclusione delle ottime ruote per all mountain aggressivo o enduro che dir si voglia, se non si scende sotto una certa soglia di pressione delle gomme. Una volta provate farete fatica a tornare ai cerchi più stretti. I mozzi sono a prova di bomba.
Prezzo: 619 Euro il posteriore, 429 Euro l’anteriore.
Limite del peso del rider: 130 KG
Garanzia: 10 anni
Disponibili anche in versione da 25, 30 e 35mm.
Syntace.com
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