Santa Cruz presenta la nuova Hightower 4, ovvero la quarta generazione della sua bici da trail/all mountain con ruote da 29 davanti e dietro, 150 mm di escursione posteriore e 160 mm anteriore, telaio completamente in carbonio e schema di sospensione VPP. Si differenzia dalla Bronson 5, presentata 4 settimane fa in questo articolo, proprio per il formato ruote, che può essere solo 29/29.
La Hightower in test è il modello di punta della gamma, con telaio in carbonio CC, e peso senza pedali di 14.58 kg sulla nostra bilancia in taglia L. Io sono alto 179 cm e ho una distanza sella – movimento centrale di 74 centimetri. Con un reach di 480 mm la large è perfetta per me. Il carro varia a variare delle taglie ed è di 3 mm più corto rispetto a quello della Bronson, tanto per ribadire il motivo per cui la Bronson sia un’ottima arrampicatrice malgrado la ruota da 27.5″.
Angolo sella di 78° (+/- 0.4° a seconda della posizione del flip chip) e angolo sterzo di 64° (+/- 0.3°). Il flip chip non cambia molto l’assetto, neanche a livello di altezza del movimento centrale (+/-3mm).
A parte l’escursione, salita da 145 a 150mm dietro e da 150 a 160mm davanti, è cambiata la cinematica. Lo si nota chiaramente dal punto di infulcro dell’ammortizzatore, più incassato nel tubo obliquo, e dal cambiamento della posizione dei leveraggi fra carro e triangolo anteriore, oltre al nuovo design sopra il movimento centrale. Gli ingegneri di Santa Cruz hanno notevolmente diminuito l’antisquat, cioé il tiro catena che diminuisce il bobbing in fase di pedalata ma che tende anche ad inibire la sospensione in discesa. Ho sempre affermato che il VPP è una coperta un po’ corta, nel senso che o va bene in salita o va bene in discesa. La nuova Hightower 4 ha smentito questa mia affermazione (esattamente come la Bronson 5), andando a centrare perfettamente il punto fra salita e discesa, tanto che non ho mai chiuso l’ammortizzatore in salita ma al tempo stesso in discesa la bici è molto sensibile anche ai piccoli urti.
Il segreto di questo successo sta nel fatto che la sospensione è molto sostenuta (usando circa il 27% di sag) e si trova a lavorare nei primi centimetri di corsa dell’ammortizzatore, ovvero i più sensibili. Verso fine corsa la Hightower 4 è molto progressiva, rendendo del tutto legittimo il suo uso in bike park, nel caso si montassero delle gomme più robuste, soprattutto dietro, dove al momento troviamo una carcassa Exo, malgrado nei montaggi sia specificata una Exo+.
Cambiata è anche la forma e la dimensione del tubo obliquo, molto massiccio e al cui interno trovano posto ben due astucci forniti da Santa Cruz in cui mettere camera d’aria, pompetta, attrezzi, barrette, ecc, oltre ad una giacchetta minimalista. Ho apprezzato molto l’astuccio imbottito che ha lo scopo di evitare sbatacchiamenti fastidiosi quando si va in discesa. Il sistema di chiusura del coperchio è semplice e veloce da attuare, vi rimando al video per il suo funzionamento.
Proprio aprendo il vano porta oggetti si notano le guide dei cavi, interne al telaio, dunque è semplicissimo far passare il tubo del freno e il cavetto del reggisella telescopico, anche perché non ci sono altre opzioni: come la nuova Specialized Stumpjumper 15, anche la Santa Cruz Hightower 5 CC rinuncia al passaggio cavi per la trasmissione meccanica, e al passaggio interno alla serie sterzo. Quindi wireless o niente, se volete il top di gamma. Sui telai C, cioé il carbonio meno pregiato, troviamo invece 3 buchi.
Un componente fondamentale per il giudizio di questa Hightower 4 sono le ruote Reserve HD con canale interno da 30 mm e soprattutto un profilo basso che le rende comode anche sulle discese lunghe. Robuste e precise, filtrano le vibrazioni provenienti dal terreno evitando il mal di mani o avambracci da Popeye. Bisogna anche dire che vengono loro in aiuto i freni SRAM Maven, i quali richiedono poca forza per bloccare la bici. Notare che troviamo dischi da 180mm davanti e dietro, perfetti per il mio peso di 70 kg, visto la potenza dei Maven.
Inutile girarci tanto attorno: le similarità fra Hightower 4 e Bronson 5 sono tante, così tante che delle volte mi sono dimenticato di avere un formato ruota diverso al posteriore. In salita su sterrato con ghiaino ho notato che i sassolini che si incastrano nei tasselli vanno a sbattere contro la parte posteriore del linkage, perché la luce fra ruota e carro è piuttosto ridotta, come d’altronde è lecito attendersi da un carro leggermente più corto rispetto alla controparte mullet. Non ci sono graffi o segni degni di nota perché quella è una parte con vernice molto solida, oltre ad essere in alluminio.
Anche sulla Hightower 4 è difficile vedere l’O-ring quando si vuole controllare quanta corsa si è usata, perché è nascosto dal telaio e dal carterino che va a proteggere l’ammortizzatore dallo sporco alzato dalla ruota posteriore. D’altro canto non c’è problema nel regolare il sag, perché i primi centimetri di travel si vedono chiaramente.
In pedalata il carro è neutrale, offre tanta trazione e non bobba. Questo, unito ad una geometria molto bilanciata, rende anche le salite più ripide facili, nel senso che l’anteriore non tende ad alzarsi anche se non si mette il busto molto in avanti o non si va in punta di sella. Non solo, sotto il manubrio ho due spacer che tengono il manubrio alto, che a sua volta dà sicurezza sul ripido in discesa senza però compromettere la performance in salita.
In discesa, come anticipato, abbiamo una sospensione molto sensibile ai piccoli urti e molto progressiva, molto reattiva agli impulsi del rider. La rigidità è sempre a livelli altissimi, in particolare se paragonata ad altre trail bike. Chiaro, c’è un prezzo da pagare, ed è il peso, aumentato rispetto alla Hightower 3. Però l’ho pedalata molto in salita e il peso non mi ha dato particolarmente fastidio. Sarà che ormai le bici da trail o all mountain pesano tutte intorno ai 14/15 kg, quindi ci sono abituato, ma se uno si vuole divertire in discesa non si scappa da questi pesi, anzi ci dovrà aggiungere anche delle gomme robuste.
Anche la Hightower, come la Bronson, è lunga, quindi bisogna abituarscisi per bunnyhoppare e pomparla sugli ostacoli. In questo caso abbiamo anche una ruota da 29″ al posteriore che rende le operazioni un attimino più complicate.
Vale la pena citare i mozzi, degli Industry Nine Hydra. Quello al posteriore ha un miliardo di punti di ingaggio, cosa che ho apprezzato molto sulle salite tecniche per l’immediatezza della risposta al colpo di pedale. Inoltre il rumore da ape impazzita mi ha aiutato a segnalare il mio arrivo ai pedoni che eventualmente ho trovato sui sentieri.
Difficile rispondere a questa domanda o, meglio, fino ad un po’ di tempo fa avrei detto senza dubbio Hightower perché è una 29/29. Dopo aver provato la nuova Bronson con il suo carro lungo e la ruota da 27.5″, non sono più così convinto che la Hightower sarebbe la mia prima scelta. Proprio la ruota più piccola dà quel tocco di rigidità in più alla Bronson che mi ha stupito fin dai primi giri, e il carro lungo la rende un’ottima arrampicatrice. Insomma, non vedo perché preferirle la Hightower se non per il minor peso, dato però dal montaggio (gomme più leggere, disco anteriore più piccolo, guarnitura in carbonio) e non dal telaio più leggero.
Forse la domanda sarebbe da girare a Santa Cruz: perché non avere un telaio unico per entrambe le bici? Con un flipchip che cambiasse di più i valori geometrici, una serie sterzo eccentrica e un flip chip anche sul carro posteriore si potrebbe scegliere quale formato ruota montare, tenendo il resto invariato ed avendo in gamma (e in magazzino, cruciale di questi tempi) un modello in meno. Non so, una HighBronson, o una BronsTower.
Voi cosa ne dite?
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