Eravamo molto curiosi di provare questa bici da 29 pollici con 135 mm di escursione posteriore e 140 mm all’anteriore. Secondo noi di MTB-Forum, infatti, queste escursioni sono il limite massimo per una 29 pollici, oltre i quali diventa difficile per gli ingegneri progettare un mezzo agile e non troppo pesante. Così ci siamo messi di buona lena e nel giro di poche settimane abbiamo messo alla frusta la Tallboy, complice anche un viaggio di 5 giorni a Livigno, in cui la bici non ha praticamente avuto pause.
Analisi statica
Il telaio in carbonio con ammortizzatore pesa 2.43 kg (peso dichiarato da Santacruz), più interessante è però il peso della bici completa da noi rilevato, di 12.14 kg senza pedali, con una gomma da 2.3 all’anteriore (Bontrager 29.4) e 2.1 al posteriore (Specialized Ground Control). Le gomme sono state montate e latticizzate da noi, dato che prima c’erano delle Kenda da 1.9, fuori posto per il tipo di bici.
Il telaio è molto curato nei particolari, quali il rock guard sotto il tubo obliquo, i grease ports per lubrificare i cuscinetti, il perno posteriore da 142x12mm e l’attacco ISCG05 per il tendicatena. Da notare anche i link del vpp, tenuti molto corti per aumentare la rigidità del telaio. Per quanto riguarda la geometria, l’angolo del tubo sterzo è di 69.5° e l’altezza del movimento centrale è di 340mm. Altri dati geometrici qui.
Il reparto sospensioni è affidato al meglio che Fox ha da offrire, e cioè un ammortizzatore Float RP23 Factory Series con rivestimento Kashima e una forcella Float 34, anche lei con Kashima. Il pro pedal si nota distintamente quando si chiude, ma su questo vi rimandiamo alla prova pratica.
I freni sono degli Hope Race Evo M4 a 4 pistoncini. Quando ci è arrivata la bici le leve erano montate alla britannica, cioè con il freno posteriore a sinistra. Per poter girare le leve e lasciare i serbatoi in alto abbiamo dovuto togliere il cavo del freno per mandarlo nella manopola a noi confacente. Manovra fatta da Danny Macaskill in persona al parcheggio del Mottolino. Non per niente il ragazzo lavorava come meccanico in un bike shop.
Le ruote sono delle Stans No Tube ZTR Flow con dei cerchi dalla sezione interna di 25.5 mm, quindi adatti ad uso all mountain e a gomme di una certa grandezza, latticizzabili. Molto belli e scorrevoli i mozzi Industry Nine.
Passando alla trasmissione, è stato montato il completo gruppo XTR con una guarnitura doppia 26-38 ed un pacco pignoni 11-34. Il reggisella telescopico è il nuovo Crank Brothers Kronolog con comando remoto dal manubrio.
Sul campo
Oltre a Livigno, la Tallboy è stata provata anche sui sentieri di casa, fra gli altri il Monte Tamaro, la prova del nove di tutte le bici (per noi). Salite ripide e sconnesse a cui si va ad aggiungere un sentiero che parte roccioso e tortuoso, continua con una parte fluida e veloce e si conclude con due varianti: una tutta tornantini molto stretti e una con una specie di letto di un torrente in secca, per un totale di 1500 metri di dislivello di discesa. Normalmente queste discese vengono affrontate con bici dai 160mm di escursione in su, abbiamo deciso però di portarci la Tallboy perché ci sembrava che potesse comportarsi bene. E non ci sbagliavamo.
Innanzitutto la martoriante salita alla capanna Tamaro: 300 metri di dislivello ripidi, sconnessi e con dei simpatici gradoni che tentano di sbalzarti di sella. La prima cosa che ci è giunta all’occhio è la leggerezza della bici, facile da portare su. Di contro, la rapportatura con la guarnitura da 38-26 non aiuta chi non è allenato. Nel mio caso, ho fatto il mio miglior tempo di sempre su quella salita proprio con la Tallboy.
La chiusura del pro-pedal del Fox Float RP23 si nota molto, facendo diminuire il sag e quindi lasciando insaccare meno il carro sui tratti ripidi. Di contro, la Fox 34 non è abbassabile, ma l’anteriore non tende a salire, anche perché abbiamo tolto tutti i distanziali sotto l’attacco manubrio. Si potrebbe migliorare ancor di più questo aspetto sostituendo la parte che rimane sotto la pipa con una un po’ più piatta.
Arriviamo alla discesa. Si apre il pro pedal, si abbassa il Kronolog si lasciano scorrere i ruotoni sul terreno infido del Tamaro alto. Le sospensioni lavorano veramente bene, molto sensibili ai piccoli urti e al tempo stesso progressive per evitare i fondocorsa. Molto apprezzata la funzione della compressione alle basse velocità della forcella, ideale per i tratti lenti e ripidi, dove la forcella non si insacca.
Rilanciare la bici per qualche piccolo strappetto risulta facile, anche lasciando il pro pedal aperto. Certo, la pedalata non è così redditizia come con pro pedal chiuso, ma la cosa non dà più di tanto fastidio.
Sul tratto veloce e scassato la Tallboy si comporta più che bene. Le sospensioni lavorano bene insieme, la bici è stabile, i ruotoni fanno il loro lavoro, anche grazie alla robustezza della ZTR Flow, dotate di raggi più spessi di quelli standard. Diciamo che questo ottimo comportamento può essere inficiato solo da una scelta sbagliata di gomme. Noi vi possiamo consigliare di mettere sull’anteriore le più profilate e grosse che avete, mentre per il posteriore è meglio guardare alla scorrevolezza, sempre con un occhio di riguardo alla robustezza della spalla per evitare di sfasciare tutto. Insomma, non fatevi prendere dal virus del peso per la questione gomme, dato che in discesa la Tallboy vi permetterà di andare a tutta, cosa che spiega anche l’attacco ISCG05 su cui vedremmo bene un tendicatena leggero come il Truvativ X Guide.
Il Bernina sullo sfondo. La discesa inizialmente era su un sentiero pieno di tornatini
Veniamo allo stretto, l’ambito in cui tanti hanno molti dubbi sulle 29. Lo avevamo già detto durante il test della Trek Rumblefish, lo confermiamo anche ora: nello stretto, se una 29 pollici è stata progettata bene, va anche meglio di una 26. Il motivo è da ricercarsi in quella maggiore stabilità che i ruotoni offrono anche alle basse velocità, sul tecnico. Là dove il terreno non richiede escursioni più generose dei 140mm della Tallboy (vedi tratti con gradoni, per esempio), ci siamo trovati a poter tenere la bici in equilibrio più a lungo della corrispettiva da 26, avendo così più tempo per fare la manovra di nose press.
Alcuni di voi diranno “Ve lo avevamo detto”. Peccato che ai tempi delle varie evangelizzazioni di bici da 29 pollici come la Tallboy o la Rumblefish non ne esistessero ancora, e i pochi tentativi di creare una trailbike trovassero i loro limiti nelle geometrie che le rendevano troppo lunghe e troppo pesanti (e nella mancanza di componenti come la Fox 34).
Qualche parola anche sui freni Hope Race M4. Sono molto modulabili: ce ne vuole ad arrivare al punto di blocco, cosa che non sappiamo se imputare anche alla ricercata lavorazione dei dischi. Il punto di frenata non cambia neanche se surriscaldati per bene e la potenza è quella di un freno leggero a 4 pistoncini, quindi non esagerata, ma costante.
Per quanto riguarda il reggisella telescopico Crank Brothers Kronolog dobbiamo dire di aver avuto dei problemi a causa del cavo del comando remoto fornito da CB, troppo corto. La bici è stata data da DSB, che lo ha montato secondo istruzioni ma non ha potuto evitare l’inconveniente, e cioè che la sella scendesse di 1-2 centimetri nella posizione di pedalata (vedere recensioni su siti quali Pinkbike e MTB-News.de). Infatti una tensione sbagliata del cavo (in questo caso troppo teso perché appunto troppo corto) impedisce alla pinza di apporre la giusta forza in fase di chiusura. Il problema dovrebbe essere stato risolto con la versione aggiornata, dove un indicatore aiuta a scegliere la tensione giusta. Il nuovo Kronolog ci è arrivato ieri e sarà oggetto di un test a parte.
Conclusioni
La Tallboy LT Carbon ci ha convinto su tutta la linea. I suoi punti di forza sono il peso, l’armonia di lavoro delle sospensioni e la rigidità dell’accoppiata ruote/telaio. Una vera bici da all mountain con un bel carattere discesistico. Il lato negativo è il prezzo.
Prezzo telaio con ammortizzatore: 3.599 Euro
Prezzo bici in test con Fox 34 + kit XT: 7.199 Euro
DSB Bonandrini