Lo scorso novembre Leatt ha presentato le sue nuove scarpe invernali HydraDri 7.0 Clip. Ce ne siamo fatti mandare un paio e dopo aver atteso che arrivasse il freddo, siamo stati finalmente accontentati: le temperature rigide delle ultime settimane hanno creato le condizioni ideali per lo svolgimento di questo test. Leatt definisce queste scarpe come adatte per tutte le stagioni, visto che la loro intenzione primaria è quella di tenere il piede asciutto ma, data la loro struttura, sono a tutti gli effetti un prodotto utilizzabile al meglio con temperature sotto gli 8°.
Una delle caratteristiche principali di queste scarpe è la membrana Hydradri, che offre 10K/10K di protezione impermeabile senza però essere la classica copertura in neoprene che fa sudare il piede. Sono sempre scettico quando vedo delle scarpe invernali alte, perché spesso la parte intorno alla caviglia è in neoprene e crea un microclima caldo ma umido all’interno della scarpa. Una sorta di calore ottenuto dall’effetto serra del piede che suda. Purtroppo tale sudore ghiaccia quando si smette di pedalare, tipicamente in discesa, la parte più fredda di ogni giro invernale.
Non è però il caso delle Leatt HydraDri 7.0: le ho provate sia con delle calze estive in cotone sia con le mie calze preferite per le giornate fredde, cioè le Fox Defend Winter di cui ho parlato in questo articolo. In nessuno dei due casi mi sono trovato con il piede bagnato fradicio dal mio stesso sudore. A proposito di calzini, visto che i Fox sono piuttosto spessi, va detto che sono riuscito ad indossare le scarpe scegliendo il numero che uso di solito, il 42.5. La calzata è stretta ma elastica, dunque con un po’ di forza si riesce a chiudere la cerniera.
Più problematico è invece l’inserimento del piede nella scarpetta, che arriva fino a sopra il tallone. Essendo questa morbida, bisognerà tirare l’apposita linguetta per evitare di creare pieghe fastidiose, in particolare se si indossano calzini spessi. La chiusura a lacci della scarpetta stessa è veloce e soprattutto non crea punti di pressione sulla parte superiore del piede, così come non ne crea la cerniera una volta chiusa. Il laccio si nasconde in un apposito taschino.
La parte alta della scarpa va a chiudersi intorno alla caviglia tramite un bottone a pressione che richiede una discreta forza per essere messo in sede. Per quanto Leatt dica che questo serva ad evitare che l’acqua entri nella scarpa, è necessario combinare le scarpe con un paio di pantaloni impermeabili (ne ho un paio Leatt che vi mostrerò a breve) e che soprattutto siano sufficientemente lunghi per coprire sempre la parte della scarpa che avvolge la caviglia, perché da lì l’acqua entra comunque, dall’alto.
Le Leatt HydraDri 7.0 Clip esistono anche in versione flat, va detto però che quelle in prova, con lo sgancio rapido, hanno una suola molto ben fatta. Innanzitutto perché la slitta dove si aggancia la tacchetta è molto lunga e può venire posizionata molto indietro, cosa che io faccio sempre per non andare ad affaticare il polpaccio in discesa. In secondo luogo perché l’operazione di aggancio/sgancio avviene molto facilmente anche con i pedali Crank Brothers che, come è risaputo, hanno una tacchetta più bassa degli Shimano. Ho messo uno spessore, e dal primo giro non ho mai avuto problemi. Infine il grip della mescola è molto buono anche in condizioni di bagnato.
Vale la pena notare che, malgrado le Leatt HydraDri 7.0 Clip abbiano il foro per l’aggancio della tacchetta, da lì non penetra aria fredda o acqua grazie ad uno strato isolante in plastica. Essendomi trovato a spingere la bici nella neve, posso confermare che queste scarpe sono impermeabili. Per quanto riguarda il freddo, come detto in apertura il grande vantaggio di queste Leatt sta nel materiale traspirante con cui sono fatte: tiene il piede caldo e soprattutto asciutto senza farlo sudare troppo e senza tenere tutta l’umidità all’interno della scarpa. Occhio però: non fanno miracoli. Se la temperatura si muove intorno allo zero, dopo un paio d’ore ho cominciato a notare che i piedi si raffreddavano. D’altronde non erano solo i piedi ad essere freddi. L’unica è avere una soletta riscaldata come questa della Decathlon, se si vogliono fare giri lunghi anche d’inverno senza troppi pensieri.
Tacco e punta sono rinforzati per proteggere i piedi dagli impatti con rocce e sassi alzati dalle ruote.
In pedalata si nota la rigidità della suola e la flessibilità della parte sul collo del piede, grazie alla scarpetta interna morbida e senza spigoli. Fra tutte le scarpe alte invernali che ho provato, queste sono di sicuro le più comode anche da nuove, prima che si adattino alla forma del piede.
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