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Le S-Phyre XC9 sono le nuove scarpe da XC di casa Shimano, che prendono il posto delle XC 90, testate da noi anni orsono. Una delle loro caratteristiche principali è data dal rivestimento della suola in carbonio, prodotto da Michelin. Sono state provate sia in allenamento che in gara, precisamente alla Samarathon 2017, nel deserto israeliano.
Il modello in test si posiziona come top di gamma nella linea S-Phyre XC, seguite dal modello XC7 (179,99 Euro). La colorazione nera è una delle tre disponibili, insieme al classico blu-Shimano e al giallo.
Le S-Phyre sono sì delle scarpe da XC, ma che ovviamente possono venire utilizzate in ogni ambito dove si cerca la prestazione in pedalata, vista la loro leggerezza e la rigidità della suola in carbonio. Così le ho usate anche per dei giri con le bici da enduro e da trail, soprattutto per provare la performance della suola Michelin quando si deve camminare su terreni impervi.
La calzata è molto comoda fin dall’inizio, senza punti che facciano pressione sul piede. Ho una pianta piuttosto larga e, grazie al preciso sistema di chiusura Boa e ai due lacci separati, ho potuto regolare a piacimento sia la parte di scarpa presso il collo del piede, sia quella più bassa. Sembra una cosa scontata, ma più di una volta mi è capitato di indossare delle scarpe con un solo Boa, finendo per stringere troppo il collo del piede.
Il laccio più in alto può venire tolto dall’ancoraggio, facilitando l’inserimento del piede.
A ciò si aggiunge il materiale della tomaia, molto morbido ma non troppo morbido come quello del modello precedente, che con il tempo tendeva a perdere la forma e a tagliarsi contro le rocce. Le XC9 sono tutt’ora in ottimo stato, anche grazie al tallone e alla punta rinforzati.
Insomma, a livello di calzata ci troviamo di fronte a delle scarpe estremamente comode, oserei dire “che non si sentono”, neanche dopo diverse ore di pedalata, e questo senza doverle “rodare” aspettando che prendano la forma del proprio piede. Allo stesso tempo la suola in carbonio assicura un’ottima trasmissione della potenza sui pedali e il dovuto sostegno anche con pedali minimalistici come gli Eggbeater.
Difficilmente la suola in carbonio si abbina ad una buona prestazione a piedi, le XC9 fanno però eccezione grazie alla suola Michelin, dotata di una mescola piuttosto morbida che evita scivolamenti e che dà un buon grip anche in condizioni di bagnato. Ne sono rimasto piuttosto sorpreso durante un giro di 4 ore dove, nella parte in alto, erano presenti dei rimasugli di neve sul sentiero che costringevano a degli equilibrismi sulle vicine rocce, con bici al seguito. La suola in carbonio si è rigata per bene, ma io non sono scivolato una volta, malgrado il bagnato. Il cleat è bello incassato fra gli inserti in gomma, dunque non va a toccare il terreno troppo presto dando quell’effetto “ballerino di tip-tap” che rende vacillante ogni passo.
A livello di protezione delle dita dei piedi c’è stato un netto miglioramento rispetto al passato. La gomma di rinforzo abbraccia tutta la parte anteriore bassa della scarpa, proteggendola bene da impatti con sassi alzati dalla ruota anteriore o con le rocce.
Chiudiamo con il plantare, a cui viene aggiunto un inserto disponibile in 3 diverse variazioni, a seconda della forma del proprio piede. Ho usato quello medio, trovandomi bene.
Difficile trovare dei difetti alle Shimano XC9, perché si vede chiaramente che il marchio giapponese ha fatto tesoro delle esperienze acquisite in passato, e propone oggi una scarpa leggera, comoda, performante in pedalata e anche a livello di camminata grazie alla suola Michelin, sempre tenendo presente l’ambito di utilizzo XC/Racing.
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