Lo scorso settembre vi abbiamo presentato il nuovo marchio svizzero Scor che si è inserito nel panorama MTB con una bici molto interessante, la 4060, grazie alla quale si è ritagliato una certa notorietà, sia per le caratteristiche tecniche che per il design elegante e molto curato. La 4060 è disponibile sia in versione ST (Short Travel) con escursione posteriore da 140mm che in in versione LT (Long Travel) con escursione posteriore da 160mm. Ho avuto la possibilità di provarla in entrambe le configurazioni e guardando il video e proseguendo nella lettura potete scoprirne tutti i dettagli.
Il marchio Scor è nato dalle idee di due giovani ingegneri di BMC appassionati di enduro che, lavorando per un brand che invece si dedica prevalentemente a bici da corsa e da cross country, desideravano progettare qualcosa in linea con il loro modo di vivere la MTB. Nel tempo libero hanno iniziato a lavorare sul progetto di una bici a lunga escursione utilizzando parti dei telai BMC, modificati e adattati con parti a CNC. BMC ha notato il loro progetto e li ha incentivati a commercializzarlo, fornendogli supporto sia tecnico che commerciale, che include anche la rete vendite dato che le 4060 si possono acquistare tramite i rivenditori BMC.
Per questo test, Scor mi ha fornito la 4060 in allestimento GX e in versione ST, quindi short travel. Insieme alla bici mi ha inviato anche la forcella e l’ammortizzatore specifici per la versione LT, così che, come vi ho anticipato, potessi provare la 4060 anche in versione long travel. Difatti il telaio è identico e tutti i componenti di entrambe le versioni, a eccezione appunto di forcella e ammortizzatore, sono uguali fin nei minimi dettagli, a eccezione dei copertoni che sono lo stesso modello ma differiscono per tipologia di carcassa.
Ho messo alla prova la 4060 in entrambe le configurazioni sui trail della Finale Outdoor Region, almeno fino a quando un infortunio non mi ha costretto a interrompere il test bruscamente, molto bruscamente, come potete scoprire nel video.
Il telaio della 4060 è interamente realizzato in fibra di carbonio ad alto modulo e di alta qualità grazie al know-how sviluppato da BMC. Quindi il triangolo anteriore, il carro e la biella superiore sono in carbonio mentre la biella inferiore è in lega di alluminio. La certificazione del telaio lo classifica in categoria 4 e Scor offre una garanzia di 5 anni oltre a una copertura crash replacement a vita per il primo proprietario e di 5 anni per il secondo proprietario.
Il sistema di sospensione della 4060 è un virtual pivot denominato Lower-Link Driven Instant Center Linkage, un nome apparentemente complesso che in realtà descrive semplicemente la tipologia di sospensione, ossia un infulcro virtuale che comprime l’ammortizzatore per mezzo della biella inferiore. Un concept molto utilizzato da alcuni anni a questa parte e che troviamo su numerose bici da enduro. Questo perché effettivamente offre alcuni vantaggi rispetto a un sistema analogo ma con ammortizzatore compresso dalla biella superiore, come una maggiore sensibilità iniziale, un baricentro molto basso e la possibilità di ridurre la quota di standover e di sfruttare maggiore spazio per il portaborraccia.
Il cambio di configurazione della bici, per passare dalla versione Short Travel a quella Long Travel , e viceversa, è relativamente semplice e richiede una ventina di minuti, con gli attrezzi giusti e un minimo di manualità. In concomitanza con la sostituzione dell’ammortizzatore occorre invertire la posizione del flip chip collocato sulla biella inferiore, facendo corrispondere la tacca alla sigla laserata che indica i due possibili assetti.
Con la sostituzione della forcella invece il lavoro può risultare leggermente più complesso dato che occorre estrarre le calotte angolate della serie sterzo e ruotarle di 180 gradi per impostare l’angolo di sterzo corretto in relazione alla forcella che si monta.
Andiamo a scoprire i componenti di questo allestimento GX. Grazie alla collaborazione commerciale con BMC e al conseguente potere di acquisto sul mercato oem, gli allestimenti proposti da Scor sono interessanti e ben studiati, con un prezzo finale adeguato. La scelta dei nomi che riconducono alla trasmissione montata da ciascuno dei due allestimenti, GX e NX, non rende merito alla reale qualità dei componenti, lasciando presagire che siano allestimenti di gamma media o medio/bassa come le trasmissioni da cui prendono il nome mentre in realtà montano componenti di livello evidentemente superiore.
La versione Short Travel affida il funzionamento della sospensione posteriore a un ammortizzatore RockShox Super Deluxe Ultimate RCT. La posizione di blocco è abbastanza marcata quindi la stabilità in pedalata è efficace. La regolazione della compressione consente di personalizzare quanto basta il comportamento della sospensione in discesa con prestazioni più che adeguate alla destinazione d’uso della configurazione Short Travel.
Sulla versione Long Travel invece Scor ha optato per un ammortizzatore dal volume maggiore, un Fox Float X2 Factory con leva a due posizioni che offre una posizione di blocco meno incisiva del Super Deluxe ma comunque sufficiente a stabilizzare la sospensione quanto basta. La curva di compressione moderatamente progressiva della 4060 consente di montare anche ammortizzatori a molla. Sul sito di Scor si può scaricare un pdf che elenca gli ammortizzatori che in termini di ingombro risultano compatibili con la “claustrofobica” sede nel telaio.
Abbinata all’ammortizzatore Float X2, sulla 4060 LT troviamo installata una forcella Fox 38 Factory con cartuccia idraulica Grip2 che offre un notevole range di regolazioni e ottime prestazioni. L’escursione della forcella in questa configurazione è di 170mm e per quanto riguarda il rake, Scor ha scelto l’opzione da 44mm.
La versione Short Travel è invece equipaggiata con una forcella RockShox Pike Ultimate RC2 da 150mm di escursione che ha un rake di 42mm, più corto quindi rispetto alla Fox. La Pike montata sulla 4060 mi è stata consegnata stranamente senza token al suo interno, quindi ne ho aggiunti due per migliorare la curva di compressione e bilanciare il comportamento della forcella con quello della sospensione posteriore.
Sia la versione LT che la versione ST montano ruote DT Swiss XM1700 Spline. Sono ruote scorrevoli e robuste, perfette per l’esuberanza della 4060 in versione LT ma in un certo qual modo sovradimensionate per la versione ST, sulla quale delle ruote un po’ più leggere avrebbero comunque contribuito a ridurre ulteriormente il peso restando in linea con la destinazione d’uso.
Per le coperture la scelta di Scor è ricaduta su Maxxis, con due modelli dal disegno particolarmente discesistico come l’Assegai da 2.5″ per l’anteriore e il Dissector da 2.4″ al posteriore, entrambi in tripla mescola MaxxTerra. Come ho scritto in precedenza, per quanto riguarda gli pneumatici la differenza tra quelli montati sulla versione ST e quelli della versione LT consiste nella scelta della carcassa. La Short Travel monta un abbinamento di EXO ed EXO+ votato alla pedalabilità mentre la Long Travel monta un abbinamento più robusto con EXO+ all’anteriore e DoubleDown al posteriore.
Come svela il nome stesso dell’allestimento, la 4060 che ho messo alla prova monta una trasmissione SRAM GX Lunar con pedivelle in carbonio da 170mm di lunghezza e corona da 32 denti abbinata a una cassetta 10-52 che offre il corretto range di rapporti. Fissato direttamente al telaio con un attacco integrato, troviamo un piccolo, leggero e funzionale guidacatena. Il supporto ISCG a due fori consente invece di montare un paracolpi a protezione della corona, per chi lo desidera.
SRAM fornisce a Scor anche i freni, dei Code RSC nella particolare e accattivante versione Rainbow con viteria di colore iridescente. Non hanno mai dato segni di cedimento e hanno garantito potenza e modulabilità, anche per merito della coppia di rotori Centerline da ben 200mm di diametro che non stento a definire sovradimensionati, soprattutto per la versione Short Travel.
È stata una graditissima sorpresa il manubrio in fibra di carbonio prodotto da Scor, che vanta ottime geometrie e uno shape che nel complesso ho apprezzato molto e mi ha consentito di trovare facilmente e velocemente la miglior regolazione dell’inclinazione, sintomo evidente di un ottimo feeling. Il rise è di 20mm mentre la larghezza di serie è di 800mm, facilmente accorciabile per chi lo volesse. Viene sorretto da un attacco manubrio Burgtec Enduro da 35mm di lunghezza.
Come reggisella, Scor ha scelto il Divine di BikeYoke (qui il mio test). Un telescopico discretamente leggero, dotato di un sistema autospurgante che scongiura l’insorgere di quel fastidioso problema di affondamento involontario che può capitare su alcuni telescopici di altre marche. La 4060 in taglia S monta un telescopico da 125mm di escursione che sale a 160mm in taglia M e L, mentre per la XL è di 185mm. La bici mi è stata consegnata con una sella WTB ma di serie è prevista una Fizik Terra Alpaca.
Come anticipato, uno dei vantaggi della posizione così bassa dell’ammortizzatore e il ridotto ingombro all’interno del triangolo anteriore. Ciò consente di guadagnare spazio per il portaborraccia che non ha particolari restrizioni in termini di capienza della borraccia. Non solo, sotto al top tube troviamo anche un supporto per fissare al telaio gli ormai diffusissimi accessori porta attrezzi e ricambi che utilizzano lo stesso tipo di supporto del portaborraccia.
Interessante l’ulteriore alloggiamento ricavato nella parte inferiore del tubo obliquo, sfruttando il robusto paracolpi in plastica come un coperchio. L’accesso è super veloce grazie a un pomello che sblocca il coperchio con una semplice rotazione di 90 gradi, senza bisogno di attrezzi.
Lo spazio messo a disposizione da questo alloggiamento a dire il vero è piuttosto ridotto e non è sufficiente ad accogliere una camera d’aria, nemmeno di quelle super compatte in poliuretano. Tuttavia è utile per riporre ricambi di piccole dimensioni che magari non si utilizzano frequentemente, vedi kit di riparazione per i copertoni o altri accessori. Già fornito di serie da Scor e avvitato al telaio proprio all’interno dell’alloggiamento, in una sua sede dedicata, troviamo un forcellino di ricambio SRAM UDH.
Estremamente efficace la protezione batticatena del carro che grazie alla costruzione in gomma e alla particolare forma a onde con creste molto pronunciate, rende la bici incredibilmente silenziosa assorbendo completamente ogni rumore generato dagli urti della catena sul carro.
Il routing dei cavi è ordinato e assolutamente pulito dato che non si scorgono cavi a vista una volta inseriti nella zona di sterzo. Il passaggio dei cavi infatti è integrato e interamente guidato sia all’interno del telaio che all’interno del carro.
Un piccolo e discreto parafango in plastica rigida è fissato sulla parte posteriore della cruna del telaio, a protezione dell’ammortizzatore dallo sporco alzato dalla ruota posteriore. Utile soprattutto nella versione ST, in cui l’ammortizzatore ha lo stelo rivolto verso il basso e quindi più esposto, mentre nella versione LT, il Float X2 ha lo stelo protetto dal telaio stesso.
Sempre a proposito di protezione dai detriti alzati dalla ruota, la parte posteriore del tubo sella del telaio è schermata da una sottile placca adesiva in metallo. In generale il telaio è abbondantemente protetto da pellicole trasparenti. Quelle principali che coprono il top tube e l’obliquo, sono disponibili in diverse grafiche e si possono anche personalizzare tramite il sito di Scor.
All’interno della cruna del telaio in cui ha sede l’ammortizzatore, proprio sotto a quest’ultimo, Scor inserisce di serie un pezzo di spugna di plastica, proprio come quelle che si utilizzano sulle moto da cross, per evitare che il fango possa infiltrarsi in punti scomodi da raggiungere quando si lava la bici.
E in effetti di interstizi angusti e scomodi da raggiungere, la Scor ne ha parecchi. La zona sopra al movimento centrale è molto congestionata dato che in poco spazio comprende entrambe le bielle e l’ammortizzatore, di conseguenza ogni punto di passaggio è veramente molto stretto. Se durante il riding, mentre la sospensione lavora, una pietra o un sassolino dovesse infilarsi in una qualsiasi di quelle fessure, c’è il concreto rischio di danneggiare il telaio. Fortunatamente non mi è capitato durante il test, ma c’è da considerare che in questo inverno secco, non mi è mai successo di girare sul fango.
Anche alcuni aspetti della manutenzione risultano abbastanza complessi per via dello scarso spazio a disposizione ma il telaio è realizzato con una precisione eccellente quindi di fatto, nonostante lo spazio angusto in cui intervenire, non occorre armeggiare troppo per far combaciare le parti quando le si smonta/monta. La precisione e la cura delle finiture comunque si notano in ogni dettaglio, sia meccanico che estetico.
Scor ha adottato delle geometrie moderne e abbastanza progressive, non esasperate ma ben equilibrate in entrambe le versioni. In contrasto con le ultime tendenze è la lunghezza del carro, decisamente corta con i suoi 432mm. Anche il movimento centrale è leggermente più alto della media. L’angolo di sterzo non è particolarmente aggressivo in versione ST, con i suoi 65.5°, ma passa a una quota più attuale in versione LT con i suoi 63.8°.
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