Dopo il test delle manopole Silicone e AM torniamo a parlare di un prodotto del marchio Fabric. Come avevo sottolineato nel precedente articolo, il brand britannico che fa capo al gruppo Dorel si è fatto conoscere per il design pulito e minimale e per la qualità e l’affidabilità dei suoi prodotti, sempre caratterizzati da un pizzico di innovazione unito a uno stile sobrio ed elegante. In questo articolo mettiamo a nudo la sella Scoop, uno dei prodotti con cui Fabric ha esordito sul mercato e che tuttora rappresenta uno dei punti di forza della sua gamma. Nello specifico la versione in test è la Pro Team con profilo Shallow, che ho utilizzato per circa otto mesi sulla MDE Damper 29.
La sella Scoop ha tre livelli di imbottitura, come scopriremo nel paragrafo successivo, differenziati in base al tipo di profilo della sella. Il rivestimento di tutte le versioni presenti nella vasta gamma del modello Scoop, ben venti per la precisione, è in una particolare microfibra particolarmente resistente e piacevole al tatto, che trasmette un senso di qualità ed è rifinita in modo impeccabile. Tutte le versioni prevedono un rivestimento interamente nero opaco, tranne le versioni Pro Team, come questa in test, che riporta il logo Fabric nero lucido a contrasto, con un effetto estetico che trovo particolarmente elegante e ben riuscito. La larghezza della seduta è di 142mm ed è indicata per rider con distanza tra le ossa ischiatiche compresa tra i 100 e i 135mm. Sono disponibili anche due versioni con larghezza complessiva di 155mm e imbottitura addizionale in gel.
Per incontrare i gusti ma soprattutto le necessità anatomiche e biomeccaniche di ogni rider, Fabric mette a disposizione tre differenti versioni della sella Scoop, ciascuna con un profilo specifico in base all’utilizzo e alle caratteristiche della bici sulla quale verrà montata. La versione Flat è destinata alle bici con posizione di pedalata aggressiva, con sella nettamente più alta del manubrio. Essendo il peso del rider distribuito in buona parte sul manubrio, la sella Flat necessita meno imbottitura e un profilo più piatto e sottile, in grado di permettere al rider di imprimere potenza sui pedali senza alcuna interferenza. La versione Radius è rivolta al gravity e alle bici con sella di altezza uguale o leggermente più bassa del manubrio che mettono il rider in una posizione di pedalata piuttosto verticale. Per questo motivo il peso del rider calca prevalentemente sulla sella quindi la sua imbottitura è maggiore e il profilo più curvo per offrire maggiore comfort. La versione Shallow, oggetto del test, rappresenta la scelta intermedia tra le altre due soluzioni ed è destinata alla maggior parte dei rider. L’imbottitura intermedia e il profilo leggermente curvo assicurano un ottimo compromesso tra comfort e reattività della sella.
A proposito di reattività, lo scafo di tutte le versioni è realizzato in robusto e flessibile Nylon, fatta eccezione per la versione base Sport, il cui scafo è in generico polipropilene, e la top di gamma Ultimate, il cui scafo è in fibra di carbonio. Lo scafo in Nylon è studiato per avere un flex adeguato nella parte centrale che sia in grado di gestire la pressione della seduta creando il giusto comfort e al contempo per essere sufficientemente elastico da fornire sostegno e reattività quando si mette tutta l’energia sui pedali. La parte sottostante il naso ha un maggiore spessore per essere più robusta e un profilo verticale arrotondato per risultare più sicura in caso di contatto, ovvero meno spigolosa e tagliente, e per lo stesso motivo ridurre il rischio che gli shorts possano restare impigliati durante la guida.
La versione Pro Team del test, così come la Pro e la top di gamma Ultimate, ha il carrello in fibra di carbonio. È il più rigido tra quelli disponibil ed è consigliato a chi desidera scaricare sui pedali tutta la propria potenza senza dispersioni dovuti a un eccessivo flex della sella. Ciascun binario, in corrispondenza della sede del morsetto del reggisella, ha una sezione ovale per aumentare la robustezza e la rigidezza complessiva, con una larghezza di 7mm e un’altezza di 9mm. Le versioni della sella Scoop con carrello in carbonio hanno un limite di peso consigliato per il rider di 100kg, quindi si tratta di una soluzione che è sì volta a risparmiare peso, ma resta comunque adeguatamente robusta e affidabile per il rider medio. Per inciso, ai rider di peso superiore ai 100kg Fabric sconsiglia anche la versione con rail in titanio poiché troppo elastica.
Ho avuto il primo approccio con la Scoop e con i primi prodotti Fabric in generale quattro anni fa, durante il lancio stampa in Inghilterra, dopo di che mi è capitato in diverse altre occasioni di utilizzare la sella Scoop, in versioni differenti, come primo montaggio su bici in test. Ne ho sempre apprezzato la forma e il bilanciamento tra comfort e reattività, quindi ho scelto una versione con profilo Shallow, adeguato all’utilizzo che ne avrei fatto, da mettere alla prova per un periodo sufficientemente lungo. La forma della Scoop ha un design piuttosto old school, direi volutamente old school in funzione di essere sobria e filante, soprattutto se paragonata alle moderne selle dal design futuristico, con linee spigolose e geometriche. Anche la lunghezza di 282mm, superiore all’attuale media, rivela l’ispirazione alle selle classiche. Non bisogna tuttavia associare il design old school a un prodotto necessariamente superato, dato che la cura per i dettagli e la tecnologia che nasconde dietro a soluzioni molto semplici, rendono la Scoop decisamente performante. Innanzitutto la forma della seduta offre dei fianchi sufficientemente inclinati per agevolare la pedalata senza interferenze ma garantendo comunque una superficie di appoggio adeguatamente ampia. Un minimale canale di scarico centrale aiuta ad alleggerire la zona perianale mentre un rialzo appena accennato della coda consente una posizione comoda anche sul ripido (con l’angolo sella verticale della Damper non ho necessità di affrontare i ripidi in punta di sella ma mantengo la solita posizione di seduta), senza tuttavia creare alcun disturbo nei movimenti fuorisella.
In ogni caso la forma affusolata consente di spostarsi comodamente per tutta la lunghezza della sella laddove necessario, trovando sempre un’imbottitura e una flessibilità dello scafo adatte. Il flex è infatti uno dei punti chiave della Scoop e, nonostante la versione in test sia particolarmente rigida per via del carrello in carbonio, ne ho apprezzato la risposta elastica che combina un equilibrio eccellente tra comfort e reattività. Il sostegno non manca mai e mentre si pedala sui tratti scorrevoli e su asfalto la Scoop risulta molto stabile, sufficientemente confortevole ma soprattutto pronta a lasciare imprimere al rider tutta l’energia sui pedali senza dispersioni. Quando si pedala sui tratti sconnessi invece la flessione dello scafo interviene per smorzare e stabilizzare vibrazioni e urti, migliorando ulteriormente la condizione di comfort senza tuttavia perdere le doti di reattività. Non solo performante ma anche costruita e rifinita molto bene, in condizioni ancora pari al nuovo dopo quasi otto mesi di utilizzo intenso, con un rivestimento impeccabile nonostante qualche caduta e diversi sfregamenti, uno scafo elastico come da nuovo e una giunzione tra scafo e carrello solida e silenziosa, senza alcun gioco o cigolio.
Il modello Scoop di Fabric è disponibile in ben 20 differenti versioni: 6 con profilo Flat, 6 con profilo Shallow e 8 con profilo Radius. I prezzi variano dai 39,90 euro delle versioni Sport con carrello in acciaio ai 249,90 euro delle versioni Ultimate, interamente in carbonio. Le versioni Elite, Race e Pro di tutti i profili consentono alcune opzioni di colore per quanto riguarda lo scafo, mentre il rivestimento della seduta è nero per tutte e 20 le versioni.
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