SQlab 60X Infinergy Active 2.1

[Test] Sella SQlab 60X Infinergy Active 2.1

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La sella è il componente più soggettivo e personale su di una bici e ciascuno dei numerosi costruttori di selle porta avanti un proprio concept in merito alla combinazione tra comfort, ergonomia e performance che i loro prodotti devono offrire. Tra questi, i tedeschi di SQlab hanno coltivato un approccio estremamente scientifico nella ricerca e sviluppo dei loro prodotti, mettendo in primo piano l’ergonomia nel senso più rigoroso del termine grazie a un know how fondato sulla stretta collaborazione con medici specialisti di diverse branchie della medicina.

SQlab 60X Infinergy Active 2.1



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L’ultimo nato tra questi prodotti è la 60X Infinergy Active 2.1 che ho messo alla prova in questo test. Si tratta di una sella da gravity che racchiude in sé molte delle tecnologie sviluppate da SQlab. Andiamo a scoprirle…

Dettagli SQlab 60X Infinergy Active 2.1

Partiamo dalle misure disponibili. SQlab mette a disposizione la 60X in 4 differenti opzioni di larghezza: 13, 14, 15 e 16cm, tutte con lunghezza di circa 280mm. L’ampia scelta di misure sposa il concetto ergonomico di SQlab per cui ogni biker deve poter trovare il giusto appoggio con la sella della larghezza corretta rispetto alla distanza delle sua ossa ischiatiche. La misurazione si può effettuare comodamente anche a casa seguendo i consigli di SQlab, i primi a sviluppare un metodo per rilevare questa cruciale misura già nel 2002.

SQlab 60X Infinergy Active 2.1

Il particolare profilo a scalini è l’espressione della tecnologia Ergowave che caratterizza le selle SQlab dal 2014. Con questo approccio, studiato in collaborazione con l’ospedale universitario di Francoforte, SQlab ha spostato l’area di appoggio trasversalmente rispetto alla sella così da fornire pieno appoggio alle ossa ischiatiche mentre solleva l’intero perineo e di conseguenza i tessuti molli, alleggerendo dalla pressione la circolazione sanguigna, i nervi e la prostata. La parte centrale inoltre ha un ampio e profondo avvallamento che contribuisce ad alleggerire ulteriormente la parte posteriore del perineo. Lo scalino posteriore crea un angolo che funge da appoggio alle ossa ischiatiche, quando necessario, per evitare di scivolare indietro sulla sella ed esprimere maggiore forza sui pedali.

SQlab 60X Infinergy Active 2.1

La più importante novità introdotta da SQlab con la nuova 60X è il processo di costruzione tramite tecnologia Infinergy. Al posto del consueto sistema di imbottitura e rivestimento, SQlab utilizza uno strato di schiuma termoplastica poliuretanica espansa a celle chiuse prodotta dall’affermata BASF che fornisce lo stesso materiale Infinergy a diversi marchi di calzature per le suole, come per esempio le scarpe da corsa di alta gamma di Adidas. Un materiale estremamente duraturo e robusto ma anche performante in termini di assorbimento ed estensione. Viene stampato direttamente sullo scafo della sella e questa tecnologia permette a SQlab di produrre le selle Infinergy interamente in Germania, senza dover delocalizzare in Asia.

La struttura in Infinergy offre un’imbottitura dallo spessore generoso data la destinazione d’uso gravity. La robustezza del materiale consente di non utilizzare una classica copertura dell’imbottitura quindi la schiuma Infinergy viene lasciata a vista. Viene impiegata una copertura realizzata con un nastro di interlock, un tessuto a trama molto fitta che protegge l’Infingery esclusivamente nei punti della seduta dove è previsto il maggior contatto e sfregamento con il sedere. Nella foto seguente notiamo anche le dimensioni generose del naso della sella, lungo ma soprattutto ampio con ben 46mm di larghezza.

La sella 60X Infinergy adotta anche la tecnologia Active 2.1, un sistema che SQlab ha presentato al pubblico per la prima volta nel 2008 e che è in continua evoluzione. Si tratta di un elastomero che si interpone tra il carrello e lo scafo, consentendo una flessione laterale della sella in un range di 7 gradi che accompagna il movimento naturale del bacino durante la pedalata e alleggerisce il carico di lavoro dell’articolazione sacroiliaca, allo scopo di ridurre o prevenire i derivanti problemi di mal di schiena. Nella confezione di acquisto della 60X Infinergy Active 2.1 vengono forniti due elastomeri di ricambio oltre a quello installato di serie, con diversi gradi di durezza, così da personalizzare il comportamento in base al proprio peso e alle proprie preferenze. Si inseriscono a pressione quindi si sostituiscono facilmente, senza bisogno di attrezzi e senza rimuovere la sella dal reggisella.

Il carrello della 60X Infinergy Active 2.1 è disponibile esclusivamente con binari S-Tube che sono realizzati in lega leggera di acciaio con sezione cava. Trattandosi di una sella destinata prevalentemente alle discipline gravity, SQlab non ha messo tra le opzioni anche una versione con binari in carbonio che troviamo invece su altre selle della loro gamma. Una scelta sensata, anche se chiaramente incide sul peso complessivo della sella che con i suoi 285 grammi verificati non è tra le più leggere in circolazione.

Lo scafo è realizzato in materiale composito di nylon rinforzato con fibra di vetro. Essenziale e robusto, ha delle sottili nervature e un bordo studiato per ospitare la stampa della schiuma Infinergy così da realizzare un contorno sella confortevole e privo di punti di contatto rigidi e potenzialmente fastidiosi.

La sella 60X di SQlab è un prodotto sicuramente particolare e questo lo possiamo percepire immediatamente dall’estetica piuttosto inusuale. La cura costruttiva è ottima e, nonostante la schiuma Infinergy lasciata a vista le doni un aspetto leggermente grezzo, i dettagli sono ben rifiniti. Le tecnologie adottate sono studiate approfonditamente e molto affascinanti… andiamo a scoprire se sono anche efficaci sui trail.

SQlab 60X Infinergy Active 2.1 in azione

L’ho messa alla prova su bici da enduro per diversi mesi, facendo anche un confronto diretto con altri prodotti della loro gamma con sistema Ergowave ma senza Active 2.1 e senza Infinergy, così da poter discernere le caratteristiche di questi due sistemi caratteristici della 60X in prova. Partiamo dal sistema Active 2.1. Posso dire che la sensazione non è chiaramente percepibile quindi non occorre adattarsi a un comportamento diverso della sella, tuttavia nel momento in cui si torna in sella a un modello senza questo sistema, se ne avverte distintamente l’assenza, sintomo che gli elastomeri fanno in modo discreto il loro lavoro di alleggerire il carico sulla zona lombare. La differenza di durezza tra i diversi elastomeri è racchiusa in un range minimo ma adeguato a personalizzare il comportamento del sistema Active 2.1. Si avverte differenza tra il più morbido e il più duro ma la differenza tra ciascuno di questi e quello intermedio non è eclatante.

SQlab 60X Infinergy Active 2.1

In merito al sistema a gradini denominato Ergowave, chiunque ha problemi al perineo dovuti alla sella, dovrebbe provarlo! Potrebbe non essere la soluzione definitiva per tutti ma si tratta di una tecnologia efficace sia nella teoria (ampiamente spiegata e documentata sul sito di SQlab) che nella pratica e chi non ha ancora trovato la sella ideale per il proprio fondoschiena, potrebbe concludere la sua ricerca con una Ergowave. Il sistema a gradini richiede un breve adattamento iniziale dato che tutto il peso converge sulle ossa ischiatiche ma dopo poche uscite la libertà di movimento durante la pedalata e la sensazione di alleggerimento del perineo diventano letteralmente irrinunciabili. L’ampia superficie piana del gradino centrale permette di spostarsi agevolmente sulla sella, mantenendo un appoggio corretto. Ampio anche il naso, a mio avviso troppo lungo ma ne ho apprezzato la larghezza e la forma ben sfruttabile sia in salita che come riferimento durante la guida in discesa. Il rialzo pronunciato sulla coda invece, a dispetto dell’apparenza, non risulta ingombrante nei fuorisella.

Concludo con le impressioni sul materiale Infinergy. La scelta di questo materiale è sicuramente particolare e anche la sensazione sulla seduta è molto differente rispetto agli altri modelli SQlab con imbottitura tradizionale. Innanzitutto è molto sostenuto, sicuramente meno morbido di quanto possa sembrare, anche considerando lo spessore importante. Non affonda e sorregge bene quindi riesce a comprimersi ulteriormente quando necessario e ha una risposta più elastica alle sollecitazioni rispetto alle imbottiture tradizionali. Mi ha impressionato anche la robustezza. Pensavo che essendo privo di copertura si sarebbe segnato facilmente invece la sella sembra ancora come nuova. D’altra parte, viene utilizzato per la suola delle scarpe da corsa quindi queste caratteristiche non devono meravigliare.

Pesi e prezzo SQlab 60X Infinergy Active 2.1

  • Peso dichiarato (14cm): 287 grammi
  • Peso verificato (14cm): 285 grammi
  • Prezzo: €199,95

SQlab

 

Commenti

  1. gmr:

    E' sempre difficile capire cosa sia meglio.

    Io sono di Padova, e non lontano da casa mia c'e' la fabbrica di SMP. Brevetto del 2003 [1] e pubblicazione su "The Journal of Sexual Medicine" del 2005 [2]. Mi sono avvicinato a questo brand perchè un mio ex collega che in gioventù era stato agonista UCI Continental in bici da corsa (e compagno di squadra di Fontana), mi disse oltre 10 anni fa, che aveva conosciuto diversi atleti professionisti che avevano scelto di usare SMP invece della sella che era sponsor della squadra perchè si trovavano meglio e secondo lui "se un atleta rinuncia ai soldi di uno sponsor per usare un altro prodotto deve proprio essere buono" (mi parlava in vero anche di ruote camuffate con adesivi di altre marche per accontentare gli sponsor ma usare un prodotto diverso).

    Alla fine siamo tutti diversi e bisognerebbe provarle tutte queste selle ergonomiche per capire quale vada meglio per ognuno di noi (mi viene in mente Specialized Body Geometry, Ergon ma ce ne sono altre), solo che al prezzo che costano ti passa la voglia di fare prove e ti accontenti della prima che ti dà un qualche beneficio.

    [1] https://patents.google.com/patent/ITVI20030020A1/it
    [2] https://www.sellesmp.com/pub/media/wysiwyg/download/development-of-a-new-geometric-bicycle-saddle.pdf
    Una prova è una prova, non si fa comprando il componente, lo si fa chiedendolo in prova. SMP ha un programma di prova apposito, con delle di test. Immagino che lo abbiano anche altri produttori "seri".
  2. albatros_la:

    Curioso il sistema "oscillante", che cambia però ciclicamente l'altezza dell'appoggio. Bisogna cambiare l'altezza sella? Chissà se poi all'atto pratico è redditizio o meno anche in termini di efficienza (a occhio permette un'estensione maggiore della gamba). La potenziale rogna è che immagino sia un ulteriore punto possibile fonte di scricchiolii, e l'elastomero un pezzo da cambiare ogni tanto (?).
    No non occorre cambiare altezza sella, in primo luogo perché il range di 7 gradi equivale a un'inclinazione di 3 gradi e mezzo per lato che sono comunque un'inezia tradotti in termini di millimetri su un braccio di leva così corto come quello rappresentato dalla metà della distanza tra le ossa ischiatiche, in secondo luogo perché in posizione neutra ci si troverebbe a un'altezza errata mentre in pedalata si perderebbe il vantaggio dell'accompagnamento del movimento del bacino e dell'articolazione sacroiliaca. Per quanto riguarda gli elastomeri, in mesi di utilizzo onestamente non ho mai sentito scricchiolii, non c'è un vero e proprio snodo quindi non sussiste concretamente questo rischio. Con i polimeri moderni, gli elastomeri credo possano avere vita più lunga della sella stessa.
  3. red.hell:

    @frenk come ti sei regolato per altezza e inclinazione vista la forma a gradini?

    Sono selle molto interessanti le sqlab, ci avevo fatto un pensierino lo scorso Black friday, ma poi ero tornato su smp
    Metti in bolla lo scalino centrale e regoli l'altezza sempre sullo scalino centrale.
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