[Test] Shimano XT 2015: trasmissione 1×11

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Questa settimana vi bombarderemo di prodotti Shimano, XT per la precisione. Negli ultimi due mesi e mezzo ho provato a fondo questo gruppo del marchio giapponese, montando la consueta Santacruz 5010 con trasmissione, freni e ruote XT. Una serie di tre articoli che comincia con la parte forse più attesa: la trasmissione.

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La configurazione prescelta è stata il monocorona, in quanto più facile da paragonare con la concorrenza per chi scrive, che ha usato negli ultimi tre anni quasi esclusivamente gruppi 1×11.

Pacco pignoni

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Il pacco pignoni dell’XT M8000 è disponibile in due configurazioni:
11-13-15-17-19-21-24-27-31-35-40.
11-13-15-17-19-21-24-28-32-37-42. Questa è quella in test.

Si può montare su un comune corpetto Shimano, dato che il rapporto più duro è un classico 11. Il materiale usato è l’acciaio, tranne per il 42, in lega di alluminio.

Deragliatore

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È uno Shadow RD+, dove per Shadow si intende la sua forma che gli permette di “nascondersi” il più possibile vicino al pacco pignoni, per evitare impatti con le rocce. Dalla foto potete notare chiaramente la leva grigia che serve per aumentare la tensione della catena ed evitare che questa sbatta rumorosamente o cada.

Catena

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HG-X11, disegnata per trasmissioni ad 11 velocità.

Guarnitura

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HOLLOWTECH II 1×11, in alluminio, pedivelle lunghe 175mm. Non potete vedere il logo perchè é stato cancellato dal contatto con le scarpe, qui potete vedere il suo aspetto da nuova.

La corona ha 32 denti (disponibile anche in 34 e 30), la cui forma è identica, cioè non ha il design narrow-wide presente su SRAM e Race Face. La particolarità della guarnitura sta nella possibilità di poter montare una doppia e una tripla mantenendo anche lo stesso spider. La corona della singola non può venire usata in queste configurazioni, perchè i denti non sono predisposti al cambio di catena fra le corone.

Un dato importante è la linea catena, di 50.4mm. Si consideri che sullo SRAM XX1 è di 49mm. Tornerò dopo su questo punto.

Comando manubrio

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Rapidfire  Plus I-specII, con 2-way release. Questo significa che la leva per passare a rapporti più duri può venire azionata sia spingendola in avanti, con il pollice, che in indietro, con l’indice. Noterete che l’attacco a manubrio è cambiato, diventando più sottile e più elegante da integrare con la leva freno.

Sul campo

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La trasmissione Shimano XT è conosciuta da lustri per il suo ottimo rapporto qualità/prezzo, anche perchè Shimano adotta uno sviluppo prodotti a “cascata”, cioè porta la tecnologia del suo prodotto di punta, l’XTR, piano piano verso la gamma più bassa. Il funzionamento rimane il medesimo, si aggiunge peso e cambiano i materiali. Per questo motivo non mi aspettavo una grande differenza rispetto al gruppo XTR che ho provato alcuni mesi fa, ed in effetti non sono rimasto deluso.

  • La cambiata è veloce e precisa. Il comando con 2-way release è molto comodo, permettendo di cambiare verso i rapporti più duri con l’indice, dunque tenendo il pollice sul manubrio, cosa molto apprezzata quando la situazione è “tesa”.
  • La tensionatura della catena, con la frizione del deragliatore su ON, impedisce alla catena di muoversi eccessivamente e di cadere. In tutta la durata del test non è mai caduta dalla corona anteriore. Allo stesso tempo la cambiata non si indurisce eccessivamente, come invece accadeva in passato.
  • Parlando della corona anteriore, la mancanza della dentatura narrow-wide non si è fatta sentire e i denti maggiorati hanno fatto bene il loro lavoro. Un po’ limitata la scelta fra le dentature: visto che il gruppo è pensato per gli amatori/escursionisti, un 28T sarebbe auspicabile in gamma, soprattutto pensando a chi pedala una 29 pollici.

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Il pacco pignoni è composto da 7 parti, con corone in acciaio tranne il 42. Proprio il 42 si è dimostrato essere il lato debole del nuovo XT. L’alluminio utilizzato, infatti, dava segni di usura già dopo due settimane d’uso. Passando “alla base”, da Shimano Italia, ho constatato insieme ai loro tecnici che diversi denti erano già mangiati. Dal punto di vista della cambiata non ho notato nessuna differenza, il problema è piuttosto in altro: pedalando all’indietro, quando la catena è proprio sul 42, questa cade.

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La cosa è da imputare a due fattori:

  1. la linea catena di 50.4 mm è troppo “a destra”. Se il problema non mi era saltato all’occhio con l’XTR, vuoi perchè il pignone più grande è un 40T, vuoi perchè ho usato per la maggior parte altre guarniture, con l’XT non sono riuscito a trovare una soluzione. Con i tecnici Shimano abbiamo inserito degli spacer fra spider e corona anteriore, per ridurre la linea catena, ma questa continua a cadere sul 42.
  2. I denti del 42 sono troppo “mangiati”, e la situazione peggiora più si usura il pacco pignoni. Qui l’unica soluzione sta nel cambiare la lega di alluminio, e la cosa può venire fatta solo dalla stessa Shimano.

Intendiamoci, per far cadere la catena bisogna compiere quasi un giro intero di pedali, cosa che, in pratica, non si fa mai. Sul famoso “colpo di pedale” che si dà prima di un ostacolo, per posizionare il pedale là dove si riesce ad imprimere la maggiore potenza, non si gira la guarnitura all’indietro di 360°, ma al massimo di circa 90°. Ammettendo che uno abbia il vizio di pedalare all’indietro durante delle discese noiose come possono essere quelle asfaltate, difficilmente la catena si troverà sul 42.

Una situazione reale in cui la catena può cadere è invece quella di quando si spinge la bici su una rampa ripida. Prima si tenta di pedalarla, ad un certo punto si scende e si spinge. Se i pedali ruotano all’indietro, per esempio toccando le gambe del rider che cammina, quando questi risale in sella per ripartire si può trovare con la catena scesa più in basso sul pacco pignoni, impossibilitato a ripartire. Una cosa piuttosto fastidiosa, che diventa inacettabile in gara.

 

Mi sono dunque chiesto perchè Shimano abbia scelto una linea catena “sbagliata”, e la risposta sta in uno dei vantaggi del sistema 1×11 che può diventare 2×11 o addirittura 3×11 cambiando solo le corone e gli adattatori. Infatti le pedivelle e lo spider rimangono identici. 50.4mm è la linea catena ideale per un 3×11 quando la catena si trova sulla corona di mezzo. In soldoni, è la “vecchia” linea catena che Shimano usa sulle guarniture 3×11 da una vita. Per ovviare al problema Shimano avrebbe dovuto produrre uno spider apposito per l’1×11.

Sulla carta l’1×11 sembra un progetto facile da realizzare, ma in realtà si differenzia molto dai classici 2×11 e 3×11. Una cosa che non ho ancora citato è la mancanza del pignone da 10 denti, uno dei punti forti della concorrenza di Shimano. Certo, il marchio giapponese ha dalla sua il vantaggio di non dover cambiare il corpetto della ruota libera, se si decide di passare alle 11v, ma questa scelta, ben accolta dal pubblico, cela anche qui, in fondo, uno mancato sviluppo del concetto di monocorona da 11v. In soldoni, la coperta del monocorona di Shimano è più corta di quella di SRAM.

Anche qui, c’è un motivo: per Shimano il vero “monocorona” è il 2×11 gestito elettronicamente, che abbiamo testato qui. È lì che i giapponesi hanno investito di più, ed è lecito aspettarsi a breve un XT Di2 che renda il gruppo elettronico avvicinabile anche ai portafogli meno gonfi.

Conclusioni

La trasmissione Shimano XT è precisa, veloce ed affidabile, come da tradizione. Il sistema di tensionatura della catena è grandioso e, pur non avendo montato un guidacatena, questa non è mai caduta in condizioni di guida classiche, segno che il disegno dei denti della corona anteriore funziona.
La configurazione 1×11 presenta però un problema di linea catena, che causa la caduta della catena stessa se si pedala all’indietro quando si usa il pignone da 42 denti. Problema accentuato dalla veloce usura dei denti proprio del pignone da 42, in lega di alluminio. Ne abbiamo parlato con Shimano Italia, state sintonizzati per gli sviluppi.

Prezzo: Shimano XT 2×11 a 455.92 Euro su CRC
Shimano XT

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