Devo ammettere che l’introduzione degli inserti in schiuma per pneumatici mi ha lasciato piuttosto indifferente sulle prime. Nella regione dove abito i sentieri non sono particolarmente pieni di rocce affilate e mi capita raramente di forare, tanto più che non sono un tipo che teme le pressioni alte.
Un’altra cosa che ha alimentato la mia avversione nei confronti di questi sistemi è il peso aggiuntivo. Odio dover aggiungere peso alla bici, in particolari modo sulle ruote, dove rallenta il mezzo e stanca il biker ancora di più. A tal riguardo però Cushcore promette che il peso aggiunto dall’inserto possa essere recuperato usando copertoni dalla carcassa meno massiccia.
Qualche mese fa sono andato a Killington per una gara di DH agli US Open. Sapendo quanto è rocciosa la zona, mi è sembrata un’ottima occasione per testare il Cushcore.
Cushcore afferma che il suo sistema non si limita a prevenire le forature, ma migliora anche la qualità dell’andatura ammortizzando gli impatti. Nei mesi scorsi ho quindi provato questo sistema sia su bici da enduro che da DH e di seguito vi dò le mie impressioni.
Ciò che distingue il Cushcore dalla concorrenza è la sua particolare forma. La parte interna ha una sporgenza di circa 5 mm che entra nel canale del cerchio, a differenza degli altri sistemi antiforatura con una più semplice sezione a salsicciotto.
Ha una forma curva, più larga all’esterno e stretta verso il cerchio.
Questa forma aiuta a premere la spalla del copertone contro il cerchio, diminuendo il rischio di stallonature.
Le scanalature che si vedono servono a facilitare il gonfiaggio della ruota, evitando che il sistema faccia da tappo.
Sempre parlando di gonfiaggio, Cushcore richiede delle valvole speciali come quelle in foto. I due fori perpendicolari alla valvola stessa servono a gonfiare la gomma anche se l’inserto in schiuma è premuto contro la valvola, e ad inserire il lattice. A proposito, avrete bisogno della stessa quantità di liquido che usate anche senza Cushcore. Le valvole standard vendute col sistema sono da 44 mm e disponibili verdi, nere e rosse.
Ci sono anche da 55 mm se si hanno dei cerchi particolarmente alti. I tappi in alluminio sono molto carini ma un po’ difficili da svitare con le mani fredde e bagnate. Sarebbe utile una zigrinatura.
In linea generale, sistemi antiforatura di questo tipo sono noti per rendere particolarmente fastidioso il montaggio del copertone.
Nel mio caso, il Cushcore ha introdotto un po’ di difficoltà in più, ma se si segue sul serio il video sopra, sì scopre che il montaggio non è poi così difficile.
Va detto che con le carcasse Super Gravity di Schwalbe ho fatto fatica. Con la più leggera Snakeskin il montaggio invece è facilissimo e si fa senza leve. Detto questo, non ho dubbi che sarà difficile montare una gomma pesante da DH con cerchietto in acciaio. Ad ogni modo, ecco alcuni consigli, estratto dal video, che fanno veramente la differenza.
Spruzzare l’interno della gomma con sapone per piatti diluito aiuta a muoverla e farla entrare.
Montate il Cushcore sul cerchio senza la gomma. Si può usare un martello per mantenere tutto in posizione da un lato, mentre lo si tira per calzarlo lungo tutto il cerchio.
Cercate un grosso bidone tondo su cui mettervi per tallonare il copertone. Questo è probabilmente il miglior consiglio del video.
In due movimenti, col palmo della mano spingete leggermente da parte il Cushcore e dopo inserite il tallone della gomma nello spazio appena creato, in cui dovrebbe entrare senza troppa difficoltà.
Il trucco è usare due leve: una per tenere una parte del tallone al suo posto e l’altra per guadagnare terreno dall’altra parte.
Considerando che montare il Cushcore su ruote 27.5″ comporta un aumento di peso di circa 500 grammi, ho deciso di cercare di compensare il peso montando dei copertoni più leggeri, sia su bici enduro che DH. Nel caso della Rocky Mountain Maiden, per esempio, la differenza tra i copertoni più leggeri, pieghevoli, e quelli più massicci con cerchietto in metallo era di 300 grammi. Tutto considerato quindi, montando il Cushcore e gomme più leggere, il peso è salito di 200 g.
Ho usato il Cushcore per la prima volta a Killington, Vermont, ad una gara di DH degli US Open. Inizialmente mi sono tenuto altino con le pressioni (circa 2.1 bar davanti e dietro) e non ho notato grandi differenze rispetto a prima. Quando ho cominciato ad abbassarle, la musica è cambiata…
Durante il fine settimana le condizioni meteo sono man mano peggiorate e mi sono trovato a girare con 1.4 bar davanti e 1.6 dietro: valori a cui non mi sarei mai fidato a scendere senza Cushcore. Con i miei 86 kg (senza equipaggiamento), difficilmente uso pressioni sotto i 1.9 bar e mi ha stupito non solo il fatto di non aver bucato, ma anche di non aver mai stallonato in curva. Il vantaggio maggiore è forse dato dal fatto che la gomma mantiene la propria forma in curva, aumentando il grip. Credo che il maggior contributo a questo incremento nella tenuta sia dovuto alla particolare forma del Cushcore e quindi con un qualsiasi altro sistema antiforatura non sarebbe la stessa cosa. Oltre ad evitare che la ruota spanci, questo sistema ha altri vantaggi come la protezione del cerchio, la prevenzione delle forature e, ultimo ma non meno importante, assorbimento degli urti.
Usando pressioni più basse la tenuta aumenta mentre gli urti violenti vengono assorbiti dalla schiuma invece che finire con un impatto sul cerchio. Anche con un copertone più leggero non ho mai forato.
Sulla bici da enduro ho scelto gomme con carcasse più leggere, di modo che l’aggravio di peso fosse ininfluente, per esempio passando da una Schwalbe Supergravity ad una Snakeskin. Certo, se girate con le Snakeskin (cosa molto probabile all’anteriore) il peso del Cushcore si andrà ad aggiungere in toto. Quello che ho notato è che si devono controllare più spesso le pressioni, e che per farlo servirà un manometro, visto che la “prova a mano” é praticamente impossibile.
Le carcasse più leggere sono più morbide, mentre il Cushcore è piuttosto rigido. Questo fa sì che la gomma sembri avere due diverse sezioni con diverse sensibilità: con una pressione attorno agli 1.4 bar la sensazione è che il pneumatico assorba i piccoli urti, diventando un specie di minisospensione fra cerchio e rocce. Proprio per questo motivo ho preferito la configurazione gomma leggera + Cushcore a quella della gomma con carcassa più robusta senza Cushcore.
Una cosa da tenere a mente è che se andate a farvi un giro pedalato con il Cushcore e tagliate il copertone, avrete bisogno di due cacciagomme robusti e di una pezza per riparare la gomma. La riparazione della foratura necessita di più tempo e pazienza del solito, e se il taglio richiederà l’inserimento di una camera d’aria, avrete il problema di dove mettere l’inserto. Insomma, siete nei guai. Se il foro è piccolo basteranno invece i famosi vermicelli. Si potrebbe arrivare a casa con la gomma a terra e il Cushcore inserito, ma sinceramente non è una cosa che vorrei fare, in particolare se la distanza da coprire è molta perché l’attrito del pneumatico sarà di impaccio e l’inserto si rovinerà. Visto il prezzo, è meglio tentare altre soluzioni.
Se girate in bike park o comunque in ambienti “controllati” e su terreni scassati, il Cushcore è un prodotto consigliabile: permette di usare copertoni più leggeri per annullare l’effetto dell’aggravio di peso e assorbe le piccole asperità del terreno rendendo la bici più tranquilla e facile da guidare grazie al miglior grip. Inoltre protegge il cerchio dagli impatti con il terreno. Il montaggio relativamente complicato diventa un problema se tagliate la gomma mentre siete in giro per i monti senza assistenza nelle vicinanze, in particolare perché l’inserto è ingombrante e sporco di lattice. Il prodotto è ben pensato nei particolari, il prezzo in linea con la concorrenza.
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