[Test] SR Suntour: forcella Durolux e ammo TRIAir

38

Lo scorso aprile abbiamo pubblicato un articolo di presentazione della nuova versione della forcella da enduro Durolux e dell’ammortizzatore TRIAir di SR Suntour, con le prime impressioni di riding che ho raccolto durante la presentazione ai media al Mountain Bike Connection Winter di Massa Marittima. Vi avevo anticipato che Suntour mi aveva fornito una Durolux in versione R2C2 e un TRIAir in versione 3CR per un test più approfondito che ho montato sulla MDE Damper 2020. Dopo circa due mesi di utilizzo, sono pronto a fornire maggiori dettagli in merito alle prestazioni dei nuovi prodotti di Suntour. In questo articolo mi concentrerò prevalentemente sulle prestazioni quindi per maggiori dettagli tecnici vi invito a consultare il precedente articolo.



.

La Durolux R2C2 è una forcella aggressiva e monolitica dedicata all’enduro che offre un’idraulica decisamente raffinata in relazione al suo prezzo di listino. L’esemplare in test ha 170mm di escursione e 51mm di offset. Ha steli da 36mm di diametro e fa affidamento sulle stesse feature principali della versione precedente che caratterizzano da diversi anni le forcelle top di gamma di Suntour come la cartuccia idraulica basata sul sistema PCS (Piston Compensator System), la massiccia testa cava in magnesio, l’ingegnoso perno ruota QLOC Titanium, il parafango integrato e i fori Quick Service Port per lo sfiato dell’aria e per la lubrificazione di spugnette e boccole.

La novità essenziale di questo nuovo modello di Durolux risiede invece nella cartuccia ad aria Equalizer, che sostituisce la precedente cartuccia ad aria e molla negativa con una a doppia camera, positiva e negativa, che si auto regolano reciprocamente grazie a una tacca che le mette in comunicazione tra loro in un determinato punto dell’affondamento della forcella. Un sistema ormai ben noto e sfruttato da molti brand e che Suntour ha adottato con cognizione di causa dato che effettivamente il lavoro della camera negativa è sempre stato adeguato, fornendo sensibilità e un bassissimo carico di stacco alla forcella senza però mangiare millimetri di corsa utile come succede invece con alcuni prodotti dei competitor. Il volume della camera positiva è gestibile tramite spacer fino a un totale di 9 pezzi, 3 rigidi collocati sopra il tappo flottante come nel modello precedente e ulteriori 6 in gomma, dello stesso volume di 7.5cc di quelli rigidi, posizionati al di sotto del tappo. Dopo diverse prove ho trovato la mia configurazione ideale per progressività e sostegno nella parte centrale di corsa con 4 spacer e un sag del 25%.

L’idraulica PCS è stata aggiornata rispetto a quella della versione precedente con un nuovo pacco lamellare per il circuito delle alte velocità sia in compressione che in estensione e risulta effettivamente migliorata in termini di fluidità di funzionamento e di sensibilità, ma soprattutto non è più soggetta a irrigidimenti improvvisi negli impatti in rapida successione come accadeva sul modello precedente, quindi in generale gode di un comportamento più corposo e prevedibile e meno scorbutico. Le regolazioni sono efficaci e agiscono su un range adeguato e i pomelli sono realizzati con cura, sia per quanto riguarda la compressione che il ritorno.

L’ammortizzatore TRIAir in versione 3CR è da 230mm di interasse per 65mm di corsa, riducibili a 60mm tramite un apposito spacer incluso nell’ammortizzatore, facilmente installabile o removibile in base all’escursione di cui si necessita. Ha dimensioni relativamente compatte ma è capace di sostenere usi decisamente gravosi e la sua destinazione designata da Suntour va dal trail al downhill. Anche l’ammortizzatore ha un’idraulica basata sul sistema PCS. La pressione della camera di compensazione del piggy back è regolabile esternamente. La compressione è impostabile su tre posizioni (Downhill / Trail / Uphill). Lo stelo dell’ammortizzatore è particolarmente lungo rispetto alla corsa effettiva e il fondocorsa corrisponde al punto in cui vedete l’o-ring blu nella foto seguente.

L’idraulica condivide concettualmente il sistema PCS della forcella e offre una sensibilità eccellente, con un comportamento fluido e corposo lungo tutta l’escursione. A differenza della forcella, in particolari condizioni di urti in rapida successione che coinvolgono la prima parte di escursione, l’ammortizzatore tende a irrigidirsi leggermente trasmettendo qualche vibrazione al telaio. Nulla di eclatante che probabilmente sarebbe facilmente risolvibile intervenendo sul pacco lamellare della compressione alle alte velocità, opzione per altro prevista da Suntour per il TRIAir, semplicemente mandando l’ammortizzatore in uno dei centri di assistenza autorizzati. Il sistema a 3 posizioni della compressione interviene in modo differente da ciò a cui siamo abituati su altri ammortizzatori simili. La frenatura della posizione Trail non è troppo marcata e fornisce un maggiore supporto nella parte centrale di corsa quindi si fa apprezzare più nei sali-scendi che in salita, dove invece si sfrutta bene la posizione Uphill, indipendentemente dal fondo scorrevole o sconnesso, grazie a una frenatura parecchio sostenuta e a una soglia di sblocco che consente all’ammortizzatore di assorbire egregiamente gli urti mentre si pedala, garantendo trazione e tornando immediatamente alla sua stabilità iniziale. In posizione Downhill, sulle lunghe discese veloci e sconnesse, l’ammortizzatore tende a scaldarsi ma, nonostante ciò, non muta in modo percepibile le sue prestazioni.

Il barilotto della camera dell’aria del TRIAir offre la possibilità di intervenire con i riduttori di volume sia sulla camera positiva (a sinistra dell’o-ring nella foto) che su quella negativa (a destra dell’o-ring nella foto), fornendo perciò al rider un importante spettro di personalizzazioni in grado di soddisfare sia i suoi gusti personali che le esigenze del telaio sul quale viene montato l’ammortizzatore. La camera positiva accoglie fino a 6 spacer mentre quella negativa ne può accogliere 2. Ho fatto numerose prove incrociate e le modifiche che derivano dall’aggiunta degli spacer sono concretamente avvertibili, al punto di non riuscire più a raggiungere il fondocorsa con 4 spacer nella camera positiva a parità di pressione, rispetto ai 2 inseriti di serie. Ho trovato il miglior equilibrio con la spiccata progressività e sensibilità iniziale del sistema di sospensione i-Link 2 della MDE Damper 2020 utilizzando un solo spacer nella camera positiva, che offre un sostegno leggermente maggiore nella parte centrale di corsa, mentre anche con zero spacer non ho riscontrato fondocorsa di entità rilevante.

Un’altra regolazione che consente di esplorare ulteriori livelli di personalizzazione viene dal fondo del piggy back dell’ammortizzatore dove troviamo un tappo in alluminio che svela una valvola Schrader, tramite la quale, utilizzando una tradizionale pompetta per sospensioni, è possibile gestire la pressione dell’aria nella camera di compensazione che bilancia la pressione dell’olio sul pistone interno flottante. In questo modo si può intervenire sulla curva di compressione lavorando congiuntamente con i volume spacer per personalizzare al massimo il comportamento dell’ammortizzatore in ogni parte della sua escursione con un assortimento di variabili realmente vasto.

Tornando a parlare della salita, le prestazioni del TRIAir sono realmente valide e consentono di utilizzare una sola posizione, la Uphill, indipendentemente dal fondo, per ottenere sia trazione che stabilità dove e quando necessarie. La Durolux tuttavia, non essendo dotata di una frenatura in compressione dedicata alla salita e offrendo un carico di stacco veramente ridotto, tende a oscillare molto quindi in parte vanifica la stabilità fornita dal TRIAir ma garantisce un assorbimento eccellente anche sui piccoli urti e quindi un ottimo controllo dell’avantreno.

Sensibilità che si fa apprezzare enormemente anche in discesa dove la Durolux è burrosa e sensibile lungo tutta la corsa anche se si sale con la pressione e pur inserendo un buon numero di spacer che la rendono spiccatamente progressiva e ulteriormente sostenuta nella parte centrale della corsa, ma mai ruvida o nervosa. A questo, oltre che la nuova cartuccia ad aria EQ, contribuisce sicuramente la rinnovata cartuccia idraulica PCS che, messa a confronto con la precedente versione, risulta più omogenea e prevedibile su ogni tipo di terreno e a qualsiasi velocità. La possibilità di spurgare periodicamente l’aria dai foderi in modo facile, veloce e pulito, migliora le prestazioni in termini di sensibilità ed evita spiacevoli riduzioni di escursione. Anche il TRIAir offre una notevole sensibilità ai piccoli urti e in generale su tutta l’escursione. Indipendentemente da come si sceglie di settare la curva di compressione tramite gli spacer nella camera positiva e in quella negativa e con la pressione dell’aria nel piggy back, il comportamento del TRIAir per merito della sua idraulica è sempre corposo in affondamento e vivace in estensione. Ne deriva un piacere di guida intenso sia che si cerchi il massimo delle prestazioni che il puro divertimento.

In conclusione, SR Suntour ha migliorato i suoi prodotti consapevolmente, andando a lavorare sugli aspetti perfettibili dei modelli precedenti e rendendo sia la nuova Durolux che il TRIAir delle valide alternative ai prodotti top di gamma dei principali competitor, ai quali si avvicinano per prestazioni ma a un prezzo nettamente più competitivo. La Durolux ha un peso leggermente sopra la media a paragone delle concorrenti con steli da 35/36mm, mentre la cura dei dettagli è invece decisamente superiore alla media e alle aspettative. Il TRIAir offre ottime prestazioni già in configurazione standard e le numerose possibilità di personalizzazione di semplice attuazione ne fanno un prodotto capace di soddisfare anche i palati più esigenti.

EDIT: a distanza di un mese dal test, la forcella ha evidenziato un problema decisamente precoce e anomalo di usura delle boccole di scorrimento con la boccola dello stelo sinistro che rivela un gioco nettamente avvertibile anche durante la guida.

Versioni disponibili e prezzi

Durolux R2C2 (in test):  €759
Durolux RC2:  €739
Durolux RC:  €639

Peso a partire da 2.120g
Peso verificato:  2.270g con perno e parafango inclusi

TRIAir 3CR (in test):  €429

Peso a partire da 395g (200x57mm)
Peso verificato:  418g (230x65mm)

SR Suntour

 

Commenti

  1. frenk:

    Anche questa volta non smentisci il tuo nickname! :loll:
    Il DVO Topaz è prodotto da Suntour e il progetto è molto simile come hardware e camere dell'aria e differente solo nel circuito idraulico.
    :smile::smile::smile:

    Si in effetti mi lamento un po troppo.
    Sul DVO nulla da dire per quanto riguarda la discesa, in salita invece bobba parecchio di più rispetto al modestissimo monarch RL che avevo prima.
    Comunque il prezzo del triair è davvero imbattibile per quello che offre
  2. frenk:

    Beh... a fronte di un commento così elegantemente esposto, tecnico e dettagliato, cosa aggiungere? Chapeau! :roll:
    Normale, normale amministrazione intendo. Se uno dice la sua è sempre sbagliato. Guai andare contro..... Ho scritto 2 volte ciò che pensavo, non si capiva(parli della durolux?) Quando uno va contro tendenza si fa sempre finta di nulla. Ovvio che parlavo della durolux, il test tratta di quella forca. Se una cosa non va bene, va detto, non va bene, tester, non tester. Cosa o dove ho sbagliato? Per quello che capisco io, quella forca(duroluxr2c2 modello precedente) faceva schifoooooooooo.
  3. Spacepadrino:

    SUNTOUR DUROLUX 29/27.5 PLUS R2C2 OLD TYPE, il miglior acquisto della mia vita, ciò messo un pò a capire come settarla e sfruttarla, se andate sul forum elettrizzato trovate, un pò di foto ed impressioni. Acquistata a marzo 2019 a 510 euro, rivenduta la precedente a 170, super upgrade con 340 euri.
    Io ho preso la RC2 per via dei problemi di settaggio che avevo letto sulla R2C2 (MY 2018/19) direttamente dal sito Suntour USA con una promo (500 $ scarsi) salvo che poi mi hanno fatto pagare dazi e dogana e quindi mi è costata 780 €. a 800 € avrei considerato anche una lyrik.

    Cmq, disavventure doganali a parte, il modello vecchio ha una facilità di manutenzione disarmante (pure per me che non ho le mani d'oro) e la possibilità di settare corse diverse con un banale spacer. Questo mi ha consentito di provare la forca a 160/150/140 che erano i range che interessavano a me e trovare l'escursione giusta per il mio modo di girare.

    Non sono un drago e non ho tutta questa competenza di forche, ma io la trovo veramente granitica ed anche sui colpi in sequenza più precisa di altre che ho provato.
    Unico appunto, forse un po' pesante (a me piace pedalare tanto ed effettivamente quel paio di etti in più li hai) però la sensazione di solidità che trasmette è impagabile.
Storia precedente

Pazzia francese

Storia successiva

3 bambini al bikepark di Lenzerheide

Gli ultimi articoli in Test