Dopo il test della Transition Patrol molti ci hanno chiesto un paragone con la Sentinel, il modello enduro con ruote da 29″ della stessa casa americana. Tribe, distributore per l’Italia del marchio, ci ha quindi messo a disposizione una Sentinel nell’allestimento top di gamma X01 Carbon per un ulteriore test ed un confronto “a caldo” fra i due modelli.
Questa sarà quindi una review leggermente diversa dal solito, dove oltre alle solite considerazioni troverete spesso un confronto fra le due bici.
Nonostante la diversa escursione, che sulla Sentinel scende a 160 mm all’anteriore ed a 140 mm posteriormente, i punti in comune sono infatti molti, a partire dall’adozione della Speed Balance Geometry per arrivare allo schema della sospensione, un quadrilatero con giunto Horst.
Se le geometrie della Patrol potevano sembrare estreme, con la Sentinel i progettisti Transition hanno osato ancora di più. A valori altrettanto spinti, angolo sterzo di 64° in primis, si aggiunge infatti il maggiore diametro ruota, un fattore che notoriamente non gioca a favore dell’agilità. Una sfida ancor più impegnativa per la Speed Balance Geometry, visto che la sua maggior prerogativa dovrebbe essere proprio quella di minimizzare gli effetti collaterali caratteristici delle geometrie molto aperte. Per chi non avesse letto il test della Patrol, o meglio ancora l’articolo di presentazione pubblicato al momento della sua introduzione, ricordiamo che rispetto ad una geometria di tipo classico la SBG prevede un allungamento del reach, un angolo sterzo più aperto, la verticalizzazione del tubo sella, l’adozione di stem più corti e forcelle dal valore di offset ridotto.
A differenza della Patrol, disponibile solamente in alluminio, la Sentinel è proposta anche nella versione carbon da noi testata ed in una più vivace colorazione chiamata TR Blue, dove il blu prende il posto del grigio. Se su full con una certa escursione il diverso comportamento fra i due materiali non è facilmente apprezzabile a causa del “filtraggio” offerto dalle sospensioni, il risparmio di peso è invece ben tangibile e misurabile: oltre 1 kg rispetto alla versione alu! Nonostante ciò, e nonostante il montaggio più pregiato, con 13.95 kg senza pedali (ma abbondantemente ricoperta di nastro protettivo Shelter) neppure la Sentinel entra nel novero dei modelli da enduro più leggeri. I risvolti positivi si riscontrano però sia in termini di solidità che di rigidità.
Dal punto di vista estetico le due bici rivelano la stretta parentela. Anche in questo caso troviamo infatti una linea gradevole e slanciata che si differenzia principalmente nel triangolo anteriore, più “curvato” sulla Sentinel. Nonostante il seat tube corto e la bassa quota di standover, i tecnici Transition hanno fatto un ottimo lavoro nel ricavare luce sufficiente per ospitare borracce di buone dimensioni (personalmente ho utilizzato borracce da max 750 ml riscontrando un ampio “margine di manovra”).
Nel test della Patrol avevamo elogiato la scelta di anteporre la funzionalità a qualsiasi altra cosa, includendo in questo anche la completezza delle info tecniche reperibili sul sito Transition. Non possiamo che confermare il giudizio, non avendo trovato sulla Sentinel un solo dettaglio fuori posto ed essendo la documentazione tecnica altrettanto completa.
Pulizia a funzionalià del routing sono anche in questo caso esemplari. La scelta di lasciare totalmente esterno il passaggio del tubo del freno conferma l’attenzione rivolta all’aspetto manutenzione, troppo spesso trascurato per accontentare chi le bici preferisce guardarle piuttosto che utilizzarle…
Contenere la lunghezza del chainstay è uno degli ingredienti necessari perchè bici geometricamente così aggressive non paghino troppo sul fronte dell’agilità. Compattare al massimo il carro, oltre ad offrire vantaggi anche sul fronte della rigidità, costringe però a qualche compromesso in termini di luce disponibile per il passaggio del pneumatico. Transition dichiara per la Sentinel una sezione massima di 2.5″, ma considerato il margine lasciato dalla Maxxis da 2.3″ montata di serie, abbiamo qualche dubbio sul fatto che una copertura da 2.5″ possa essere utilizzata senza rischiare interferenze al primo accenno di fango.
Dimensionamento dei mozzi e suono della ruota libera non lasciano passare inosservate le ruote E*Thirteen TRS+ , mentre i cerchi con canale interno da 30 mm consentono l’adozione di pneumatici fino a 2.5″ di sezione.
Il set ruote influenza fortemente il comportamento di una bicicletta, e considerato che in questo articolo i confronti con la Patrol sono numerosi, è interessante notare che l’incremento di peso determinato dal maggiore diametro è quasi totalmente compensato dal fatto che si tratta di un set più leggero di quello montato sulla Patrol (ovviamente a parità di diametro).
Nonostante siano state ben strapazzate, le ruote hanno tenuto bene la centratura, mentre come già rilevato sul set montato sulla Patrol, l’impressione è stata che i fianchi dei cerchi non digeriscano molto volentieri gli urti. Nonostante non abbia mai pizzicato il pneumatico ed abbia sempre utilizzato pressioni piuttosto alte, a fine test il posteriore presentava infatti una leggerissima deformazione su un fianco. Da segnalare, sempre al posteriore, anche qualche leggero cigolio quando sottoposte alle sollecitazioni e compressioni più violente.
In generale sono comunque delle ruote adeguate all’utilizzo, ed i piccoli problemi evidenziati sarebbero probabilmente risolvibili montando una copertura posteriore più robusta. Da questo punto di vista non cambia infatti il parere già espresso in occasione del test della Patrol: bici dal potenziale discesistico tanto elevato meritano al posteriore qualcosa di più solido ed affidabile della pur valida Maxxis in versione EXO 3C.
Carbonio anche per quanto riguarda la guarnitura, una SRAM Descendant Carbon con pedivelle da 170 mm. I più allenati e corsaioli desidereranno forse una corona da 32T, ma la scelta di montare un 30T è quella che probabilmente accontenta la fetta più consistente di bikers.
La Speed Balance Geometry è uno degli esempi più significativi di come, lavorando su più fronti a livello di parametri geometrici, sia ormai possibile coniugare angoli aperti ad ottime doti di maneggevolezza anche in formato 29″. Uno di questi parametri è l’altezza del movimento centrale, che come è facile intuire dovrà essere abbastanza contenuta. Nel caso della Sentinel in test abbiamo rilevato circa 340 mm, mentre le tabelle fornite da Transition parlano di una quota “stimata” di 345 mm. Se il movimento centrale relativamente basso (340 mm non è comunque un valore estremo) gioca a favore sia della stabilità che della maneggevolezza, il rovescio della medaglia è che i contatti con il terreno diventano più facili non solo con le pedivelle, ma anche con la guarnitura sulle discese lente e tecniche. Con la Sentinel qualche “toccatina” è scappata in più occasioni, motivo per cui avremmo ben visto l’adozione di un bash, componente facilmente implementabile essendo dotato il telaio di supporto ISCG.
Un altro dei dettami della SBG prevede l’uso di stem di lunghezza limitata, in questo caso un RaceFace Turbine da 40 mm. Della stessa serie la bella piega da 800 mm di larghezza, misura che utilizzo anche sulla mia bici personale e con la quale mi sono quindi trovato immediatamente a mio agio.
Gli SRAM Code RSC sono sulla carta dei freni perfettamente all’altezza delle elevate prestazioni discesistiche della Sentinel. Abbinati a dischi da 180 mm di diametro sia all’anteriore che al posteriore, sul campo si sono dimostrati ben modulabili e sufficientemente potenti. Come spesso mi accade con gli impianti SRAM, neppure in questo caso ho tuttavia trovato un buon feeling alla leva, soffrendone la corsa un po’ lunga ed una certa “spugnosità”.
Niente da dire invece per quanto riguarda il dislocamento dei vari comandi, tutti perfettamente posizionati grazie all’adozioni in toto di componentistica di famiglia SRAM.
Sulla Patrol ci aveva lasciati perplessi l’adozione del telescopico da 150 mm di travel, valore inutilmente contenuto su una taglia L con un seat tube di 440 mm. Sulla Sentinel abbiamo con piacere trovato il Reverb nella versione da 170 mm di corsa gestiti dall’ottimo comando 1x. Confermata la comodità della sella ANVL Forge Stealth Cromo, anche se la cosa può essere fortemente soggettiva.
Fatta eccezione per l’allestimento più economico NX, tutta la serie Sentinel adotta l’ammortizzatore Fox DPX2 Performance Elite, una delle migliori unità ad aria nella sua categoria (e non solo…). Il registro per il controllo della compressione su tre posizioni è comodo ed efficace, mentre un secondo registro permette la taratura di fino della posizione Open, un bel plus per chi ha un po’ di dimestichezza con questo genere di regolazioni.
Come sulla Patrol viene utilizzato il Trunnion Mount, ed anche in questo caso l’interasse dell’ammo è di 205 mm. Dovendo gestire meno escursione alla ruota, è stato però possibile utilizzare la versione da 57.5 mm di corsa anzichè quella da 65 mm senza incrementare il rapporto di compressione, sostanzialmente uguale a quello della Patrol.
Sulla forcella Fox 36 Float RC2 Performance Elite da 160mm c’è poco da dire, trattandosi a sua volta di un riferimento in campo enduro. Anche ai migliori capita però ogni tanto una ciambella senza il buco…o forse con un buco di troppo, dato che la forcella montata sulla Sentinel ha manifestato da subito una perdita dalla camera principale che ne comprometteva pesantemente il comportamento. La forcella è stata spedita in assistenza a Vittoria ed in pochi giorni è tornata perfettamente funzionante.
Non tutti i mali vengono per nuocere, e mentre la 36 era in assistenza ne abbiamo approfittato per fare un paio di uscite utilizzando una Rock Shox Lyrik con pari corsa ma offset standard (se fate caso le foto in azione sono state scattate durante una di queste uscite, fra l’altro caratterizzata da una discesa particolarmente tortuosa). Nonostante uno dei capisaldi della Speed Balance Geometry sia proprio l’adozione di forcelle con offset ridotto, l’esperimento è meno insensato di quanto possa sembrare, dato che Transition propone anche il solo telaio sul quale potrebbe capitare di trasferire – magari in via transitoria – la forcella “classica” della quale si è già in possesso. Al capitolo discesa vi diremo com’è andata…
Nel test della Patrol avevamo apprezzato la buona posizione in sella, comoda anche in caso di lunghe pedalate, patendo però il peso generale della bici e soprattutto le salite tecniche, dove ridotta altezza del movimento centrale e la sospensione posteriore incline all’affondamento danno del filo da torcere. Che la Sentinel potesse fare meglio era quindi logico e prevedibile, che potesse fare così bene è invece stata una sorpresa.
Ma andiamo con ordine, dicendo intanto che il peso inferiore della bici è un punto di vantaggio sulle salite scorrevoli, situazione nella quale anche la Patrol ci aveva comunque convinti. La diferenza è invece rimarchevole sul tecnico, dove con la Sentinel non si tratta più di arrivare in cima limitando i danni, ma ci si prendono delle belle soddisfazioni e soprattutto ci si può divertire più di quanto sia possibile con la maggior parte delle moderne “endurone”.
Gli ingredienti vincenti sono molteplici, a partire dall’angolo sella bello verticale che aiuta a mantenere la direzionalità sul ripido nonostante il carro relativamente corto, per arrivare alla maggiore motricità delle ruote da 29″ rispetto alle 27.5″. La vera carta vincente è però stata quella di contenere l’escursione posteriore e contestualmente non esagerare con l’abbassamento del movimento centrale, due parametri che combinati alla possibilità di calibrare di fino la frenatura della compresione del DPX2 rendono la Sentinel un’ottima scalatrice, capace di fronteggiare su questi terreni bici di categoria inferiore.
Un aspetto non da poco, che amplia notevolmente lo spettro di utilizzo per una bici di queso tipo e che conferma ciò che a più riprese abbiamo scritto, vale a dire che allo stato attuale delle cose la massima poliedricità si ottiene con bici in formato 29″ con geometrie aggressive ed escursioni (posteriore in particolare) non esagerate.
Prima di affrontare la prima discesa con la Sentinel, non casualmente su un tracciato con sezioni tortuose e guidate che ben conosco e sul quale ho dei riferimenti precisi, una tripletta di numeri mi ronzava in testa: 64-1247-29, rispettivamente angolo sterzo, interasse della taglia L in test e diametro ruota. Quanto impegno avrebbe richiesto giostrarsi fra le curve strette ed in veloce sequenza con dei valori tanto spinti? La risposta è “non più di quello richiesto da bici sulla carta molto meno estreme, anche in formato 27.5”.
Guidata con quel minimo di aggressività richiesto da praticamente ogni moderna enduro, la Sentinel è infatti agile e precisa, ma soprattutto facile ed intuitiva oltre le aspettative. Già la Patrol si era comportata sorprendentemente bene sotto questo aspetto, ma considerato il maggiore formato ruota associato a geometrie altrettanto aperte, il risultato è in questo caso ancora più rimarchevole.
Definire la Sentinel una bici “giocosa” sarebbe eccessivo, ad esempio sollevare l’anteriore richiede una certa decisione (da questo punto di vista si può comunque lavorare sull’altezza degli appoggi), ma sul fronte dell’agilità la promozione è piena.
Prima di passare al comportamento sul veloce e sconnesso apriamo una piccola parentesi a proposito dell’uso con forcelle con offset classico, visto che, come anticipato, abbiamo avuto la possibilità di provare la Sentinel anche in questa configurazione. Nuovamente la Sentinel ha sorpreso positivamente, rimanendo ben equilibrata e mantenendo buone doti di manovrabilità, tanto che personalmente non troverei particolari controindicazioni all’utilizzo di forcelle tradizionali. Qualcuno sarà già pronto a bollare come “fuffa” tutto il discorso sull’offset ridotto, ma ancora una volta ricordiamo che è l’insieme dalle quote geometriche a determinare la buona riuscita di un progetto, buona riuscita che in questo caso è fuori discussione.
Se fin qui le considerazioni non sono state molto dissimili a quella fatte nel test della Patrol, un carattere leggermente diverso emerge nel veloce sconnesso, ed ancor più nei rilanci. Premesso che anche nel caso della Sentinel abbiamo trovato perfetto il valore di sag consigliato da Transition, una prima distinzione va fatta a livello di sospensioni, soprattutto quella posteriore. Pur condividendo l’ottima sensibilità iniziale ed una curva di compressione eccellente, con una progressività ottimamente calibrata ed in grado di assorbire senza problemi anche grossi urti, l’escursione inferiore rispetto alla Patrol e l’insieme meno massiccio e pesante rendono il retrotreno più “vivo”. Si tratta comunque di sottigliezze, perchè il maggiore diametro ruota e le geometrie altrettanto aggressive trasmettono totale sicurezza e margini altissimi anche quando il gioco si fa veramente duro.
Come intuibile viste le considerazioni fatte al capitolo salita, neppure i rilanci ad ammo aperto sono un problema, e sotto questo aspetto la Sentinel si avvantaggia abbastanza nettamente sulla Patrol, sopperendo al maggior peso del set ruote (considerate anche i pneumatici) con il peso generale inferiore, ma soprattutto con una risposta più viva ed un minore affondamento della sospensione posteriore, cosa che limita anche il rischio di contatto dei pedali sul terreno. Agile come sarebbe difficile immaginare da una valutazione sulla carta, sicura e stabile in velocità come facilmente prevedibile, efficace in fase di rilancio e con buone doti di reattività grazie all’escursione non esagerata ed alle caratteristiche della sospensione posteriore. Forse chi è alla ricerca di una endurona “pura” potrebbe continuare a preferire la Patrol, ma non dimentichiamoci che la Sentinel abbina tutto ciò ad un’ottima pedalabilità.
Combinando intelligentemente escursione non esagerata ed ottimo comportamento della sospensione posteriore con la Speed Balance Geometry, la Sentinel sposta a livelli fino a poco tempo fa difficilmente immaginabili l’asticella della polivalenza delle moderne enduro con ruote da 29″. Per quanto riguarda la “sfida” con la Patrol, la mia preferenza va a quest’ultima finchè la ruota anteriore punta a valle, ma la Sentinel vince nettamente sul fronte della poliedricità e come bici per un utilizzo a tutto campo sarebbe senza dubbio la mia scelta.
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